Oggetto | Cosenza, Palazzo Arnone | |
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Luogo | Cosenza | |
Tipologia | palazzo pubblico | |
Nome attuale | Palazzo Arnone (Galleria Nazionale della Calabria) | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Palazzo dei Presidi, Tribunale e Regia udienza, Grande archivio generale di giustizia | |
Cronologia | 1523: secondo una tradizione infondata si dà inizio alla costruzione del palazzo della Regia Udienza. 1542, post: nomina da parte del viceré don Pedro de Toledo (1532-1553) del governatore don Rodrigo de Mendoza (che muore intorno al 1550) committente del nuovo palazzo della Regia Udienza. 1545: commissione per opera del tesoriere Bartolo Arnone per il portale d'ingresso del palazzo regio di località Triglio agli scultori fiorentini Bartolomeo Della Scala e Bartolomeo Bendini con gli stemmi reali, del viceré (ancora presenti) e del governatore Rodrigo de Mendoza. 1554: iscrizione su tomba di Bartolo Arnone che menziona la costruzione del palazzo. 1555: petizione dei cosentini per chiedere al viceré che i fondi della gabella della seta siano utilizzati per il palazzo regio anziché per le fortificazioni di Crotone. 1558: atto di compravendita tra Fisco e Ascanio Arnone per ducati 8000 del Palazzo Arnone per essere trasformato in Regio Palazzo e cessione del costruendo palazzo regio (iniziato da don Rodorico de Mendoza) agli Arnone. 1558, post: accuse ad Ascanio di frode con sequestro beni e deportazione e acquisizione del Palazzo Arnone già costruendo palazzo regio. 1582: bando emanato per la costruzione delle nuove carceri (ancora nel castello) a cura del procuratore del reggente "in curia nostra solita domini Bartoli Arnonis in platea magna Cosentina iusta sedile ipsius civitatis". 1583: divisione della Calabria in due province e conseguente ridimensionamento del ruolo amministrativo di Cosenza e delle sue sedi amministrative. 1599: bando di gara per lavori al palazzo della Regie Carceri e Regio Palazzo (lavori affidati al m° di Cava Adante Cafaro, capo mastro fabricatore); i lavori servivano a completare il palazzo imperfetto. 1605: lavori al Regio palazzo per esecuzione di una loggia (“gallaria superiore ove si passiggerà”). 1613: bando per lavori al Regio Palazzo affidati ad un maestro Giacomo Belsito di Rogliano con l’impegno della corte di fornire pietra da taglio. 1638: danni al palazzo regio con il terremoto. 1647: realizzata una loggia nell’ala di destra. 1649: Francesco Capecelatro, preside di Calabria citeriore, fa eseguire lo stemma dipinto dell'androne e un'iscrizione in marmo. sec. XVIII: completato il sistema di barbacani di rinforzo del prospetto e allungamento dei bracci della costruzione nella parte retrostante. 1732-34: incendio con perdita della documentazione. 1854: Crollo del quarto piano (non più ricostruito) per il terremoto. 1980: Consegna al Ministero dei Beni Culturali (Mibact). | |
Autore | ||
Committente | Francesco Capecelatro, committente dello stemma nell'androne (1649) | |
Famiglie e persone | Bartolo (regio questore della provincia, sepolto in una tomba in San Francesco d'Assisi nel 1554) e Ascanio (regio tesoriere) Arnone. don Rodrigo de Mendoza, già reggente della Vicaria (1541-1542) e governatore della Calabria (1543?-1550 circa), promotore della costruzione del palazzo regio. | |
Descrizione | L'edificio domina sull'intera area della città, di recente urbanizzazione nella prima età moderna, alla destra del fiume Crati di fronte al centro storico. L'edificio conserva nel prospetto la facies rinascimentale con la lunga facciata, su tre ordini di finestre squadrate, caratterizzata da contrafforti in pietra con gli stemmi vicereali di don Pedro de Toledo (1545) e fiancheggiata, sulla destra, da un torre angolare scarpata (rimaneggiato nel Seicento con l'inserzione di una loggia, poi tompagnata di cui si conservano tracce) con il portale oggi decentrato per l'ampliamento dei complesso dopo la destinazione a sede degli uffici fiscali e giudiziari della provincia di Calabria Citra, di forme rinascimentali, con vittorie alate nei pennacchi (1545: si conservano erratici frammenti degli stemmi posti in origine presso l'arcone). L'androne, con triplice fornice (settecentesco) e sedili presenta nella volta lo stemma vicereale (1649) e introduce allo scalone, alla cui sommità troviamo l'iscrizione che ricorda l'intervento dei fratelli Arnone per il completamento dell'edificio. Nella parte interna si notano i corpi aggiunti dei prolungamenti realizzati a più riprese tra Sei e Settecento per adattare l'edificio alle nuove funzioni amministrative di tribunale e carcere (oggi l'edificio ospita la Galleria Nazionale della Calabria). | |
Iscrizioni | Sulla sinistra scalone d’accesso ai piani superiori, in un cartiglio fiancheggiato da stemmi della famiglia Arnone: Bartolus Arnonus in Brutiis Caesaris q(ue)s/tor palatiu(m) quo animo posuit quaq(ue) impe(n)sa vides Ascanius frater ac ide(m) Caesaris te/saurarius q(ui) no(n) i(n)cepta modo peregit/ veru(m) iactis ad altiora gradib(us) totu(m)/ opus ut ab Apelle relictu(m) absolvit. Il Preside di Calabria Citeriore, Francesco Capecelatro, fece apporre un'epigrafe marmorea a ricordo delle rivolte da lui sedate nella regione nel 1648 (1649, perduta). | |
Stemmi o emblemi araldici | Sui contrafforti ai lati del portale d'ingresso: stemmi del vicerè don Pedro de Toledo (1545). Sulla volta dell'androne: Stemma della corona di Spagna (Filippo IV), e del vicerè conte de Oñate e del Preside di Calabria Citeriore (1649). Si conservano erratici e mutili due frammenti di stemma forse in origine presso il portale d'ingresso e realizzati nel 1545: uno stemma della corona di Spagna; una stemma della famiglia Mendoza. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Nel 1545 fu commissionato a Bartolomeo Della Scala, Bartolomeo Bendini (fiorentini) e a Carlo Mannarino (di Catanzaro) il portale del costruendo palazzo regio in località Triglio. Entro il portale dovevano trovar posto anche due stemmi reali (se ne conserva parte di uno solo) e altrettanti stemmi di Rodrigo de Mendoza, governatore vicereale della Provincia di Calabria (anche di questi se ne conserva uno, molto rovinato); sono ancora integri i due stemmi del viceré don Pedro de Toledo, posti sui contrafforti ai lati del portale d'ingresso. | |
Storia e trasformazioni | Nell'area, ricca di insediamenti monastici sorti nel primo Cinquecento, la tradizione storiografica cosentina vuole che intorno al 1523 si sia dato inizio al palazzo regio e, più o meno contemporaneamente, la famiglia Arnone, con i suoi due principali esponenti del tempo, Bartolo (sepolto nel 1554 nella tomba collocata nella chiesa di San Francesco d'Assisi), seguito dal fratello Ascanio, abbia intrapreso la realizzazione di un grandioso palazzo. Tuttavia il palazzo regio, la cui committenza è del governatore don Rodrigo de Mendoza non può essere antecedente al 1536 (nomina di Diomede Carafa a governatore) ed è probabilmente successiva al 1542, quando Mendoza fu reggente della Vicaria per il biennio 1541-1542 (dovrebbe essere morto intorno al 1550). Inoltre, non è sicura nemmeno la presenza del palazzo della famiglia Arnone nel luogo del palazzo regio. Anzi, i documenti finora pubblicati e trascritti parzialmente sembrano da intendersi in questo modo: Bartolo Arnone in quanto tesoriere (come il fratello Ascanio che gli succede alla sua morte intorno al 1554) si occupa della costruzione in località Triglio del palazzo regio (come conferma la sua partecipazione alla commissione dello stemma nel 1545), mentre il fratello Ascanio nel 1558 realizza quel che sembra non una vendita ma uno scambio con il Fisco: per 8000 ducati egli vende il palazzo di famiglia al fisco e si impegna per 1000 a costruire le carceri; ne dovrebbe ricevere altri 6000 ma questi vengono ridotti a 4000 per la cessione ad Ascanio del palazzo dell'udienza in costruzione "allo quale terreno et fabrica detto magnifico Ascanio sui heredi ce possa fabricar a suo mo' et arbitrio". Infatti, il regio palazzo, probabilmente anche per la morte del suo promotore, era rimasto interrotto come testimonia la petizione dei cosentini del 1555. Quindi il governo acquisisce il palazzo Arnone, quello menzionato nella lapide della tomba di Bartolo e che diventa sede del governo regio, come rivela il bando del 1582 per le nuove carceri nel castello (quelle promesse da Ascanio non furono mai realizzate, anche perché sembra che successivamente gli siano stati confiscati tutti i beni) emanato "in curia nostra solita domos domini bartoli Arnonis in platea magna cosentina iusta sedile ipsius civitatis", quindi presso il palazzo di Bartolo Arnone nella piazza cittadina presso il sedile (la sede amministrativa in precedenza era nel centro storico di Cosenza, presso il Palazzo Sersale e gli Archi di Ciaccio, mentre le carceri si trovavano nelle disagiata sede del castello). Ascanio, nel frattempo, impossessatosi del costruendo palazzo regio ebbe il tempo di completarlo lasciando a testimone l'iscrizione che loda il fratello, iniziatore come tesoriere dell'opera e lo stesso Ascanio, che aveva terminato l'edificio "ut ab Apelle relictum". Solo alla fine del Cinquecento, allontanati gli Arnone e ripreso il possesso dell'ex costruendo regio palazzo, si pose mano al suo ampliamento con le carceri e gli altri locali a servizio dell'amministrazione della Calabria Citra. La presa di possesso definitiva determinò la realizzazione del Palazzo dei Presidi, che in varie fasi, tra la fine del Cinquecento e il Settecento, assumerà le forme e le dimensioni attuali, conservando dalla facies originaria la forma del prospetto con il portale e l'androne (con l'aggiunta settecentesca della triplice arcata) con la scala e il bastione angolare (modificato nel Seicento con la realizzazione di una loggia). Nei secoli successivi ci furono ulteriori modifiche fino al recente restauro per destinare l'ampio edificio a sede della Galleria Nazionale di Cosenza. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Veduta di Cosenza dalle carte di Angelo Rocca, redatta tra il 1584 ed il 1585, nella quale il Palazzo eretto sul colle del Triglio viene indicato come "Palazzo dila Corti". | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Abita 2007: Salvatore Abita, "Le opere", Bollettino della Galleria Nazionale di Cosenza, n. 0, marzo 2007, 37.
Banchini 1994: Roberto Banchini, “Disegni di monumenti calabresi nell'Archivio di Stato di Roma”, Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico [PAU], Università degli Studi di Reggio Calabria, 14, 2004, 27-28, 235-242, 240-241.
Capecelatro 1854: Francesco Capecelatro, Diario di F.C. contenente la storia delle cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni 1647-1650, voll. 3, Napoli 1854, III, 525.
Cipolla-Ianni 2007: Sara Cipolla, Paolo Ianni, "Iscrizioni e stemmi di Palazzo Arnone", Bollettino della Galleria Nazionale di Cosenza, n. 0, marzo 2007, 25-36.
De Marco 1992: Giuseppina De Marco, Cosenza cinquecentesca nella carta della Biblioteca Angelica, Cosenza 1992, 136.
Minicucci 1933: Cesare Minicucci, "Il regio palazzo dei tribunali", Cronaca di Calabria, 39, 1933, n. 22.
Morrone Naymo 2013: Marilisa Morrone Naymo, "Segni di famiglie spagnole in Calabria, in La cultura ispanica nella Calabria del Cinque-Seicento. Letteratura, storia, arte, a cura di Donatella Gagliardi, Soveria Mannelli 2013, 271-292, 284-288.
Mussari 1995: Bruno Mussari, “Il Regio Palazzo di Cosenza”, Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico [PAU], Università degli Studi di Reggio Calabria, 5, 1995, 10, 101-114.
Mussari 1996: Bruno Mussari, “Maestranze toscane nella Cosenza del XVI secolo. Bartolomeo Della Scala e Bartolomeo Bendini”, Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico [PAU], Università degli Studi di Reggio Calabria, 6, 1996, 11-12, 17-30.
Mussari, Scamardì 1994: Bruno Mussari, Giuseppina Scamardì, “Pro Civitate Cosentia. Fides damni pro causa terremoti. Note sul patrimonio architettonico danneggiato dal sisma del 1638”, Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico [PAU], Università degli Studi di Reggio Calabria, 4, 1994, 7, 143-148.
Paolino 1989: Monica Paolino, “Disegni calabresi inediti del secolo XVI”, Controspazio, 1989, 4, 74-77.
Terzi 2007: Fulvio Terzi, "Il Palazzo dei Presidi o Palazzo Arnone", Bollettino della Galleria Nazionale di Cosenza, n. 0, marzo 2007, 9-20. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone, Paola Coniglio | |
Data di compilazione | 05/10/2014 19:32:02 | |
Data ultima revisione | 20/03/2017 13:26:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/824 |