Oggetto | Cosenza, Palazzo dell'Arcivescovado | |
---|---|---|
Luogo | Cosenza | |
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | Palazzo dell'Arcivescovado | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Casa Cicala | |
Cronologia | 1521: data sullo stemma angolare del palazzo. 1523: acquisto dal palazzo da parte dell'arcivescovo Russo Theodoli. 1578: i Gesuiti sono accolti nel palazzo dall'arcivescovo Pallotta. 1811-1819: sede dell'Intendenza della provincia di Calabria Citra. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | Famiglia Cicala, costruttori del palazzo agli inizi del secolo XVI. | |
Descrizione | Il palazzo presenta un ampio prospetto, allungato e con due ali perpendicolari che formano una corte interna caratterizzata, nel piano superiore, da una loggia che richiama il passaggio sospeso ad arcate, realizzato in età moderna, per mettere in comunicazione la cattedrale e la sede della curia. La facciata, ormai poco caratterizzata dopo i numerosi e radicali inteventi, conserva il grande portale con conci in bugnato, elemento probabilmente dell'assetto cinquecentesco originario dell'edificio. | |
Iscrizioni | Stemma della famiglia Cicala con iscrizione: "Marchio?/ A.D. MDXXI". | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemma della famiglia Cicala (murato nel pilone angolare dell'edificio). Stemma vescovile sul portale di ingresso. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Il palazzo, costruito dalla famiglia Cicala e terminato nel 1521, fu venduto all'arcivescovo nel 1523. L'edificio sorge nella piazza alle spalle della Cattedrale, lungo il corso principale della città, e appariva già nel 1590 in precarie condizioni, quando subì interventi a cura di mons. Pallotta, che fece edificare il braccio sospeso con arcate (riattato intorno al 1660 e completato nel 1826) e collocò nel grande edificio il seminario. L'edificio, di notevoli dimensioni con corte interna, ha ricevuto diverse destinazioni nel corso della sua storia che ne hanno determinato radicali trasformazioni, per cui dell'assetto originario resta il portale e l'impianto: sede della curia, ospitò al loro arrivo i Gesuiti; fu anche seminario e, nel Seicento, Tribunale dell'Inquisizione. Nel XIX secolo fu alienato e destinato, nel decennio francese, a sede dell'intendenza per ritornare alla curia, che oggi vi risiede, con l'archivio e il museo diocesano (con il tesoro della Cattedrale). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Aggarbati 2002: Il recupero di Corso Telesio a Cosenza. Porgetto, documentazione e rilievi, a cura di Fabrizio Aggarbati, Cosenza 2002, 114-116.
Canonaco 2007: Brunella Canonaco, Cosentia. Il progetto della antica città calabra attraverso i documenti di archivio e le vedute storiche, Soveria Mannelli 2007, 50-51.
Tucci 2007: Vincenzo Antonio Tucci, “La relazione ad limina di monsignor Giovanni Evangelista Pallotta (1590)”, Rogerius. Bollettino dell'Istituto della biblioteca calabrese, 10, 2007, 51-66. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 05/10/2014 19:30:01 | |
Data ultima revisione | 21/03/2017 11:51:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/823 |