Oggetto | Cosenza, Palazzo Di Tarsia | |
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Luogo | Cosenza | |
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | Palazzo Di Tarsia | |
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Nomi antichi | Palazzo Di Tarsia, Casa di Pilato | |
Cronologia | sec. XVI: edificazione del palazzo. 1587: restauri all'edificio a cura di Tiberio Di Tarsia con la decorazione di erme. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | Di Tarsia | |
Descrizione | Il palazzo sorge nella parte bassa del centro storico cittadino, tra il corso principale e il lungo Crati e l'edificio si trova proprio a ridosso, con una facciata sulla strada e il cortile su cui si apre un secondo prospetto e che giunge verso il fiume. Il palazzo sorgeva nei pressi di quello della famiglia Gaeta. L'edificio, notevolmente rimaneggiato, conserva del suo aspetto cinquecentesco il portale d'ingresso, dal profilo a tutto sesto e la modanatura omogenea di stipiti e conci e, nei pennacchi, due clipei di foggia rinascimentale, con festoni che racchiudono due teste all'antica con elmi e corazze, databili al XVI secolo e attribuibili ai lavori svolti da Tiberio Di Tarsia che decorò "hermis" il palazzo restaurato. La tradizione locale vi riconosce Marte e Minerva, numi tutelari del presunto proprietario, il letterato e feudatario Galeazzo Di Tarsia. Il prospetto sulla strada conserva anche la cornice modanata del primo livello, posto sulla linea dei davanzali delle finestre a segnare l'ampiezza dell'edificio e che sembra conservarsi anche per il livello superiore, sia pure ormai quasi illeggibile per le notevoli trasformazioni e per il degrado dell'architettura e delle parti decorative dell'intero edificio. L'ampio androne che segue il declivio naturale, apparendo più come passaggio che come ingresso di palazzo, presenta un arcone terminale che si apre sulla corte, la quale presenta un prospetto posteriore altrettanto significativo, con un clipeo analogo a quelli di facciata, resto di una decorazione forse più ampia in origine, e la scala con le aperture con balaustre secondo stilemi cinquecenteschi. Tale decorazione fa supporre una doppia prospettiva dell'edificio, dalla strada e dal fiume. | |
Iscrizioni | Nel cortile (rimossa intorno al 1758: De Tarsia [ed. Spiriti 1758], 202): DOMUM HANC TIBERIUS DE TARSIA BELMONTIS ALIORUMQUE OPPIDORUM DOMINUS RESTAURAVIT VERVIS HERMISQUE DECORAVIT ANNO D(OMINI) 1587. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | L'edificio, tra i più notevoli della parte bassa della città nel quartiere mercantile e residenziale tra il Crati e il corso principale, viene tradizionalmente considerato la 'casa di Pilato', in ragione della leggenda che vuole la legione presente a Gerusalemme ai tempi della passione di Cristo originaria della Calabria. La credenza deve essere stata corroborata dalla presenza dei clipei con teste all'antica che sono il tratto più significativo dell'edificio e del suo apparato decorativo e che pongono il palazzo tra i più significativi esempi di arte rinascimentale in Calabria. Dalla documentazione conservata non è chiaro nemmeno a chi sia appartenuto originariamente l'edificio: alla famiglia Gaeta o ai Di Tarsia. In un sonetto di Galeazzo di Tarsia in cui si piange la morte di un Prospero, si menziona la sua abitazione sulle rive del Crati: "Mira Basento, e il suo fratel che frange/a pie' la riva ove il tuo albergo siede" non scioglie l'enigma, avendo le due famiglia i palazzi vicino al fiume e vivendo un Prospero ai tempi di Galeazzo in entrambe le compagini (un fratello di Galeazzo si chiamava Prospero). Tuttavia, sappiamo che il palazzo della famiglia Di Tarsia fu restaurato nel 1587, come ricordava una lapide esposta nella corte del palazzo che menzionava il restauro e la decorazione con erme ad opera di Tiberio Di Tarsia (erosa fu rimossa intorno al 1758: Di Tarsia [ed. Spiriti 1758], 202). Il palazzo oggi si presenta in condizioni precarie di conservazione ed è solo ricostruibile la facies cinquecentesca, che traspare dagli elementi del portale e delle cornici dei prospetti, mentre il resto dell'edificio è ormai preda di interventi casuali che hanno snaturato l'origine aulica della sua architettura (nel maggio 2015 è crollato un palazzo a pochi metri dal prezioso portale del palazzo). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Canonaco 2007: Brunella Canonaco, Cosentia. Il progetto della antica città calabra attraverso i documenti di archivio e le vedute storiche, Soveria Mannelli 2007, 35.
De Frede 1962: Carlo De Frede, “Il poeta Galeazzo di Tarsia signore feudale di Belmonte”, Archivio storico per le province napoletane, s. III, 2, 1962, 7-107.
De Frede 1991: Carlo De Fede, Galeazzo di Tarsia. Poesia e violenza nella Calabria del Cinquecento, Napoli, 1991.
Di Tarsia (ed. Spiriti 1758): Le rime di Galeazzo Di Tarsia cosentino signor di Belmonte, edizione a cura di Salvatore Spiriti, Napoli 1758, 201-202.
Rubino, Teti 1997: Gregorio E. Rubino, Maria Adelaide Teti, Cosenza, Roma-Bari 1997, 42.
Terzi 2014: Fulvio Terzi, Cosenza. Medioevo e Rinascimento, Pellegrini, Cosenza 2014, 536-538.
Valtieri 2009: Simonetta Valtieri, “La Calabria nel Rinascimento e il Rinascimento in Calabria, in La Calabria del viceregno spagnolo. Storia arte architettura e urbanistica, a cura di Alessandra Anselmi, Roma 2009, 303-319. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 05/10/2014 19:23:48 | |
Data ultima revisione | 21/03/2017 12:07:57 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/817 |