Oggetto | Lecce, Cattedrale | |
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Luogo | Lecce | |
Tipologia | chiesa cattedrale | |
Nome attuale | Santa Maria Assunta | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Santa Maria Assunta | |
Cronologia | 1114: un'epigrafe adesso scomparsa (cfr. infra, Iscrizioni) attesta un rifacimento o una ricostruzione in questa data. 1115: cospicue donazioni di terre da parte del conte Goffredo II "pro reparatione maioris Lyciensis ecclesiae". 1133: ulteriori donazioni per la fabbrica della chiesa. 1230: dopo le distruzioni causate dalle truppe saracene di Manfredi di Svevia, la cattedrale viene ricostruita per volere dell'arcivescovo Roberto Vaturio (cfr. infra, Iscrizioni). 1407: è attestata la presenza di una fiera annuale che si tiene nella piazza del vescovado. 1438-1453: l'arcivescovo Guiduccio Guidano ristruttura il cortile dell'arcivescovado, secondo un progetto, solo parzialmente condotto a termine, che prevedeva una cortina continua di botteghe al piano terreno e abitazioni dei canonici ai piani superiori. XVI secolo: rifacimento della cripta. 1574: si abbattono i piani superiori, pericolanti, del campanile. 1632: il vescovo Scipione Spina ricostruisce il palazzo episcopale affacciato sulla piazza. 1659: la cattedrale viene ricostruita per volere del vescovo Luigi Pappacoda, che dà incarico all'architetto Giuseppe Zimbalo, detto "lo Zingarello". 1661-1682: Giuseppe Zimbalo ricostruisce il campanile, crollato all'inizio del Seicento. 1757: realizzazione dell'altare maggiore. 1761: l'architetto Emanuele Manieri ricostruisce i propilei del cortile. | |
Autore | Giuseppe Zimbalo detto "lo Zingarello" (ricostruzione XVII secolo) | |
Committente | Roberto Valturio, vescovo (ricostruzione 1230). Luigi Pappacoda, vescovo (ricostruzione XVII secolo). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La Cattedrale è inserita in una insula caratterizzata da una grande piazza centrale circondata, oltre che dalla Cattedrale stessa, dagli altri edifici parte dell'episcopio. La chiesa prospetta sulla piazza con la facciata principale e il fianco sinistro, che funge da ingresso principale. All'interno si struttura come un impianto basilicale a tre navate separate da pilastri e affiancate da cappelle; l'invaso termina in un transetto poco sporgente e presbiterio rettangolare affiancato da due cappelle laterali. Sotto il transetto e il presbiterio si sviluppa la cripta a colonne. | |
Iscrizioni | Iscrizione 1114: CURA FORMOSI BENE PRAESULIS OFFICIOSI / CULTU NON VILIS CUM PRATIS RIDET APRILIS / HAEC IN HONORE PIAE, QUAE VISITUR AULA MARIAE: / TUNC ET FUNDARI COEPIT SIMUL ET FABRICARI / ATQUE DEO FIDO LYCII DOMINANTE GOFRIDO / TRANSACTIS MUNDO CUM TEMPORE IAM MORIBUNDO / CENTUM MILLE DECEM POST VOLUIT FORE CARNIS (Infantino 1634, 5).
Iscrizione 1230: ANNIS COMPLETIS DOMINI CUM MILLE DUCENTIS / ANNO TERDENO VULTU RESIDENTE SERENO / PRAESUL ROBERTO TECTO VI DISCOOPERTO / CORRUIT ECCLESIA TIBI CONDITA VIRGO MARIA / CUM CAMPANILI QUEM CONDIDIT ARTE VIRILI / PRAESUL PRAEDICTUS LICIENSIS SIT BENEDICTUS / NAM STATIM REFICI FECITI DEBET BENEDICI / HOC OPUS EST SIGNUM LAUDANTIBUS HUNC FORE DIGNUM (Ferrari 1728, 456-457).
Iscrizione 1660: DOM / IN CAELU(M) RECEPTAE DEIPARAE VIRGINI PATRONAE AUGUS/TISS. A CHRISTIANAE RELIGIONIS CUNABULIS POSITU(M) TEMPLU(M) / VASTATU(M) DEINDE SAEPEQ. REPOSITU(M) QUOD POPULUS QUOS AD / D. ORONTY SOLEMNIA PERTRAHEBAT UNDIQUE PIETAS SUIS / EXCLUDERET ANGUSTYS AUGUSTIUS ALOYSIUS PAPPACOSA AM/PLISS. PRAESUL URBIS HUIUS TEMPLI HUIUS UNIVERSUS ORDO / PERPETUO RELIGIOSUS COMUNI EXCITARUNT AERE / AN SAL. MDCLX ALEXANDRO VII PONT. PHILIPPO IV REGE. | |
Stemmi o emblemi araldici | Il vecchio campanile, parzialmente abbattuto nel 1574 e poi ricostruito in altro sito nel 1661, viene assunto come simbolo araldico della città, e compare come tale in uno dei capitelli della cripta del duomo e in uno stemma proveniente dall'isola del Governatore , abbattutta nel XX secolo per liberare i resti dell'anfiteatro romano. | |
Elementi antichi di reimpiego | Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'episcopio di Lecce insista sull'area dell'antico foro romano: l'ipotesi, convincente sotto il profilo dell'analisi topografica, non ha ancora trovato alcun riscontro archeologico. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La chiesa medievale è stata completamente obliterata dalla ricostruzione tardo seicentesca. Risale invece alla prima metà del Cinquecento il rifacimento della cripta, dedicata a Santa Maria della Scala (Gelao 2005, 254-256), caratterizzata come sala a colonne dai capitelli tutti differenti, su quattro dei quali compare lo stemma Priuli. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La Cattedrale e la piazza sono raffigurati in una incisione pubblicata da Infantino 1634, e poi nuovamente nella veduta urbana di Lecce pubblicata da Pacichelli nel 1703. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Marco 1990: Mario De Marco, Chiese di Lecce, Lecce 1990.
Fagiolo, Cazzato 1984: Marcello Fagiolo, Vincenzo Cazzato, Lecce, Roma-Bari 1984.
Ferrari 1728: Iacopo Antonio Ferrari, Apologia paradossica […] nella quale si dimostra chiaramente la precedenza che deve avere l’antichissima e fedelissima Città di Lecce ne Parlamenti Generali del Regno, in Lecce, dalla Stamperia del Mazzei, l’anno 1728.
Gelao 2005: Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano 2005.
Infantino 1634: Giulio Cesare Infantino, Lecce sacra, Lecce 1634.
Manieri Elia 1989: Mario Manieri Elia, Barocco leccese, Milano 1989.
Paone 1978: Michele Paone, Chiese di Lecce, vol. I, Galatina 1978. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/07/2014 19:00:06 | |
Data ultima revisione | 30/12/2018 21:48:18 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/775 |