Oggetto | Nardò, Duomo | |
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Luogo | Nardò | |
Tipologia | chiesa cattedrale (esistente) | |
Nome attuale | chiesa cattedrale di santa Maria Assunta | |
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Nomi antichi | Chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta | |
Cronologia | 1249: iscrizione dubbia in calce all'affresco della Madonna del Melograno. 1330: menzione della presenza degli altari del Crocefisso e dell'Assunta. 1332: lavori al tetto (frammenti di iscrizioni sulle travi lignee). 1353: secondo il Chronicon l'abate Azzolino de Nestore rifece la facciata e fece realizzare un dipinto con l'Annunziata e la sua immagine inginocchiata. 1380: inizio della costruzione degli altari laterali. 1413: elevazione della sede vescovile. 1419: erezione nuovo edificio del monastero e del palazzo vescovile ad opera del primo vescovo Giovanni de Epifanis. 1479: il vescovo Ludovico De Pennis (1451-1483) riconsacra la chiesa dopo gli interventi di restauro resisi necessari per il terremoto del 1456. 1606: soffitto ligneo della navata (vescovo Lelio Landi). 1618: spostamento dell'affresco della Madonna del Melograno (1249). 1625: erezione della cappella dell'antico Crocefisso ad opera del vescovo Girolamo de Franchis, il quale amplia anche le due finestre del coro. 1633: incendio alla sacrestia della chiesa (con danni per 2000 ducati). 1649: modifiche all'arredo interno: si sposta il pulpito dalla colonna presso l'altare della Madonna della Sanità (destra) a quella presso l'altare di San Carlo e si pone la sedia del conte di fronte a quella del vescovo. 1678: vescovo coprì intempiatura e modificò porta laterale del 1350. 1725: restauri con il vescovo Antonio Sanfelice. 1888-1908: restauri stilistici voluti dal vescovo Ricciardi. | |
Autore | ||
Committente | Nicola Elia de Epifanis. Vescovo di Nardò Giovanni de Epifanis (1413-1423). Vescovo di Nardò Ludovico de Pennis (1451-1484). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa presenta un'ampia facciata settecentesca che rivela l'impianto a tre navate dell 'interno, con larghi pilastri con semicolonne con capitelli figurati (notevolmente restaurati) che reggono archi acuti e a tutto sesto di restauro. L'edificio è costellato di affreschi votivi, con la Vergine, santi e committenti risalenti al sec. XV con i tituli bilingue con i nomi delle figure in greco e latino e un'invocazione in volgare (“O tu che ligi fe el parti sani/ chi lei fey fare Cola Elia di nome/ filiolu de Luisi de Pephani”) ai piedi della Vergine fatta eseguire da Nicola Elia de Epifanis; le figure sono corredate delle figure de committenti con i loro stemmi familiari. L'arredo scultoreo e liturgico come gli altari risalgono all'intervento settecentesco del vescovo napoletano Antonio Sanfelice che chiamò a progettare i lavori il fratello, il noto architetto Ferdinando. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Affresco con Madonna e committente e Santi (sec. XV). Affresco con la Madonna del Melograno (sec. XV). Affresco con San Bernardino da Siena (sec. XV). | |
Storia e trasformazioni | La cattedrale era in origine la chiesa del convento benedettino che fu la chiesa principale della città prima della erezione a sede vescovile nel 1412. L'attuale edificio si presenta in una veste barocca frutto del radicale intervento di restauro del vescovo napoletano Antonio Sanfelice che volle tuttavia preservare, con la colloborazione di Giovanni Bernardino Tafuri, le vestigia medievali superstiti, e con un interno neo-medievale dovuto ai restauri stilistici realizzati negli anni a cavallo tra XIX e XX secolo. La storia dell'edificio racconta di numerosi e continui interventi a partire dal XIV secolo, quando l'edificio fu completato per poi, in conseguenza del sisma del 1349, vedere interventi come il rifacimento del portale di facciata. L'intero edificio fu abbellito e completato agli inizi del secolo XV, come testimoniano i resti della decorazione pittorica ad affresco conservato all'interno (poco credibile la datazione al 1249 della Madonna del Melograno). Il vescovo Stefano Pendinelli (1436-1451) fece abbellire la facciata, con l'ingrandimento della finestra; nuovi interventi di abbellimento furono ad opera del vescovo Giovanni Battista Acquaviva (1536-1569); il vescovo Ambrogio Salvio (1569-1577) fece costruire la torre campanaria e trasferire nel retrocoro gli stalli lignei; Fabio Fornari (1583-1596) realizzò il coro ligneo (1590); Geronimo de Coris (1656-1669) realizzò la cappella di san Girolamo in cattedrale. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Boito 1898: Camillo Boito, “La Cattedrale di Nardò. La Cascina Pozzobonello in Milano. Rilievi e studi eseguiti dall’Architetto Pier Olinto Armanini”, Milano 1898, 19. Cassiano 2006: Antonio Cassiano, “L’arte al tempo dei principi”, in Dal Giglio all’Orso. I Principi D’Angiò e Orsini del Balzo nel Salento, a cura di A. Cassiano e B. Vetere, Galatina 2006, 269-270. Falla Castelfranchi 1986:Marina Falla Castelfranchi, "I Monumenti di Nardò dal XIII al XVIII secolo", in Città e monastero. I segni urbani di Nardò (secc. XI-XV), a cura di Benedetto Vetere, Galatina 1986, 242-276. Gelao 1979: Clara Gelao, "Contributo alla storia dell'architettura medioevale in Puglia. La cattedrale di S. Maria di Nardò", Rassegna Tecnica Pugliese - Continuità, 13, 2, 1979, 39-66. Paoli 1716: Sebastiano Paoli, Della vita dl venerabile monsignore f. Ambrogio Salvio dell'Ordine de' Predicatori, eletto vescovo di Nardò dal Santo Pontefice Pio Quinto, e di altre notizie storiche spettanti a quella chiesa, Benevento 1716, 158-160, 178-182.
Pignatelli (ed. Gaballo 2001): Emmanuele Pignatelli, Civitas Neritonensis. La storia di Nardò di Emmanuele Pignatelli ed altri contributi, edizione a cura di Marcello Gaballo, Galatina 2001, 187-193. Tafuri, Giovanni Bernardino (ed. Tafuri 1848): Giovanni Bernardino Tafuri, “Dell'origine sito antichità della città di Nardo libri due” [1735], in Michele Tafuri (a cura di), Opere di Angelo Stefano Bartolomeo Bonaventura Giovanni Bernanrdino Tommaso Tafuri di Nardò, voll. 2, Napoli 1848-1851, vol. I, 496-520. Vetere 2006: Benedetto Vetere, “Introduzione. Dal Giglio all’Orso attraverso il leone dei Brienne e la stella dei Del Balzo”, in Dal Giglio all’Orso. I Principi D’Angiò e Orsini del Balzo nel Salento, a cura di A. Cassiano e B. Vetere, Galatina 2006, XIX.
Vetere-Micali 1979: Benedetto Vetere, Salvatore Micali, Nardò, Galatina 1979, 7-30. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 26/05/2014 01:59:14 | |
Data ultima revisione | 01/03/2017 13:56:41 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/757 |