Oggetto | Brindisi, Palazzo Scolmafora | |
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Luogo | Brindisi | |
Tipologia | Palazzo con cortile | |
Nome attuale | Palazzo Scolmafora | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Palazzo Foscarini | |
Cronologia | 1647: rivolta in città e incendio del palazzo. 1652: ricostruzione dell'edificio. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il palazzo sorge nel centro storico, nei pressi delle colonne romane, e si presenta in precarie condizioni di conservazione in conseguenza anche dei danni subiti durante l'ultimo conflitto. Il prospetto, con il portale a conci di bugnato che immette nella corte a impianto quadrangolare intorno alla quale si sviluppano le due ali superstiti del grande edificio, si conserva solo per una parte e al secondo livello la finestra superstite reca la data della ricostruzione (1652) dopo l'incendio del 1647 e contiene un motto come tutte le restanti aperture del medesimo livello dell'ala destra dell'edificio che si sviluppa lungo il declivio della stretta strada che conduce verso la marina. L'ultimo piano è chiuso da una cornice a beccatelli tipicamente seicentesca mentre le incorniciature delle finestre con gli architravi inscritti presenta modanature classicheggianti. | |
Iscrizioni | Gli architravi delle finestre dell'ultimo piano, a partire dal lato destro del prospetto e proseguendo nella stessa ala, contengono iscrizioni moraleggianti e di ispirazione religiosa da porre in relazione con l'incendio del 1647: "COMBUSTA REVIVISCIT A(NNO) D(OMINI) 1652". "Deo vindicta et retribuet.." "Christus nobiscum state...". "SI DEUS [PRO NOBIS Q]UIS CONTRA[?]". "Ne gloreris in divitiis..." "Exaltat virtus...". "San(cti) Rosar(ii) Mer(itis) Protegit". "Divinum auxilium aedificavit". | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Il palazzo è legato ad un episodio storico: al tempo della rivolta di Masaniello, i moti avvenuti in città causarono l'attacco del palazzo di Lorenzo Colmafora, esattore di tributi, che scampò rifugiandosi in un convento ma non poté evitare l'incendio della sua residenza. Finiti i tumulti, la famiglia ricostruì il palazzo apponendo alle finestre una serie di dieci motti per immortalare la fine dei lavori (1652) e invitare alla moderazione e alla virtù ma con la decisa affermazione di essere dalla parte di Dio, che saprà vendicare i torti così come aveva voluto la giusta ricostruzione del palazzo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Veduta Blaeu 1663, n. 9 | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Camassa 1910: P. Camassa, Guida di Brindisi, Brindisi 1910.
Casone 2006: Laura Casone, Restauri a Brindisi tra Ottocento e Novecento: demolizioni, ripristini, reinterpretazioni, Galatina (LE) 2006.
Cavalera 1986: Nadia Cavalera, I palazzi di Brindisi, Fasano (LE) 1986.
Jurlaro 1976: Rosario Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini, Brindisi 1976.
Refice Taschetta 1959: Claudia Refice Taschetta, “Prime indagini sull'architettura civile in Brindisi dal Medioevo alla fine del Settecento”, La Zagaglia: rassegna di scienze, lettere ed arti, 1, 1959, 2, 1-10.
Vacca 1954: Nicola Vacca, Brindisi ignorata. Saggio di topografia storica, Trani 1954. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 04/02/2014 14:19:13 | |
Data ultima revisione | 25/02/2017 19:03:26 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/717 |