OggettoGiovinazzo, Cattedrale
LuogoGiovinazzo
Tipologiachiesa cattedrale
Nome attualeSanta Maria
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria de Episcopio

Cronologia

1113: Costanza, figlia di Filippo I di Francia e vedova di Boemondo, concede al vescovo  Bernerio, già suo cappellano, e al clero della città le decime delle entrate di Giovinazzo.

1150: la cripta è costruita (Ughelli 1721, col. 722).

1165: donazione alla chiesa di Santa Maria.

1180: è completata anche parte della chiesa superiore.

1399: restauri.

1429: la chiesa è nuovamente restaurata a causa di un terremoto.

1442: il vescovo Pietro da Orvieto fa restaurare il fianco settentrionale e la porta laterale con il finanziamento del principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini.

1464-1465: ad opera del capitolo, sotto la cura del sacrista Nicola de Ruggiero vengono restaurati il prospetto posteriore e i campanili.

1496: un fulmine colpisce il campanile di sinistra.

1528: si insedia nella sede vescovile di Giovinazzo Ludovico Forconio, che avvia una risistemazione dell’interno con spostamento degli arredi liturgici.

1549: si insedia il vescovo Antonilez Brizianos de la Ribera, che modifica radicalmente gli arredi liturgici rimuovendo i due pulpiti e la recinzione corale.

1570: il vescovo Antonilez Brizianos de la Ribera fa rifare la copertura.

1571: viene spostato l’altare maggiore.

1576: viene completato il consolidamento del campanile meridionale.

1577: il vescovo Sebastiano Barnaba fa realizzare un nuovo fonte battesimale.

1590: si rifà il portale laterale, reintegrandone la presunta epigrafe paleocristiana (399 o 402) (Samarelli 1952).

1676: il vescovo Agnello Alfieri fa chiudere il finestrone absidale per adattare l’interno alla sistemazione delle tele di Carlo Rosa.

1720: iniziano i lavori per la ricostruzione totale della chiesa su iniziativa del vescovo Giacinto Chiurla.

1727: i lavori nella zona presbiteriale sono conclusi e si dà avvio alla ricostruzione delle navate.

1733: le navate laterali sono portate a termine dal vescovo Paolo De Mercurio.

1757: la cattedrale viene nuovamente consacrata.

1851: lavori in stucco di abbellimento dell'interno (rimossi con restauri secc. XIX-XX).

1892: restauro stilistico dell’edificio.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa sorge a dominio del promontorio su cui si sviluppa la città medievale di Giovinazzo, in un punto dal quale l'edificio era ben visibile dal mare (ancora di più prima della costruzione, addossata, del palazzo vescovile, nel XV secolo). Ha un impianto basilicale a tre navate divise da colonne e pilastri, con transetto non sporgente che ingloba le absidi e le due torri campanarie. L'interno e l'esterno del corpo longitudinale si presentano nella facies tardo-settecentesca, mentre le strutture originarie sono visibili nel prospetto posteriore e nella cripta. Nell'interno si conservano, nell'area presbiteriale, frammenti del pavimento musivo romanico, scoperto con i restauri recenti (1981-1990). La cripta, dedicata ai Santi Giovanni e Paolo (di cui si conservavano nel medioevo preziose reliquie), ha subito notevoli restauri a fine Ottocento che non permettono di leggere le tracce originarie dell'impianto e della decorazione. Gran parte dell'arredo scultoreo, sia nel paramento esterno che nella decorazione interna, rinvia alla plastica pugliese del tardo XIII secolo, in corrispondenza con la consacrazione del 1283. Nel fianco destro si apre l'ingresso principale con il portale archiacuto e un oculo superiore con il rilievo dell'Agnus Dei.

Iscrizioni

Sul portale di facciata era inserito un architrave marmoreo con un'iscrizione latina, sostituito nel 1590 con un nuovo architrave con un'epigrafe che riportava con lacune l'iscrizione più antica, ritenuta del 399 o del 402 e registrata già in Paglia 1700, 7, come preziosa testimonianza della storia della città e del cristianesimo a Giovinazzo (anche questa nuova iscrizione fu rimossa con i restauri del secolo XVIII). La vicenda sembra tuttavia frutto della volontà della storiografia cittadina di recuperare testimonianze dell'antichità di Giovinazzo, come nel caso analogo del reimpiego dei miliarii nell'Arco di Traiano. Durante recenti restauri è stato ritrovato l'architrave del 1590, ancora in uso, sotto un strato di intonaco, come architrave della porta d'ingresso alla sagrestia, mentre nel 1961 fu rinvenuto un frammento del più antico architrave (reimpiegato come scalino nel palazzo dell'avv. Tedeschi in via Lecce) che sembrerebbe invece da riportare, per la presenza, nell'iscrizione ritenuta del 402, di riferimenti storici a papa Innocenzo III (1198-1216) tutore di Federico II, al tempo del completamento della cattedrale romanica (De Cillis 1989, 336-337).

Nella cronaca di Lupis viene segnalata la presenza sul portale di facciata dello stemma di papa Eugenio III, ai tempi del quale sarebbe stato "fatto il nostro Apiscopato".

Nella porta settentrionale l'iscrizione della sua realizzazione con lo stemma di papa Eugenio IV (1431-1447) e di Pietro da Orvieto e di Giovannantonio del Balzo Orsini (1442).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Colonne di granito numidico rimosse entro il 1740 e trasportate presso i palazzi Siciliani di Giovinazzo e Tupputi di Bisceglie (Mastropasqua 1837, 15).

Opere d'arte medievali e moderne

Pala del Redentore (sec. XV).

Icona della Madonna delle Grazie del pittore pugliese L. Palvisino (sec. XVI).

Affresco votivo di Sant'Erasmo (1485) voluto dal vescovo Pietro Antici Mattei.

Affresco votivo di Sant'Agata del canonico Raffaele Cigaro (1552).

Fonte battesimale fatto eseguire dal vescovo Stefano Barnaba (1577).

Lastra sepolcrale di Enrico Zurlo (1542).

Lastra tombale di Anna De Castiglia (1572).

Storia e trasformazioni

L'edificio, di impianto romanico, sorge nel centro cittadino in un punto eminente; intitolato a Santa Maria, vi si depositarono le reliquie dei santi Giovanni e Paolo (cui è dedicata anche un'altra chiesa cittadina). Costruito a partire dal XII secolo sul modello della basilica nicoliana di Bari, fu consacrato nel 1283. Con i vari terremoti, la chiesa subì notevoli interventi: dopo il 1429, ai tempi del vescovo Pietro d'Orvieto e di papa Eugenio IV, venne riadattato il fianco nord con l'apertura di un nuovo ingresso finanziato dal principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini (1442); pochi anni dopo, il capitolo, con l'intervento del maestro Nicolaus de Rogerio, restaurò la facciata orientale, come ricorda l'icrizione che menziona il sacrista Nicola Boggeri. Nel corso del XVI secolo nuovi lavori videro il rifacimento delle capriate (1570), del fonte battesimale (1577) e la realizzazione della Cappella del Crocefisso (vescovo Sebastiano Barnaba, 1574-1579), e intorno alla metà del Seicento, con il vescovo Alfieri nuove modifiche furono apportate all'interno, in occasione del trasferimento della venerata Madonna di Corsignano dalla pieve della località nei dintorni di Giovinazzo. Nei secoli XVI-XVII furono eseguiti interventi di restauro anche alla coppia di campanili posti ad angolo della parete orientale ed il rifacimento di quello di destra, con il vescovo Alfieri. Dal 1720, con i vescovi Chiurlia e Mercurio, venne completamente rifatto l'interno occultando con la nuova veste barocca la navata romanica con colonne e capitelli (alcuni fusti di granito numidico furono trasportati presso i palazzi Siciliani di Giovinazzo e Tupputi di Bisceglie: Mastropasqua 1837, 15) e fu eseguito il rinforzo con un fodero murario del campanile angolare orientale (vi fu apposta la data 1720). Con la fine dell'Ottocento, con gli interventi di Bernich e di Simone, iniziano i lavori di ripristino neo-medievale della chiesa.

Note
Fonti iconografiche

Pianta dell'antica città di Giovenazzo della Biblioteca Angelica di Roma

Veduta manoscritta di Pompeius Limpius del 1581

Veduta Pacichelli 1703.

Piante e rilievi

Rilievi in De Cillis 1989.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Avena 1902: Adolfo Avena I monumenti dell'Italia meridionale, Roma 1902, 105-113.

 

Bernich 1901: Ettore Bernich, “I campanili della cattedrale di Giovinazzo”, Napoli Nobilissima, 10, 1901, 127-128.

 

Bertaux 1904: Émile BertauxL’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904, 630.

 

Bianco 2007: Rosanna Bianco, “La cattedrale di Giovinazzo”, in Medioevo: l'Europa delle cattedrali, Atti del convegno, Parma 19-23 settembre 2006) a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2007, 330-338.

 

Carabellese 1905: Francesco Carabellese, “Le cattedrali di Molfetta e di Troia”, L’arte, 8, 1905, 43-46.

 

Carrino 1996: Rosario Carrino, "Il pavimento musivo presbiteriale della cattedrale di Giovinazzo. Analisi preliminare", in Atti del III colloquio AISCOM (Bordighera, 1995), Bordighera 1996, 705-722.

 

CDB 1899: Codice Diplomatico Barese, vol. II, Le carte di Giovinazzo, Bari 1899.

 

Daconto 1927: Saverio Daconto, Saggio storico sull’antica città di Giovinazzo, Giovinazzo 1927, 288-300.

 

De Cillis 1989: Ezio De Cillis, “La cattedrale di Giovinazzo. Restauri e rinvenimenti”, in Cultura e società in Puglia in età sveva e angioina, Atti del convegno di Studi (Bitonto, 11-13 dicembre 1987) a cura di Felice Moretti, Bitonto 1989, 327-364.

 

De Ninno 1900:  “Notamenti patrii di Vincenzo De Ninno seniore da Giovinazzo per la prima volta pubblicati per cura del prof. Tito Spinelli”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere, ed Arti, 18, 1900, 225-232.

 

Lupis (ed. De Ninno 1880): Bisanzio Lupis, Cronache di Giovinazzo, a cura di De Ninno, Giovinazzo 1880, 83.

 

Marino Roma 1963: D. Marino Roma, Studio di una iscrizione paleocristiana pugliese, Giovinazzo 1963.

 

Marziani 1878: Luigi Marziani, Istorie della città di Giovinazzo, Bari 1878.

 

Mastropasqua 1837: Giuseppe Mastropasqua, Lettera dell'architetto G.M. al sig. N.N. di Trani in proposito d'incrostare le colonne del duomo di Trani, Bari 1837.

 

Paglia 1700: Istorie della città di Giouenazzo del signore d. Ludouico Paglia ... Con vn raguaglio istorico del sig. d. Luigi Sagarriga ... drizzato al sig. Antonio Paglia nell'anno 1646. In cui breuemente si descriue la Vita del b. Nicolò Paglia; e si raccontano le memorie d'alcune famiglie nobili della stessa città. Date in luce dal signor d. Gaetano Frammarini , in Napoli, per Carlo Tronojsi, l'anno santo 1700, 189.

 

Rucci 1983: Vincenzo Rucci, La cattedrale di Giovinazzo a sette secoli dalla sua consacrazione, Giovinazzo 1983.

 

Samarelli 1951: Francesco Samarelli, “Contributo all’interpretazione dell’antica lapide di Giovinazzo del 402”, Archivio Storico Pugliese, 4, 1951, 3-20.

 

Santeramo 1918: Salvatore Santeramo, La cattedrale di Giovinazzo e alcune sue iscrizioni, Bari 1918.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 62-63.

 

Simone 1891: Sante Simone, “Una fugace visita a Giovinazzo”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere, ed Arti, 1891, 176-181.

 

Stufano 1965: Raffaella Stufano, “Aggiunte al Codice Diplomatico Barese. Documenti di Giovinazzo nei secc. XII e XIII”, Archivio Storico Pugliese, 18, 1965, 3-51.

 

Ughelli (ed. Coleti 1721): Ferdinando Ughelli, “Juvenancenses episcopi”, in Italia Sacra sive de spiscopis Italiae et insularum adiacentium, ed. Coleti, tomo VII, Venetiis 1721, 720-740.

 

Vinaccia 1915: Antonio Vinaccia, I monumenti medievali di Terra di Bari, vol. II, Bari 1915, 53.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Antonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 21:13:06
Data ultima revisione03/01/2019 16:42:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/690