Oggetto | Bari, fortino di Sant'Antonio | |
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Luogo | Bari | |
Tipologia | fortificazione | |
Nome attuale | Fortino di Sant'Antonio | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1359: un documento cita una "turris Sancti Antonii portus civitatis". 1762: restauro del porto. 1996: i restauri hanno rivelato all'interno della struttura i resti di una chiesa (secc. XI-XIII) e dell'antico molo inglobati nel fortino. | |
Autore | ||
Committente | Giovanni Antonio Orsini del Balzo (1386-1463), duca di Bari (dal 1440). Isabella d'Aragona (1470-1524), duchessa di Bari (1501-1524). Carlo III di Borbone, re di Napoli. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La costruzione si trova a ridosso del porto vecchio di Bari, nella punta settentrionale in congiunzione con le mura cittadine. Una struttura a pianta pentagonale con un'ampia scarpata di base di conci squadrati di calcare e una cornice rastremata su cui poggia il massiccio tronco-conico eretto con arenaria gialla e cinto da un sottile toro che segna l'astrico della struttura su cui svettano due torrioncini. A pianterreno si apre l'ingresso principale alla struttura, a tutto sesto e sovrastato da uno stemma consunto (forse del secolo XVI); l'interno è un largo ambiente a volta ribassata che funge anche da attraversamento dell'intera struttura che si collega alla cinta muraria della città. | |
Iscrizioni | Stemma sul portale d'ingresso con iscrizione (consunti) (sec. XVI?). Epigrafe commemorativa dell'intervento di restauro del porto ad opera di Carlo III di Borbone (1762). | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Giovannantonio Orsini del Balzo, nominato duca di Bari (1441), intraprese un'opera di fortificazione a difesa del porto in forma di grande torre cinta come un castello, innalzata su costruzioni preesistenti: una torre e una piccola chiesa intitolata a Sant'Antonio Abate. Alla morte del signore, i baresi per vendetta danneggiarono l'edificio e in seguito chiesero al re Ferrante di poter utilizzare il materiale di risulta per riparare le mura cittadine. Il forte fu poi ricostruito ai tempi di Isabella d'Aragona. Nei capitoli presentati a Bona e Sigismondo, sovrani di Polonia, e placitati il 18 gennaio 1527, l'Università chiese di ottenere l'uso di alcuni magazzini e spazi vuoti situati sotto e davanti alla Torre; la concessione, ottenuta dalla città già al tempo di re Ferrante, non venne, però, confermata dai sovrani polacchi (Pepe 1900, 210). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Apollonj Ghetti 1972: B.M. Apollonj Ghetti, Bari vecchia. Contributo alla sua conoscenza e al suo risanamento, Bari 1972.
Gelao 2005: Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano-Bari 2005, 14.
Pepe 1900: Ludovico Pepe, Storia della successione degli Sforzeschi negli stati di Puglia e Calabria, e documenti, Bari 1900.
Petrignani, Porsia 1982: Marcello Petrignani, Franco Porsia, Bari, Roma-Bari 1982. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone, Veronica Mele | |
Data di compilazione | 02/02/2014 15:47:30 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 20:56:58 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/672 |