OggettoTrani, Ognissanti
LuogoTrani
Tipologiachiesa
Nome attualechiesa di Ognissanti
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1143: prima attestazione della presenza dell'ordine dei Templari a Trani.

1170: testamento del ravellese Orso Rogadeo con donazione alla chiesa.

1191: concessione di una sepoltura al giudice Lucifero.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Gli stemmi delle famiglie de Iustis, Castaldi, Rogadeo, Aconzaioco e Lambertini sono intagliati in una lapide murata come architrave sopra la porta della sagrestia (cfr. Beltrani 1884, 171)

Descrizione

Il complesso che comprende la chiesa di Ognissanti sorge in una frequentata area cittadina prossima alle mura altomedievali e inglobata nella cinta di età sveva, alle spalle del porto lungo l'asse omonimo che costituisce il collegamento tra la Cattedrale e la strada antica per Bisceglie e Bari. Dell'antico complesso, sorto nel secolo XII, si conservano, oltre alla chiesa, tracce degli edifici di servizio della domus hospitalis, che dovevano comprendere corridoi con coperture lignee, gli ambienti sopra le navate laterali, porticati e un passaggio voltato sulla strada che congiungeva con un secondo blocco edilizio (sul prospetto adiacente alla strada una fontana con arcata e una vasca costituita da un sarcofago bizantino ad arcate con figure angeliche e croce centrale).

La chiesa è preceduta da un ampio portico che aggetta con il prospetto sulla strada principale e funge da collegamento con la domus; databile al secolo XII (con un probabile ampliamento nella parte sinistra agli inizi del Duecento) rappresenta uno degli esempi della tipologia meglio conservati nella regione, con colonne e capitelli di reimpiego e un pilastro quadrilobo che sostengono volte a crociera; nel prospetto, i fornici dissimmetrici sono sostenuti da pilastri e da colonne (analogo ma più tardo il c.d. portico dei Templari di Brindisi: Pistilli 1995). La facciata contiene tre portali, con elementi figurati che permettono di datarli agli ultimi decenni del secolo XII, con un tentativo di programma iconografico nelle due lastre della lunetta con l'angelo e l'annunciata, ai piedi della quale si genuflette un anonimo committente, secondo una formula poco consueta nella scultura coeva; sulle semicolonne adiacenti, i capitelli sono ornati da figure angeliche. La chiesa ha tre navate, divise da colonne e capitelli (anche di reimpiego), senza transetto e terminanti con tre absidi, riccamente decorate, soprattutto nel grande finestrone dell'abside centrale che domina nella parete posteriore esterna che prospetta sul porto cittadino; le coperture variano: capriate lignee nella navata centrale e volte a crociera in quelle minori.

Iscrizioni

In un concio presso il portale centrale d'ingresso alla chiesa (sec. XII):

"HIC REQ(UI)ESCIT/ CONSTANTINUS/ ABBAT (sic) ET MEDIC(US)/ ORATE P(RO) A(N)I(M)A EIUS."

In una lapide sopra la porta della sacrestia (sec. XVI):

"HVIVS AEDIS SACRAE FVNDATORVM/ AB HIS LAMBERTINORVM CAUSAM HABVI."

Stemmi o emblemi araldici

Sulla lapide murata nell'architrave della porta della sagrestia, l'iscrizione è integrata dagli stemmi araldici delle famiglie, tutte ravellesi, che avevano goduto del patronato della chiesa almeno fino al 1524: De Justis, Castaldi, Rogadeo, Achonzaioco. Al centro lo stemma della famiglia Lambertini, che prima del 1551 ne riacquisì il patronato, che aveva già ottenuto una prima volta nel 1479 con Pietro Lambertini (Ronchi 1983).

Elementi antichi di reimpiego

Colonne e capitelli del portico e dell'interno:

capitello ionico rilavorato come base;

capitello corinzio asiatico rilavorato;

capitello corinzio asiatico (seconda colonna del  lato sinistro dell'interno);

capitello corinzio asiatico (prima colonna del  lato sinistro dell'interno);

capitello corinzio asiatico (nel portico).

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La prima attestazione dell'esistenza della chiesa risale ad un testamento del 6 luglio 1170, di Orso Rogadeo di Ravello che dona alla chiesa una parte della sua vigna a suffragio della propria anima e di quella dei propri genitori (Prologo 1894, 269).

L'identificazione della chiesa con l'originaria domus dei Templari, la cui presenza a Trani è attestata dalla prima metà del XII secolo, viene da una lapide murata vicino all'ingresso secondario destro dell'edificio.

Dopo l'abolizione dell'ordine dei Templari, nel 1312, la chiesa, nel 1378, risulta retta dall'abate Stefano Castaldi, appartenente ad una delle più eminenti famiglie tranesi originaria di Ravello (Beltrani 1884, 170).

In seguito la chiesa passa sotto il patronato della famgilia De Turculis, per essere donata, nel 1479, a Pietro Lambertini.

Nel 1524, le famgilie che ne godevano lo iuspatronatus risultano i De Justis, nuovamente i Castaldi, i Rogadeo e gli Achonzaioco, tutte famiglie ravellesi (Beltrani 1884, 171).

Probabilmente a metà del XVI secolo, vivente Cesare Lambertini, vescovo di Isola, la chiesa passa sotto il patronato della sua famiglia, come testimonia la lapide murata nell'architrave della porta della sagrestia.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Historis traslationis Sancti Nicolai Peregrini, ed. Ughelli VII

Bibliografia

Beltrani 1884: Giovani Beltrani, Cesare Lambertini e la società famigliare in Puglia durante i secoli XV e XVI, Milano 1884.

 

Pistilli 1995: P.F. Pistilli, “Un insediamento di un ordine militare in Terra di Bari: la chiesa e l'ospedale di Ognissanti a Trani e l'architettura di tradizione templare in Puglia”, in Monaci in armi. L'architettura sacra dei Templari attraverso il Mediterraneo, a cura di G. Viti, A. Cadei, V. Ascani, Certosa di Firenze 1995, 247-295.

 

Prologo 1894: Arcangelo Prologo, “Frammenti di Storia tranese. Notizie delle chiese di Ognissanti, S. Giacomo, S. Maria de Russis e S. Giuliano”, Rassegna Pugliese, 9, 1894, 269-272.

 

Ronchi 1983: Benedetto Ronchi, La chiesa d'Ognissanti a Trani. Un prezioso esemplare dell'architettura romanica minore in Puglia, Fasano 1983.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 127-130.

 

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Veronica Mele, Antonio Milone
Data di compilazione02/12/2013 11:52:40
Data ultima revisione04/03/2017 13:51:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/619