OggettoTrani, Cattedrale
LuogoTrani
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeChiesa cattedrale di Santa Maria e San Nicola Pellegrino
Immagine
Nomi antichi

Chiesa cattedrale di Santa Maria

Cronologia

670: secondo la tradizione, traslazione da Brindisi delle reliquie di san Leucio nel sacello sottoposto alla cattedrale.

834: documento che menziona la chiesa di Santa Maria.

1099: inizio della chiesa di san Nicola Pellegrino.

1277: sepolcro di Filippo, secondogenito di Carlo I d'Angiò in cattedrale.

1313: lascito testamentario per la "operi fabrice Campanilis maioris Tranensis Ecclesie" (Beltrani 1884, 37).

1479: cappelle di S. Magno e S. Febronia nelle absidi minori.

1490: Luca di Nicola Cirello, Cristoforo di Michele, e Bartolomeo di Angelillo, muratori di Corato, stipulano un contratto con il procuratore dell'arcivescovo di Trani, Giovanni Attaldo, per lavori al tetto della cattedrale, nella parte rivolta verso il campanile (4 marzo 1490, Archivio del Duomo di Trani: Beltrani 1884, 756-758).

1490: erezione della Cappella del SS. Sacramento (ora della Madonna delle Grazie).

1494: dedicazione dell'altare del SS. Sacramento nella cappella di Santa Maria delle Grazie.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La cattedrale sorge nella parte prominente del promontorio su cui insiste il nucleo originario della città medievale di Trani. Il suo scenografico isolamento è frutto di interventi risalenti al secolo scorso che hanno gradualmente eliminato il contesto urbano e architettonico che nei secoli si era addossato alla grandiosa fabbrica. L'edificio, con la sua mole e con la sua posizione rilevante è stata, dal suo completamento, simbolo della città e punto di riferimento visivo sia per chi vi giungeva dal mare che dai percorsi di terra. La grandiosità dell'edificio è dovuta principalmente alle giustapposizioni di edifici nel tempo. All'interno gli spazi sono percorsi da lunghe file di colonne di notevoli dimensioni con capitelli di reimpiego o eseguiti appositamente (molti dei quali purtroppo danneggiati con gli interventi sette-ottocenteschi e oggi riportati mutili alla luce con gli ultimi restauri) e le pareti sono ormai spoglie, dopo la rimozione degli stucchi e degli intonaci ottocenteschi, prive anche dell'arredo di altari con dipinti e tombe con sculture che avevano ravvivato la storia del monumento nei secoli tra medioevo e età contemporanea (quanto si è salvato è oggi ricoverato nel Museo diocesano o nelle parti inferiori della Cattedrale) e, in ultimo, anche la porta bronzea ha lasciato la sua sede originaria, ricoverata all'interno per ragioni di conservazione. In simbiosi sorge alla destra dell'edificio l'alta mole del campanile, iniziata dallo scultore e architetto pugliese Nicolao (attivo nella prima metà del secolo XIII) eretta nel secondo quarto del secolo XIII, in concomitanza con altri interventi di completamento dell’edificio sia in facciata che all’interno (Schwedhelm 1972; Ronchi 1985; Belli D’Elia 2003). Il campanile venne addossato impostando il pianterreno come un’ampia base su cui poggiare i livelli successivi che avrebbero proiettato la torre a svettare sulla cattedrale e sull’intera città (una soluzione analoga è riscontrabile nel campanile della Cattedrale della vicina Barletta). Un ampio e alto fornice archiacuto, retto da un possente pilastro con arcate cieche a rinforzare la struttura, dialoga con il pronao rialzato della facciata e funge da passaggio, secondo una tipologia comune a molti campanili dell’Italia meridionale. La cornice marcapiano del pianterreno, fortemente aggettante, presenta una ricca decorazione. Per tutto il lato posteriore del cornicione corre la lunga iscrizione che celebra l’artefice, qui nella veste più importante di soprintendente dell’opera: «Nicolaus sacerdos et p(ro)t//omagister me fecit». La torre campanaria fu completata ai tempi dell'arcivescovo Giacomo Tura Scottini (1352-1378) come ricorda un'epigrafe oggi murata nel campanile ma in precedenza conservata in un giardino presso la Cattedrale e che ricorda anche interventi di restauro alla chiesa e la costruzione di nuovi ambienti nell'area circostante.

Iscrizioni

Iscrizione per il completamento del campanile ad opera dell'arcivescovo Giacomo Tura-Scottini (1352-1378):

"+ANTISTES IACOPVS H. BASILICA[M] REPARAVIT / CAMPANILIS OPVS FELICI FINE LEVAVIT / FECIT ET HANC EDEM. TRIB. HIIS VTI ETHERE SEDEM / AQVIRATA DNO CVI SERVIT MVNERE TRINO" (Beltrani 1884, 166).

Iscrizione funebre dell'arcivescovo Francesco Carosio, 1427 (trascritta in Beltrani 1884, 364).

Iscrizione funebre dell'arcivescovo Antonio Capece, XV secolo (trascritta in Beltrani 1884, 722 nota).

Stemmi o emblemi araldici

Lunetta con stemma Palagano.

Elementi antichi di reimpiego

Colonne e capitelli di reimpiego

Iscrizioni antiche ritrovate nel pavimento della navata destra della chiesa inferiore di S. Maria.

Miliario "presso una cantonata del duomo" (Pratilli 1751, 529).

Opere d'arte medievali e moderne

Porta bronzea di Barisano da Trani.

Cappella del SS. Scaramento o della Madonna delle Grazie (resti ora esposti nel Museo diocesano).

Altarolo eburneo (sec. XIV, ora nel Museo diocesano).

Lastra tombale di Nicola Antonio Lambertini senior (sec. XV).

Lastra tombale dell'arcivescovo Juan Bautista de Ojeda de Herrera (sec. XVI).

Lastra tombale di Cornelia Palagano e di Giustina Rocca (sec. XVI).

Storia e trasformazioni

Gli scavi hanno rivelato la presenza di una originaria cattedrale paleocristiana, di cui si conservano frammenti scultorei, tracce di affreschi e di pavimenti mosaicati, trinavata e con doppio colonnato all'interno; essa corrisponde all'attuale corpo delle navate e all'interno di essa fu scavato il sacello (ancora esistente) per ospitare le reliquie di San Leucio trafugate da Brindisi nel secolo VII. Dopo la morte di San Nicola Pellegrino (1094) fu intrapreso un nuovo edificio per ospitare le spoglie del santo che, ad imitazione della recente basilica barese di San Nicola, prevedeva una chiesa inferiore, dove ospitare le reliquie, in connessione con un'aula superiore dalle forme di un presbiterio da collegare con la chiesa esistente dedicata a Santa Maria. La chiesa di San Nicola fu consacrata nel 1143 e immediatamente si intraprese l'adattamento-rifacimento della cattedrale paleocristiana con un corpo delle navate con doppio colonnato e una chiesa inferiore a rispecchiare la forma della nuova chiesa di San Nicola Pellegrino conservando l'antico sacello di San Leucio. Questo nuovo corpo delle navate ricevette una facciata sopraelevata con pronao porticato (forse mai completato in pietra ma con una copertura lignea) databile alla fine del secolo XII, come confermano le sculture del portale centrale con protiro addossato e la porta di Barisano da Trani, opera dell'ultimo quarto del XII secolo. Agli inizi del secolo XIII si completano gli esterni con un notevole apparato scultoreo e si intraprende la fabbrica dell'alta mole del campanile, per opera di Nicolao, conclusa al tempo del vescovo Tura Scottini. La grandiosa fabbrica, che aveva ampliato il primitivo impianto della cattedrale paleocristiano con l'addizione del presbiterio con cripta, vera e propria chiesa per ospitare le spoglie di San Nicola Pellegrino, e il rifacimento del corpo delle navate, rivela presto problemi di conservazione: i primi interventi noti risalgono al vescovo Tura Scottini (1352-1378) e agli inizi del secolo XV la chiesa denuncia precarie condizioni di conservazione. Nel secolo XV si assiste ad una prima elevazione, al suo interno, di cappelle, altari e tombe, come anche la realizzazione del coro ligneo fatto eseguire dal vescovo Latino Orsini (1439-1450): le due absidi laterali vengono trasformate nelle cappelle di S. Magno e S. Febronia (1479) e viene fondato la cappella con l'altare del SS. Sacramento (1490-1494). Con il vescovo de' Franchis (1598-1603) viene smantellato l'arredo interno medievale (pulpito a base ottagonale con recinto e ciborio, risalenti al secolo XIII), di cui si conservano, nel Museo Diocesano due colonne di porfido, reimpiegate nella Cappella della Deposizione della famiglia Mastronicola. Nel secolo XVII si assiste a notevoli interventi di restauro, rifacimento e sostituzione di capitelli dell'interno, mentre con il vescovo Davanzati (1717-1755) viene completata la demolizione dell'arredo interno medievale e si interviene alla statica del campanile murando nicchie e arcate. Nel 1754 vengono rimosse dalla facciata pezzi di colonne di marmo verde antico, venduti al re da utilizzare per la decorazione della erigenda Reggia di Caserta. Nel secolo XIX viene stuccato tutto l'interno ricoprendo colonne e capitelli e, alla fine del secolo, viene rimossa e poi ricollocata la porta di Barisano. Alla metà del sec. XX si assiste ad un radicale restauro del complesso, con la ricostruzione del campanile e il malinteso ripristino dell'interno nella sua facies romanica, eliminando tutti i tasselli della storia plurisecolare dell'edificio. Recentemente è stata riparata all'interno la porta di Barisano.

Note
Fonti iconografiche

La facciata è riprodotta in una veduta pubblicata da Saint Non nel 1783

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Belli D'Elia 2003: P. Belli D’Elia, Puglia romanica, Milano 2003, 151-169, 177.

 

Beltrani 1884: Giovani Beltrani, Cesare Lambertini e la società famigliare in Puglia durante i secoli XV e XVI, Milano 1884.

 

Bernabei 1886: Felice Bernabei, "Note di F.B. sopra antichità di Trani, Bitonto e Rugge", Notizie degli scavi di antichità, 1886, 238-239.

 

Campese Simone 1998-1999: Anna Campese Simone, "Un'iconostasi bizantina dai frammenti reimpiegati nella cattedrale di Trani", Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, 71, 1998-1999, 211-240.

 

Carrino 1995: Rachele Carrino, "Il mosaico pavimentale della cattedrale di Trani", in XLII Corso di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina, 1995, 175-214.

 

D'Elia 1976: M. D'Elia, "A proposito della cattedrale di Trani", in Scritti di storia e arte in onore dell'arcivescovo Giuseppe Carata, a cura di Benedetto Ronchi, Fasano 1976, 121-127.

 

Fontana 1878: Vito Fontana, in Notizie degli scavi di antichità, 1878, 269.

 

Korol 1996: D. Korol, "Ein frühes Zeugnis für ein mit einer neutestamentlichen Szene geschmücktes ''Templon'': die Darstellung der Magierhuldigung aus einer Kirche des 5. Jh. In Trani", Jahrbuch für Antike und Christentum, 39, 1996, 200-224.

 

Mola 1972: R. Mola, "Scavi e ricerche sotto la cattedrale di Trani. Notizie dei ritrovamenti", Vetera Christianorum 9, 1972, 361-386.

 

Mola 1996: Stefania, Mola, La cattedrale di Trani, Bari 1996.

 

Pensabene 1996: Patrizio Pensabene, "Capitelli bizantini e bizantineggianti della cripta del duomo di Trani", in Bisanzio e l'Occidente: arte, archeologia, storia. Studi in onore di Fernanda de’Maffei, a cura di Claudia Barsanti, Mauro Della Valle, Roma 1996, 375-403.

 

Piracci 1958: Raffaello Piracci, Per il ripristino del ciborio e dell'ambone nel duomo di Trani: ricerche storico-artistiche, Trani 1958.

 

Raspi Serra 1973: J. Raspi Serra, "Presupposti ravennati nella prima decorazione del duomo di Trani", Felix Ravenna, s. IV, 105-106, 1973, 199-218.

 

Ronchi 1985: Benedetto Ronchi, La Cattedrale di Trani, Fasano 1985.

 

Schulz 1860: H.W. Schulz, Denkmäler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, I, Dresden 1860, 106-115.

 

Schwedhelm 1972: S. Schwedhelm, Die Kathedrale San Nicola Pellegrino in Trani und ihre Vorgängerkirchen, Tübingen 197.


Silvestro 2000: Silvia Silvestro, "Il portale del duomo di Trani: alcune considerazioni sul programma decorativo", in Mezzogiorno – Federico II, Atti del convegno, Roma 2000, vol. 2, 825-847.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Paola Coniglio, Veronica Mele, Antonio Milone
Data di compilazione02/12/2013 11:20:48
Data ultima revisione10/03/2017 00:07:11
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/618