OggettoManfredonia, castello
LuogoManfredonia
Tipologiacastello
Nome attualeMuseo Nazionale Archeologico di Manfredonia
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1279: il nuovo castello viene iniziato sul sito della vecchia torre ordinata da Manfredi di Svevia fra 1256 e 1258, e distrutta nel 1263. Nell'aprile del 1279, Carlo I d'Angiò, su proposta del "magister ingenierus Jean de Toul" ordina al Giustiziere di Terra di Bari di reclutare alcuni "magistri assie pro operibus castri [...] Manfridonie". Il 3 giugno dello stesso anno sono in corso i lavori di scavo per il fossato. In luglio subentra Pierre d'Agincourt con l'incarico di organizzare l'approvvigionamento di materiale. In dicembre si ordina la realizzazione di "logiam unam cohopertam, in qua incisorem lapidum et alii magistri eiusdem operis laborare valeant sub cohoperto".

1282: alla fine di febbraio il castello, almeno per le opere murarie, "incipit recipere complementum", e si comincia a lavorare alla carpenteria di copertura.

1458: reca questa data una iscrizione rinvenuta nella cisterna del torrione sud, riferibile a un primo adeguamento del castello promosso dai sovrani aragonesi.

1487: si avvia un intervento di ammodernamento più radicale, con la trasformazione di tre delle torri quadrangolari angioine in strutture cilindriche con basamento a scarpa e l'inserimento del castello in un più ampio recinto con cortine scarpate, torrioni angolari cilindrici e un fossato.

1487: il torrione dell'Annunziata risultava già completato.

1488, 27 febbraio: il castellano e credenziere della fabbrica del castello di Manfredonia, Jeronimo Micheli, eroga un pagamento di nove tarì a "Iacobo de Pavia lo quale condusse uno modello del castello relevato de legniame secundo lo designio mandato allo signore Duca de Calabria" (Salvati 1968, 96).

1488, 13 luglio pagati 3 tarì a "mastro Lanzone mastro petrarulo per quactro iornati have lavorato ad tagliare le orne delle arme del signore Re ad ragione de grana quindici la iornata" (Salvati 1968, 114).

1488, 18 agosto: "pagati ad mastro Antonio Pellenegra de Troya per factura de tre armi del signor Re et cinque arme del signor Duca et cinquo mee depencze et indorati et posti in oro et argento et azulo cum la sua fatiga et coluri et omne altra spesa, sono in moneta ducati quactordeci grana quactro et mezo". (Salvati 1968, 116)

1489: dopo aver completato le torri di San Giovanni e "dello Monaco", a partire dal marzo 1489 mastro Rastaino da Salvagnolo avvia la costruzione del torrione di San Nicola (a est), completato due anni più tardi. Nel settembre dello stesso anno Rastaino da Salvagnolo dà avvio alla murazione della cortina verso il mare.

1491: conclusione dei lavori.

1528: il maresciallo Lautrec assedia Manfredonia.

1529, post: all’indomani dell’assedio, il torrione ovest della cinta esterna viene sostituito da un bastione poligonale. Il programma probabilmente era di sostituire tutti i torrioni, ma non venne portato a compimento.

1620: il castello è conquistato dai turchi, che mettono a sacco la città.

XVIII secolo: il castello, persa la preminenza difensiva, viene adibito a caserma.

1888: il castello passa in proprietà all’Orfanotrofio Militare di Napoli. 

1901: il castello è acquistato dal comune di Manfredonia.

1968: il castello viene donato allo Stato.

Autore

XIII secolo: i lavori sono diretti da Jean de Toul, magister ingenierus (aprile 1279), cui si aggiunge qualche mese più tardi anche Pierre d'Angicourt, che nel luglio dello stesso anno interviene a coordinare l'approvvigionamento del materiale da costruzione.

1487-1491: la direzione del cantiere è affidata a mastro Rastaino da Salvagnolo, il quale segue però un modello ligneo inviato da Alfonso di Calabria. Lo stesso capomastro aveva già lavorato alle mura della città e lavorava anche al castello di Monte Sant'Angelo.

Committente

1279-1282: Carlo I d'Angiò

1487-1491: Alfonso di Calabria

Famiglie e persone

Carlo I d'Angiò

Jean de Toul

Pierre d'Angicourt

Alfonso di Calabria

Rastaino da Salvagnolo

Descrizione

Il castello è strutturato come un quadrilatero fortificato difeso da quattro torri, tre cilindriche e una a pianta quadrata. Immediatamente all'esterno della fabbrica sorge un secondo involucro difensivo, che ne replica la pianta in dimensioni maggiori, e a sua volta segnato agli angoli da tre torri cilindriche e da un bastione poligonale.

Iscrizioni

Nella cisterna collocata nel torrione sud del castello interno: "Cacio me fieri fecit MCCCCLVIII".

Stemmi o emblemi araldici

Nella muratura della cinta esterna sono murati alcuni bassorilievi in pietra raffiguranti lo stemma reale aragonese, l'Annunciazione e un vescovo, probabilmente san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto nel VI secolo ritenuto l'artefice della salvazione della città dalla distruzione minacciata da Totila.

Altri stemmi aragonesi, intervallati ad altro stemma con spighe di grano, sono inseriti nel toro che delimita la porzione a scarpa della cinta più esterna.

Elementi antichi di reimpiego

Dai documenti angioini risulta che per il cantiere del 1279-1281 si era fatto ricorso a materiale di spoglio ricavato dal sito della vecchia Siponto.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Le torri del castello serbano memoria delle fasi costruttive principali. La fabbrica angioina aveva cinque torri a pianta quadrata, quattro poste ai vertici e una a difesa della porta: di queste ne sopravvive soltanto una. Risalgono invece alla fase aragonese sia la seconda cinta forticata, che la trasformazione delle torri da quadrate a cilindriche. Una terza fase, forse risalente agli anni '30 del XVI secolo, ma comunque successiva al 1529, corrisponde alla sostituzione di una delle torri esterne con il bastione poligonale.

Note
Fonti iconografiche

Veduta della città in Pacichelli 1703, III, 100 tav. a fronte.

Piante e rilievi

Pianta in Abatino 1902.

Fonti/Documenti

I documenti relativi al cantiere angioino del 1279 sono pubblicati in Schulz 1860, IV, docc. 143, 144, 145, 175, 261; Sthamer 1912, docc. 297, II; 343, II, 3-6; 456; 457; 458; 464; 466; 468; 470; 471; 473; 477/II, 2-3; 478/I, 1-10; 486/II, 1; 495; 500/II; 517; 527; 534; 535; 537; 540; 542.

 

Il Conto della fabbrica e fosso di Manfredonia degli anni 1487-1491, è pubblicato integralmente da Salvati 1968.

 

Le spese della Fabbrica del Castello di Manfredonia (Archivio di Stato di Napoli, Dipendenze della Sommaria, II serie, 187/II, fasc. 7) è trascritto in Serricchio 1988, 201-241. Vi sono registrate le spese effettuate dal Lorenzo Hernandez Heredia dal 1507 al 1528,  e poi quelle effettuate dalla figlia, che gli successe come vicecastellano, dal novembre 1528 al giugno 1529.

Bibliografia

Abatino 1902: Giuseppe Abatino, “Il castello di Manfredonia”, Napoli Nobilissima, 11, 1902, 44-45.


Brunetti 2006: Oronzo Brunetti, L’ingegno delle mura. L’Atlante Lemos della Bibliothèque Nationale de France, Firenze 2006.

 

Haseloff 1920: Arthur Haseloff, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig 1920, 385-407.


Ferrara 1978: Antonio Ferrara, Il castello e la cinta della Piazza di Manfredonia, Manfredonia 1978.

 

Gelao, Jacobitti 1999: Castelli e cattedrali di Puglia. A cent’anni dall’Esposizione Nazionale di Torino, a cura di Clara Gelao e Gian Marco Jacobitti, Bari 1999.

 


Guarini 1995: Maria Rosaria Guarini, "Manfredonia: strategia, forma e significato di una città di fondazione aveva”, Quaderni PAU, 5, 1995, 21-40.


Licinio 1994: Raffaele Licinio, Castelli Medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò, Bari 1994.


Mazzei, Tomaiuoli, D’Onofrio 1993: Marina Mazzei, Nunzio Tomaiuoli, Ginevra D’Onofrio, Manfredonia. Castello. Museo Nazionale, Foggia 1993.

 

Mongiello 1967: Giovanni Mongiello, "Il castello e mura di Manfredonia", Castellum, 5, 1967, 49-60.

 

Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991.


Notarnicola 1983: Marina Notarnicola, "Contributo ad un vocabolario del dialetto pugliese: il lessico del Conto della fabbrica e fosso di Manfredonia (1487-1491)", Archivio Storico Pugliese, 36, 1983, 293-318.

 

Palumbo 1953: Pier Fausto Palumbo, "La fondazione di Manfredonia", Archivio Storico Pugliese, 1951, 371-407.

 

Salvati 1968: Conto della fabbrica e fosso di Manfredonia (1487-1491), edito da Catello Salvati, (collana Fonti Aragonesi. Testi e documenti di storia napoletana, Serie II, vol. VI), Napoli 1968.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860.

 

Serricchio 1972: Cristanziano Serricchio, "Manfredi e la fondazione di Manfredonia", Archivio Storico Pugliese, 25, 1972, 481-509.

 

Serricchio 1988: Cristanziano Serricchio, "La fabbrica del castello di Manfredonia in un libro di conti del 1507-1529", in Atti dell'VIII Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia (San Severo, 12-14 dicembre 1886), a cura di Benito Mundi e Armando Gravina, San Severo 1988, 189-241.

 

Sthamer 1912: Dokumente zur Geschichte der Kastellbauten Kaiser Friedrichs II. und Karls I. von Anjou, I, Capitinata (Capitanata), a cura di Eduard Sthamer, Leipzig 1912.

 

Tomaiuoli 1984: Nunzio Tomaiuoli, Il castello e la cinta muraria di Manfredonia nei documenti del XVIII secolo, Foggia 1984.

 

Tomaiuoli 1996: Nunzio Tomaiuoli, “Architettura primoangioina in Capitanata: cantieri, prothomagistri, ingegnieri, magistri”, in Atti del XIV Convegno sulla Peistoria, Protostoria, Storia della Daunia (San Severo, 27-28 novembre 1993), San Severo 1996, 49-75.


Valente 1980: Vincenzo Gennaro Valente, Storia della città di Manfredonia, Roma 1980.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione19/10/2013 10:32:40
Data ultima revisione01/03/2017 00:13:27
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