OggettoCanosa, Duomo
LuogoCanosa
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeSan Sabino
Immagine
Nomi antichi

Santi Giovanni e Paolo, San Sabino

Cronologia

IV-VI secolo: fondazione della chiesa sul sito già occupato da una domus databile fra il I secolo d.C. e il II d. C.

IX secolo: il vescovo Pietro depone le reliquie di san Sabino in una "camera subtus altare beatissimorum Martyrum Johannis et Pauli".

1063: papa Alessandro II cita la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo come sede del "Barensi Archiepiscopi".

1102: papa Pasquale II ridedica la chiesa "ad honorem Dei et beati Sabini confessoris Christi".

XI secolo: viene realizzato l'ambone.

1079-1089: l'arcivescovo Ursone commissiona la cattedra arcivescovile.

XII secolo: restauri.

XVI-XVII secolo: adeguamenti liturgici con eliminazione del coro al centro della navata.

1748: si prospetta la vendita delle colonne di verde antico per la realizzazione della reggia di Caserta, ma il costo eccessivo del trasporto fa fallire l'impresa.

1822-1825: costruzione di un nuovo campanile e dei cappelloni di San Giuseppe e dell'Annunziata, poi del Santissimo Sacramento, addossati al transetto sinistro.

1851: un terremoto danneggia la struttura.

1854-1859: iniziano i lavori per l'aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica per prolungare la chiesa.

1883: completamento del nuovo avancorpo che prolunga in avanti la chiesa, collegato alle strutture esistenti con l'abbattimento della vecchia facciata.

1895: nuovi restauri che modificano radicalmente l'area del presbiterio e della cripta, aprendo quest'ultima verso la navata con un monumentale corpo scala. La reazione sdegnata di vari studiosi, primo fra tutti Emile Bertaux, portano all'interruzione dei lavori.

1898-1908: l'ingegnere Pasquale Malcangi intraprende una nuova campagna di restauri volti a ripristinare quanto possibile la situazione precedente al 1895.

Autore
Committente

Il ritrovamento di laterizi con il bollo del vescovo Sabino induce a identificare in quest'ultimo il patrocinatore iniziale della fabbrica.

Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa presenta un impianto longitudinale a tre navate con transetto sporgente e copertura costituita da volte a botte e a crociera nelle navate minori e da una successione di basse cupole a scodella in quella centrale e nei due bracci del transetto. Le prime quattro campate sono un'aggiunta ottocentesca: oltrepassate queste si perviene al corpo di fabbrica originale, composto da una navata coperta da due cupole in successione, e poi dal transetto, i cui due bracci sono coperti da altrettante cupole; una quinta cupola copre l'incrocio fra navata e transetto. Le cupole sono impostate su 18 grandi colonne libere in marmo. Sotto il presbiterio e parte della penultima campata si sviluppa una cripta.

Annesso alla cattedrale, all'esterno del transetto destro, si eleva il monumento funebre di Boemondo.

Dalle descrizioni cinque e seicenteschi, e dalla pianta pubblicata da Schulz 1860, si ricava che la chiesa era originariamente preceduta da un portico con un campanile a tre ordini impostato sulla campata centrale. Al centro della navata era un coro chiuso, poi rimosso fra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, cui si addossava l'ambone.

Iscrizioni

Nella cripta:

"PETRUS / CANUSI/NUS AR/CHIEP/ISCOPU(S) / POSUIT H(IC) / CORPUS BE/ATI SABI/NI".

Sull'ambone:

"+P(ER) IUSSIONEM D(OMI)NI MEI GUITBERTI VEN(ERABILI)S P(RES)B(ITE)R(I) EGO ACCEPTUS PECCATOR ARCHI/DIAC(O)N(US) FECI+ HOC OPUS".

Sulla spalliera della cattedra:

"URSO PRAECEPTOR ROMUALDUS AD HAEC FUIT ACTOR".

Sul bracciolo della cattedra:

"+P(RES)UL UT ET(ER)NA POST HAC POTIARE CATHEDRA(M) / Q(UO)D VOX ESTERIUS RES FERAT INTERIUS / Q(UO) GERIS IN SPE(CIE) DA GESTIS LUM(EN) UT IN RE / LUM(EN) CU(M) P(RE)STAS LUMINE NE CAREAS".

Stemmi o emblemi araldici

Su numerosi laterizi provenienti da diverse parti della fabbrica è stato rinvenuto il monogramma del vescovo Sabino.

Elementi antichi di reimpiego

Navata centrale: sono antichi tutti i fusti monolitici delle colonne, quattro in fior di pesco e due in verde antico, alternati in maniera simmetrica sui due lati, le basi (alcune forse rilavorate) e i capitelli che sono tutti dello stesso tipo, tranne quello sulla prima colonna a sinistra (Pensabene 2011, 601 s.).

Presbiterio: sono reimpiegati quattro fusti monolitici in verde antico, basi (rilavorate nel toro superiore per adattarle ai fusti) e capitelli corinzi asiatici, omogenei per tipo e dimensioni a quelli della navata centrale (Pensabene 2011, 603).

Questo gruppo di nove capitelli è stato da tempo ricondotto al complesso di Giove Toro, trovando di recente conferma in materiali reperiti in sito.

Braccio sinistro del transetto: un solo fusto integro in cipollino (colonna in fondo a destra), le altre colonne (una in granito e due in bigio antico) sono costituite da due tronconi assemblati, le basi attiche sono antiche e rilavorate, i capitelli sono tutti medievali (Pensabene 2011, 604).

Braccio destro del transetto: si annovera un solo fusto integro in fior di pesco (con tassello di restauro in calcare, colonna in fondo a sinistra), gli altri fusti sono assemblati con due tronconi diversi (in granito e in cipollino, in granito, e in bigio e in calcare); tre capitelli sono antichi ma di diverse tipologia e dimensioni, il quarto esemplare è medievale (Pensabene 2011, 605).

Portico esterno: fusti antichi rilavorati in età medievale, due capitelli di tipo corinzio occidentale, databili tra l'età di Nerone e l'età flavia.

Cripta: un solo fusto composto da due tronconi di granito, gli altri monolitici in granito, cipollino e granito della troade rilavorati in età moderna. Tutti i capitelli, tradizionalmente datati al V secolo  d.C. (Belli D'Elia 1985), sono stati di recente ricondotti all'età imperiale da Patrizio Pensabene.

Cornici antiche in proconnesio, recuperate con molta probabilità dall'area del tempio di Giove Toro, dovevano essere state riutilizzate anche nel portale medievale: se ne trova infatti traccia negli elementi riassemblati nella sistemazione ottocentesca (Pensabene 2011, 625).

La medesima provenienza si deve ipotizzare inoltre per le lastre in marmo proconnesio della pavimentazione della chiesa (ora conservate solo nelle navate laterali) e per quelle utilizzate nel rivestimento delle pareti della cripta.

Opere d'arte medievali e moderne

All'interno della chiesa sussistono ancora, benché manomessi e più volte spostati, un ambone realizzato dal presbitero Acceptus fra la metà e l'ultimo decennio dell'XI secolo e una cattedra vescovile commissionata dall'arcivescovo Ursone (1079-1089).

Storia e trasformazioni

L'edificio è stato restaurato più volte nel corso dei secoli, ma le manomissioni più pesanti risalgono alla metà del XIX secolo, quando viene allungata la navata aggiungendo un intero corpo di fabbrica, e poi nel 1895, quando viene completamente alterata la conformazione interna del presbiterio e della cripta. I restauri immediatamente successivi hanno tentato, per quanto possibile, di ripristinare la situazione precedente, che comunque era già differrente dalla conformazione originaria poiché adeguata fra il XVI e il XVII secolo alle necessità liturgiche controriformistiche.

Note
Fonti iconografiche

Veduta in Saint Non 1783

Piante e rilievi

Pianta della situazione precedente ai restauri del XIX secolo in Schulz 1860.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Belli D'Elia 1975: Pina Belli D'Elia, Canosa. Cattedrale, in Alle sorgenti del Romanico. Puglia XI secolo, catalogo della mostra a cura di Pina Belli D'Elia, Bari 1975, 72-90.

 

Belli D'Elia 2003: Pina Belli D'Elia, Puglia romanica, Milano 2003, 93-105.

 

Belli D'Elia 2011: Pina Belli D'Elia, "Le suppellettili liturgiche marmoree di età medievale del Duomo di Canosa. Una rilettura", in Canosa. Ricerche Storiche. Decennio 1999-2009, Atti del Convegno di Studio (12-13 febbraio 2010) a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Bari 2011, 689-758.

 

Bertaux 1897: Emile Bertaux, "Pei monumenti meridionali. Barbarie recenti nei duomi di Canosa e di Taranto", Napoli Nobilissima, 1897, 15-16.

 

Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904.

 

Bertelli, Attolico 2011: Gioia Bertelli, Angelofabio Attolico, “Analisi delle strutture architettoniche della Cattedrale di San Sabino a Canosa: primi dati”, in Canosa. Ricerche Storiche. Decennio 1999-2009, Atti del Convegno di Studio (12-13 febbraio 2010) a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Bari 2011, 723-758.

 

Canosa 2011: Canosa. Ricerche storiche; decennio 1999-2009, Atti del convegno di studi, 12-13 febbraio 2010, a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Martina Franca (TA) 2011.

 

Epstein 1983: Ann Wharton Epstein, "The Date and Significance of the Cathedral of Canosa in Apulia, South Italy", Dumbarton Oaks Papers, 37, 1983, 79-90.

 

Falla Castelfranchi 2011: Marina Falla Castelfranchi, "La cattedrale di Canosa non è più normanna", in Canosa. Ricerche Storiche. Decennio 1999-2009, Atti del Convegno di Studio (12-13 febbraio 2010) a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Bari 2011, 677-688.

 

Gelao 2011: Clara Gelao, "Trasformazioni della cripta della Cattedrale di Canosa in età moderna", in Canosa. Ricerche Storiche. Decennio 1999-2009, Atti del Convegno di Studio (12-13 febbraio 2010) a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Bari 2011, 782-825.

 

Krautheimer 1986: Richard Krautheimer, Architettura paleocristiana e bizantina, Torino 1986, 168-287.

 

Malcangi 1905: Pasquale Malcangi, “Le colonne del duomo di S. Sabino in Canosa”, Rassegna Tecnica Pugliese, 4, 1905, 37-40.

 

Malcangi 1905a: Pasquale Malcangi, "Descrizione del duomo di S. Sabino in Canosa. Stato antico”, Rassegna Tecnica Pugliese, 4, 1905, 62-66.

 

Malcangi 1906: Pasquale Malcangi, "L'ambone del Duomo di S. Sabino in Canosa”, Rassegna Tecnica Pugliese, 5, 1906, 37-45.

 

Pensabene 2011: Patrizio Pensabene, "Cattedrale di Canosa: reimpiego, recupero e trasformazione dell'antico nei marmi architettonici", in Canosa. Ricerche storiche, decennio 1999 - 2009, Atti del Convegno di Studio (12-13 febbraio 2010) a cura di Liana Bertoldi Lenoci, Martina Franca 2011, 597-664.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 53-62.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Stefania Tuccinardi
Data di compilazione27/09/2013 15:15:20
Data ultima revisione16/05/2017 20:05:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/519