Oggetto | Barletta, seggio del popolo | |
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Luogo | Barletta | |
Tipologia | edificio pubblico: sedile | |
Nome attuale | (distrutto) | |
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Nomi antichi | ||
Cronologia | 1442: Alfonso il Magnanimo concede che si faccia il mercato franco del lunedì "a lo loco di Araco". Non è tuttavia chiaro se tale collocazione, chiaramente connessa con la statua del Colosso, fosse nell'area poi occupata dal seggio, oppure nella zona del porto, dove la statua è documentata dal 1309. 1491: data riferita tradizionalmente alla ricostruzione del seggio. Le evidenze documentarie non accennano all'edificio, tuttavia la datazione appare congruente con il restauro della statua bronzea del Colosso, proprio nel 1491, e con la concessione da parte del sovrano dei nuovi statuti che riservavano ai rappresentanti del popolo i due terzi dei seggi del consiglio cittadino (Faraglia 1883, 155). 1790: interventi di ridecorazione (Vista 1900-1904, I, 46). 1799: l'edificio viene adibito a corpo di guardia (Loffredo 1893, II, 148; Vista 1900, 46). 1855: al di sopra dell'edificio viene costruita una torretta per collocarvi l'antico orologio che sino a quell'epoca era sul campanile della chiesa. 1870 ca.: trasformato in ufficio postale, poi in Gabinetto di lettura e quindi in libreria. 1925: l'edificio viene abbattuto. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | L'edificio aveva forma di padiglione addossato al fianco della chiesa del Santo Sepolcro. Chiuso sui lati, in facciata si apriva con una grande arcata a sesto acuto, poi tamponata, inquadrata fra due paraste. Al di sopra della copertura in epoca successiva era stata costruita una torretta con orologio. Secondo Loffredo 1893, I, 406, il seggio del popolo di Barletta era stato costruito contemporaneamente al seggio dei nobili. | |
Iscrizioni | Sotto uno degli stemmi della città (cfr. Stemmi o emblemi araldici), era la data MDVIIII (Vista 1900-1904, I, 45). | |
Stemmi o emblemi araldici | Due stemmi in marmo inseriti ai lati della grande arcata in facciata sono visibili nelle fotografie d'epoca: quello di destra è chiaramente uno stemma aragonese, quello di sinistra mostra uno scudo sormontato da cimiero, di cui tuttavia non sono leggibili le imprese. Un altro stemma era murato sul fianco sinistro del seggio. Secondo Vista (1900-1904, I, 45), uno degli stemmi era quello della dinastia aragonese, due rappresentavano le armi della città di Barletta, e il quarto quelle di Carlo V. | |
Elementi antichi di reimpiego | "Colosso", statua bronzea ritenuta ritratto stante dell'imperatore Eraclio. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Risale a un intervento di fine XIX secolo la costruzione della torretta con l'orologio e la trasformazione in libreria con la chiusura dell'arcata in facciata. | |
Note | Appare interessante che il restauro del colosso e verosimilmente la costruzione del seggio siano contemporanei ai nuovi statuti concessi alla città di Barletta da Ferrante nel 1491, in base ai quali il popolo acquisiva una preminenza netta rispetto ai nobili (due terzi contro un terzo) nel consiglio cittadino. Il Seggio dei nobili era in un portico al piano terreno dello scomparso Palazzo della Marra. Rimane da verificare l'attendibilità della notizia che il colosso si trovasse già in città nel 1442: Testini, e dopo di lui tutta la letteratura recente, si rifanno a Vista 1900-1904, I, 41-42, il quale, tuttavia, precisa di avere letto la notizia soltanto in un trasunto notarile e di non aver potuto verificarla sulla pergamena (concessa da Alfonso il Magnanimo il 13 dicembre 1442), poiché ai suoi tempi la pergamena era a Napoli. La pergamena è trasunta in Repertorio pergamene Barletta (1904, doc. CXXXIII, 137-138), dove si dice che la città ottiene la concessione del mercato franco del lunedì nel luogo detto "Arachi". Nessuna indicazione si ha sulla collocazione topografica di questo luogo, che potrebbe riferirsi anche alla vecchia collocazione della statua presso la dogana del molo. | |
Fonti iconografiche | Dell'edificio del seggio del popolo di Barletta esistono diverse incisioni nonché fotografie anteriori al suo abbattimento. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | La mutilazione del Colosso nel 1309 per ordine di Carlo II d'Angiò è attestata dal documento già in Archivio di Stato di Napoli, Registri Angioini, Registro 185, anno 1309 B, ff. 249 recto-verso (da Loffredo 1893, I, 72, nota 2): “Scriptum est Secretis Magistris portulanis et procuratoribus ac magistris salis Apuliae etc. Ad religiosas personas divinis deputatas obsequiis nostrum benigne vertentes intuitum et specialem gerentes affectum. Cum ipsis in earum supplicationibus agimus gratiose, igitur fidelitati vestrae precipimus quatenus religiosis viris fratribus predicatoribus in Manfredonia morantibus seu ipsorum nunciis ymaginem de metallo existentem in dohana Baroli de qua dictis fratribus in subsidium campanae et loci quem construunt duximus providendum auctoritate presentium assignari faciatis instanter et recipi exinde ydoneam apodixam. Data Baroli per Magistros Rationales Die viiii Junii vii Indietionis”. Il restauro del Colosso nel 1491 è ricordato in una composizione poetica, probabilmente coeva, tramandata da Grimaldi 1607, 129: “Devicto Persarum Rege Heraclius offert Praeclarae Christi pristina dona Cruci. Quam supplex Calvariae adorat monte repostam, Cum Christi populo se comitante simul. Septeno hinc anno in Cosdram, Persasque prophanos Confisus Christo martia bella gerit. Anno sexcenteno a partu Virginis almae Constantini Urbi hic imperat egregie. Principis excelsi talem formavit ideam Pulyphobus Graecus doctus in arte faber. Post Veneti acres Constantini hanc Urbe repertam In patriam laeti ducere nave parant. Littoribus Baroli appulsa est tunc naufraga puppis; Turbine ventorum strata jacet statua. Strata jacet campo statua haec jam tempore longo Virginis astriferae: quae caret hercle manu. Albanus Fabius, qui rite peritus in arte, Crura, manusque, pedes aptat utrinque faber. Ipsa Crucem gestat dextraque, pilumque sinistra: Tutor namque Crucis, sicque Monarcha fuit. Urbs Barolita potens, Cannarum maxima proles Laude hac perpetua famigeravit opus”. | |
Bibliografia | Bartsch 2003: Tatiana Bartsch, “Francisco de Holanda und der Koloss von Barletta. Zum Antikenstudium nicht-italienische Kuenstler der Renaissance fuori Roma”, Pegasus. Berliner Beitraege zum Nachleben der Antike, 4, 2003, 115-158.
Beltrani 1885: Giovanni Beltrani, "Un saggio di studio sugli antichi seggi di Barletta", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed arti, 2, 1885, 104-108.
Faraglia 1883: Nunzio Federico Faraglia, Il comune nell’Italia meridionale dalla conquista normanna all’invasione napoleonica, Napoli 1883.
Grimaldi 1607: Giovan Paolo Grimaldi, Vita di S. Ruggiero vescovo et confessore, patrono di Barletta [...], Napoli, nella Stamperia di Tarquinio Longo, 1607.
Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014. Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1; vol. 2).
Marulli 1816: Troiano Marulli, Discorso storico critico sopra il Colosso della Città di Barletta del conte Troiano Marulli, Napoli, nella Stamperia di Angelo Coda, 1816.
Repertorio pergamene Barletta 1904: Repertorio delle Pergamene dell’Università o Comune di Barletta (1234-1658), Napoli 1904. Schulz 1860: Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 143-149.
Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.
Testini 1973: Pasquale Testini, “La statua di bronzo o Colosso di Barletta”, Vetera Christianorum, 10, 1973, 127-152.
Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 35-47. | |
Link esterni | Una prima e una seconda fotografia che documentano il seggio con le protezioni belliche del 1916 sono visibili on line. | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 24/09/2013 16:54:00 | |
Data ultima revisione | 25/02/2017 13:38:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/499 |