OggettoMelfi, Cattedrale, campanile
LuogoMelfi
TipologiaCampanile
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1153: completamento del campanile della cattedrale.

1175: in un documento si misura un campo sulla base dell'unità di misura effigiata sul campanile di Melfi.

1289: collocazione delle campane.

secolo XVI: restauro della torre campanaria al tempo dei vescovi Mario e Alessandro Ruffino (1547-1574).

1851: crollo dell cuspide con in terremoto e conseguente ricostruzione.

Autore

Noslo di Remerio, architetto che firma la realizzazione del campanile

Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L’imponente mole quadrangolare fu eretta con conci ben connessi di pietra calcarea secondo una tipologia diffusa al tempo tra il Sannio e la Puglia. Libero in origine su tutti i lati, il campanile si sviluppa su più livelli; il primo piano, con l'ingresso, mostra le epigrafi e le protomi leonine presso la cornice marcapiano, su cui poggia il secondo livello, il più alto, leggermente rastremato. Gli ultimi due livelli, con le bifore che ne alleggeriscono la massa, presentano un ricco apparato decorativo, con intarsi di pietra lavica (presenti anche in altri monumenti del Vulture: Bertaux 1897) a disegnare triangoli, losanghe e inserti di opus reticulatum e la probabile inserzione di bacini maiolicati; sulla parete principale, ai lati dell'apertura del quarto piano, spicca una coppia di animali alati in opus sectile (molto rimaneggiati, in origine, forse, grifoni).

Iscrizioni

In una pietra angolare del primo ordine del campanile:

+ Re/gi Ro/gerio/ Noslo/ Remerii fec(it) hoc/ + A(nno) ab/ inc(arnatione) D(omini) N(ostri)/ I(hesu) X(risti) MCL/III

Su una lastra marmorea di reimpiego, epigrafe che ricorda la volontà comune del re Ruggero e del figlio, del vescovo Ruggiero con tutto il popolo di Melfi di realizzare l'opera in onore della Vergine, dedicataria della cattedrale.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Nel paramento murario sono inseriti numerosi frammenti di reimpiego, tra cui leoni funerari reimpiegati come protomi, lastre funerarie con immagini di defunti, capitelli nelle bifore, frammenti di epigrafi (CIL IX 6406), un blocco iscritto, un rilievo con capitello di parasta.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il campanile, arricchito simbolicamente da leoni funerari e iscrizioni di reimpiego, fu edificato dai sovrani nella città che era stata un tempo al centro degli interessi normanni e che si era ribellata da poco (negli anni 1133 e 1138), assumendo un significato politico per cittadini, clero e regnanti e sancendo il rinnovato patto di fedeltà nelle scritture esposte sul monumento.

Sotto la direzione dell'architetto Noslo di Remerio (il cui nome sembra suggerire un'origine d'Oltralpe) fu eretto il campanile della cattedrale di Melfi, voluto e finanziato dal re Ruggero e dal figlio Guglielmo (coreggente dal 1151), e completato nel 1153 con il concorso del vescovo Ruggero e della città, come riferisce un’iscrizione su marmo posta nel pianterreno del campanile; in un’epigrafe vicina, posta quale pietra angolare, compare anche il nome dell’artista.

La funzione dell'edificio è testimoniata dall'apposizione, prima del 1175, dell'unità di misura fondiaria sul paramento. La parte terminale, crollata e ricostruita dopo il sisma del 1851, fu il frutto di interventi più tardi: intorno al 1289 vi furono collocate le campane, mentre la cuspide fu rinnovata al tempo dei vescovi Mario e Alessandro Rufino (1547-1574) con mattoni verdi e i merli, non più ricostruiti dopo il crollo.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Amoroso 1994: M. Amoroso, La basilica cattedrale e il campanile di Melfi, Melfi 1994.

 

Araneo 1866: Gennaro Araneo, Notizie storiche della città di Melfi, Firenze 1866, 77-78.

 

Bernabei 1882: Felice Bernabei, “Melfi”, Notizie degli scavi, 10, 1882, 548-549.

 

Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale, Paris 1904, 514-515.

 

Bertaux 1991: Émile Bertaux, I monumenti medievali della regione del Vulture (1897), Venosa 1991, 36-37.

 

Calò Mariani 1978: Maria Stella Calò Mariani, in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento dell’opera di Émile Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, Roma 1978, 691-693.

 

Croce 1893: Benedetto Croce, “Sommario critico della storia dell’arte nel Napoletano”, in Napoli nobilissima, 2, 1893, 182-183.

 

De Lachenal 1995: Lucilla de Lachenal, Spolia. Uso e reimpiego dell’antico dal III al XIV secolo, Milano 1995, 159-161, 262-263.

 

Galli 1933: Edoardo Galli, “Danni e restauri a monumenti della zona del Vulture”, Bollettino d’arte, 26, 1932-1933, 321-341: 322-326.


Garzya Romano 1988: Chiara Garzya Romano, La Basilicata. La Calabria, Milano 1988, 34-37.

 

Guarini 1900: Giovanni Battista Guarini, Un resto della cattedrale normanna di Melfi, Melfi 1900.

 

Kalby 1971: Luigi G. Kalby, Tarsie ed archi intrecciati nel romanico meridionale, Salerno 1971, 85-88.

 

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Lojacono 1936: Pietro Lojacono, Restauri in zone sismiche. Il campanile del duomo di Melfi, Palermo 1936.

 

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Venditti 1967: Arnaldo Venditti, Architettura bizantina nell’Italia meridionale. Campania, Calabria, Lucania, Napoli 1967, 952-955.

Link esterni

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1987_num_99_1_2904

SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione16/07/2013 14:08:50
Data ultima revisione01/02/2017 12:27:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/483