Oggetto | Benevento, Cattedrale | |
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Luogo | Benevento | |
Tipologia | chiesa cattedrale (esistente) | |
Nome attuale | Santa Maria e San Bartolomeo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 600: fondazione (Vipera 1636, pp. 25-26); 817-832: probabile restauro sotto Sicone; 1114-1129: completamente riedificata almeno tra il 1114 e il 1129, sec. XIII, metà: lavori conclusi con la facciata 1702, post: ristrutturata dal cardinale Orsini 1943: distrutta con i bombardamenti bellici | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La Cattedrale, ad eccezione della facciata e del campanile, è stata completamente distrutta dal bombardamento alleato del settembre del 1943. Bisogna dunque affidarsi in gran parte al testo di Almerico Meomartini (1889). La basilica preromanica: secondo Meomartini (1889) l’edificio precedente era a tre navate e di maggiore lunghezza; secondo Bove (1999, pp. 35-36) si trattava invece di una basilica a cinque navate, senza transetto con una sola abside semicircolare, con una lunghezza molto inferiore rispetto a quella romanica per far spazio al pronao colonnato (a suo avviso inoltre tutte le 52 colonne dell’edificio romanico erano già presenti nel precedente). Carella (2011, p. 26) preferisce, con molta cautela, dare più attendibilità alle parole di Meomartini, ultimo testimone critico della cattedrale prima della distruzione. Dopo questi interventi duecenteschi non si hanno attestazioni di lavori invasivi fino ai terremoti del 1688 e del 1702, dopo i quali la cattedrale fu restaurata dal cardinal Orsini, futuro papa Benedetto XII (Basile 1970). La chiesa si presenta a cinque navate con transetto. Le riforme del cardinal Orsini non intervennero sulla pianta della cattedrale, come dimostra un disegno del 1599. La cripta: rimase quasi interamente interrata in epoca moderna, per rivenire alla luce con i lavori postbellici. Si presenta come un lungo corridoio trasversale alla navata della chiesa con abside centrale sulla parete occidentale. Gli affreschi rappresentano storie di San Barbato e la conversione dei longomardi, e sono stati datati da Belting al IX secolo, cronologia unanimemente accettata (cfr. Carella 2011, p. 29). Il pavimento è in opus sectile, per Parente (1997) è del XII secolo, invece pare che Carella (2011, p. 30) lo consideri più antico con alcuni confronti con pavimenti del IX secolo. La chiesa di San Bartolomeo (distrutta): situata a sud della cattedrale, la chiesa fu demolita dopo i gravi danni del terremoto del 1702. Secondo Bove (1999, pp. 31-33, senza riferimenti storico-bibliografici) fu fondata quando Landolfo II deteneva il seggio episcopale (1108-1119), nel 1308 fu aggiunto un portico alla facciata, nel 1337 furono fatti grandi lavori al coro che penetra profondamente nella cattedrale e nel 1415 fu probabilmente modificata a causa della costruzione di una grande cupola su tamburo ottagonale. Carella (2011, pp. 31-32) sostiene invece, sulla base della versione della metà dell’XI secolo di Martino beneventano della Traslatio sancti Bartholomei (il cui corpo era stato trafugato dai beneventani alle isole Lipari), che l’edificio sarebbe stato fatto costruire da Sicardo (833-839), che sarebbe stato finito dopo la sua morte, e che era già comunicante con la cattedrale (Bove pensa siano state unite nel 1337). Proposta ricostruttiva di Carella (2011, pp. 33-34): due basiliche una dietro l’altra, la più grande (a ovest) affiancata dal battistero, poi San Bartolomeo, e la più piccola più ad est, con un atrio laterale tra le due chiese che le rendeva comunicanti. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Nella navata sinistra è presente un sarcofago a lenòs con Gorgoneia angolari. Sulla facciata di epoca normanna sono reipiegati: un fregio dorico con gorgoneion, un fregio con decorazione vegetale e due epistili riutilizzati come stipiti del portale di destra. Epigrafi: CIL, IX, 1646; CIL, IX, 1659; CIL, IX, 1711; CIL, IX, 1718; CIL, IX, 1756; CIL, IX, 1885; CIL, IX, 1904; CIL, IX, 1977; CIL, IX, 2071; CIL, IX, 2078. Nella cripta sono reimpiegati un capitello dorico-tuscanico ed un'epigrafe nel pavimento. Questi appartengono alla prima fase di reimpiego, databile al VI sec. d.C. (Pensabene, Lupia 2003, p. 1575) mentre è da rivedere l'ipotesi che vuole l'originaria cattedrale composta da cinque navate che riutilizzano 56 capitelli di reimpiego, di stesso modulo e fattura, provenienti da un edificio del foro (Palmentieri 2010, p. 85). Presso Piazza Orsini era collocato già dal 1597 un obelisco egiziano proveniente dal tempio di Iside; oggi l'obelisco si trova presso Piazza Papiniano. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
pulpito | |
Storia e trasformazioni | La Cattedrale di Santa Maria sarebbe stata costruita su un tempio di Iside secondo H. W. Muller. La data di fondazione secondo Vipera (1636, pp. 25-26) sarebbe il 15 dicembre 600 per mano del vescovo Davide, che però è vissuto durante il regno di Arechi II nell’VIII secolo, ma gli storici tendono a confermare la data di fondazione (cfr. Carella 2011, p. 22, nota 87). Probabilmente Sicone (817-832) provvide a ristrutturare l’edificio, come testimonierebbe un passo della Traslatio Sancti Januari episcopi e come confermava la stele funeraria di Sicone, andata però perduta nel ’43 (Belting [1968, pp. 57-58] pensa si riferisca a un edificio limitrofo, proposta non accettata dai Rotili). Nel XII secolo si intervenne ancora, come attesta la cronaca di Falcone Beneventano (almeno dall’anno 1114), nel 1124 i lavori erano ancora in corso (col trasferimento delle reliquie di san Barbato nell’altare di San Sebastiano), e nel 1129 i lavori raggiunsero l’altare dei santi Desiderio, Gennaro e Festo (confermato anche dalla Traslatio succitata). All’inizio del ’200 si concluse la facciata e nel 1280 fu costruito il campanile. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La Cattedrale è rappresentata nella pianta Pizzella La pianta del duomo nel 1599 è riprodotta nel manoscritto Benevento, Biblioteca Arcivescovile, Inventarium bonorum R. Mensae Archiaepiscopalis Beneventanae (Meomartini 1889, tav. LIX). La facciata è raffigurata in un altro disegno del 1599, che mostra il campanile e la situazione della piazza con l'obelisco egizio qui trasportato nel 1597. | |
Piante e rilievi | Rilievo del prospetto, dettagli della porta bronzea e del pulpito in Schulz 1860 | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Basile 1970: S. Basile, "Restauri settecenteschi a Benevento", Samnium, 43, 1970, 184-213.
Belting 1968: H. Belting, Studien zur beneventanischen Malerei, Wiesbaden 1968.
Bove 1999: Francesco Bove, "L’architecture de la cathédrale de Bénévent", in La cathédrale de Bénévent, a cura di T. Forrest Kelly, Ludion, Gand-Amsterdam 1999, 15-44.
Carella 2011, Silvio Carella, Architecture religieuse haut-médiévale en Italie méridionale: la diocèse de Bénévent, Paris IV - Brepols, Turnhout 2011 (speciatim 22-34).
Meomartini 1889: Almerico Meomartini, I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento, lavoro storico, artistico, critico, Benevento 1889 (speciatim 396-472).
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Beneventum”, in Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. IX Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 136-190. Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010.
Parente 1997: G. Parente, "La pseudocripta del Duomo di Benevento", Bollettino d’informazione della Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici per le province di Caserta e Benevento, II, 1997. Pensabene, Lupia 2003: Patrizio Pensabene, Aurora Lupia, "Il reimpiego nel periodo longobardo a Benevento", in I Longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento, Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002; Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto 2003, 1555-1576.
Rotili 1973: Mario Rotili, "La Cattedrale di Benevento nell’Alto Medioevo", Bollettino di storia dell’arte del Centro studi per i nuclei antichi e documenti artistici della Campania meridionale, 2, 1973, 3-14. Strafforello 1898: Gustavo Strafforello, La Patria: Geografia dell’Italia. Provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Torino 1898.
Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, “Beneventana metropolis”, in Idem, Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VIII, Venetiis 1721, coll. 3-188.
Vipera 1636: Chronologia episcoporum et archiepiscoporum Metropolitanæ Ecclesiæ Beneventanæ quorum extat memoria, adiecta insuper brevi rerum sub unoquoq; episcopatu memorabilium narratione, ac capituli Beneventani antiquitate, privilegiis, et canonicorum numero, studio et industria Marii de Vipera archidiaconi Beneventani, selecta, cum duplici indice locupletissimo, iuxta ordinem alphabeticum, Napoli MDCXXXVI, typis Ioan. Dominici Montanari.
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Link esterni | Esterno della Cattedrale nel disegno di Carlo Labruzzi (1789) online sul portale BAV | |
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 31/05/2012 16:04:28 | |
Data ultima revisione | 21/12/2018 14:41:11 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/40 |