Oggetto | Sant'Angelo dei Lombardi, abbazia del Goleto | |
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Luogo | Sant'Angelo dei Lombardi | |
Tipologia | abbazia | |
Nome attuale | ||
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Nomi antichi | ||
Cronologia | 1135: san Guglielmo fonda il cenobio con l'assenso del vescovo e la protezione di Ruggero Sanseverino, signore di Monticchio dei Lombardi. 1152: costruzione della torre da parte della badessa Febronia (lapide in loco). 1247-1255: costruzione della chiesa superiore (badesse Marina e Scolastica). 1505: il 24 gennaio papa Giulio II acconsente alla richiesta del cardinale Oliviero Carafa, commendatario di Montevergine, e decide l’annessione del Goleto a Montevergine. 1506: con bolla del 24 gennaio viene abolito il monastero femminile. 1515: il monastero del Goleto diventa dipendenza di quello di Montevergine. Con bolla di Leone X sia Montevergine che il Goleto vengono concesse in amministrazione alla Santa casa dell’Annunziata di Napoli. 1556: costruito il campanile della cappella di San Luca. 1559: restauri alla chiesa superiore (dedicata a San Luca); Carlo Caracciolo conte di Sant’Angelo dona al priore fra Filippo d’Auria da Sanseverino 40mila ducati per “conzare, et coperire la Ecclesia del detto monastero, e[perché] la cappella di S. Luca fosse intonicata, et conzata de supra” (Archivio di Montevergine, B. 431). I lavori terminano nel 1562 durante il priorato di Fra Lorenzo Amatucci. 1597: rifatte le celle dei monaci lì dove fino al 1506 erano state le celle delle monache. 1647: traslazione del corpo di san Guglielmo in un nuovo sarcofago. 1691: Il 19 maggio il monastero viene eretto in Abbazia, con obbligo di farvi risiedere almeno 12 religiosi. 1732: gravi danni per il terremoto alla chiesa del Salvatore. 1736: è datata a quest’anno una memoria che consente di attribuire a Domenico Antonio Vaccaro la ricostruzione della nuova chiesa grande. 1754: la nuova chiesa del Salvatore è terminata. 1807: l’abbazia viene soppressa. Contestualmente le reliquie di San Guglielmo vengono solennemente traslate a Montevergine, mentre arredi sacri dispersi tra le chiese dei centri vicini. | |
Autore | Domenico Antonio Vaccaro (dal 1735, chiesa del Salvatore). | |
Committente | La fondazione si deve direttamente a san Guglielmo, che ottenne il sostegno del signore di Monticchio dei Lombardi, Ruggero Sanseverino, che gli dona area per edificare il cenobio femminile e area tutto intorno. La badessa Febbronia (1151-1155) fa edificare la torre omonima. La badessa Marina II (1230-1250) avvia la costruzione della cappella superiore. | |
Famiglie e persone |
Oliviero Carafa Carlo Caracciolo conte di Sant’Angelo | |
Descrizione | Il complesso si compone di diversi edifici chiusi entro il recinto monastico. Si distinguono in particolare l'edificio con le due cappelle inferiore e superiore, sovrapposte e collegate da una scala esterna; la torre Febronia, costruita dall'omonima badessa, e la chiesa maggiore dedicata al Salvatore. La cappella inferiore (impronta romanica) a pianta rettangolare, con due navate su colonne era probabilmente adibita a cripta o luogo cimiteriale; portata a termine tra la fine del XII e l’inizio del XIII durante il governo della badessa Agnese (1197-1200). La cappella superiore di San Luca (1247-55) è suddivisa in due navate cpoperte da volte ogivali poggianti su due colonne ottagonali dai capitelli a foglie. L'aspetto complessivo e i dettagli decorativi degli elementi architettonici sono tipici dell'arte federiciana e apparentano questo ambiente agli interni di Castel del Monte (cfr. Bertaux 1897). La basilica principale è ricostruita più volte, per ultimo da D. A. Vaccaro nel XVIII secolo. | |
Iscrizioni | Sul portale della chiesa superiore corrono tre iscrizioni: MVNIAT INTRANTES CRVX HEC DOMINO FAMVLANTE”.
“ANNO MILLESIMO BISC. SIMVL ET QVADRAGENO SEPTIMO NC LVCAS VENIT TIBI LVMINE PLENO. PLEBSQVE DEI GAVDE VVLTV MERITOQVE SERENO. AMEN” . Si richiamerebbe a reliquie di San Luca ricordate poi in documenti e fonti dei secoli successivi. “+TEMPORE D(OMI)NE MARINAE ABB(ATISS)E SEC(VND)E HOC OP(VS) FACTVM E(ST) A(NNO) MCCLVII”.
Sulla torre lapide della badessa Febbronia datata 1152: +ANNO AB INCARNATIONE DOMINI. ANNO MILLESIMO CENTESIMO QVINQVAGESIMO SECONDO. INDICTIONE XV. IN TEMPORE DOMINA FEBRONIA ABBATISSA FECIT OPERA ISTA. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Poco dopo la morte di san Guglielmo la badessa Febronia fa edificare a lato del monastero femminile una massiccia torre di difesa a pianta quadrata, che una lapide permette di datare al 1152. (cfr. supra, Iscrizioni). Nella torre vengono reimpiegati materiali di spoglio di un vicino mausoleo romano del legionario Marco Paccio Marcello. Un altro elemento di reimpiego, un bassorilievo con testa femminile, inserito nel campanile. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Chiesa inferiore: elementi capitelli; arca sepolcrale in pietra rossa. Chiesa superiore: corrimano della scala (serpente con pomo in bocca); portale; capitelli; altare su colonnine; resti affreschi cinquecenteschi (forse replica di decorazioni più antiche) raffiguranti le due badesse Marina II e Scolastica, ed episodi della vita di San Guglielmo. | |
Storia e trasformazioni | Il monastero del Goleto era un monastero doppio, maschile e femminile, ma in qualche modo alle dipendenze delle badesse. Dal monastero femminile dipendevano numerosi altri insediamenti sparsi nel territorio delle attuali province di Avellino, Salerno, Bari, Foggia, Potenza. In provincia di Avellino: Andretta, Calitti, Castelfranci, Chiusano San Domenico, guardia Lombardi, Lacedonia, Lioni, Montemarano, Paternopoli, Teora. In provincia di Salerno: Acerno, Eboli. In provincia di Bari: Altamura, Bari, Barletta, Bitetto, Canosa, Gravina, Minevino Murge, Noicattaro. In Provincia di Foggia: Ascoli Satriano, Salpi. In provincia di Potenza: Lavello, Melfi, Ruvo del Monte, San Fele, Venosa. L’inserimento del Goleto nell’orbita della congregazione verginiana di Montevergine fu graduale ma naturale, perché qui erano custodite le spoglie del fondatore. Quando si estinse il monastero femminile, il Goleto entrò a far parte di Montevergine. Dopo la morte del cardinale Giovanni Gesualdo il Goleto passa alle dipendenze dall’Annunziata di Napoli, che lo affitta a Montevergine. L’affitto si mutò poi in censo nel 1567, che venne estinto nel 1734. Risale al 1696 la prima attestazione del monastero come “monastero reale”. Giunto al Goleto il 3 giugno 1735, Domenico Antonio Vaccaro, dopo aver esaminato il sito, abbatte e ricostruisce la chiesa maggiore, senza toccare le due chiese sovrapposte. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Spaccato assonometrico della chiesa inferiore e di quella superiore in Barra 1970, tav. a fronte p. 36, fig. 36. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Barra 1970: Francesco Barra, L’abbazia del Goleto, Napoli, s.d. [ma 1970].
Bertaux 1897: Emile Bertaux, “I monumenti medievali della regione del Vulture”, Napoli nobilissima, VI, 1897.
Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904.
Casiello 1972: Stella Casiello, “La cittadella monastica di S. Guglielmo al Goleto”, Napoli Nobilissima, 11, 1972, 4-6, 70-89.
Casiello 1987: Stella Casiello, “L'Abbazia di San Guglielmo al Goleto in Irpinia: testimonianze architettoniche e paesaggio”, in Esperienze di storia dell'architettura e di restauro, a cura di Gianfranco Spagnesi, Roma 1987, II, 401-411.
Coarelli 1967: Filippo Coarelli, “Un monumento sepolcrale romano nell'abbazia di San Guglielmo al Goleto”, Dialoghi di Archeologia, 1, 1967, 46-71.
Colantuono 1977: Angelo Colantuono, “Le due cappelle dell’abbazia di S. Guglielmo al Goleto”, Civiltà altirpina, 11, 1977, 1 (gennaio- febbraio), 20-23; 2 (marzo-aprile), 31-34.
Colantuono 1992: Angelo Colantuono, “I resti della tomba di S. Guglielmo al Goleto (XII sec.)”, Civiltà Altirpina, 3, 1992, 1, 5-12.
Costo 1591: Tommaso Costo, Istoria dell’origine del sagratissimo luogo di Montevergine, in Vinezia, appresso Barezzo Barezzi, 1591.
D’Addosio 1889: Giovan Battista D’Addosio, Sommario delle pergamene conservate nell’Archivio della Real Santa Casa dell’Annunziata di Napoli, Napoli 1889.
De Cunzo 1988: Mario De Cunzo, "Vicende architettoniche delle abbazie Verginiane", in Insediamenti verginiani in Irpinia. Il Goleto, Montevergine, Loreto, Cava dei Tirreni 1988.
De Masellis 1654: Marco De Masellis, Iconologia della Madre di Dio Maria Vergine, in Napoli, per Onofrio Sauio, 1654.
Giordano 1648: Gian Giacomo Giordano, Croniche di Montevergine, in Napoli, per Camillo Cavallo, 1648.
Guerriero 1990: Luigi Guerriero, “Vandalismi e restauri in Irpinia. L'abbazia di S. Guglielmo al Goleto”, Napoli nobilissima, ser. 4, 29, 1990, 159-173.
Holtzmann 1964: Walther Holtzmann, “San Salvatore di Goleto”, Quellen und Forschungen aus italienische Archiven und Bibliotheken, 42/43, 1964.
Iannacchini 1889-1894: Angelo Michele Iannacchini, Topografia storica dell’Irpinia, 4 voll. Napoli-Avellino 1889-1894.
Lipps, Töpfer 2007: Johannes Lipps, Kai Michael Töpfer, “Neues zum Grabbau des Marcus Paccius Marcellus im Kloster von San Guglielmo al Goleto”, Mitteilungen des Deutschen Archaeologischen Instituts, Roemische Abteilung, 113, 2007, 571-594.
Mastrullo 1663: Amato Mastrullo, Montevergine sagro, in Napoli, per Luc’Antonio di Fusco, 1663.
Mongelli 1960: Giovanni Mongelli, San Guglielmo da Vercelli, Montevergine 1960.
Mongelli 1962: Legenda S. Guilielmi, ed. critica a cura di Giovanni Mongelli, Montevergine 1962.
Mongelli 1968: Giovanni Mongelli, I cardinali protettori della congregazione verginiana, Roma 1968.
Mongelli 1971: Giovanni Mongelli, “Il culto pubblico di S. Guglielmo e le ricognizioni del suo corpo”, Benedictina, 1971, 2, 314-370.
Mongelli 1974: Giovanni Mongelli, L’Archivio storico dell’abbazia benedettina di Montevergine, Inventario, vol. I, L’Archivio dell’Abbazia, Roma 1974; vol. II, Gli archivi dei monasteri verginiani, Roma 1974.
Mongelli 1979: Giovanni Mongelli, Storia del Goleto dalle origini ai nostri giorni. Una singolare abbazia presso Sant'Angelo dei Lombardi, (Montevergine-Goleto 1979), Montevergine-Goleto 1983.
Mongelli 1984: Giovanni Mongelli, “Il cenobio del Goleto sotto il governo delle abbadesse”, in Le Abbazie nullius. Giurisdizione spirituale e feudale nelle comunità femminili fino a Pio X, atti del convegno di Studio (Conversano, 29-30 ottobre 1982), Conversano 1984, 283-318.
Mongelli 1985: Giovanni Mongelli, Profilo storico del Goleto, Materdomini 1985.
Mongelli 1988: Giovanni Mongelli, “Il cenobio del Goleto”, in Insediamenti verginiani in Irpinia. Il Goleto, Montevergine, Loreto, Cava dei Tirreni 1988, 51-59.
Renda 1581: Felice Renda, Vita et obitus sanctissimi confessoris Guilielmi Vercellensis sacri monasterii Montis Virginis de Monte fundatoris, ac Religionis eiusdem monachorum et monialium institutoris (...). Additis eiusdem religionis aliorumque sanctorum vitis et privilegiis in favorem, Neapoli : apud Io. Donatum Celetum, 1581.
Storia di Montevergine 1965-1979: Storia di Montevergine e della congregazione verginiana, 8 voll., Avellino 1965-1979.
Verace, Costo 1585: Vincenzo Verace, Tommaso Costo, La vera istoria dell’origine, e delle cose notabili di Montevergine, ove prima si descrive la vita di S. Guglielmo capo e fondatore di quel sacro monasterio, e sua congregatione: e quelle di Sant’Amato vescovo di Nusco, e di San Donato monaco; con l’aggiuntione de’ privilegi, Napoli, H. Saluiani, & C. Cesari, 1585.
Zigarelli 1850: Giovanni Zigarelli, Viaggio storico-artistico al reale santuario di Montevergine, (Napoli 1850) Napoli 1860. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 31/05/2012 14:36:57 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 14:02:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/38 |