Oggetto | Benevento, Rocca dei Rettori | |
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Luogo | Benevento | |
Tipologia | castello | |
Nome attuale | Rocca dei Rettori | |
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Nomi antichi | ||
Cronologia | 1320 (5 luglio): il rettore Guglielmo de Balaeto riceve l'ordine da papa XXII di costruire una fortezza. 1321 (30 settembre): Giovanni XXII ordina che lo spazio occupato dal monastero benedettino di S. Maria Porta Somma fosse abbandonato 1321: costruita dal rettore Guglielmo da Balaeto su istanza di papa Giovanni XXII. 1585: la rocca viene trasformata in carcere, e l'abitazione del governatore si sposta nell'attiguo palazzo apostolico. XVIII secolo: a quel tempo al rocca ospitava il carcere, il tribunale e l'archivio. 1702: il terremoto provoca danni, e dei restauri viene incaricato l'architetto Carlo Buratti. | |
Autore | Arnaldo de Brusacco magister Meulus e magister Landulphus | |
Committente | papa Giovanni XXII Guglielmo de Balaeto | |
Famiglie e persone | papa Giovanni XXII papa Benedetto XII Guglielmo de Balaeto Arnaldo de Brusacco magister Meulus e magister Landulphus Pierre Ricard | |
Descrizione | La Rocca domina da un lato la città e dall'altro la valle del Sabato, dove c'era la via romana che da Benevento portava ad Avellino, e sorge sul sito Porta Somma, databile al I secolo d.C. (Rotili 1986, 19) e sulle mura di una fortezza romana. Nell'area c'erano inoltre alcuni resti di costruzioni difensive del periodo longobardo, inglobati nel nuovo castello trecentesco. Inoltre la Rocca sorge sul sito del preesistente monastero benedettino di S. Maria di Porta Somma. La costruzione della Rocca fu intrapresa tra l'ottobre e il dicembre del 1332, affidando il progetto architettonico a frate Arnaldo de Brusacco, nobile francese e abate di Santa Sofia. I lavori furono diretti da magister Landulfus e magister Meulus, che troviamo definiti "fabricatores totius castri et hospitii novi", in occasione di un loro resoconto sui lavori in corso dato al rettore e al tesoriere il 26 marzo 1336 (Zazo 1954, 18). L'esigenza di una fortezza fu probabilmente suggerita a Papa XXII dal neo-eletto rettore Guglielmo di Balaeto a seguito dei sanguinosi tumulti e scontri tra rettori e arcivescovi che negli anni precedenti avevano sconvolto la città, tra cui l'ultimo nel 1316. Interessante a questo proposito la relazione del 1336 redatta dal Tesoriere della città Pierre Ricard (Mollat 1950; Zazo 1954, 8): a parte le violenze commesse contro il precedente rettore Ugo de Laysac, c'era la consuetudine che i cittadini, in tempo di sede vacante, espellevano dalla città i rappresentanti pontifici. La costruzione di una fortezza avrebbe scongiurato tale pratica. Inoltre Benevento, isolata all'interno del territorio del Regno di Napoli, era continuamente soggetta alle sopraffazioni dei baroni ragnicoli vicini. Questi problemi si univano alla necessità di avere come residenza un "locum decentem et eminentem", che eguagliasse il palazzo dei principi longobardi, che per ultimo aveva ospitato papa Gregorio X nel 1272. La Rocca risulta incastrata "per modum turris" fra le mura orientali della città, e fu costruito utilizzando cospicui frammenti antichi, come avvenne per la contemporanea facciata del Duomo. Il primo livello si elevava di sette metri e vi si accedeva attraverso un ingresso voltato "ad modum Carcassone", con evidenti riferimenti all'architettura militare del sud della Francia. Sopra l'ingresso si trovava un'aula lunga circa quindici metri, larga sette, alta otto, con camino e guardaroba; la sala si apriva con due finestre verso la città e una verso l'esterno delle mura. In corrispondenza di questa sala, al piano superiore se ne trovava un'altra, collegata alla terrazza del castello attraverso una scala a chiocciola (Zazo 1954, 14). La terrazza era cinta di merli sporgenti; durante una visita alla città Carlo duca di Calabria fece aggiungere nei quattro angoli delle torricelle (Mollat 1950). Delle quattro torricelle, solo due erano state costruite all'epoca della relazione di Pierre Ricard del 1336: entrambe erano costata ottanta once d'oro e una di esse era stata progettata da Arnaldo di Brusacco. Entrambe le torricelle hanno una forma cilindrica; in particolare torricella posta a sud-ovest presenta una base quadrangolare costruita a imitazione delle Torri di Federico II a Capua (Rotili 1952, 102). Sul sito del monastero di S. Maria a Piazza, adiacente al castello, fu realizzato un palazzo adibito a residenza dei funzionari; questo presentava un'aula di ventiquattro metri, con tre finestre "sicut Consistorium avinionense". Al di sotto si trovava il carcere, a oriente il cellario; sono documentati dispense per i viveri e servizi. Al centro del cortile si trovava la cappella dedicata alla Vergine. Già nel 1336 il Vicario la maggior parte dei familiari del Rettore e del Tesoriere furono costretti a cercare alloggio altrove, dal momento che il palazzo non riusciva a ospitare tutti i funzionari. | |
Iscrizioni | Lapide che ricorda l'inizio della costruzione: "ANNO DOMINI MCCCXXI TEMPORE DOMINI JOHANNIS PP. XXII INCEPTUM FUIT HOC CASTRUM QUOD FECIT VENERABILIS VIR DOMINUS GUILLELMUS DE BALAETO RECTOR BENEVENTI ET CAMPANIAE SEDE APOSTOLICA APUD AVINIONE EXISTENTE" (Zazo 1954, 11). | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Nel 1993 sotto la guida di Daniela Giampaola furono effettuate indagini archeologiche presso l'edificio al fine di accertare le diverse fasi edilizie. Il dato più interessante è costituito dal rinvenimento di tracce della struttura dell'acquedotto romano inglobato nella muratura della torre longobarda. Si tratta probabilmente dell'acquedotto di epoca augustea noto come "sannitico", a cui si collegano anche due cisterne. Il muro in blocchi di calcare a sud invece è stato datato al IV-V sec. d.C. ed esso è stato eretto abbassando la quota d'imposta per proteggere l'area della rocca attraverso la distruzione di uno o più monumenti funerari. Probabilmente la maggior parte dei blocchi e degli elementi decorativi dell'edificio provengono dalla distruzioni di questi monumenti funerari romani (Tocco Sciarelli 1993, pp. 734-736). Nelle due torrette a pianta poligonale sono reimpiegate diversi ritratti antichi in pessimo stato di conservazione, proveniente probabilmente da stele funerarie. Nella torre occidentale si trovano reimpiegate alcune stele funerarie (un rilievo con coppia di defunti, uno con tre defunti) e un frammento di soggetto gladiatorio. Tra queste c'è anche una stele di un cavaliere. Sul lato sud-est in alto vi è una stele con coppia di defunti. Sulla facciata in alto vi è una stele con coppia di defunti. Nel paramento murario orientale vi sono un rilievo con sella curulis e pilastrino, una stele con busto maschile, una stele con busto maschile acefalo, una con busto femminile, un rilievo con scanalature, un rilievo con cavallo, un frammento di trabeazione con fregio a girali vegetali, un blocco con girali vegetali, un frammento di lastra con cassettoni, tre frammenti di trabeazione con fregio a ghirlande, un capitello corinzio di lesena ed una lastra con iscrizione CIL IX 1926. Al di sopra di quest'ultima si conserva un blocco iscritto molto frammentario. Nell'angolo nord-ovest si trova una stele con busto maschile, un frammento di un fregio dorico e un cippo con iscrizione. Infine, sullo stesso lato, vi è un rilievo con due maschere (pinax) proveniente dal Teatro o dalla tomba di un attore, databile al I sec. a.C. Sul lato d'ingresso della rocca è reimpiegato un fregio dorico e un frammento di cornice, al di sotto dell'iscrizione moderna. Nelle fondamenta fu utilizzata un'ara con iscrizione sacra. Nel giardino sono conservate alcune stele funerarie. Un'ara funeraria è stata reimpiegata come gradino sotto la finestra di una sala. Di fronte alla Rocca dei Rettori, nel piazzale 4 novembre, sono reimpiegati due pilastrini ottagonali nel monumento di Urbano VIII. Nelle mura vicino la porta dei Rettori erano reimpiegate: un'iscrizione con fregio dorico, CIL IX 1624, una stele funeraria oggi al Museo del Sannio. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | La Rocca compare in quasi tutte le principali raffigurazioni urbane di Benevento. A partire dalla accurata Veduta di Benevento e del noce sacro, pubblicata da Pietro Piperno nel 1634, e poi dalla più schematica Descrittione del sito di Benevento con il luogo della Noce superstitiosa, pubblicata dallo stesso autore l'anno successivo. La rocca è poi rappresentata nella pianta Pizzella (1764) e nella pianta Casselli (1781). Rilievi dello stato di fatto del complesso (composto dalla Rocca e dal palazzo Apostolico), in pianta e prospetto esterno realizzati dall'architetto Carlo Buratti nel 1702 sono presso l'Archivio di Stato Roma, Camerale III, busta 361. Disegno acquerellato "Prospetto del Regio Palazzo, e Castello di Benevento", datato 06/08/1769, realizzato dall'ingegniere regio Domenico Gherig su commissione di Bernardo Tanucci. Archivio di Stato di Napoli, Farnese, 1489/2, all. A. | |
Piante e rilievi | Disegno acquerellato "Prospetto del Regio Palazzo, e Castello di Benevento", datato 06/08/1769, Archivio di Stato di Napoli, Farnese, 1489/2, all. A. | |
Fonti/Documenti | Relazione del 1336 redatta dal Tesoriere della città Pierre Ricard (Mollat 1950) | |
Bibliografia | Bertelli Buquicchio 1992: G. Bertelli Buquicchio, "Benevento", in Enciclopedia dell'Arte Medievale, Roma 1992.
Mollat 1950: Guillaume Mollat, "Construction d'une fortesse à Bénévent sous le pontificats de Jean XXII e de Bénôit XII", Mélanges d'archèologie et d'histoire, 62, 1950, 149-164.
Pezone 2008: Maria Gabriella Pezone, Carlo Buratti. Architettura tardo barocca tra Roma e Napoli, Firenze 2008.
Rotili 1952: Mario Rotili, L'arte nel Sannio, Benevento 1952. Rotili 1986: Marcello Rotili, Benevento Romana e longobarda. L'immagine urbana, Benevento 1986.
Tocco Sciarelli 1993: Giuliana Tocco Sciarelli, L'attività archeologica nelle province Avellino, Benevento e Salerno, in Sibari e la Sibaritide, atti del trentaduesimo convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto-Sibari, 7-12 ottobre 1992, Taranto 1993, pp. 723-740.
Zazo 1954: Alfredo Zazo, Il castello di Benevento, Napoli 1954. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Bianca de Divitiis | |
Data di compilazione | 30/12/2012 20:18:52 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 13:17:31 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/310 |