OggettoAmalfi, Cattedrale
LuogoAmalfi
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeCattedrale di Sant'Andrea
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria e Sant’Andrea, e attigua basilica del Crocifisso

Cronologia

sec. VI: fondazione di Santa Maria (oggi Basilica del Crocifisso)

sec. IX: probabili decorazioni e restauri

sec. X: riedificazione X sec. (post 987);

1057, ante: fondazione di Sant’Andrea.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La Cattedrale di Amalfi si può giovare di un’insolita abbondanza di cronache (Camera 1876-1881, I, pp. 10-13, ne menzionava 29, a volte però più di un manoscritto per la stessa opera; cfr. Schwarz 1980, p. 24). La più importante è il Chronicon archiepiscoporum Amalfitanorum, opera notevolmente stratificata, il cui nucleo più antico è del XII secolo (Schwarz 1996).

Il complesso episcopale si presenta oggi, in séguito alle ricostruzioni e ai restauri che fra Sette e Ottocento ne hanno alterato le strutture medievali, composto da due edifici affiancati, la cattedrale di Sant’Andrea e la basilica del Crocifisso, entrambe situate al di sopra di un alto podio con orientamento ad est. Il primo, di dimensioni maggiori, è articolato in tre navate con cinque cappelle laterali per parte e transetto sopraelevato sulla cripta; l’icnografia del secondo è stata invece pesantemente alterata dall’innesto nel fianco settentrionale delle volte del Chiostro del Paradiso e dalle cappelle rivolte all’esterno o all’interno della basilica. La cronologia dei due edifici – nei quali si è visto un esempio, raro per il Meridione, di cattedrale doppia – è ancora largamente discussa fra gli storici dell’architettura, né sembra destinata a trovare risposte sicure poiché manca ancora un’indagine archeologica dell’edificio principale.

Il primo nucleo dell’edificio risalirebbe almeno VI secolo, poiché nel gennaio del 596 papa Gregorio Magno scriveva al suddiacono Antemio perché imponesse la residenza sacerdotale a Pimenio “Amalphitanae civitatis episcopus” (Gregorii I Papae Registrum 1882, pp. 400-401). Nel Chronicon Salernitanum (ed. 1839, p. 54) è citata la “ecclesia Beatissime Virginis Marie” di Amalfi in relazione coi tentativi di Sicardo di impossessarsi delle reliquie di Santa Trofimena (protettrice di Maiori) attorno all’837-839, ricoverate in cattedrale dal vescovo Pietro, forse quello stesso Pietro del IX secolo che secondo il Chronicon Amalphitanum aveva fatto edificare il palazzo episcopale e dedicare la cattedrale (Schwarz 1996, pp. 190-191). Elementi erratici databili al IX secolo documenterebbero questa fase d’arredo (Aceto 1984). Probabilmente la chiesa era dedicata ai Santi Cosma e Damiano, poiché così sarebbe stata chiamata l’attuale basilica del Crocifisso quando divenne una nave laterale della nuova cattedrale (le più antiche attestazioni di questa intitolazione si trovano nel Chronicon archiepiscoporum Amalphitanorum, in Pirri 1941, pp. 182-183). L’impianto attuale della basilica del Crocifisso (a tre navate senza transetto), non sappiamo quanto fedele a quello del IX secolo, è con più sicurezza ancorabile alla probabile ristrutturazione del X secolo in seguito all’elevazione di Amalfi a sede metropolitana (987) sotto il duca Mansone III; il doppio ordine di monofore su bifore è invece forse una realizzazione successiva.

Un sistema di colonne binate (ritrovate dai sondaggi nelle pareti del vano che separa Sant’Andrea dal Crocifisso, realizzato nel ’700) faceva da diaframma ai due edifici, che dovevano costituire un unico spazio a sei navate, ridotte poi a cinque con la costruzione del chiostro (1266-1268; in Pirri 1941, p. 181).

Per la datazione dell’edificio principale dedicato a Sant’Andrea abbiamo solo la certezza di un ante quem del 1057, anno in cui fu fusa a Costantinopoli la porta in bronzo donata da Pantaleone di Mauro e apprezzata da Desiderio di Montecassino (Le porte del paradiso 2009). L’assetto originale doveva consistere in una struttura a tre navate, con altrettante absidi e transetto non sporgente (un modello che poi sarà cassinate), e in occasione della traslazione delle spoglie di sant’Andrea, trafugate a Costantinopoli nella Quarta Crociata, il cardinal Pietro Capuano finanziò il nuovo transetto e la nuova cripta.

A fine ’400 la cattedrale versava in “evidentissima ruina” e l’arcivescovo Andrea de Cunto (1484-1503), sepolto in cattedrale, provvedeva al restauro dei tetti e a finanziare un ciclo di affreschi nel transetto, ma nella prima metà del ’500 bisognava provvedere di nuovo al rafforzamento delle strutture e dei pilastri (Camera 1876-1881, I, pp. 67-68 e 660-662; e II, p. 67). Nel 1566 l’arcivescovo Marco Antonio Bozzuto intervenne sul campanile (Pirri 1941, pp. 50-60). Infine l’arcivescovo Angelo Pico (1638-1648) aggiunse un pulpito marmoreo, fece indorare l’organo e riconsacrò l’altare maggiore nel 1645 (Strazzullo 1997). Il successore Stefano Quaranta (1649-1678) risanò tutta la zona absidale, spostando sul fondo la cona lignea cinquecentesca, restaurando i mosaici, commissionando nuovi affreschi, e soppresse molte cappelle gentilizie, provocando la dispersione degli arredi. Il terremoro del 1688 rese necessario un intervento radicale dell’arcivescovo Bologna (1701-1724), che fece completamente rifare il tetto (abbassandolo) e le finestre (Camera 1876-1881, I, p. 68). Tutte queste fasi sono ben documentate. Nel 1861 crollò tutto il prospetto principale e la nuova facciata, disegnata da Enrico Alvino, si concluse solo a fine secolo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Nella parete divisoria tra Cattedrale e basilica del Crocefisso, troviamo una fila di doppie colonne con capitelli di reimpiego

Nelle navate e nelle cappelle della basilica del Crocefisso: colonne con capitelli di reimpiego.

Nella Cattedrale si conservavano:

Sarcofago con Ratto di Proserpina (ora nel chiostro del Paradiso);

Sarcofago di Cesario D'Alagno (ora nel chiostro del Paradiso).

Nel chiostro del Paradiso si conservano:

Sarcofago strigilato a lenòs con Putti di stagione angolari;

Sarcofago strigilato con tabula ansata anepigrafe;

Sarcofago a cassa liscia con iscrizione moderna;

Sarcofago a lenòs strigilato con protomi leonine;

Sarcofago con colonnine, ghirlande e tabula epigrafica;

Sarcofago infantile con thiasos di Eroti

Sarcofago strigilato a lenòs con Putti di stagione angolari

Opere d'arte medievali e moderne

Rilievo della c.d. Madonna della Neve con committente (sec. XV: ora nel Museo diocesano della Basilica del Crocefisso)

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Aceto 1984: Francesco Aceto, "Sculture in Costiera di Amalfi nei secoli VIII-X: prospettive di ricerca", Rassegna Storica Salernitana, I, 1984, 2, 49-59

 

Camera 1876-1881: Matteo Camera, Memorie storico-diplomatiche dell’antica città e ducato di Amalfi, 2 voll., Salerno 1876-1881

 

Chronicon Salernitanum, in Monumenta Germaniae Historica, inde ab anno Christi quingentesimo usque ad annum millesimum et quingentesimum, auspiciis Societatis aperiendis fontibus rerum Germanicarum Medii Aevi, edidit Georgius Heinricus Pertz, serenissimae familiae Welficae ab historia scribenda, III, Hannoverae MDCCCXXXIX, 467-561

 

Gregorii I papæ Registrum Epistolarum, VI, 23, in Monumenta Germaniæ Historica, edidit Paulus Ewald, Berolini, apud Weidmannos, MDCCCLXXXII

 

Le porte del paradiso: arte e tecnologia bizantina tra Italia e Mediterraneo, atti del convegno internazionale di studi (Istituto Svizzero, Roma, 6-7 dicembre 2006), a cura di Antonio Iacobini, Roma 2009

 

Pietro Pirri, Il Duomo di Amalfi e il Chiostro del Paradiso, Roma 1941

 

Schwarz 1980: Ulrich Schwarz, Amalfi nell’Alto Medioevo (Tübingen 1978), trad. italiana a cura di Giovanni Vitolo, Salerno-Roma 1980

 

Schwarz 1996: Ulrich Schwarz, «Il Chronicon archiepiscoporum Amalfitanorum, una fonte da verificare», in La chiesa di Amalfi nel Medioevo, atti del convegno (Amalfi, Scala , Minori, 4-6 dicembre 1987)  La chiesa di Amalfi nel medioevo, atti del convegno internazionale di studi per il millenario dell’archidiocesi di Amalfi, Amalfi-Scala-Minori 4-6 dicembre 1987, a cura di Nicola Cilento, Amalfi 1996

 

Elisabetta Scirocco, Arredi liturgici dei secoli XI-XIII in Campania: le cattedrali di Salerno, Ravello, Amalfi, Caserta Vecchia, Capua, tesi di dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, a.a. 2009-2010

 

Franco Strazzullo, Documenti per la storia del Duomo di Amalfi, Amalfi 1997

Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione31/05/2012 13:28:03
Data ultima revisione21/12/2018 15:38:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/31