Oggetto | Salerno, San Pietro a Corte | |
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Luogo | Salerno | |
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | Chiesa di San Pietro a Corte | |
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Nomi antichi | Confraternita di Santo Stefano (dal 1939) | |
Cronologia | 787, ante: fondazione ad opera del principe Arechi II (m. 787) sec. XV-XVI chiesa utilizzata per ospitare la cerimonia della consegna delle lauree 1505 re Ferdinando affida al napoletano Troiano Mormile la facoltà di nominare l'abate 1573 Decio Caracciolo realizza interventi alla chiesa tra cui l'apertura della scala d'ingresso sec. XVI vi si riunisce il Reggimento grande della città 1730 nuovi interventi alla decorazione interna della cappella | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa di San Pietro a Corte prende il nome dal palazzo pubblico elevato contemporaneamente dal principe longobardo di Benevento Arechi II (m. 787), impiegato ancora in età angioina come curia, corte cittadina. La chiesa, cui si doveva accedere dal palazzo che era posto sul lato meridionale della chiesa, verso il mare, era ad aula unica con aperture di cui restano tracce nelle pareti dopo le trasformazioni subite per tutta l'età moderna e i recenti restauri. All'interno presentava un pavimento ad opus sectile e un titulus che correva lungo le pareti dettato da Paolo Diacono. Negli ambienti ipogei si possono osservare affreschi votivi e sepolcrali databili tra XII e XIV secolo quando gli ambienti risalenti all'età romana, quando fungevano da terme, già riutilizzati come necropoli in età paleocristiana, erano ancor impiegati per le sepolture e i culti privati. Sul fianco sinistro si erge il campanile con terminazione cuspidata (sec. XIV) e, alle spalle dell'edificio, la piccola cappella di Sant'Anna. | |
Iscrizioni | Frammenti minuti del titulus dettato da Paolo Diacono (sec. VIII) per il prospetto e per l'aula interna della chiesa. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Ambienti termali di età romana Colonne e capitelli e epigrafi antiche in posizione di reimpiego Ambiente sepolcrale di età paleocristana con tombe con epigrafi | |
Opere d'arte medievali e moderne | Resti della pavimentazione intarsiata con marmi policromi ad opus sectile (sec. VIII) Affreschi nell'aula ipogea (secc. XII-XIV) Colonne lignee di ciborio (secc. XIII-XIV, oggi al Victoria & Albert Museum di Londra: ipotesi non confermata) Pala lignea dipinta con Madonna e santi (1592, commissionata da Decio Caracciolo) | |
Storia e trasformazioni | La chiesa di San Pietro a Corte nasce per volontà del principe longobardo di Benevento Arechi II, parte del progetto di rinnovamento della città costiera finalizzato a creare una seconda capitale per il principato longobardo della regione, con il rinnovamento della cinta muraria, delle fortificazioni e della curia principesca. Arechi II, con l'ausilio di Paolo Diacono, dopo aver edificato il palazzo volle che fosse affiancata da una cappella palatina, cui il dotto ecclesiastico dettò due tituli per l'esterno e per l'interno dell'edificio, oltre a lasciare memoria dell'edificazione nei suoi scritti ripresi e amplificati dall'anonimo Chronicon Salernitanum (sec. X), dove si narra anche del ritrovamento di una statua d'oro di Priapo e del tempio, sui cui resti, una volta distrutto, venne eretta la chiesa dedicata ai SS. Pietro e Paolo. In effetti, l'area su cui sorse il palatium e la chiesa era ricco di edifici di età romana, come testimoniano i significativi resti di ambienti termali utilizzati già in età paleocristiana su cui venne eretta, in posizione eminente, la cappella, ancora oggi posta in alta e raggiungibile da un'alta scalinata realizzata nel 1576. A partire dal secolo XV la chiesa venne utilizzata per le cerimonie di conferimento delle lauree in medicina, quindi come sede delle riunioni del parlamento cittadino. Affidata in piena autonomia ad abati commendatari, sotto Decio Caracciolo subì radicali interventi con la sostituzione del pavimento intarsiato e delle lastre marmoree dell'esterno e lavori anche al palazzo adiacente. In quell'occasione la struttura venne adibita a scuola di grammatica | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Fiore 1945: Matteo Fiore, "La badia di San Pietro a Corte", Rassegna storica salernitana, 6, 1945, 141-151
Natella 2000: Pasquale Natella, “Palaccium et ecclesiam instituit. Storia del complesso longobardo di San Pietro a Corte di Salerno, in San Pietro a Corte. Recupero di una memoria nella città di Salerno, Napoli 2000, 87-143
Peduto, Fiorillo, Corolla 2013: Paolo Peduto, Rosa Fiorillo, Angela Corolla (a cura di), Salerno. Una sede ducale della Longobardia meridionale, Spoleto 2013
Peduto 2011: Paolo Peduto, "Quanto rimane di Salerno e Capua longobarde (secc. VIII-IX)", in I Longobardi del Sud, a cura di Giuseppe Roma, Roma 2011, 257-278
San Pietro 2000: San Pietro a Corte. Recupero di una memoria nella città di Salerno, Napoli 2000 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 11/12/2012 14:53:01 | |
Data ultima revisione | 20/11/2016 19:14:38 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/273 |