OggettoCapua, Abbazia di Sant'Angelo in Formis
LuogoCapua
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Michele Arcangelo
Immagine
Nomi antichi

San Michele Arcangelo, prima detta ad arcum Dianae, poi ad Formas, e, infine, Informis, o in Formis.

Cronologia

925: Pietro I, vescovo di Capua, concede ai monaci di Montecassino la chiesa di San Michele ad arcum Dianae per costruirvi un cenobio.

943: Il vescovo di Capua, Sicone, più volte accusato di negligenza nell’esercizio dei suoi poteri, si impossessa della chiesa, sottraendola ai monaci di Montecassino. In quello stesso anno i monaci cassinesi ricorrono all’intervento del pontefice Marino II, il quale ingiunge al vescovo la restituzione dell’edificio.

1065: La chiesa, divenuta nel frattempo nuovamente di proprietà vescovile, viene ceduta a Riccardo Drengot, principe normanno di Capua e conte di Aversa, affinché vi costruisse un cenobio.

1066: Riccardo concede al cenobio, da lui costruito, i diritti relativi a diverse sue proprietà.

1072: Riccardo concede il cenobio all’abate di Montecassino, Desiderio, che avvia la ricostruzione del complesso monastico.

1078: Il clero capuano impugna presso il papa Gregorio VII, allora a Capua, la concessione della chiesa ai monaci di Montecassino, ma il papa la riconferma.

1087: anno di morte di Desiderio, che viene raffigurato come ancora vivente negli affreschi della navata. È dunque probabile che all’epoca la basilica fosse ormai quasi completa. Di poco successivo potrebbe essere il portale principale, nella cui iscrizione, invece, Desiderio viene ricordato come ormai defunto.

XII secolo, primi decenni: ricostruzione del portico d’ingresso.

1732: il cardinale Imperiali fa costruire nuovi altari (tre nelle absidi e due in fondo alle pareti laterali), realizzare alcune pitture, e porre in opera un soffitto piano in tela dipinta.

1840: viene aggunta la sacrestia.

1870: viene rinconfigurata la zona dell’altare. È probabilmente nella stessa occasione che il pavimento viene reintegrato con frammenti antichi provenienti dalla chiesa di San Benedetto a Capua.

1928: viene asportato il controsoffitto piano dipinto realizzato nel XVIII secolo dal cardinale Imperiali.

1964: viene installato quale altare maggiore un sarcofago antico proveniente dal Museo di San Martino di Napoli.

1988: restauri.

1992: scavi archeologici.

Autore
Committente

Desiderio da Montecassino. Il ruolo di fondatore svolto dall’abate è confermato sia dall’epigrafe incisa sull’architrave del portale, sia dall’affreschi dell’abside centrale, dove l’abate è rappresentato con il modello della chiesa tra le mani e con il nimbo quadrato, che lo qualifica come personaggio vivente all’epoca dell’esecuzione dei lavori.

Famiglie e persone

Desiderio da Montecassino

Descrizione

Basilica a impianto longitudinale, suddivisa in tre navate, ognuna terminante in un’abside, da due file di sette colonne in marmo per parte.

L'aula è larga metri 15.70 e lunga m. 28 nell'abside centrale e m. 26.30 in quelle laterali. Le mura della chiesa sono di blocchi di tufo medievali Le tre finestre dell’abside erano state murate prima dell’esecuzione degli affreschi, quelle delle absidi laterali più tardi. Ogni navata aveva otto finestre (ora cinque).

Le alterazioni più significative dell’impianto originario riguardano l’estremità est della navata nell’area dell’altare dell’abside maggiore, che risale al 1870.  L’altare attuale è collocato a 2 metri dal muro orientale e sopraelevato su una piattaforma di tre gradini. Il pulpito è sulla sinistra e si raggiunge attraverso una scalinata di spolia. In origine c’era una piattaforma che si estendeva per tutta la larghezza della navata, a cui si accedeva da una scalinata mosaicata posta al centro dell’altare del cardinale Imperiali, come si ancora vedere, ad esempio, in San Menna a S. Agata dei Goti (1110) dove la piattaforma serva da presbiterio sopraelevato e vi si accede da una scala centrale ed è protetto da un parapetto; un ulteriore gradino porta dalla piattaforma al livello dell’abside al centro del quale c’è altare.

Sotto l’abside è una camera voltata che serviva da cripta, a cui si accedeva da una porta, ora murata, verso sud della camera sotterranea, proprio perché c’era una scalinata a livello della navata, sulla destra della scalinata centrale, che conduceva alla cripta.

Il coro era collocato davanti al presbiterio, al livello della navata ed era delimitato a ovest da uno schermo posto a metà della navata. La collocazione dello schermo è indicato dalle tacche incise sui capitelli della quarta coppia di colonne partendo dalla porta. Gli estremi della trave dell’iconostasi si sarebbe poggiati su tali tacche e la trave sarebbe stata retta da una fila di piccole colonne su un parapetto di marmo, come a Montecassino.

Iscrizioni

Iscrizione incisa sul portale principale: “CONSCENDES CELVM, SI TE COGNOVERIS IPSVM/ VT DESIDERIVS QVI SANCTO FLAMINE PLENVS/ COMPLENDO LEGEM DEITATI CONDIDIT EDEM/ VT CAPIAT FRVCTVM QUI FINEM NESCIAT VLLVM”.

In prossimità della sagrestia un'epigrafe ricorda il restauro della chiesa promosso nel 1732 da Giuseppe Renato Imperiali, Cardinale Presbitero e abate commendatario.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

La basilica è stata edificata sull’area di un tempio pagano dedicato a Diana, riutilizzando le strutture del podio, ancora in parte visibile all’esterno (lato sud presso il campanile) e all’interno (appena entrati in chiesa sulla destra, protetta da una lastra di vetro). Anche il podio, a sua volta, presenta due fasi di intervento: una più antica in blocchi (circa cm. 40 e alti da 60 a 70 cm) di tufo grigio locale (m17,40x20,40) risalente a una data compresa fra il 340 a.C. e la seconda guerra punica. In seguito, forse nel 74 d.C., il tempio venne ampliato, allungando il podio di circa 8 metri verso la montagna.

Di questo tempio sono stati riutilizzati le colonne, i capitelli (alcuni dei quali parzialmente rilavorati), e gran parte del pavimento in opus sectile.

Iscrizioni antiche sono ricordate nel pavimento della chiesa ancora nel XVII secolo. Una (CIL.X.3834) si trova oggi al Museo Campano di Capua. L’altra ricordava i nomi dei magistrati tifatini che verso il 74 d.C. avevano ampliato il tempio, abbellendolo con colonne e rifacendone il pavimento (cfr. De Franciscis).

L’acquasantiera di sinistra è ricavata da un’ara romana, rilavorata nel 1564 con le insegne Carafa.

Blocchi di calcare che compongono la base del campanile sono stati identificati come provenienti dall’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Su uno dei blocchi che compongono l’arco di accesso al campanile si trova traccia di una figura umana, in particolare di una testa ricciuta. 

Opere d'arte medievali e moderne

L’interno è arricchito da un importante ciclo di affreschi, fatti realizzare dall’abate Desiderio ma con aggiunte anche di molto posteriori.

Nell’abside è raffigurato lo stesso Desiderio offerente con il modello della chiesa insieme a san Benedetto e agli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele; nel catino è la figura di Cristo Pantocratore.

Lungo le pareti esterne dell’aula si sviluppa il ciclo del vecchio testamento (in parte perduto) e i ritratti degli abati di Montecassino. Le scene superstiti raffigurano: Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso; offerta di Caino e di Abele; Caino uccide Abele,Caino segnato da Dio; Noè chiamato da Dio; costruzione dell'arca; l'arca sulle acque; il sacrificio Noè;la torre di Babele; ospitalità di Abramo; Abramo incontra Melchisedech; il sacrificio di Abramo; Isacco prima di morire; la vocazione di Gedeone;  Gedeone offre il sacrificio. Segue una scena di interpretazione dubbia (martirio di san Pancrazio o di san Pantaleone, oppure ancora un riferimento a qualche altro episodio del vecchio Testamento) e un un medaglione con l'abate Giovanni, unico superstite di una serie di ritratti degli abati cassinesi.

Sulle pareti della navata centrale si scolge il ciclo del Nuovo Testamento. Editto di Erode; strage degli innocenti; Gesù al tempio con i dottori; predicazione di Giovanni; battesimo di Gesù; le tre tentazioni (pane, vanagloria, ricchezze); chiamata degli apostoli; miracolo di Cana; guarigione del lebbroso; la tempesta sedata; la guarigione del paralitico;guarigione dell' emoroissa; risurrezione della figlia di Giairo; guarigione del cieco di Gerico; moltiplicazione dei pani; la cananea; la trasfigurazione; il didramma del censo; il servitore senza pietà; obolo della vedova; parabola del buon samaritano in tre riquadri (il viandante assalito, il soccorso del samaritano, l'alloggio nell'albergo);parabola del ricco e del povero in due riquadri (il pranzo del ricco e quello del povero,il ricco nel fuoco ed il povero nel seno di Abramo); la liberazione  dell'ossesso; Gesù e Zaccheo; Gesù e la samaritana; Gesù e l'adultera;la guarigione del cieco nato;la risurrezione di Lazzaro; la madre di Giacomo e Giovanni ai piedi di Gesù; la cena a casa di Simone e la Maddalena; l'ingresso a Gerusalemme; l'ultima cena e la lavanda dei piedi; Getsemani; bacio di Giuda; Gesù deriso; Pilato si lava le mani e salita al calvario; crocifissione; la deposizione;la discesa al limbo; le piedonne al sepolcro; viaggio a Emmaus; apparizione al lago di Genezaret; l'incredulità di Tommaso; l'ascensione.

Nei pennacchi fra le colonne figure di santi e profeti.

Sulla controfacciata il Giudizio Universale.

Nell’abside destra: nella fascia superiore la Vergine col Bambino fiancheggiata da due angeli, nel registro inferiore sei santi.

L’attuale pulpito del XII secolo, ora all’estremo orientale a sinistra dell’altare, era al centro della chiesa, fuori dal recinto del coro ed era forse in legno; davanti anche un cero pasquale (in origine poggiava su di un capitello corinzio rovesciato)

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

La più antica rappresentazione della chiesa è in uno degli affreschi interni, dove viene raffigurato l'abate Desiderio che offre il modello della basilica.

 

Piante e rilievi

Rilievo degli affreschi, della facciata e della pianta da Schulz 1860, V.

Fonti/Documenti
Bibliografia

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Link esterni

De Franciscis, voce (1965) Sant'Angelo in Formis in Enciclopedia dell'arte antica:

http://www.treccani.it/enciclopedia/sant-angelo-in-formis_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/

voce (2008) Sant'Angelo in Formis su Enciclopedia dell'arte medievale:

http://www.treccani.it/enciclopedia/sant-angelo-in-formis_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)/

SchedatoreBianca de Divitiis - Fulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 12:12:54
Data ultima revisione07/11/2016 18:44:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/27