Oggetto | Capua, Sant'Eligio | |
---|---|---|
Luogo | Capua | |
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | Sant'Eligio | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Sant’Eligio Sant'Aloia | |
Cronologia | 1284-1296: la chiesa viene fondata sul sito di un precedente luogo di culto ormai diroccato (Di Capua Capece 1750; Tedesco 2006). 1473-1474 interventi per la costruzione della torre campanaria di Sant'Eligio 1514-1524: costruzione del campanile (Manna 1588, cc. 88v-89r). XVI-XVII secolo: costruzione del convento. 1732-1747: la chiesa viene ricostruita nella forma attuale (Capua, Archivio Diocesano, busta 100, carte sciolte, doc. del 21 agosto 1732; cfr. Tedesco 2006, p. 82, nota 19). | |
Autore | Sconosciute le maestranze del primitivo impianto angioino così come l’autore del campanile cinquecentesco. La chiesa attuale risulta opera dell’architetto romano Giovan Battista Landini. | |
Committente | La committenza della chiesa angioina è controversa: alcune fonti riferiscono i nomi di Bartolomeo di Capua e altre parlano di Andrea di Cajazzo (Di Capua Capece 1750; Tedesco 2006, p. 79 nota 6), ma da altre si sa che la chiesa apparteneva alla città. De Petri (1634, p. 91) parla di due stemmi, uno della città e uno angioino, e Tedesco (2006, p. 79 nota 6) deduce che la chiesa era stata costruita dall’amministrazione cittadina con il concorso del sovrano. Il legame con la città potrebbe forse essere suggerito anche dalla contiguità con uno dei seggi cittadini (Arco di Sant’Eligio). | |
Famiglie e persone | Andrea di Cajazzo (una lapide lo ricordava come amministratore della fabbrica nel 1296). Paolo Bottone, medico capuano morto nel 1640, è sepolto nella chiesa e celebrato da una lapide. Cesare Costa, arcivescovo di Capua, si adopera per la venuta dei teatini scrivendo nel 1574 al Capitolo Generale Teatino a Roma; quattro anni più tardi, in occasione del Sinodo Provinciale di Capua, consacra il cimitero di Sant’Eligio (Del Tufo 1609, pp. 121, 124). Cesare d’Argento si reca a Roma nel 1574 per negoziare la venuta dei teatini a Capua (Del Tufo 1609, p. 121). G. B. Landini, architetto della ricostruzione settecentesca (Tedesco 2006). padre Ignazio Azzia C.R. dà inizio alla rifabbrica del 1732 (Granata 1766, II, p. 239). padre Angelo Marotta C.R. la porta a compimento nel 1747 (Granata 1766, II, p. 239). | |
Descrizione | La chiesa attuale è a impianto longitudinale, a navata unica con tre cappelle per lato, transetto non sporgente e cupola all’incrocio fra la navata e il transetto. La facciata si affaccia verso la piazza dei Giudici: il registro inferiore è in pietra, quello superiore in stucco. Il campanile sorge sul fianco destro, invisibile dalla piazza perché nascosto da altre strutture. Il convento è oggi Caserma dei Carabinieri. | |
Iscrizioni | Un’iscrizione (adesso irrintracciabile) datata 1296 citava Andrea di Cajazzo come amministratore della fabbrica (Di Capua Capece 1750, p. 53). Granata 1766, II, p. 242 trascrive l’epitaffio funebre di Paolo Bottone (+1640), collocato “nel calare al Cimiterio di questa Chiesa”: D.O.M./ PAVLO BOTTONIO / MEDICO PRAECLARISSIMO / ET OMNIBVS DOCTRINIS EXCVLTO / A QVO VIRO FVNVS NVLLVM / VT AB EO MORTVO OMNIVM LVCTVS / SENATVS, POPVLVSQVE CAMPANVS / CIVI BENEMERENTISSIMO P. / AN. SAL. MDCXL. AET. S. LXIII | |
Stemmi o emblemi araldici | Secondo De Petri 1634, p. 91, nella chiesa precedente alla ricostruzione attuale erano visibili uno stemma angioino e uno della città di Capua. La raffigurazione di questi stemmi è in un foglio del codice X.A.42 della Biblioteca Nazionale di Napoli. | |
Elementi antichi di reimpiego | Nel registro inferiore della facciata sono alveolate due colonne in granito. Il basamento del campanile è in blocchi di calcare bianco, probabilmente antichi. Fino al XIX il battistero era realizzato con pezzi antichi, poi rimossi in occasione dello spostamento all’interno della cattedrale di Capua del cero pasquale del vescovo Erveo (Mattej 1846; Jannelli 1858, p. 122). | |
Opere d'arte medievali e moderne | Nel coro della vecchia chiesa erano cinque statue, tra cui raffigurante la Vergine della Purità, adesso nel duomo di Capua, attribuita ai fratelli Alamanno. Dalla chiesa proviene anche la statua lignea del Redentore oggi nei depositi del Museo di San Martino a Napoli | |
Storia e trasformazioni | La chiesa angioina aveva orientamento diverso e dimensioni molto minori: le sue murature sono state inglobate nella nuova costruzione e riutilizzate come transetto. La chiesa antica aveva navata unica coperta a capriate lignee, area presbiteriale voltata a crociera, e quindi coro poligonale (Giorgi 1993; Tedesco 2006). Parte di queste strutture voltate sarebbero ancora visibili negli ambienti annessi della chiesa (Tedesco 2006). Alla chiesa di Sant’Eligio era annesso a un ospizio per pellegrini e l’istituzione capuana era collegata alla omonima chiesa napoletana, fondata del resto negli stessi anni (ibidem). Granata 1766, lib. II, cap. II, p. 240, riferisce che la chiesa era stata messa a disposizione dei francescani e utilizzata da San Bernardino da Siena per le predicazioni in città, ma la notizia non è attestata da altre fonti. Nel XV secolo risulta officiata dal clero secolare (Tedesco 2006, p. 74).
Nel 1572 la chiesa viene concessa ai teatini, che ne prendono possesso due anni dopo (Del Tufo 1609, pp. 121-124; Monaco 1630, p. 565; Di Capua Capece 1750; Granata 1766, II, p. 240; Giorgi 1993; Tedesco 2006). Nel 1576 i teatini ottengono dalla città di Capua un pezzo di terreno ove costruire il cimitero della chiesa (Manna 1588, c. 481r-482r; Tedesco 2006, p. 80), che viene consacrato ufficialmente nel 1578 (Del Tufo 1609, p. 124). | |
Note | Interessante il campanile, costruito in piperno, con una scansione esterna a lesene e un fregio ad archetti e balaustrini incassati. Da un documento dell’archivio generalizio teatino di Sant’Andrea della Valle (AGT, Capua, 29 ottobre 1574) risulta con chiarezza che la chiesa viene concessa ai teatini dalla città. | |
Fonti iconografiche | La chiesa è raffigurata nella veduta di Capua pubblicata da Pacicchelli nel 1703. F. De Martino, P. Bruno, Monistero di S.to Eligio. Caserma per due Compagnie d’artiglieria da Piazza e Stato Maggiore del Reggimento, litografia (cm 31x40), scala 1:500, 20 settembre 1866, Roma, I.S.C.A.G., Disegni e stampe, E.1019. F. De Martino, Monistero di S.to Eligio..., piano terreno ed ammezzato con cenno storico; primo piano, litografia (cm 31x40), scala 1:500, 20 settembre 1866, Roma, I.S.C.A.G., Disegni e stampe, E.1341; E.1341bis. F. De Martino, P. Bruno, Monistero di S.to Eligio..., , 20 settembre 1866, Roma, I.S.C.A.G., Disegni e stampe, E.1526. | |
Piante e rilievi | Pianta in Pane, Filangieri 1990. | |
Fonti/Documenti | Napoli: Valerio Pagano, Breve relazione del principio e progressi de la religione de chierici regolari e delle attioni d’alcuni di essi padri notate da don Valerio Pagano dell’istessa religione, 1616, Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, ms. fondo S. Martino, n° 564, cc. 76 e ss. Nel 1514 gli Eletti della città concedono una elemosina di 5 ducati per la costruzione del nuovo campanile (ACC, Cancelleria, lib. 6, c. 33, in Manna 1588, cc. 88v-89r). Nel 1524 gli eletti concedono una nuova elemosina per le campane (ACC, Cancelleria, 14, f. 51, in Manna 1588, c. 89r), per cui si può desumere che il campanile fosse stato ormai terminato. La concessione di una nuova donazione, questa volta non in danaro ma in materiale da costruzione, nel 1531 va dunque posta in relazione con lavori all’interno del complesso, come dl resto specificato nella donazione “Donate tutte le pietre de la Città che stavano fore la prta de Santo Loya [=Eligiio] predetto per servitio de la fabrica de detta ecclesia” (ACC, Cancelleria, 14, f. 51, in Manna 1588, c. 89r). Una nuova donazione di 25 ducati “per la campana” viene erogata il 7 maggio 1569 (ACC, Cancelleria, 25, in Manna 1588, c. 89r). Nel 1589 risulta in costruzione il monastero (ACC, Libro di cancelleria, 25, sub data ottobre 1589, c. 74v; in Tedesco 2006, p. 80, nota 11), realizzato nei locali del vecchio ospedale, trasferito “in un angolo della strada che conduce alla Piazza de’ Giudici” (Granata 1766, II, p. 240). Nel 1591 il consiglio della città destina ai teatini una elemosina per la costruzione del nuovo dormitorio (ACC, Cancelleria, 25, ff. 198v, 211v-212r, 486r, 443r, 489r; cfr. Tedesco 2006, p. 82, nota 17), mentre nel 1609 Del Tufo (1609, pp. 122-123) definisce l’edificio “ridotto horamai à ... buon termine” definendo l’abitazione dei teatini “nobile, e commoda”. | |
Bibliografia | Campanelli 1987: Marcella Campanelli, I teatini, Roma 1987, 301-304.
Ciociola 1994: Francesco Ciociola, "I Teatini e la chiesa di S. Eligio in Capua", Capys, n. 27, 1994, 130-132.
Del Tufo 1609: Giovan Battista Del Tufo, Historia della Religione de’ Padri Chierici Regolari, in Roma, appresso Guglielmo Facciotto e Stefano Paolini, 1609, 121-124.
De Petri 1634: Dell’historia napoletana scritta dal Signor Francesco de’ Pietri libri due [...], in Napoli, nella stampa di Gio. Domenico Montanaro, 1634.
Di Capua Capece 1750: Giuseppe Di Capua Capece, Dissertazione di Giuseppe di Capua Capece Intorno alle due Campane della Chiesa Parrocchiale di S.Giovanni de' Nobili Uomini di Capua, alla quale si da principio con un'altra dissertazione sopra lo stesso argomento di Paolo Maria Paciaudi, In Napoli, stamperia di Novello de Bonis, 1750.
Fadda 2001: Elisabetta Fadda, La Madonna della Purità di Capua, Capua 2001.
Giorgi 1993: Lucia Giorgi, Architettura a Capua nel periodo angioino: i complessi di S. Domenico e S. Eligio, in Lungo le vie dell’Appia, Minturno 1993. Granata 1766: Francesco Granata, Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, 3 voll., Napoli 1766 [tomo I; tomo II], 215-228. Iannelli 1858: Gabriele Iannelli, Sacra guida della chiesa cattedrale di Capua, Napoli 1858. Manna 1588: Gian Antonio Manna, Prima parte della cancellaria de tutti priuilegii, capitoli, lettere regie, decreti, conclusioni del consiglio et altre scritture della fedelissima città di Capua dall'anno 1109 insino all'anno 1570. Ridotte per ordine d'alfabeto per il magnifico Gian Antonio Manna cittadino del regimento di detta città, Neapoli, apud Horatium Salviani 1588.
Mattej 1846: Pasquale Mattej, "La Piazza de’ Giudici, e la Vergine ed il Battistero nella Chiesa di S. Eligio di Capua", Poliorama Pittoresco, XI, settembre 1846, 7-8. Monaco 1630: Michele Monaco, Sanctuarium Capuanum, opus in quo sacrae res Capuae et per occasionem plura, tam ad diuersas ciuitates regni pertinentia, quam per se curiosa continentur. Collectore Michaele Monacho, Neapoli, apud Octavium Beltranum, MDCXXX. Pane, Filangieri 1990: Giulio Pane, Angerio Filangieri, Capua. Architettura e arte, catalogo delle opere, (Vitulazio 1990), Capua 1994
Pascale 1682: Agostino Pascale, Racconto del sacco di Capua dato dall’iniquo Cesare Borgia sul dì 24 di luglio nell’anno dell’humana salute 1501, in Napoli, per Antonio Bulifon, MDCLXXXII.
Rinaldo 1753-1755: Ottavio Rinaldo, Memorie istoriche della fedelissima città di Capua raccolte da Ottavio Rinaldo, 2 tomi, in Napoli, appresso Giovanni di Simone, MDCCLIII-MDCCLV [vol. 1; vol. 2].
Senatore 2016: Francesco Senatore, "Capua nel Quattrocento: la cura degli spazi e dei cittadini", in Giovanni Vitolo (a cura di), Città, spazi pubblici e servizi sociali nel mezzogiorno medievale, Napoli 2016, 317-350 Tedesco 2006: Mariaimmacolata Tedesco, "Nuove acquisizioni sul complesso di Sant'Eligio a Capua", Capys, 39, 2006, 72-85. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 14/04/2012 08:19:33 | |
Data ultima revisione | 10/11/2016 17:01:43 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/2 |