OggettoSessa Aurunca, San Domenico
LuogoSessa Aurunca
Tipologiachiesa (diruta) e complesso monastico (esistente)
Nome attualeSan Domenico
Immagine
Nomi antichi

San Domenico

Cronologia

1425: edificazione della chiesa e del convento sul sito donato da Giovanni Antonio Marzano come compensazione per l'abbattimento della precedente chiesa domenicana di San Pietro a Castello, abbattuta per l'ampliamento del castello.

1478: il nuovo complesso risulta ancora in costruzione e i frati presentano istanza contro mastro Francisco di Filippo de Roccamonfina e il suo garante Giovanni de Conquestis per la mancata esecuzione di “certe membre de frabicha”.(Napoli, Archivio di Stato, Sommaria, Part. 12, f. 251v; cfr. Marco, Parolino 2000, p. 23).

1541: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la creazione di Adamo ed Eva (Fuscolillo 2008, p. 79)

1549: l'Universitas e il governatore Lope de Herrera stabiliscono una donazione di 200 ducati annui per la durata di 5 anni, da destinarsi alla riparazione della chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, 107).

1551: muore donna Maria, moglie di Berardino de Cordoba, e il corpo viene portato nella chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, p. 117).

1564: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la storia di Tobia (Fuscolillo 2008, p. 82)

1564: si pone in opera il nuovo organo  e si fanno le "prospere seu dechoro" dietro l'altare maggiore della chiesa (Fuscolillo 2008, p. 82).

1570: viene costruito l’arco di ingresso alla cappella di Scipione Piscitello, intitolata a san Tommaso d’Aquino, commissionato al maestro Conforto d’Ambrosio da Santoseverino, residente in Sessa (Caserta, Archivio di Stato, Notarile, notaio Alfonso Sabucco, vol. 371, f. 220; cfr. Di Marco, Parolino 2000, p. 33-34).

1576: il pittore Pirro Caruso, sessano, promette ad Angelo de Paolo, di Napoli, di fare per lui una cona nella cappella di Santa Maria delle Grazie in San Domenico a Sessa (Filangieri 1883-1891, V, p. 102).

1624: il pittore capuano Sebastiano Populis dipinge una pala raffigurante Santa Margherita per la chiesa di San Domenico a Sessa (Catalani 1842, p. 33; Filangieri 1883-1891, VI, p. 309).

1724: si rifà il pavimento in riggiole della cappella del rosario (realizzato da Matteo Giustiniano) e l’altare maggiore in marmi policromi (Giuseppe Bastelli).

1935: le murature pericolanti della chiesa vengono abbattute.

Autore
Committente

Giovanni Antonio Marzano

Famiglie e persone

Giovanni Antonio Marzano

Giovanni Bruno

Agostino Nifo

Lope de Herrera

Costanzo Sebastiano

Descrizione

Attualmente la chiesa è completamente diruta, mentre rimane il chiostro principale, con archi acuti su pilastri in pietra, e parte del campanile.

Iscrizioni

Iscrizione funebre di Agostino Nifo

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Alla base del vecchio campanile è inserito un cippo con iscrizione CIL, X, 4753.

Opere d'arte medievali e moderne

Lungo le pareti perimetrali del chiostro sono lacerti di affreschi raffiguranti episodi della vita di san Domenico, di santi, vescovi e cardinali.

In San Domenico aveva una cappella la famiglia Nifo, ed è qui che nel 1529 viene sepolto Domizio, figlio di Agostino, e qui viene composto nel 1538 “in una cassa di legno ben lavorata con de’ vetri davanti” il cadavere imbalsamato del filosofo, posto “sul limitare della porta della sagrestia “, accompagnato da un epitaffio funebre e da un ritratto (Mattei 1844-1845). Solo nella seconda metà del XIX secolo la salma di Agostino Nifo viene traslata in Sant’Agostino, dove si trova tuttora  in un monumento moderno (Di Marco, Parolino 2000, pp. 32-33).

Sempre in San Domenico era la cappella della famiglia Bruno, dove erano sepolti il vescovo di Isernia Massimo Bruno, morto nel 1522, la madre Livia e il fratello Giacomo vescovo di Dragonara. Fra gli altri anche Giovanni Bruno (De Masi Del Pezzo 1761, p. 251; Di Marco, Parolino 2000, p. 33).

Vi fu sepolto anche l'olivetano e umanista Costanzo Sebastiano, il cui corpo venne in seguito traslato in Sant'Agostino.

Storia e trasformazioni

Il luogo viene concesso ai domenicani da Giovanni Antonio Marzano, il quale per fortificare il castello aveva abbattuto il convento di San Pietro a Castello. Trasformazioni sono attestate a metà Cinquecento, mentre certamente nuove opere risalgono al XVIII secolo, quando la chiesa viene ricostruita.

Note
Fonti iconografiche

Il complesso è visibile nella pala di San Leone Magno che protegge Sessa, e la cupola della chiesa è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Catalani 1842: Luigi Catalani, Discorso sui monumenti patrii, Napoli 1842.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 284-285.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura , Marina di Minturno (Lt) 2000, 9-76.

 

Filangieri 1883-1891: Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle province napoletane, 6 voll., Napoli 1883-1891.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Mattei 1844-1845: Pasquale Mattei, “Agostino Nifo de’ Medici”, Poliorama Pittoresco, 1844-1845, 403-405, 413.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:19:43
Data ultima revisione23/11/2016 13:57:59
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