OggettoSorrento, sedile di Dominova
LuogoSorrento
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attualeSedile di Dominova
Immagine
Nomi antichi

Sedile (seggio) dei nobili di Dominova

Cronologia

XV-XVI secolo

Autore
Committente

Nobili del sedile di Dominova

Famiglie e persone

Vulcano, Mastrogiudice, Sersale, Capece, Nobilione, Molignano, Donnorso, Bocci, Orefice, Marziale, Cortese, Teodor, Carlin, Spasiano (Capasso 1866, p. 25).

Descrizione

L’edificio si compone di una loggia quadrata aperta su due lati con archi a tutto sesto e coperta a cupola. Sul retro è ambiente chiuso di dimensioni minori. L’esterno è interamente in piperno, gli archi poggiano su pilastri polistili e hanno capitelli corinzi arcaicizzanti, la cornice, pienamente cinquecentesca, è invece composta da una sovrapposizione di fasce a dentelli, ovoli e mensole.

Le due arcate sono chiuse da balaustrate in marmo.

All’esterno la cupola ha un rivestimento in embrici di maiolica.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Sullo spigolo libero dell’edificio, sotto la cornice si trovano due stemmi in pietra della città di Sorrento. Sui pilastrini delle balaustrate sono gli stemmi della famiglia Donnorso. Gli stemmi delle famiglie ascritte al seggio, adesso parzialmente illegibili, erano affrescati all’interno nel tamburo della cupola.

Elementi antichi di reimpiego

All’interno della saletta restrostante la loggia si trovano tre colonne antiche scanalate in marmo africano.

Nel XIX secolo il Seggio venne usato come deposito delle antichità smontate dal campanile della cattedrale (Filangieri p. 44). Nella piazzetta di fronte, invece, si trovava una fontata decorata con statuetta egizia ora al Museo Correale; la statua è documentata in quella posiszine almeno dal XVII secolo (Capaccio 1607 [1771], II, 137; Anastasio 1732, 277; Savoia Aosta 1975).

Opere d'arte medievali e moderne

L’interno è decorato da affreschi del XVIII secolo con quadrature architettoniche nelle due pareti chiuse, stemmi nel tamburo e finto cassettonato nell’intradosso della cupola.

Storia e trasformazioni
Note

I nobili della città di Sorrento erano in origine sotto un unico sedile: i documenti più antichi, infatti,fanno riferimento generico al "Tocco" o al "Sejo" dei nobili, senza specificare se di Porta o di Dominova. Si ha notizia dell’esistenza di un unico Seggio almeno dall’epoca di Carlo II d’Angiò, quando nelle consuetudini concesse alla città si fa esplicito riferimento agli “nomine plateae sive theatri” e ancora “homines illius plateae sive tocci civitatis Sorrenti” (Volpicella 1869, p. 52). Probabilmente il sedile indicato era quello di Porta: secondo la condivisibile deduzione di Capasso, l'appellativo di Dominova lascia credere che questo sedile sia quello più recente.

Una pergamena del XV secolo, trascritta da Capasso (1866, pp. 241-244), stabilisce "che per nulla dopna che moresse, de zo che conditione sia, no se deva seder dintro ala Ecclesia, dove se pone, se no a lo Sejo; se li homene de Sejo senze poza seder come ey usato". Ovvero i parenti delle donne defunte - una altra norma precisa che la prescrizione vale anche per le monache e le badesse- non possono stare seduti in chiesa a ricevere le condoglianze, ma devono trasferirsi nel Seggio per espletare questo rito (cfr. Vitale 2006, p. 137).

Fonti iconografiche

Il seggio è chiaramente identificabile nella veduta manoscritta (XVI secolo) custodita presso la biblioteca Angelica di Roma, e nella veduta Pacichelli del 1703 (dove è identificato con la lettera "L").

Un dipinto di Theodore Duclère, adesso al Museo Correale, documenta la situazione del Seggio nel XIX secolo, quando la statua egizia era ancora in loco.

Piante e rilievi

Rilievi della pianta e di uno dei due prospetti esterni sono pubblicati in Pane 1955, p. 101. Riprodotti in seguito in molte altre pubblicazioni.

Fonti/Documenti

Della documentazione prodotta dal Seggio di Dominova sussistono alcuni fasci con le Conclusioni del Seggio dal 1609 al 1815, segnalati prima delle disperzioni belliche del 1943 da Trinchera (1872, p. 418), e poi nuovamente identificati da Patrizia Aversa (I sedili di Sorrento nel XVII e XVIII secolo, tesi di laurea in Lettere e Filosofia, Univeristà Federico II di Napoli, relatore prof. Giuseppe Galasso, a.a. 1985-1986; segnalata in Cuomo 2004, p. 56).

Bibliografia

Anastasio 1732: Philippo Anastasio, Lucubrationes in Surrentinorum Ecclesiasticas civilesque antiquitates, pars altera, Romae 1732.

 

Beloch 1890: Karl Julius Beloch, "Surrentum", in Campanien. Geschichte und Topographie des antiken Neapel und  seiner Umgebung, Breslau 1890, 252-278.

 

Capaccio  1607: Giulio Cesare Capaccio, "Surrentum", in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 128-160.

 

Capasso 1866: Bartolommeo Capasso, Il Tasso e la sua famiglia a Sorrento. Ricerche e narrazioni storiche, Napoli 1866.


Cuomo 2004: La penisola sorrentina. Le tesi di laurea, a cura di Antonino Cuomo, Castellammare di Stabia 2004.

Filangieri di Candida  [1916 ca.]: Riccardo Filangieri di Candida, Sorrento e la sua penisola, Bergamo s.d. [1916 ca.]

 

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

 

Molegnano (1607) 1846: Cesare Molegnano, Descrittione dell’origine, sito, e famiglie antiche della città di Sorrento del signor Cesare Molegnano, posta in luce ad istanza del dottor Tommaso Cavarretta Napolitano, (in Chieti appresso Isidoro Facii e Barthol. Gobetti 1607) e di nuovo Napoli 1846.

 

Pacichelli 1703: Giovanni Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci provincie, in cui si descrivono la sua metropoli fidelissima citta di Napoli, ... e le sue centoquarantotto citta, e tutte quelle terre, delle quali se ne sono havute le notitie: con le loro vedute diligentemente scolpite in rame, conforme si ritrovano al presente, oltre il Regno intiero, e le dodeci provincie distinte in carte geografiche, In Napoli : nella stamperia di Michele Luigi Mutio, 1703.

 

Pane 1955: Roberto Pane, Sorrento e la costa, Napoli 1955.  

 

Savoia Aosta 1975: Margerita di Savoia Aosta Haugsburg, “I monumenti faraonici di Sorrento: la statua di Seti I e la recentemente ritrovata statua di Padimenemipet”, Studi classici e orientali, 24, 1975, 211-215.

 

Trinchera 1872: Francesco Trinchera, Degli Archivi napoletani, Napoli 1872.

 

Venditti 2007: Mauro Venditti, “Sorrento, sedile Dominova”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 283-284.

 

Vitale 2006: Giuliana Vitale, Ritualità monarchica, cerimonie e pratiche devozionali nella Napoli aragonese, Salerno 2006.

 

Volpicella 1869: Luigi Volpicella, Le consuetudini della città di Sorrento: ora per la prima volta messe a stampa, Napoli 1869.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/10/2012 21:13:51
Data ultima revisione24/11/2016 10:41:34
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/135