Scheda Città | Benevento | |
---|---|---|
Attività economiche | Posta sulla direttrice tra Napoli e la Puglia, Benevento ebbe sin dal Medioevo una funzione di ‘intermediazione’ economico-finanziaria e fu luogo di transito di merci, uomini e idee. Sin dal tardo Medioevo giunsero in città operatori finanziari stranieri, in particolare i mercanti toscani, che incentivarono le attività economiche cittadine (Cuozzo 2006, 151). Per Benevento transitavano le abbondanti risorse granarie che dalle pianure pugliesi giungevano ad approvvigionare la popolosa capitale del regno. La città sviluppò così, nel corso dei secoli, una vocazione alla raccolta, allo smistamento e alla lavorazione del frumento, favorita peraltro dalla sua posizione geografica, alla confluenza di due fiumi. Nel tardo Medioevo le attività economiche erano abbastanza floride, sebbene la ricchezza restasse ancora accentrata nelle mani dei monasteri e di poche famiglie. I prodotti agricoli arrivavano dalle campagne circostanti; la farina veniva prodotta nei mulini situati lungo i due fiumi che lambiscono il centro urbano. La consolidata funzione della città, quale centro di deposito e transito delle merci, era spesso osteggiata con provvedimenti restrittivi e lesivi dell’autonomia commerciale di Benevento, generati dall’altalenante andamento delle relazioni politico-diplomatiche tra il Regno di Napoli e la Santa Sede. A ciò si aggiunga il provvedimento del 1570, con il quale furono espulsi gli ebrei dalla città e che causò contraccolpi per l’economia cittadina, della quale le attività degli ebrei costituivano da tempo parte integrante: prestito ad interesse, specializzazioni artigianali, rifornimento e vendita all’ingrosso delle merci (Noto 2006, 183, 190-191). In età moderna l’economia cittadina restò legata soprattutto alla coltivazione e al commercio dei prodotti agricoli, come la frutta, in particolare i fichi, gli ortaggi, quali la lattuga, il cardone, le cipolle e i finocchi, e le erbe medicinali. Non mancavano, tuttavia, beneventani dediti al commercio di ogni sorta di prodotto artigianale, come le corde, e di generi alimentari, in particolare le salsicce e il torrone (Giustiniani 1797, II, 266). | |
Esenzioni e franchigie | Tra le esenzioni e franchigie, concesse dai pontefici ai cittadini e ai religiosi beneventani, si segnalano qui di seguito: il breve di Sisto IV, del 1481, col quale il pontefice esentò i chierici beneventani dal pagamento della gabella del vino; il provvedimento del 1497, con il quale papa Alessandro VI ordinò al governatore di Benevento di destinare cento ducati, riservati alla Camera apostolica, alla città per le necessità dei cittadini; infine, la lettera del cardinal camerario del 1527, con cui ordinò ai doganieri di rendere esenti i beneventani non commercianti dal pagamento dei dazi doganali (Zazo 1946, 15, 18, 24). | |
Mercati e fiere | La città, poiché era situata lungo il tracciato della più importante via interna di comunicazione del regno, per tutto il Medioevo e l’età moderna fu coinvolta, più delle altre città regnicole, dall’intenso movimento mercantile che investiva le località della costa tirrenica e quelle della costa adriatica. Nel tardo Medioevo sono documentate in città quattro fiere: la fiera dell’Annunziata, della durata di otto giorni, che si teneva intorno al 25 marzo; la fiera di S. Onofrio, anch’essa di otto giorni, si teneva intorno al 12 giugno; quella di S. Bartolomeo, la più importante, iniziava il 15 e terminava il 28 agosto; infine, la fiera di S. Francesco si teneva agli inizi di ottobre. Per la carenza di documenti non si sa quando si siano istituite queste fiere, né quale fosse il movimento mercantile delle stesse. Sappiamo solo che nel 1453 Alfonso il Magnanimo nominò Giovanni Bassa, suo aiutante di camera, mastro delle fiere della città di Benevento, come ricompensa dei servigi resigli. Per quanto riguarda il mercato cittadino, infine, esso soleva tenersi presso Porta Gloriosa, nello spazio detto “lo Piano de Corte” (ACA 2908, 199v-201r; Grohmann 1969, 218-219; Giustiniani 1797, II, 267; Mazzoleni 1951, 15; Cuozzo 2006, 151; Zazo 1952, 136). | |
Schedatore | Salvatore Marino | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Economia/12 |