Oggetto | Ager nolanus | |
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Collocazione | a stampa | |
Luogo | CAMPANIA | |
Immagine | ![]() ![]() | |
Materiali e tecniche | incisione da lastra di rame | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1514 | |
Autore | ||
Soggetto | Nola, rappresentazione dell'Agro nolano. | |
Descrizione | La tavola rappresentante l’Ager Nolanus è la prima che compare nel testo del De Nola, inserita su un foglio sciolto non numerato fra le carte III verso e IV recto. È l’unica tavola firmata delle quattro (Nola Vetus, Nola Presens, Figura praesentis urbis Nolae), con la sigla “HIE. MOCE” in basso a sinistra. Nella mappa sono riportati sia gli elementi naturali che i toponimi dei centri abitati. Vi sono i monti Avella, Posillipo e Gauro, le colline di Cicala e di Vesciano, i fiumi Clanio e Sarno, il “rivolus Abellanum” e un altro “rivus” non identificato nei pressi di Napoli, le paludi Maphites, Lagnos e la palus Neapolitana. Alle estremità nord (Arctus) e est (Ortus) sono segnati i nomi della antiche popolazioni confinanti, ovvero i “samnites populi” e gli “hirpini populi”. Fra le città sono rappresentate e identificate Acerra, Cancello, Suessula, Pomigliano (“Pompeianus”), Marigliano (“Marianum”), Napoli, Nola, Rocca, Tigianum, Avella, Cicala, Visciano, Boviano, torre Marciano, Laurino, Palma, Sarno, Ercolano, Stabia, Torre Annunziata, Pompei, Scafati, Agri, Nocera, Castellammare e Sorrento. Molte città sono rappresentate con il toponimo antico, e vi si trovano, ad esempio, anche le scomparse Ercolano e Pompei. Ma questo non accade, invece, con Nola e con Napoli. Nola campeggia al centro della rappresentazione, a dominare l’intero agro, in diretta connessione con il Vesuvio. La città moderna è sintetizzata dalla cinta di mura con al centro la cattedrale, mentre non figurano gli altri edifici dell’abitato. In diretta connessione con Nola è il Vesuvio, anch’esso posto al centro della tavola e, sullo sfondo, il monte Avella. Nel testo del De Nola (I, 1, cc. 4r-5v) il Vesuvio e il monte Avella sono descritti come elementi naturali fortemente caratterizzati per contrasto: il Vesuvio è il monte caldo, associato al fuoco, mentre l’Avella è il monte spesso innevato e portatore di acque torrentizie che sono causa di frequenti inondazioni. E, laddove il Vesuvio è fertile e coltivato, il monte Avella appare brullo e selvaggio. Neapoli è raffigurata in basso a sinistra. La raffigurazione è più dettagliata di quella di Nola, e, oltre alla cinta muraria sono rappresentati e descritti molti altri elementi, tanto antichi, che moderni. L’abitato, anche in questo caso, è sintetizzato dalla cattedrale, ma lungo la cortina muraria sono posti in evidenza il Castelnuovo, a ovest, e il castel Capuano a est. Sulle montagne dietro la città - il “Pausilipus Mons” - è arroccato il castel Sant’Elmo (il Belforte angioino), mentre verso il mare sporgono il molo angioino, la torre di San Vincenzo e il Castel dell’Ovo. Vicino alla firma di Mocetto si intravede una strada che conduce all’uscita della “grotta” di Posillipo - il dettaglio non è chiaramente riconoscibile in tutti gli esemplari, e solo in alcuni è evidente - mentre sul versante opposto del “Pausilipus mons” è una chiesa, forse quella di Piedigrotta, oppure quella di Santa Maria del Parto costruita da Jacopo Sannazaro. Dalla parte opposta della città sono i segni della sua antica storia: una scritta indica che qui si trovava l’antica Palaepolis, nucleo originario della città di Napoli; è inoltre segnato il corso del mitico fiume Sebeto, che appare costellato da costruzioni cilindriche che potrebbero essere interpretate come torri, mentre più in basso la Palus Neapolitana è attraversata da un altro corso d’acqua identificato semplicemente come “rivus” e scavalcato da due ponti. Più lontano è il “Campus romanus”, un luogo cui Leone si riferisce esplicitamente nel testo (I, 10, c. 14v) e che sarebbe stato occupato con uno stratagemma dal senatore romano Quinto Fabio Labeone approfittando di una lite fra i nolani e napoletani nella quale era stato chiamato come arbitro. L’episodio ricordato da Leone è citato sia da Cicerone (De Officis, I, 10, 33) che da Valerio Massimo (Factorum et dictorum memorabilium libri, VII, 3, 4). | |
Iscrizioni | Ai margini del foglio sono le coordinate: ARCTUS, OCCASUS, ORTUS, AUSTER. All'interno della tavola sono indicati i toponimi: Cancelli, Abella mons, Samnites populi, Abella mons, Rocca, Tigianum op, Abella opp., Acerrae, Clanius f(lumen), Suessula, Mephitis Paludes, Paludes Lagynos, Rivolus Abellanus, Nola, colles Gecalae, Gecala Op., Coll. Vesciani, Viscianum op, bovianum op.,T. Marciani, Laurinum op., Sarnus mons, Sarnus op., Hirpini populi, Pausilipus mons, Sebetus f(lumen), Palus Neapol., Neapolis, Palaepolis, Campus romanus, Pompeianus op, Marianum op., Vesuvius, Herculaneum op., Stabiae T. Nunciatae, Pompei op. Scaphati, Sinus surrentinus, Agri op., Nuceria, Gaurus mons, Castel ad Mare, Surentum. | |
Famiglie e persone | ||
Note | ||
Riproduzioni | Leone 1514; Hind 1938-1948, VII; Carillo 1996; Manzi 1973. | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Avella 1991: Leonardo Avella, “Nola ipotesi. 2: rivisitazione e nuove ipotesi di alcune mappe riguardanti la cinta muraria della città preromana e romana”, Itinera, 10, Napoli, 1991.
Cantabene 2006: Giulia Cantabene, “Episodi di iconografia nolana: dalle vedute del Cinquecento alla Scuola di Posillipo”, in Iconografia delle città in Campania. Napoli e i centri della provincia, a cura di Cesare De Seta e Alfredo Buccaro, Napoli 2006, 267-276.
Carillo 1996: Saverio Carillo, “Alcune osservazioni sulla pianta della città allegata al De Nola di Ambrogio Leone“, in Nola e il suo territorio: dalla fine del Medio Evo al 17. secolo, momenti di storia culturale e artistica: atti del 2. Corso di formazione per docenti in servizio Didattica e territorio, 10 febbraio-28 maggio 1994, a cura di Tobia Toscano, Nola 1996, 25-43.
De Filippis 1991: De Filippis, “Tra Napoli e Venezia: Il De Nola di Ambrogio Leone”, Quaderni dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale, 7, 1991, 23-64.
Hind 1938-1948: Artur M. Hind, Early Italian Engraving. A critical catalogue with complete re production of all the prints descrived,London 1938-1948 , Vol. VII, 1948.
Manzi 1973: Pietro Manzi, “Alcuni documenti di cartografia nolana, ovvero Ambrogio Leone e Girolamo Moceto”, Universo, 53, 1973, 811-818.
Milnetov 2009; Petrana Miltenov, “L’agro nolano”, in I centri storici della provincia di Napoli. Struttura, forma e identità urbana, a cura di Cesare De Seta e Alfredo Buccaro, Napoli 2009, 315-334.
Ruggiero 1997: Andrea Ruggiero, “Introduzione”, in Ambrogio Leone, Nola, Napoli 1997, 7-92.
Sica 1983: Francesco Sica, Ambrogio Leone tra Umanesimo e scienze della natura, Salerno 1983.
Toscano 1996: Tobia Toscano, “Il De Nola di Ambrogio Leone“, in Nola e il suo territorio: dalla fine del Medio Evo al 17. secolo, momenti di storia culturale e artistica: atti del 2. Corso di formazione per docenti in servizio Didattica e territorio, 10 febbraio-28 maggio 1994, a cura di Tobia Toscano, Nola 1996, 19-23.
Vecce 2000: Carlo Vecce, “Salutate messer Ambrogio. Ambrogio Leone entre Venise et l’Europe”, Les cahiers de l’Humanisme, 1, 200, 173-181.
Weiss 1958: Roberto Weiss, “Lineamenti per una storia degli studi antiquari in Italia dal dodicesimo secolo al sacco di Roma del 1527”, Rinascimento, 9/2, 1958, 141-201. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 10/09/2012 05:31:40 | |
Data ultima revisione | 09/03/2017 23:57:23 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/3 |