NomeNola
LuogoNola
Status amministrativoComune in provincia di Napoli
Estensione del territorio comunale39 kmq c.a
Popolazione34.349 (ISTAT 2015)
MuseiMuseo archeologico dell'antica Nola; Museo Diocesano; Antiquarium del Seminario vescovile; Museo etnomusicale
ArchiviArchivio storico diocesano
BibliotecheBiblioteca ComunaleLeopoldo Caliendo; Biblioteca del Seminario Vescovile; Biblioteca diocesana di S. Paolino
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Nomi antichi e medievali

Probabilmente in origine detta Hyria. Venuta in possesso dei Sanniti, intorno alla fine del V secolo, prese il nome osco di Novla e cioè di

Fondazione (data, modalità)

Secondo la tradizione, la città fu fondata dagli Ausoni nell'VIII secolo a.C.

Dopo che nel 455 la città fu distrutta dai Vandali di Genserico non riacquistò più l'antica importanza; nei secoli successivi, ebbe a soffrire nuovi saccheggi da parte dei Saraceni (860) e degli Ungheri (934). Unita nel 647 al ducato di Benevento, fece parte più tardi del principato di Salerno. 

Distrettuazioni di appartenenza

Terra di Lavoro

Demografia

Si ipotizza che agli inizi del Trecento nella città di Nola, escludendo quindi i casali pertinenti, vivessero più di quattromila abitanti (Vitolo 1997, 5). Agli inizi del Cinquecento, stando alla testimonianza di Ambrogio Leone, erano circa quattromila gli abitanti in città (Ruggiero 1997, 47), a cui si aggiungevano gli oltre seimila che vivevano nelle campagne e nei casali di Nola (Quindici 1996, 17)

Nel 1532, a Nola e nei suoi casali, risultano attestati 1.152 fuochi; nel 1545, i fuochi salirono a 1.359 e, nel 1561, a 1.820, fino a raggiungere il dato dei 2.265 fuochi, attestato alla fine del Cinquecento (Giustiniani 1804, 60). 

Sito, idrografia, viabilità

Nola ha sempre rappresentato il centro economico, civile, culturale, religioso e militare dell'antico Ager Nolanus. Tale area, posta a nord del Vesuvio, all'imbocco delle valli che menano verso il retroterra campano in direzione del Sannio e dell'Irpinia, vanta origini antichissime ed è caratterizzata da una composizione e da una struttura territoriale per lo più pianeggiante con evidenti segni sia della storia delle civiltà, sia di quella naturale del Vesuvio. Nell'antichità tale tratto del Piano Campano, che si incunea tra il Vesuvio e l'Appennino, era solcato dal fiume Glanis o Glanius - per secoli causa di impaludamenti e ormai prosciugato - che sfociava non lontano dal Volturno; i suoi raggi dovevano corrispondere ai due tratti dei Regi Lagni, riportati nelle carte topografiche come il canale di Bosco Fangone e il torrente Clanio (Miltenov 2009, 316).

Il territorio nolano era collegato alla rete viaria peninsulare, prima con la strada Popilia, che da Capua giungeva a Brindisi, e successivamente, in epoca romana, con la via Appia, che da Roma giungeva a Brindisi, collegandosi all'Agro tramite l'antico percorso di Marcello che partendo da Cicciano arrivava ad Arienzo. Nel corso del Medioevo si sviluppò un nuovo sistema stradale che si articolava attorno all'asse di collegamento Napoli-Nola (Cimitile) che giungeva fino ad Avella, lungo il quale si svilupparono il tracciato della strada nazionale delle Puglie e la strada Pedemontana che, innestandosi sulla Popilia, collegava i centri di Suessola, Roccarainola, Arienzo ed Avella e più a sud le colline di Visciano, Castel Cicala, dei Camaldoli e Nola (Miltenov 2009, 318-319).

 

Schedatore

Salvatore Marino

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Profilo storico

In seguito alla distruzione dei Vandali di Genserico (455 d.C.) la città perse l’antica importanza. Unita nel 647 al ducato di Benevento, successivamente fece parte del principato di Salerno. Nei secoli IX e X subì saccheggi ad opera dei Saraceni (860) e degli Ungheri (934). Nel 1266, Guido de Montfort, conte palatino giunto in Italia al seguito di Carlo d’Angiò, ricevette la città di Nola, insieme ad Atripalda, Forino, Monteforte e altri feudi minori. Guido de Montfort sposò Margherita Orsini, dei Conti di Anguillare, dal cui matrimonio nacque Anastasia. Nel 1290, Romano Orsini, pronipote di papa Niccolò III, sposò Anastasia, figlia di Guido di Montfort. Già titolare di diverse contee di Soana, Soleto in Toscana, e di altri feudi nel basso Lazio, come Nettuno, fu conte di Nola dal 1293 al 1327. Alcuni anticipano l’investitura al 1280 (Remondini 1747, I, 10). A Romano gli successe il figlio Roberto Orsini, che fu terzo conte di Nola, dal 1327 al 1345. Il quarto conte di Nola fu Nicola Orsini, dal 1345 al 1399; nel 1370 riuscì a far diventare la città sede vescovile e ottenne da Ladislao il consenso a dividere i suoi feudi tra i suoi due figli, Roberto (primogenito, che gli premorì) e Raimondello. A Nicola Orsini successe Pietro, o Pirro, primogenito di Roberto, che fu quindi il quinto conte di Nola, dal 1399 al 1412, anno in cui Ladislao assediò la città per diciotto mesi, fino a estromettere Pirro dalla città, il quale morì nel 1420. Dal 1412 al 1418 Nola fu nel regio demanio. Raimondo Orsini fu il sesto conte di Nola, dal 1420 al 1459; nel 1437 diventò Principe di Salerno e morì nel 1459. Divise i suoi feudi tra i tre figli naturali Felice (conte di Nola, principe di Salerno, duca d’Ascoli, signor di Lauro e di Fiorino); Daniele (conte di Salerno); Giordano (conte di Atripalda). Con Raimondo si estinse la successione legittima degli Orsini. Felice Orsini, figlio di Raimondo, fu settimo conte di Nola nel 1459, ma fu poi spodestato da re Ferrante. Accusato di fellonia da Alfonso, per aver preso le parti del pretendente francese Giovanni D’Angiò, fu privato dei feudi di Nola, Lauro, Avella, Palma, Ottaviano, Cicala, Atripalda, Monteforte, Forino. Dal 1459 al 1461 Nola rientrò nel regio demanio. Nel 1461 la città fu ridata in feudo agli Orsini e Orso fu così l’ottavo conte di Nola, dal 1461 al 1479. Figlio naturale di Gentile Orsini, fratello di Raimondo Orsini, con cui si era estinta la successione legittima della famiglia, Orso ricevette la contea di Nola da Ferrante, per aver parteggiato a favore degli Aragonesi. In seguito ricevette i castelli di Lauro, Avella, Palma, Ottaviano, Cicala, Atripalda, Monteforte, Montefredane, Castronovo, Forino. Orso era anche duca d’Ascoli come del resto lo era già Felice Orsini. Alla morte di Orso (1479) gli successe il figlio naturale Roberto, che fu conte dal 1480 al 1485, poi incarcerato da Alfonso II, che consegnò Nola a un altro ramo degli Orsini. Nicola o Niccolò, conte di Pitigliano, fu quindi il decimo conte di Nola, dal 1485 al 1509. Nel 1496 i Nolani sgominarono un presidio francese, lasciato nella città da Carlo VIII, e meritarono, per la loro azione, solenni diplomi di benemerenza da parte dei re aragonesi. A Nicola successe nel 1509 Enrico o Arrigo, figlio di Gentile Orsini, morto all'età di 18 anni, e di Caterina d'Aragona. Sposò Maria Sanseverino dei principi di Bisignano e morì senza prole. Nel 1528, dichiarato ribelle Enrico Orsini, Nola ritornò al demanio regio.

Cronotassi

- 1266-1293: Guido de Montfort, primo conte di Nola.

- 1293-1327: Romano Orsini, secondo conte di Nola

- 1327-1345: Roberto Orsini, terzo conte di Nola.

- 1345-1399: Nicola Orsini, quarto conte di Nola.

- 1399-1412: Pietro o Pirro Orsini, quinto conte di Nola.

- 1412-1418: Nola fu nel regio demanio.

- 1418-1420: Raimondo Orsini, sesto conte di Nola.

- 1459: Felice Orsini, settimo conte di Nola

- 1459-1461: Nola rientrò nel regio demanio.

- 1461-1479: Orso Orsini, ottavo conte di Nola.

- 1480-1485: Roberto Orsini, nono conte di Nola.

- 1485-1509: Nicola o Niccolò, conte di Pitigliano e decimo conte di Nola.

- 1509-1528: Enrico o Arrigo Orsini, undicesimo conte di Nola.

- 1528: Nola ritornò nel regio demanio.

Corpus normativo

Il capitolo settimo del terzo libro del “De Nola” di Ambrogio Leone ci consegna un quadro abbastanza esaustivo della costituzione civile della città durante la signoria degli Orsini. Questa era in massima parte determinata dall'azione del conte, il quale nominava il capitano, la carica più importante della città, e la maggior parte dei funzionari cittadini, peraltro tutti stipendiati dal conte. Le uniche magistrature democratiche erano i prefetti dell'annona e i sei eletti, tre scelti tra il popolo e tre tra i nobili ogni tre mesi. Si trattava di una costituzione cittadina ancora di stampo feudale, con qualche accenno, assai ridotto, di un potere popolare.

Schedatore

Salvatore Marino

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Distrettuazioni interne

Agli inizi del Cinquecento e secondo la testimonianza di Ambrogio Leone, la città era suddivisa in quattro quartieri o regioni: Portellana, la cui porta era ad Ovest, ma la strada omonima giungeva fino al centro della città; Samuelitana, con la porta a Nord; Cortefellana, la cui porta era a Est, ma la via omonima attraversava tutta la città, da Est a Ovest; infine, Vicanziana, con la porta a Sud. 

Centri demici minori
Schedatore

Salvatore Marino

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Diocesi

È ancora oggetto di dibattito se in origine la cattedra vescovile fosse a Nola o a Cimitile. Secondo alcuni, la cattedrale sarebbe stata a Cimitile dall’età di S. Paolino († 431), e il ritorno a Nola potrebbe datarsi tra l’VIII e il IX secolo con eventi traumatici per Cimitile, come la violazione delle tombe dei santi Felice e Paolino e il crollo della basilica nova (Ebanista 2007, 87). A Cimitile restò, fino al 1370, la cattedra episcopale. Col vescovo Francesco III Scaccano, per indulto di papa Gregorio XI, la sede episcopale fu trasferita a Nola. In un primo momento si adibì a cattedrale la chiesa dei Santi Apostoli, quindi, dal 1395, per volere del conte Niccolò Orsini, si procedette a una nuova costruzione posta di fianco all'antica predetta chiesa, dove venne edificata, intorno al 1400, la cattedrale dedicata all'Assunta e ai Santi Felice e Paolino.

Distrettuazioni interne

Il primo documento pontificio nel quale vengono definiti i confini della diocesi di Nola è una bolla emanata presso il Laterano da papa Innocenzo III, il 15 aprile 1215, e diretta al vescovo di Nola Pietro II. Dal documento si evince che il confine della diocesi partiva da Cancello, procedeva verso Sud, per i territori di Marigliano e Pomigliano d'Arco, fino allo scoglio di Rovigliano, passava lungo il fiume Dragoncello, uno degli affluenti del Sarno, per poi seguire le falde del Preappennino campano, da Montevergine fino a Cancello (Guida 2002, 6). Il documento rispecchia l'attuale territorio diocesano che in età moderna comprendeva 65 terre e casali, con una popolazione di circa 80.000 abitanti (Giustiniani 1804, 58-59). Oggi la diocesi di Nola, con le sue centoquindici parrocchie, comprende quarantacinque comuni, con una popolazione complessiva di cinquecentomila abitanti (Guida 2002, 8).

Cattedrale o chiesa matrice

Cattedrale di Santa Maria Assunta e dei Santi Paolino e Felice.

Secondo gli studi più recenti (Ebanista 2007) una cattedrale urbana esisteva già dal 1190 e fu solo rifatta a fine Trecento su commissione di Niccolò Orsini.

Enti religiosi

- S. Biagio (già San Francesco)

- S. Angelo in Palco

- Convento dei frati Cappuccini di Nola (o di S. Croce)

- S. Maria Jacobi

- Santi Apostoli

- SS. Annunziata

- Chiesa del Gesù

Vescovi (sec. XV-XVI)

Sulla cattedra di S. Paolino si sono succeduti novantacinque vescovi, di cui quindici riconosciuti dalla Chiesa come santi. Si riporta qui di seguito l’elenco dei vescovi nolani, dagli inizi del XIV secolo alla metà del XVII secolo.

- 1328 - 1331: Pietro Sparano da San Severo

- 1331 - 1340: Nicolò de Acerno

- 1340 - 1349: Ligo di Orvieto

- 1349 - 1349: Nicola d'Offerio

- 1349 - 1370: Francesco Rufolo

- 1370 - 1400: Francesco III Scaccano

- 1400 - 1402: Giannantonio Tarentino

- 1402 - 1442: Flaminio Minutolo

- 1442 - 1469: Leone dei Simeoni

- 1469 - 1475: Giannantonio Boccarelli

- 1475 - 1475: Marco Vigerio

- 1475 - 1503: Orlando Orsini

- 1505 - 1549: Gianfrancesco Bruno

- 1549 - 1569: Antonio Scarampi

- 1569 - 1585: Filippo Spinola

- 1585 - 1614: Fabrizio Gallo

- 1615 - 1655: Giambattista Lancellotti

Schedatore

Salvatore Marino

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Attività economiche

Il territorio nolano, noto dall’antichità per essere fertilissimo, ha consolidato nei secoli una vocazione prevalentemente agricola. L’area attorno alla città, pianeggiante e in buona parte ricca di acque sotterranee, da cui erano alimentati i molti pozzi, era costituita da terreni facilmente arabili, non arenosi, né pietrosi, adatti alla coltivazione arborea e seminativa. Vi si producevano ortaggi, frutta, granoturco, canapa, patate, legumi e in particolare il miglio, molto decantato sin dall’antichità (Giustiniani 1808, VII, 58). 

Esenzioni e franchigie
Mercati e fiere

Delle fiere di Nola fanno menzione i capitoli presentati dalla città nel 1529, nei quali si chiede che al capitano della città venga accordato il diritto di nominare, ogni anno, un mastro del mercato (Grohmann 1969, 224).

Nei capitoli si dice quanto segue: «item che se li conceda lo ius de creare lo mastro delo mercato, seu de la feria, che se fa anno quolibet in dicta cita con iurisdictione solita al Capitaneo pro suo tempore nundinarij per octo dì per essere lo officio de poco momento, et senza provisione alcuna, dove più sence dispende, che non sence guadagna, che quando altramente se facesse per esser offitio de nullo fructo non sarria persona, che venesse ad adomandarelo ala Corte, et la dicta feria veneria ad manchare, quale se fa solum per piacere dela Cita [...]» (Vincenti 1897, 93).

La fiera annuale, della durata di otto giorni, si teneva durante la festa di San Paolino (22 giugno).

Schedatore

Salvatore Marino

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Famiglie
  • Ambrogio Leone, nel capitolo terzo del terzo libro del “de Nola”, elenca le famiglie patrizie della città contemporanea. L'autore annovera oltre cento famiglie patrizie, divise per quartiere di residenza.

Nel quartiere denominato Portellana, Leone elenca appena nove famiglie, tra cui i Ferraro, gli Albertini e gli Infanzio. Nella regione Samuelitana vi ascrive 18 famiglie, tra cui i Coco, dediti soprattutto al commercio; mentre, nella regione Cortefellana elenca 33 famiglie, tra cui i due rami dei Mastrillo e dei Perario. Più numerose, infine, sono le famiglie ascritte alla regione Vicanziana: ben 55, i cui membri erano soprattutto militari, mercanti, letterati, giureconsulti e medici. Per il numero delle presenze ricordate da Leone emergono in particolare due famiglie: i Barone con 18 presenze e i due rami della famiglia Mastrillo, con 32 presenze. Alcune di queste famiglie sono già attestate nella documentazione Due-Trecentesca dell'archivio arcivescovile di Nola. I Perario, ad esempio, che ai tempi di Leone annoveravano tra i propri membri cavalieri, giuristi, filosofi, medici e uomini di chiesa, nel corso del Trecento risultano costantemente citati come giudici, notai e canonici. Anche la famiglia Infante o Infanzio aveva origini antiche a Nola. A fine Duecento sono attestati un Nicola giudice e un Tisone notaio, mentre nei primi decenni del Trecento alcuni membri della famiglia strinsero legami con il capitolo della cattedrale, tant'è che agli inizi del Cinquecento la famiglia annoverava tra i propri membri un canonico, un monaco e un vicario del vescovo. In generale, le professioni più rappresentate in tutta la città sono quelle dei militari, con 71 presenze, dei letterati, con 51 presenze, a cui vanno aggiunti i 9 filosofi; poi ancora, 47 mercanti, 46 giureconsulti, 31 cavalieri, 24 canonici e 20 medici e chirurghi. Si riporta qui di seguito, in ordine alfabetico, l'elenco delle famiglie nolane raggruppate per quartiere o "regione" o "settore" della città (Ruggiero 1997, 54-63).

- Regione Portellana: Albertini; Bacalato; Calabria; Corona; Corriale; Ferraro; Fulcio; Infanzio; Orsini.

- Regione Samuelitana: Candita; Cesarino; Coco; Frezza; Giordano; Graziano; Lando; Matrese; Mazzeo; Mennato (I ramo); Pacca; Perillio; Samuele; Santoro; Sardo; Sarino; Tango; Todone.

- Regione Cortefellana: Abundo; Alfano; Balletta; Barone; Basilio; Campione; Caposcrofa; Caracciolo; Cocozza; Galluccio; Gennaro; Gerardo; Grifo (I ramo); Lia; Marifeola; Masseo; Mastrillo (I ramo); Mastrillo (II ramo); Motone; Palmese; Pappone; Perario; Reca; Russo; Sasso; Schiavo; Scrignario; Sicoransa; Sussolano; Tansillo; Tezio; Tocco; Vicariese.

- Regione Vicanziana: Angelico; Angelo; Barolo; Borselli; Bulino (I ramo); Bulino (II ramo); Campasano; Campobasso; Candizio; Carmignano; Cervo; Chiaramonte; Cirolio; Crocino; del Giudice; Faso; Fellecchia; Fiorenzo; Fontanarosa; Gaetano; Gerardo; Gravina; Grifo (II ramo); Iosepi; Labrone; Leone; Lisio; Martino; Mazzeo; Megaldo (I ramo); Megaldo (II ramo); Mennato (II ramo); Mensola; Miranda; Montanara; Morgano; Morra; Notaro; Pergiovanni (I ramo); Pergiovanni (II ramo); Perusino; Riso; Romano; Samuele; Sansone; Scavezza; Spatarella; Supino; Tansillo (II ramo); Triunfo; Vena; Venteraimo; Verrillo; Vinacqua; Vitagliano.

Personaggi illustri

Ambrogio Leone, medico e letterato (1458-1525).

Albertino Gentile, giurista (1487-1539).

Giovanni Merliano, detto da Nola, scultore e architetto (1488-1558).

Luigi Tansillo, poeta (1510-1568).

Carlo Theti, architetto (1529-1589).

Giordano Bruno, scrittore, filosofo e frate domenicano (1548-1600).

Enrico Orsini

Colonie mercantili e minoranze

Secondo la testimonianza di Ambrogio Leone, intorno alla metà del XV secolo, si stabilì a Nola una comunità di ebrei, poi allontanati nel 1509 per disposizioni regie.

Confraternite

Per i secoli XIV e XV erano attive in città e nel nolano varie confraternite che animavano il fervore religioso e spesso gestivano ospedali e istituti assistenziali locali (Guida 2002, 7). A Cimitile, ad esempio, dal 1548 si ha notizia dell'esistenza della congrega di S. Maria degli Angeli che aveva sede nell'omonima chiesa; mentre, la confraternita del Corpo di Cristo è attestata dal 1615, ma sciolta poco dopo dal vescovo di Nola. Al XVIII secolo risalirebbero le fondazioni delle confraternite dell'Addolorata (1750), del SS. Crocifisso (1752) e del SS. Sacramento (1797). Quest'ultima non è più esistente, mentre le altre, divenute nel frattempo arciconfraternite, sono ancora attive.  

 

Corporazioni
Istituzioni di Beneficenza
Schedatore

Salvatore Marino

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Repertoriazioni
Archivi storici

Archivio storico diocesano

Raccolte e miscellanee
Strumenti di corredo
Schedatore

Salvatore Marino

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Reliquie - culti -processioni

L'inizio della Chiesa locale s'innesta intorno al culto di S. Felice e alla testimonianza della morte di S. Massimo verso l'anno 116. Il legame più forte con la tradizione ecclesiale è però dato dall'eminente figura di S. Paolino. Oltre alla testimonianza letteraria della sua amicizia con S. Agostino, S. Ambrogio, S. Gerolamo e altri, di lui è nota la cura dei siti che oggi corrispondono alle basiliche paleocristiane e medievali in Cimitile, dove per molti secoli, fino al 1370, restò il luogo della cattedra episcopale. Di epoca altomedievale, sono stati rinvenuti i siti di Pernosano e di Quindici, a testimonianza della fede diffusa anche in zone più periferiche. La festa del santo patrono Paolino, che ricorre il 22 giugno, viene solennizzata con i cosiddetti “gigli”, elaborati apparati da festa a forma di obelisco in legno e cartapesta (Guida 2002, pp. 6-8).

Cerimonie e rituali civici
Ingressi trionfali, allestimenti e rappresentazioni
Schedatore

Salvatore Marino

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Oggetti archeologici di reimpiego

Chiesa di Santa Chiara

-          Nola, Base con urceus

-          Nola, Base di statua

-          Nola, Base di statua di Cusonius Gratilianus, CIL, X, 1251

-          Nola, cippo con iscrizione CIL, X, 1249 

-          Nola, cippo con iscrizione CIL, X, 1254 

 

 

Palazzo Albertini:

-          Nola, Blocco di architrave con grifo

-          Nola, Blocco di architrave con armi

-          Nola. Blocco di architrave con armi

-          Nola, Blocco di architrave con motivo d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con motivo vegetale e d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con togati e armi

 

Torre campanaria del Duomo

-          Nola, Blocco di architrave con armi 

-          Nola, Blocco di architrave con armi e soggetti marini

-          Nola, Blocco di architrave con armi e soggetti vegetali

-          Nola, Blocco di architrave con catasta d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con catasta d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con catasta d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con catasta d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con Eroti lottatori

-          Nola, Blocco di architrave con scena di battaglia

-          Nola, Blocco di architrave con motivo vegetale e d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con scena di Lupercale e motivi d'armi

-          Nola, Blocco di architrave con soggetti marini

-          Nola, Blocco di architrave con soggetti marini

-          Nola, Blocco di cornice dorica

-          Nola, Capitello corinzio asiatico

-          Nola, Capitello di tipo corinzio

-          Nola, Cornice con cassettone

-          Nola, Soffitto di architrave modanato

-          Nola, Capitello corinzio occidentale (nel secondo livello della torre)

 

Chiesa dei SS. Apolstoli

-          Nola, Capitello corinzio asiatico

-          Nola, iscrizione 

-          Nola, capitello corinzio normale 

-          Nola, iscrizione CIL, X, 1285

 

Antichità reimpiegate nal Santuario di San Felice a Cimitile

-          Cimitile, Bacino di fontana

-          Cimitile, Cratere marmoreo

-          Cimitile, Lastra a fregio continuo con cataste d'armi

-          Cimitile, Lastra a girali con il Buon Pastore

-          Cimitile, Lastra con candelabro vegetale e motivo a meandro

-          Cimitile, Lastra con ghirlande e bucrani

-          Cimitile, Sarcofago con il mito di Proserpina

-          Cimitile, Sarcofago con mito di Endimione

-          Cimitile, Urna a vaso strigilata

-          Cimitile, Vaschetta in alabastro

 

 

Antichità reimpiegate nell’agro nolano

-          Pollena, base decorata

-          San Vitaliano, Fregio dorico con maschere teatrali

-          Nola, Base di colonna modanata (masseriaTora)

-          Tufino, località la schiava (Nola), Sarcofago con Eroti funerari e defunto semisdraiato

-          Nola, Statua funeraria di Attis

-          Nola, Statua funeraria di Attis

Edifici antichi

Teatro

Anfiteatro

Mausoleo a cuspide

Mausoleo con terminazione poligonale

Collezioni di antichità, scavi e scoperte archeologiche di età moderna
Schedatore

Antonio Milone, Stefania Tuccinardi

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Architetti, ingegneri e tavolari attivi in città

 Fra Giocondo passa per la città e ricopia alcune epigrafi.

Colantonio Stigliola 

Ferdinando Sanfelice (lavora al palazzo vescovile e nel complesso di Santa Chiara, costruendone la chiesa nuova)

Domenico Antonio Vaccaro (lavora alla chiesa dei Santi Apostoli)

Mura e porte urbiche
Strade e piazze
Infrastrutture urbane
Strutture assistenziali
Castelli e fortezze

Castello (distrutto)

Palazzo signorile

palazzo Orsini (1470)

villa aragonese, poi palazzo ducale di Palma Campania (fine XV- inizio XVI sec.)

Edifici pubblici

Seggio (XIII sec., distrutto)

Dogana

Palazzi privati

palazzo Albertini (XV-XVI secolo)

palazzo Mastrilli (XV-XVI secolo)

palazzo Ceva Grimaldi (XV secolo)

palazzo Santorelli (XV secolo)

Palazzo dei Tufi a Lauro di Nola (1513-1529)

Palazzo Filo della Torre a Cimitile (XVI secolo)

Edifici religiosi

Santuario di San Felice a Cimitile

Nell'insula episcopalis: Cattedrale, campanile (XII secolo), basilica dei Santi Apostoli

chiesa dell'Annunziata (1393)

chiesa di San Biagio, già San Francesco (XIII secolo)

chiesa di Santa Chiara vecchia, già Santa Maria Jacobi (XIII secolo)

chiesa e convento di Sant'Angelo in Palco (1420)

chiesa del Gesù (XVI secolo)

Apparati effimeri
Schedatore

Fulvio Lenzo

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Letterati che nascono, vivono o operano in città

Niccolò di Roberto Orsini, conte di Nola


Orso Orsini, conte di Nola


Pietro Paolo Muscarello


Giovanni Andrea di Nola


Bernardino Mastrillo


Albertino Gentile


Ambrogio Leone


Camillo Leone


Giano Anisio


Giacomo Antonio de Cesarini


Antonio Berardesca


Gianfrancesco Bruno


Luigi Tansillo


Muzio Santoro


Giovan Battista Attendolo di Capua


Pomponio Algerio


Nicola Antonio Stigliola (Colantonio Stelliola)


Carlo Theti


Giordano Bruno


Antonio Santorello


Stampatori e produzione libraria cittadina

Nola non ospita alcuna produzione libraria fino alla fine del XVII secolo (cf. Manzi 1969)

Biblioteche pubbliche e private

È ipotizzabile che già nel basso medioevo i principali conventi della città ospitassero biblioteche contenenti almeno testi di natura religiosa. Con l’età moderna si formarono diverse biblioteche ecclesiastiche o si ampliarono quelle già esistenti, una parte delle quali confluì nei fondi della Biblioteca e Archivio Comunale che fu distrutta da guastatori tedeschi durante il secondo conflitto mondiale (cf. Carbone 1967). Risale alla metà del Settecento la più antica biblioteca nolana oggi conservata, quella del Seminario Vescovile fondata dal vescovo Troiano Caracciolo del Sole.

Quanto alle biblioteche private, disponiamo di una testimonianza interessante relativa alla fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento: nella sua ricostruzione della casa-tipo nolana, nel libro II del De Nola, Ambrogio Leone nomina tra le parti di cui si compone solitamente l’aedes delle famiglie abbienti della città anche la bibliotheca. Scrive Leone: Domus autem partes aediumve quae magno interstitio separantur sunt hae: atrium, cella vinaria, equile, conclave, cubiculum, porticus superior, bibliotheca penus, navis turris, cavaedium atque horti. ... Haeret quoque conclavi bibliotheca. Locus est cubiculo minor, interdum aequalis; in eo libri in pluteis pendentibus parietive affixis panduntur. Hic contemplatur literariisque rebus incumbitur tractaturque, quod studium vocant. Come si vede, Leone considera usuale la presenza della biblioteca nelle case nolane, e si sofferma persino a descrivere l’arredamento più diffuso, i plutei nei quali sono conservati i libri. Benché frutto di una rappresentazione astratta, concepita all’interno di un’opera che ha tra gli obiettivi anche quello di ritrarre la società nolana come colta e raffinata, non c’è motivo di dubitare che all’epoca di Leone, in pieno Rinascimento, molte famiglie disponessero di uno studiolo nella propria abitazione in cui si conservavano libri.

Scendnendo dal piano astratto e generale sul quale si sviluppa la descrizione di Leone a quello specifico delle singole biblioteche di famiglia il quadro si fa più oscuro, e poco sappiamo della consistenza di queste raccolte librarie. Nulla ad esempio si sa della biblioteca di casa Orsini, che dovette pur esserci, almeno nel cinquantennio del colto Niccolò (1345-1399), che ebbe in Nola la residenza principale, benché visse a lungo anche a Roma e tra i suoi possedimenti del centro Italia; è d’altra parte vero che le vicissitudini che caratterizzarono le successioni dei vari conti, con numerose fratture e interruzioni, nonché con l’avvicendarsi di vari rami della stessa famiglia (si veda il caso di Orso) non dovettero giovare alla formazione di una biblioteca di palazzo.

Abbiamo traccia della probabile esistenza di una biblioteca degli Albertini, in quanto il manoscritto dell’Algorismus di Muscarello fu possesso di questa famiglia, le cui armi figurano sul recto del primo foglio.

Accademie
Committenze di opere letterarie relative alla città

Per tutta la lunga epoca orsiniana non ci sono attestazioni di opere sulla città commissionate da notabili locali, laici o ecclesiastici. Lo stesso De Nola, che pure è intriso di amor patrio, nasce nella stamperia veneziana, è frutto dell’iniziativa dell’autore e risente dell’influsso del fertilissimo ambiente veneto di quegli anni.

In epoca demaniale assistiamo a qualche interessante caso di committenza pubblica: nei primi anni Ottanta del Cinquecento gli eletti della città di Nola chiesero a Giovan Battista Attendolo, poeta capuano, di curare l’edizione delle Lagrime di San Pietro che Luigi Tansillo aveva lasciato incompiute alla sua morte. Il motivo risiedeva nel fatto che gli eletti temevano che l’autorità ecclesiastica non avrebbe concesso il visto della censura, poiché il licenzioso Vendemmiatore di Tansillo era stato molto malvisto alla sua uscita, ed era ben presto finito nell’indice dei libri proibiti. Si decise così di rendere le Lagrime più gradite alle gerarchie religiose. Attendolo rimaneggiò i versi secondo un gusto consono alle attese della controriforma, e il testo venne stampato a Vico Equense per volontà del vescovo Paolo Regio nel 1585 (Tansillo, Attendolo 1585). All’edizione è premessa la lettera degli eletti di Nola all’Attendolo e una lettera del poeta nolano e amico di Tansillo Muzio Santoro (Mazzucchelli 1753, s.v. Attendolo, 1214-1215; sulla vicenda cf. ora Torre 2010). La vicenda dimostra una circolazione “orizzontale” della cultura letteraria tra universitates (Capua, Nola, Vico), una circolazione che non tocca la capitale del Regno e che viene sollecitata non da un feudatario, né dal vescovo, ma dalla cittadinanza stessa mediante gli Eletti.

Dedicatari di opere letterarie

I conti di Nola che ebbero ai loro tempi maggiore notorietà e ricoprirono cariche importanti dentro e fuori i confini del regno (si pensi a Niccolò figlio di Roberto nel Trecento, e al Niccolò figlio di Aldobrandino del ramo di Pitigliano a cavallo tra XV e XVI secolo) furono anche interlocutori di poeti e prosatori, dedicatari di opere e orazioni, e in generale furono riferimenti politici importanti per letterati e artisti. In rari casi, però, le opere letterarie a loro dedicate riguardano Nola. Enrico Orsini, ultimo conte di Nola, è il dedicatario del De Nola e del De nobilitate rerum di Ambrogio Leone, sebbene il secondo (pubblicato postumo) gli fosse dedicato dal figlio di questi, Cosimo. Sempre Cosimo dedicò a Giacomo Antonio Cesarini, eminente cittadino nolano tra i principali artefici della demanializzazione della città, la traduzione latina del De virtutibus pseudoaristotelico, curata dal padre Ambrogio e pubblicata anch’essa postuma in calce al De nobilitate rerum. Il poeta Giano Anisio, già precettore di Enrico Orsini, nella sua raccolta lirica del 1531 incluse un epigramma dedicato a Gianfrancesco Bruno, vescovo di Nola dal 1505 al 1549, animatore della vita culturale della città (Anisio 1531; cf. Toscano 2001b). Nella stessa raccolta il poeta dedicò un componimento anche al celebre scultore nolano Giovanni Merliano (cf. Toscano 1994). 

Storie di famiglie

In quanto feudo di una tra le famiglie principali dell’Ancien régime italiano, Nola è nominata talvolta nella letteratura che celebra i fasti degli Orsini (cf. ad es. Sansovino 1565). Ma sul ramo della famiglia che fu signore di Nola le fonti sono disomogenee e frammentarie. Qualche esempio: Nicola Orsini, conte di Nola dal 1345 alla sua morte nel 1399, ebbe la sua sede principale a Nola, benché barone di numerosi feudi in centro Italia, e fu figura centrale nella politica del papato nel secondo Trecento. Fu, in altre parole, uno dei protagonisti della politica internazionale dell’epoca, tra i principali artefici della fine della cosiddetta cattività avignonese. Ebbene, di costui la letteratura encomiastica sugli Orsini non mette in luce il rapporto con Nola, e in generale le notizie sul suo conto sono scarse. È del resto opportuno segnalare che sussiste varia letteratura inedita in forma manoscritta a lui indirizzata, la cui indagine potrebbe modificare il quadro appena presentato. Il caso di Orso Orsini, conte dal 1462 al 1479, è diverso, in quanto il Pontano gli dedicò pagine importanti del suo De bello Neapolitano, nelle quali si narrano le vicende che lo portarono a diventare signore di Nola. Un caso ancora differente è quello di Niccolò Orsini di Pitigliano, che morì nel gennaio del 1510 a Venezia, dove comandava l’esercito della Serenissima: egli fu destinatario di numerose orazioni ed opere varie, ma il suo rapporto con Nola non fu particolarmente stretto, se non altro perché non ebbe quasi possibilità di dimorarvi, a causa delle continue guerre che lo vedevano impegnato come capitano di ventura. Per conseguenza, la letteratura a lui relativa non menziona Nola che in riferimento ai suoi titoli. La maggior parte delle informazioni relative al ramo nolano della famiglia Orsini sono dunque da cercare nel De Nola di Leone e soprattutto nella Nolana ecclesiastica historia del Remondini (Remondini 1747-1757), che attingeva a fonti laiche ed ecclesiastiche oggi disperse.

Quanto alle altre famiglie nolane, una fonte importante è il III libro del De Nola di Leone, che enumera tutte le famiglie di notabili presenti a Nola tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, dividendole in base alla regione urbana (plaga urbis) di appartenenza: Portellana, Samuelitana, Cortefellana, Vicanziana. Le informazioni fornite da Leone si riassumono in una densa ma scarna galleria di personaggi, di ciascuno dei quali vengono indicate la professione e qualche volta le doti morali; in taluni casi vi figura anche qualche aneddoto biografico.

Corografia e geografia

Flavio Biondo nel descrivere Nola si sofferma brevemente sulle guerre annibaliche, dopo aver menzionato l’aneddoto antico (riportato per la prima volta da Aulo Gellio, Notti attiche VI 20) a proposito dei vv. 2.224-225 delle Georgiche di Virgilio (Biondo si confonde e dice in Bucolicis): talem diues arat Capua et uicina Vesaeuo / ora iugo et uacuis Clanius non aequus Acerris; secondo questo aneddoto, al principio del v. 225 avrebbe dovuto figurare il nome Nola, che sarebbe stato cambiato in ora da Virgilio per rancore verso i Nolani. Questi si sarebbero mostrati colpevoli di non aver consentito al poeta l’accesso all’acqua per un suo podere. Lo stesso aneddoto è riferito (e ovviamente confutato) da Leone, De Nola, I.2, dopo che già Giovanni Pontano lo aveva giudicato inattendibile nell’Actius.

Raffaele Maffei il Volterrano (Maffei 1506, 138) dedica alcune righe alle antiche fonti su Nola e conclude menzionando la vittoria di Marcello su Annibale. Da Leandro Alberti in poi (Alberti 1551, 156r-v), la fonte principale per la descrizione della città è il De Nola, e si rimanda all’autorità di Leone.

Storiografia locale e cronache

Non sono attestate cronache, né una vera e propria produzione storiografica in senso classico. Le fonti vanno pertanto ricercate nella letteratura antiquaria ed ecclesiastica.

Letteratura antiquaria

A Nola è dedicata una tra le più antiche e pregevoli opere di antiquaria del Rinascimento, il De Nola del medico e filosofo nolano Ambrogio Leone, stampata a Venezia nel 1514 (Leone 1514; cf. Maiuri 1959, Spruit  1960; Manzi 1973; Cochrane 1981, 430-431; Sica 1983; Weiss 1989, 147-149; Tateo 1990, 75; Defilippis 1991; Defilippis, Nuovo 1995, 462-463; Ruggiero 1996; Toscano 1996; Petrella 2004, 145-146; Vecce 2000; Zambelli 2007, 254-264). L’importanza, la qualità e la rapida fortuna dell’opera fecero sì che per quasi tutta l’età moderna nessuno cercasse di sostituire il De Nola con nuova letteratura sullo stesso argomento. Solo a metà Settecento, con la Nolana ecclesiastica historia del Remondini (v. sotto anche la sezione sulla Letteratura ecclesiastica), a Nola fu dedicata un’opera che dava ampio spazio ai problemi antiquari e che si poneva esplicitamente in contrasto col De Nola nutrendo l’ambizione di rimpiazzarlo del tutto (sul carattere polemico della’opera di Remondini cf. Toscano 2003).

Letteratura ecclesiastica e religiosa

La letteratura religiosa fiorisce a Nola (come avviene anche nella maggior parte delle altre città del Regno) a partire dalla seconda metà del secolo XVI, in clima postridentino. Si segnala in particolare la produzione di Antonio Berardesca, che dà alle stampe un trattato latino sui miracoli relativi alla natività, inclusa una sezione di interpretatio christiana della IV ecloga di Virgilio (Berardesca 1553), e uno scritto in volgare su San Felice (Berardesca 1560. Su Berardesca cf. Manzi 1972, 91).

Il Seicento nolano sembra essere quasi interamente dominato da una produzione letteraria di stampo religioso. Si ricordano qui alcuni autori: Costantino de Notariis, monaco cassinese e abate ad Andria; Paolo de Novellis, dotto francescano; Bonaventura Passero, teologo e inquisitore a Siena; Giovan Battista Pacichelli, autore del più celebre Il Regno di Napoli in prospettiva, che scrisse un’opera di antiquaria religiosa dedicata alle campane, che la tradizione vuole inventate da Paolino di Nola (Pacichelli 1693). La personalità di maggiore spicco fu però Carlo Guadagni, alla fine del secolo, della cui Nola sagra, rimasta a lungo in forma manoscritta, è stata di recente fornita un’edizione moderna a cura di Tobia Toscano (cf. Guadagni 1688). Sua anche un’opera di descrizione del complesso basilicale di Cimitile, edita da Carlo Ebanista in tempi recentissimi (cf. Guadagni 1676). Con questa sua produzione, Guadagni sembra aver avuto un ruolo simile – sia pure a un cinquantennio di distanza – a quello avuto da Michele Monaco per Capua col suo Sanctuarium Capuanum.

Questa letteratura trova alla metà del Settecento la sua forma più articolata e ricca nell’opera monumentale in tre volumi sulla Nolana ecclesiastica storia dell’abate Gian Stefano Remondini, che rivisita, con sguardo di antiquario e di storico, l’intera storia di Nola, entrando spesso in polemica con Ambrogio Leone.

Letteratura giuridica

A differenza di città rivali quali ad esempio Capua, Nola non si distinse per una produzione letteraria di natura giuridica particolarmente fiorente. Gli autori di opere giuridiche di un qualche rilievo furono nella prima metà del Cinquecento i nolani Bernardino Mastrillo (diritto canonico) e Albertino Gentile. 

Letteratura scientifica

L’Algorismus, scritto a Nola da Pietro Paolo Muscarello nel 1478, è un trattato di aritmetica pratica in volgare, concepito come percorso didattico per un giovane che deve apprendere la disciplina (il testo è edito in Muscarello 1478 [1972]). Il suo ruolo nella storia degli studi matematici è illustrato in Nasti 1972.

Nel corso del Cinquecento a Nola fiorirono grandi personalità che eccelsero nell’ambito delle scienze, benché pressoché tutti compirono la loro formazione secondaria al di fuori de confini della città. Di Leone si è già parlato più volte, mentre nolano era Carlo Theti (1529-1589), ingegnere militare di fama internazionale, progettista di numerose fortezze alle corti degli Asburgo e in seguito dei Savoia. Probabilmente fece i primi studi a Nola, per poi passare a Napoli, dove frequentò l’università. Il rapporto con Nola non dovette essere intenso, se egli è in genere definito “napolitano” nei frontespizi dei suoi trattati. Nola diede i natali anche a Nicola Antonio Stigliola (Colantonio Stelliola), scienziato, astronomo, tenace sostenitore della libertà di espressione, fondatore di una stamperia a Napoli, a Porta Reale, osteggiato dal potere costituito per le sue indagini sugli astri. Trascorse a Nola solo la prima parte della giovinezza, per poi formarsi a Napoli (cf. Badaloni 1985).

Il canonico Antonio Berardesca [cf. sopra, la sez. Letteratura religiosa] nutrì interessi di geografia e toponomastica, in quanto nel 1561 fu stampato un suo elenco di toponimi antichi con i loro corrispettivi moderni in un volume sulla geografia di Tolomeo (Berardesca 1561).

Un discorso a parte meritano Pomponio Algerio (o Algieri, c.a 1531-1556) e ovviamente Giordano Bruno (1548-1600). Entrambi compirono, a circa un ventennio di distanza l’uno dall’altro, i primissimi studi a Nola. Algerio studiò poi a Padova, prima al Collegio Spinelli, poi allo Studio. Abbracciò posizioni teologiche universalistiche ed antipapali, fu accusato di luteranesimo e processato. Dalle carte dell’interrogatorio sappiamo che non provò in alcun modo ad attenuare le sue posizioni. Per interessamento personale di Paolo IV Carafa fu imprigionato ed estradato a Roma, dove fu giustiziato per immersione nell’olio bollente (cf. De Blasiis 1888, Rosa 1960, De Frede 1972). Per Bruno, anch’egli rimasto a Nola per compiere i primi studi, prima di spostarsi al seminario domenicano di Campagna, cf. gli studi di Spampanato 1899 e Corsano 1975, che ne illustrano il rapporto con la città natale. 

Poesia, prosa d'arte, altre forme letterarie

Benché dall’elenco dei notabili e delle famiglie in vista contenuto in De Nola III.3 risultino molti i cittadini che, secondo Leone, litteras coluerunt, non sembrano essere numerose le opere di poesia prodotte in città, fino, naturalmente, al secondo Cinquecento e alla fioritura di Tansillo. Per quanto concerne la poesia in latino, il caso forse più interessante è l’epigramma che un anonimo nolano compose in risposta a un attacco in versi che la città aveva subito da Jacopo Sannazaro. Questi aveva scritto un biasimo in forma di epigramma perché la città gli avrebbe rifiutato ospitalità durante la peste del 1529. Nel carme, come esempio della scarsa generosità dei Nolani, Sannazaro richiamava in causa l’antica vicenda dell’acqua negata a Virgilio [per la quale vedi sotto, la sezione La città nelle descrizioni ...], e accusava il nomen della città di essere infensum Musis. L’epigramma dell’anonimo nolano, citato da Remondini, è in sostanza una confutazione di quello del Sannazaro e delle fonti che riportavano già nell’antichità l’aneddoto di Virgilio.

Per la produzione poetica di Luigi Tansillo collegata a tematiche nolane cf. la scheda relativa all'autore e quelle delle opere tansilliane I due pellegrini, Il Vendemmiatore, Le lagrime di San Pietro.

La vicenda del rifacimento delle Lagrime di S. Pietro tansilliane ad opera di Attendolo è indicativa del fatto che in quegli anni la città era notevolmente sensibile alla lirica, al punto da commissionare e finanziare a pubbliche spese la stampa del poema rimasto incompleto. La già menzionata lettera di Muzio Santoro mette in luce un altro, sia pur minore, esponente della lirica tardocinquecentesca nolana.

Dal punto di vista della produzione lirica, il Seicento a Nola sembra un momento di stallo: ci si limita qui a segnalare l’opera di Camillo de Notariis, autore di un poema su Costantino il Grande (1676).

Elogi di città e altri scritti encomiastici o apologetici

Pur non essendo uno scritto encomiastico in senso stretto, il De Nola di Ambrogio Leone contiene numerosi spunti celebrativi della città. Le finalità stesse dell’opera sono in larga parte celebrative. In particolare l’autore si prodiga per mostrare il carattere leale, operoso e solerte dei cittadini, il loro valore in guerra e la loro cura della religione e delle lettere.

Lo storico e vescovo di Massa Lubrense Girolamo Borgia (1475-1550), autore delle Historiae de bellis italicis, dedicò a Nola un epigramma, riportato da Giustiniani (Giustiniani 1804, s.v. Nola) in cui si esalta la gloria di Nola che resistette ad Annibale.

Alcuni sonetti tansilliani costituiscono degli elogi espliciti della città di Nola (cf. la scheda Tansillo), mentre è da segnalare l'elogio di Nola che si trova nell'opera giovanile I due pellegrini.

Apologetico è l’epigramma su Nola che rispondeva all’attacco di Sannazaro (v. sopra, la sezione Letteratura in versi), mentre alcuni cenni autobiografici di Giordano Bruno hanno anch’essi un sapore elogiativo della città (cf. Spampanato 1899, Corsano 1975).

Altro

Nel secondo Cinquecento si colloca la vita del nolano Giandomenico Del Giovane, musicista, autore di madrigali e villanelle, che operò soprattutto all’Annunziata di Napoli, dove fu maestro di cappella (Ammirati 2006).

Schedatore

Lorenzo Miletti

Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Letteratura/5
Mappe territoriali

La più antica mappa territoriale è una delle cosiddette "pergamene aragonesi" (XV secolo).

Segue la mappa dell'Ager Nolanus pubblicata da Ambrogio Leone nel 1514.

Compare nella mappa della Campania pubblicata da Camillo Pellegrino del 1651.

Nel XVIII scolo si segnala la Prospettiva della diocesi di Nola, pubblicata a stampa nel 1747 nel primo tomo dell'Ecclesiastica Istoria di Gianstefano Remondini, dalla quale deriva anceh la versione a olio su tela intitolata Veduta della Diocesi di Nola confinante con dodici Mitre e attribuita a Raffaele Montanari

Piante di città

Le piante più antiche che si conoscano sono le piccole sagome del semplice perimetro urbano, inserite nella Nola Vetus e nella Figura praesentis urbis Nolae inserite nel De Nola di Ambrogio Leone

Vedute di città

La veduta più antica è nelal pergamena aragonese, dove tuttavia Nola occupa una porzione limitata.

La più dettagliata è ancora una volta la tavola con la Nola Presens del De Nola (1514) di Ambrogio Leone.

Assai scarna e imprecisa è la veduta pubblicata nel 1703 nel Regno di Napoli in Prospettiva di Giovan Battista Pacicchelli.

A partire dal XVII secolo, vedute urbane parziali, quasi sempre identiche e stereotipate, compaiono alla base di diverse raffigurazioni a carattere sacro aventi come soggetto Santa Maria di Costantinopoli, l'Immmacolata o  san Felice che protegge Nola.

Apprezzi di tavolari
Schedatore
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Cartografia storica/4
Fonti manoscritte

Pietro Paolo Muscarello, Algorismus, Nola 1478, Rare Book & Manuscript Library University of Pennsylvania,  LJS 27

Fonti a stampa
Bibliografia

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Alparone 1988: Giuseppe Alparone, "C’era una volta a Nola un affresco…", Hydria, marzo 1988, n. 51, 8-13.

 

Ambrosini 1792: Andrea Ambrosini, Delle memorie storico critiche del cimitero di Nola, 3 voll., in Napoli nella stamperia di Antonio Paci, 1792 [vol. I].

 

Ambrosio 2001: Il restauro del portale 2001: Il restauro del portale. Chiesa di S. Francesco in Nola (oggi parrocchia di San Biagio), [testi di Vanda Ambrosio], Nola 2001.

 

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Ammirati 2006: Vincenzo Ammirati, «Giandomenico Del Giovane, polifonista nolano del ‘500», in Atti del Circolo Culturale B.G. Duns Scoto di Roccarainola, 30-32, 2006, 7-72.

 

Angelillo 1909: Luigi Angelillo, La cattedrale di Nola nella sua storia, Napoli 1909.

 

Angelillo, La Rocca 1971: Dora Angelillo, Eugenio La Rocca, Nola: dalle origini al MedioevoNola 1971.

 

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Attendolo, Tansillo 1585: Le lagrime di San Pietro del Signor Luigi Tansillo da Nola. Mandate in luce da Giovan Battista Attendolo da Capua, Vico Equense, G. B. Cappello e G. Cacchi, 1585.

 

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Berardesca 1560: Antonio Berardesca, Historia di santo Felice martire et episcopo di Nola, nuouamente ristampata, et reuista con più diligenza di prima per Antonio Berardesca[senza data topica e cronica, ma edito da Matthias Cancer nel 1560: cf. Manzi 1972, 141, nota 115], riedito a cura di T. R. Toscano, Castellammare di Stabia 1994.

 

Berardesca 1561: Dichiaratione d’alcuni nomi antichi di provincie, città, popoli, mari, fiumi, laghi, paludi, lagune, & monti, secondo i nomi moderni, così in italiano, come in altre lingue. Raccoltiet ordinati da Don Antonio Berardesca canonico di Nola, in Girolamo Ruscelli, Espositioni et introduttioni universali sopra tutta la Geografia di Tolomeo, in Venetia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1561, f2-3.

 

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Ebanista 2007: Carlo Ebanista, «Tra Nola e Cimitile. Alla ricerca della prima cattedrale», in Rassegna storica salernitana, nuova serie, XXIV, 2007, 1, 25-119.

 

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Toscano 1996: Tobia Toscano, “Il De Nola di Ambrogio Leone“, in Nola e il suo territorio: dalla fine del Medio Evo al 17. secolo, momenti di storia culturale e artistica: atti del 2. Corso di formazione per docenti in servizio Didattica e territorio, 10 febbraio-28 maggio 1994, a cura di Tobia Toscano, Nola 1996, 19-23.

 

Toscano 1996a: Nola e il suo territorio dalla fine del Medio Evo al XVII secolo. Momenti di storia culturale e artistica, a cura di Tobia R. Toscano, Castellammare di Stabia 1996.

 

Toscano 1996b: “L’Ager Nolanus nella storiografia nolana tra Cinquecento e Settecento”, in Toscano 1996a, 1-8.

 

Toscano 1998: “Un circuito di cultura nolana: la poesia di Luigi Tansillo nei dialoghi italiani di Giordano Bruno”, in Celebrazioni bruniane, Nola 1998, 31-40.

 

Toscano 2001a: Nola fuori di Nola. Itinerari italiani ed europei di alcuni nolani illustri, a cura di T. R. Toscano, Castellammare di Stabia 2001.

 

Toscano 2001b: “Giano Anisio tra Nola e Napoli: amicizie, polemiche e dibattiti”, in Nola fuori di Nola. Itinerari italiani ed europei di alcuni nolani illustri, a cura di T. R. Toscano, Castellammare di Stabia 2001, 35-56.

 

Toscano 2001c: “Luigi Tansillo e Nola, Nola e Tansillo”, in Toscano 2001a, 91-118.

 

Toscano 2003: “Dietro le quinte della Nolana ecclesiastica storia: superficie erudita e nascoste trame polemiche, in margine alle inedite Memorie di Isimeno Promachiense”, inGianstefano Remondini. Atti del Convegno nel III centenario della nascita (Nola, 19 maggio 2001), a cura di Carlo Ebanista e Tobia R. Toscano, Marigliano 2003, 41-80.

 

Ughelli 1720: Ferdinando Ughelli, "Nolani episcopi", in Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VI, Venetiis 1720, coll. 242-266.

 

Vecce 2000: Carlo Vecce, “Salutate messer Ambrogio. Ambrogio Leone entre Venise et l’Europe”, Les cahiers de l’Humanisme, 1, 200, 171-181.

 

Venditti 1969: Arnaldo Venditti, “Urbanistica e architettura angioina”, in Storia di Napoli, vol. III, Napoli 1969, 665-888.

 

Vincenti 1897: Giovanni Vincenti, La contea di Nola dal secolo XIII al XVI, Napoli 1897.

 

Vitolo 1997: Carmela Buonaguro, Documenti per la storia di Nola (secoli XII-XIV), introd. di Giovanni Vitolo, Salerno 1997.

 

Wadding (1625) 1932: Luca Wadding, Annales minorum in quibus res omnium trium ordinum a Sancto Francisco institutorum, (Lugduni 1625), vol. VIII, Firenze 1932, 1347-76, 102.XIII, 119.

 

Weiss 1958: Roberto Weiss, “Lineamenti per una storia degli studi antiquari in Italia dal dodicesimo secolo al sacco di Roma del 1527”, Rinascimento, 9/2, 1958, 141-201.

 

Weiss 1989: R. Weiss, La scoperta dell'antichità classica nel Rinascimento, Padova 1989.

 

Zambelli 2007: Paola Zambelli, White magic, black magic in the European Renaissance, Leiden 2007.

 

Zampino 1957: Mario Zampino, “La chiesa vecchia di S. Chiara in Nola”, in Atti del V Convegno Nazionale di Storia dell’Architettura (Roma 1955), Firenze  1957, 437-450.

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