Nome | Gallipoli | |
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Luogo | Gallipoli | |
Status amministrativo | Comune | |
Estensione del territorio comunale | 40.35 kmq | |
Popolazione | 20.169 (maggio 2012) | |
Musei | Museo diocesano, Museo civico Emanuele Barba | |
Archivi | ||
Biblioteche | Biblioteca comunale di Sant'Angelo | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/31 |
Nomi antichi e medievali | Almeno dal XVI secolo il toponimo Calipoli o Calopoli, interpretato come la città bella, è ricondotto alla mitica fondazione di Idomeneo re dei Cretesi (si veda ad esempio la cinquecentesca descrizione di Stefano Catalano [ed. 1793], 74). Nolli (1836, 22), inoltre, riferisce altre etimologie legate alle sorti tardoantiche e della città: Callipoli, infatti, sarebbe la città nuova, restaurata da Genserico re dei Vandali, mutata poi in Gallipoli in seguito alla nuova fondazione da parte di Carlo Magno, evocando nel toponimo l'origine gallica del nuovo fondatore. | |
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Fondazione (data, modalità) | Le fonti antiche su Gallipoli sono molto scarse; secondo la tradizione riportata da Dionigi Alicarnasso la città fu una subcolonia di Taranto, fondata da Leucippo (Dionys. Hal. 19,3). Piuttosto controversa è la testimonianza di Plinio il Vecchio: «in ora vero Senonum, Callipolis, quae nunc est Anxa» (Plin., III 99), fonte che è stata oggetto di dispute erudite sin dal Rinascimento: alcuni, infatti, come Leandro Alberti, ne hanno tratto un'etimologia del nome Gallipoli che varrebbe come città dei Galli Senoni, ipotesi rifiutata però dalla maggior parte degli storici e degli antiquari (si veda Antonio Galateo, Filippo Cluverio, Giovanni Arduino e Stefano Catalano). Una tradizione locale, probabilmente costruita sul noto mito di fondazione di Lecce, vuole che l’eroe omerico Idomeneo, re dei cretesi, avesse fondato la città nominandola Calipoli, ovvero la ‘città bella’ (Catalano [ed. 1793], 74). Il centro messapico entrò nell'orbita di Roma, quando tra il 266 e il 265 a.C. la città, alleatasi con Pirro nella guerra tarantina, fu sconfitta. Nel 213 a.C., poi, Gallipoli divenne municipio romano (Maisen 1870, 155-156). | |
Distrettuazioni di appartenenza | La città era parte del Ducato di Puglia in epoca normanna. Più avanti, con la nuova sistemazione amministrativa operata da Federico II, entrò nel contesto territoriale della provincia di Terra d’Otranto. | |
Demografia | Da Giustiniani 1802 e Sakellariou 2012: 1532: 1193 fuochi 1545: 1097 fuochi 1561: 1383 fuochi 1595: 1285 fuochi | |
Sito, idrografia, viabilità | La città sorge su uno scoglio circondato dal mare, costituito una massa di pietra calcarea tenera che dopo i primi strati presenta un fondo argilloso. Un ponte la collega alla terraferma. È posizionata nella parte orientale del Golfo di Taranto circa un centinaio di chilometri a sud di quest'ultima città. Una rete viaria secondaria collegava Gallipoli e Taranto, dove era possibile accdere al tragitto della via Appia. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Geografia Storica/47 |
Profilo storico | Città marinara di rilievo sin dall’epoca normanna, nonché demaniale già da quei tempi. Nel 1200 ottenne da Federico II il privilegio del foro, ovvero la possibilità di nominare propri giudici (Ingrosso 2004, 135). Ma alle costituzioni di Melfi del 1231, che rappresentarono una sorta di freno alle libertà cittadine, non poté sottrarsi nemmeno Gallipoli. | |
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Cronotassi | 1200-1268: Demanio regio svevo 1269-1386: Demanio regio angioino 1386-1407: Raimondello Orsini del Balzo 1407-1420: Giacomo della Marca, marito della regina Giovanna II 1420-1463: Giovanni Antonio Orsini del Balzo 1463-17 maggio 1484: Demanio regio aragonese 17 maggio 1484-15 settembre 1484: Dominio veneziano 15 settembre 1484-1501: Demanio regio aragonese Dal 1502: Demanio vicereale spagnolo | |
Corpus normativo | Il Libro Rosso si conserva in due copie originali, l’una nell’Archivio di Stato di Lecce e l’altra nella Biblioteca Comunale di Gallipoli, databili entrambe alla fine del XVIII secolo. Contengono il corpus dei privilegi e delle grazie concesse dalle autorità sovrane alla città. Ne è stata curata recentemente un’edizione, ad opera di Amalia Ingrosso, pubblicata nel 2004. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Istituzioni/54 |
Distrettuazioni interne | Le regiones rappresentavano le circoscrizioni interne della città di Gallipoli in epoca bizantina (Natali 2007, 23). Successivamente presero la denominazione di ottine, termine che probabilmente stava a significare il rione o il distretto stradale composto da un raggruppamento di “isole”; il Ravenna nelle sue memorie storiche poteva elencarne 43 (Natali 2007, 84). | |
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Centri demici minori | Sarebbe possibile pensare che l’estensione del territorio extra murario di Gallipoli, con la creazione del vescovato di Nardò nel 1413, avesse subito una diminuzione in favore della stessa Nardò, come accadde per il territorio diocesano. Eppure in un documento del maggio 1528 la Camera della Sommaria, tra le altre disposizioni, ordinava il rispetto di un privilegio relativo alla concessione di trecento ducati delle entrate della terra di Parabita per le opere di fortificazione gallipoline (Ingrosso 2004, 87-91). Parabita era uno di quei centri che appartenevano al vescovato di Gallipoli prima di passare a quello di Nardò proprio dal 1413, insieme ad Alliste, Casarano, Copertino, Felline, Galatone, Nardò, Neviano, Nohe, Seclì, Taviano e Tuglie. Amministrativamente, tuttavia, non è semplice capire se essi da quel momento rispondessero alla stessa Nardò. Se proprio Parabita nella prima metà del Cinquecento era di certo feudo del conte di Ugento Francesco del Balzo (Natali 2007, 144), degli altri non è dato sapere. Senz’altro, invece, i villaggi di Picciotti e San Nicola erano ancora sotto il controllo gallipolino anche dopo il 1413. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Territorio/61 |
Diocesi | Secondo la tradizione, la diffusione del culto cristiano nell’area di Gallipoli si deve attribuire all’apostolo Pietro, giunto in terra pugliese tra 42 e 43 d. C. in compagnia di suoi discepoli. A Pancrazio, considerato il primo vescovo locale, costui dovette affidare il compito di prendersi cura della comunità religiosa che aveva costruito (D’Avino 1848, 242-243). | |
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Distrettuazioni interne | L’estensione della diocesi di Gallipoli, fino al 1413, era ampia e comprendeva Alliste, Casarano, Copertino, Felline, Galatone, Nardò, Neviano, Noha, Parabita, Seclì, Taviano e Tuglie. Dalla data indicata, con la creazione del vescovato di Nardò ad opera di Giovanni XXII, la giurisdizione religiosa dei suddetti centri passò alla nuova diocesi, mentre a Gallipoli rimasero soltanto i villaggi di Picciotti e S. Nicola. | |
Cattedrale o chiesa matrice | Duomo di Gallipoli, ovvero cattedrale di S. Agata | |
Enti religiosi |
Chiesa e convento di San Domenico (XV-XVI secolo) Monastero e chiesa di S. Chiara (XVI secolo) Chiesa e convento di S. Teresa (XVII secolo) Chiesa e convento di San Francesco di Paola (XVII secolo) | |
Vescovi (sec. XV-XVI) | Ugolino (1379-1383) Giovanni de Nerone (1383-1396) Guglielmo da Lacedonia (1396-1421)* Angelo Corposanto, domenicano (1421-1424) Donato di Brindisi, minorita francescano (1424-1443) Antonio de Nicotero, minorita francescano (1443-1445) Pietro Teodoro di Taranto (1445-1458)** Ludovico Spinelli (1458-1484) Alfonso Spinelli (1484-1493) Francesco (1494) Alessio Zelodano (1495-1508) Enrico d’Aragona (1508-1513) Francesco Romelino, cardinale (1513-1518) Geronimo Munoz (1518-1520)*** Federico Petruzzi di Siena (1520-1536)**** Pellegro Cibo (1536-1576) Alfonso Herrera (1576-1585) Sebastiano Quintero (1585-1593) Vincenzo Capece (1596-1622)
* Maisen (1870, 119) dal 1401 al 1421 conta altri tre vescovi, ossia il domenicano Daniele de Leodio (1401-1405), l’altro domenicano Bernardo Arcufice (1405-1412) e il francescano Guglielmo de Fonte (1412-1421). ** Maisen (1870, 120) dal 1451 al 1458 inserisce quale altro vescovo Antonio minorita francescano. *** Eubel inserisce nella lista Andrea della Valle (vescovo di Crotone, 1496-1508 e 1522-1524) che fu probabilmente amministratore apostolico della diocesi di Gallipoli tra il 1518 e il 1524, per poi far partire il Munoz dal 1524 e farlo giungere sino al 1529. **** Eubel lo fa partire dal 1529. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Istituzioni Ecclesiastiche/47 |
Attività economiche | L’abbondanza di olio in Terra d’Otranto rappresentò una fonte di ricchezza notevole anche per Gallipoli nel corso di tutto il basso Medioevo e la prima età moderna. La città, infatti, fu un emporio fondamentale nel Mediterraneo per questo prodotto. Lo si comprende senz’altro dal gran numero di reclami presentati presso la Sommaria e il Collaterale di Napoli da mercanti veneziani, genovesi, liparoti, a causa del fatto che Gallipoli stessa pretendesse una maggiorazione dei dazi per l’olio esportato e si rifiutasse di rispettare i privilegi di quei mercanti nell’ambito di quest’attività (Natali 2007, 133-134). La supplica alla Santa Sede da parte della città, risalente al 1581, attraverso cui si chiedeva che i facchini e le maestranze portuali potessero lavorare anche durante i giorni festivi, fu anch’essa determinata dalla floridezza dei traffici legati all’attività del porto. A tale richiesta il papa Gregorio XIII rispose positivamente, nonostante il parere contrario del vescovo Herrera (Ingrosso 2004, 131-133). L’esazione di un grano per ogni staio d’olio che la città aveva imposto nel novembre 1594, per provvedere alla manutenzione di infrastrutture e fortificazioni, alimenta ulteriormente la cognizione che l’abbondanza di quel prodotto fosse cosa concreta (Natali 2007, 135). | |
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Esenzioni e franchigie | Con un diploma del 2 settembre 1327 Roberto d’Angiò concedeva a Gallipoli un diritto perpetuo sulla pesca (Ingrosso 2004, 76). La regina Giovanna II d’Angiò, il 20 settembre del 1414, approvava l’applicazione di dazi da parte della città sulle navi attraccanti al porto, allo scopo di affrontare le spese di manutenzione del porto stesso (Ingrosso 2004, 111-113). Giacomo della Marca, suo marito, il 18 giugno del 1419 concedeva il libero acquisto di sale e una franchigia nell’acquisto di ferro e pece per uso pubblico (Ingrosso 2004, 19-22), mentre il 29 novembre di quell’anno esentava Gallipoli dal pagamento di una tassa di dieci once, per essere stata fedele alla corona (Ingrosso 2004, 24-26). | |
Mercati e fiere | La più antica fiera di Gallipoli si teneva nei presi della chiesa di San Giovanni della Pedata (oggi Torre San Giovanni), la quale si trasferì nel 1484 presso la chiesa di San Pietro dei Samari; durava per otto giorni in concomitanza con la festività dei SS. Pietro e Paolo, alla fine di giugno. Dal 1578, con la costruzione del convento di Santa Chiara, la fiera iniziò a svolgersi nella piazzetta attigua ad esso. Una seconda fiera, sempre della durata di otto giorni, si teneva in concomitanza con la festività dell’Assunta, alla metà del mese di agosto (Natali 2007, 105, nota 280). | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Economia/45 |
Famiglie | Le maggiori famiglie di Gallipoli nel XV e nel XVI secolo erano quelle degli Assanti, dei Balsamo, dei Camaldari, dei D’Acugna, dei Manglabeto, dei Pantaleo, dei Pirelli, dei Rocci e degli Specolizzi. Gli esponenti di queste ricoprirono le cariche più importanti dell’amministrazione cittadina, con particolare riferimento al ruolo del sindaco (Ravenna 1836, 535-536). Molte famiglie, inoltre, possedevano palazzi che nell'architettura sembrano aver privilegiato l’aspetto difensivo rispetto a quello decorativo, come per sottolineare il contesto di continua tensione, per via delle frequenti guerre, e le prerogative militari del rango dei committenti (Pindinelli 2008, 196-197). | |
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Personaggi illustri |
Lucio Cardami: fu sindaco di Gallipoli nel 1463, partecipò alla strenua difesa della città nel corso dell’assedio veneziano del 1484 e scrisse una sorta di diario degli accadimenti che poté vivere in riferimento agli anni compresi tra il 1410 e il 1494. Francesco Camaldari: di famiglia distinta e antica visse a cavallo tra XV e XVI secolo, fu abate di San Salvatore, lasciando anche un manoscritto con un’Istoria de’ successi del suo tempo. Giovanni Battista Crispo: nacque attorno al 1550 a Gallipoli e presentò presto inclinazione per le lettere; passò poi a Napoli e a Roma; fu sacerdote esemplare e lasciò diverse opere, tra cui si ricorda De Ethnicis Philosophis caute legendis, pubblicata a Roma nel 1594. Stefano Catalano: uomo di dottrina e di erudizione, nato nel 1553 e morto nel 1620; un’iscrizione alla sinistra della porta maggiore del monastero di San Francesco a Gallipoli ne ricorda la memoria; produsse diverse opere manoscritte, tra cui si menziona il De originis urbis Callipolis, pubblicata a Napoli nel 1793 (Catalano [ed. 1793]). Antonello Rocci: sindaco di Gallipoli nel 1607 e autore delle Notizie memorabili della fedelissima città di Gallipoli, scritte nel 1640. | |
Colonie mercantili e minoranze | Quando Brindisi, nel 1496, fu ceduta in pegno ai veneziani da Ferrante II, la colonia ebraica brindisina decise di emigrare verso Gallipoli a condizione che le fossero concessi i medesimi privilegi già goduti. I gallipolini, consapevoli che poteva trattarsi di un’occasione da non perdere a livello economico, per l’ulteriore sviluppo dei commerci, comunicarono al nuovo sovrano Federico il loro beneplacito e il re potè concedere agli ebrei di Brindisi di stanziarsi in quella città; con essi giunsero anche quelli di Nardò, scacciati dalla popolazione locale (Natali 2007, 107). Costoro si stabilirono fuori le mura, nella zona che da essi prese il nome di Giudecca. Il centro salentino li protesse anche dai funzionari spagnoli di Ferdinando il Cattolico, spesso ostili ad essi. Con il bando di espulsione dalla Spagna e da tutto il Regno di Napoli, del 1540, anche la comunità giudaica di Gallipoli dovette necessariamente migrare, ancora una volta. | |
Confraternite | ||
Corporazioni | ||
Istituzioni di Beneficenza | ||
Schedatore | ||
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Societa/43 |
Repertoriazioni | ||
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Archivi storici | ||
Raccolte e miscellanee | ||
Strumenti di corredo | ||
Schedatore | ||
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Fonti documentarie/12 |
Architetti, ingegneri e tavolari attivi in città | Nel 1609 il francescano Bernardino Amico da Gallipoli pubblica una raccolta di disegni illustranti le principali fabbriche della città di Gerusalemme. Francesco Milizia | |
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Mura e porte urbiche | ||
Strade e piazze | ||
Infrastrutture urbane | ||
Strutture assistenziali | ||
Castelli e fortezze | ||
Palazzo signorile | ||
Edifici pubblici | Seggio (distrutto) | |
Palazzi privati | ||
Edifici religiosi | ||
Apparati effimeri | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Architettura/25 |
Artisti attivi in città | ||
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Opere d'arte medievali e moderne | San Francesco, altorilievo di San Michele arcangelo San Francesco, Cristo morto sorretto dagli angeli San Francesco, Presepe San Francesco, Vergine Annunciata | |
Collezioni | ||
Schedatore | Paola Coniglio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Produzione Artistica/30 |
Letterati che nascono, vivono o operano in città |
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Stampatori e produzione libraria cittadina | ||
Biblioteche pubbliche e private | ||
Accademie | ||
Committenze di opere letterarie relative alla città | ||
Dedicatari di opere letterarie | ||
Storie di famiglie | ||
Corografia e geografia | Gallipoli beneficia di due distinte descrizioni ad opera di Antonio de Ferrariis Galateo. La prima figura nel De situ Iapygiae (edito in Defilippis 2005), la seconda nella Callipolis descriptio.
Nel De situ Iapygiae (Defilippis 2005, capp. 7.1-10; altre edizioni: Galateo 1558; Paone 1974) Galateo si sofferma sulla forma della città, definendola come “di una padella” (“formam habet sartaginis”), il cui manico sarebbe lo stretto istmo. Ne elogia le solide mura e il castello all’imboccatura dell’istmo. Afferma poi che la città fu distrutta da Carlo I d’Angiò o forse Carlo II, perché avrebbe voluto passare, come la Sicilia, a Pietro d’Aragona. A causa di questo saccheggio la città rimase deserta per circa un secolo, in quanto gli abitanti si sarebbero divisi per le campagne vicine. Poi avrebbero riurbanizzato la città distrutta, ma in modo misero, senza salvare il tracciato urbano creando quell’impressione che Galateo definisce come di una città occupata, più che costruita ad arte (“Et quae quondam pulchra urbs a Graecis appellata est, nunc, nullo viarum ordine servato, habitatur non ut condita sed ut occupata”). Galateo passa poi a una interessante sezione di storia contemporanea dai toni decisamente encomiastici, ricordando della fede aragonese, e ricordando anche come la città fu espugnata dai veneziani cinque anni dopo i fatti di Otranto. In quella occasione i pochi abitanti opposero una resistenza così fiera che, pur essendo costretti a difendere fino a sette merli di mura per ciascuno, inflissero ingenti perdite agli assedianti, e molte furono le donne che salirono sugli spalti per combattere. Quando i Francesi, poco tempo dopo, occuparono l’Italia, la città non fu mai presa d’assedio e fu difesa dal condottiero napoletano Marco Antonio Filomarino. In seguito, la città si arrese controvoglia a Consalvo di Cordova, solo dopo un accordo, e da quel momento fu fedele alla Spagna, anche al momento dell’effimera conquista francese del territorio, mentre Consalvo era asserragliato a Barletta. In quel frangente, grazie alla guida di Giovanni Castriota duca di Ferrandina, Gallipoli divenne un baluardo antifrancese. La descrizione termina con la menzione dell’Isola d S. Andrea, poco discosta dalla città.
I toni encomiastici sono ancora più evidenti nella Callipolis descriptio, scritta intorno al 1513, quando Galateo viveva a Gallipoli lavorando come medico condotto (ed. in Paone 1974; Pallara 1977; ed. princeps Galateo 1558). Interessante la menzione della Fontana Greca; molto interessante anche il cambio di prospettiva adottato da Galateo nel descrivere il tessuto urbano in confronto con quanto da lui stesso scritto, pochi anni prima, nel De situ Iapygiae: nella Callipolis descriptio, infatti, quello che nell’altra opera era presentato come uno sviluppo viario informe e poco strutturato, diviene una saggia disposizione delle strade che impedisce al vento di sferzare la città, cosa che sarebbe avvenuta se si fosse adottato un sistema urbano ortogonale. In generale, in quest'opera la città è descritta come luogo sereno e quieto, adatto alle meditazioni filosofiche dell'autore.
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Storiografia locale e cronache | ||
Letteratura antiquaria | V. sopra, quanto scritto da Galateo nel De situ Iapygiae e nella Callipolis descriptio. | |
Letteratura ecclesiastica e religiosa | Cf. gli scritti di argmento religioso di Alessio Celadeno quando questi era vescovo della città. | |
Letteratura giuridica | ||
Letteratura scientifica | ||
Poesia, prosa d'arte, altre forme letterarie | Si veda la produzione politica e oratoria del vescovo e umanista greco Alessio Celadeno, in particolare lo scritto contro i Turchi che costui scrisse quando era vescovo di Gallipoli. | |
Elogi di città e altri scritti encomiastici o apologetici | Le due descrizioni della città ad opera di Galateo sono senza dubbio ispirate da spirito encomiastico (v. sopra). | |
Altro | ||
Schedatore | Lorenzo Miletti | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Letteratura/24 |
Mappe territoriali | Veduta del porto e della città di Gallipoli (dal Libro di Piri Reis, sec. XVII; Baltimora, Walters Art Gallery, ms W.658) | |
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Piante di città | ||
Vedute di città | Veduta della città di Gallipoli Braun-Hogenberg (1578, Braun-Hogenberg: consultabile on line) Veduta della città di Gallipoli Blaeu (1663: Blaeu 1663: Theatrum ciuitatum nec non admirandorum Neapolis et Siciliae regnorum, Amsterdam, Joan Blaeu, 1663; consultabile on line) Veduta del porto e della città (1783: Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786) | |
Apprezzi di tavolari | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Cartografia storica/23 |
Fonti manoscritte | Scritture Gallipoli: Archivio di Stato di Lecce, Scritture dell’Università di Gallipoli, ms. 36/5, cc. 40r-45v. | |
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Fonti a stampa | ||
Bibliografia | Abulafia 2010: David Abulafia, “Signorial power in Aragonese Southern Italy”, in Sociability and its Discontents: Civil Society, Social Capital, and their Alternatives in Late Medieval and Early Modern Europe, ed. N. Eckstein and N. Terpstra, Turnhout 2009, 173-92.
Acconcia Longo 1988: Andrea Acconcia Longo, “L’assedio e la distruzione di Gallipoli (1268-69)”, Archivio storico italiano, 535, 1988, 3-22.
Adams 1994: Nicholas Adams, “L’architettura militare di Francesco di Giorgio”, in Francesco di Giorgio architetto, a cura di Francesco Paolo Fiore e Manfredo Tafuri, Milano 1994, 114-150.
Antonucci 1943: Giovanni Antonucci, “Curiosità storiche salentine”, Rinascenza Salentina, n.s., 11, 1943, 40-53.
Bacile di Castiglione 1915: Gennaro Bacile di Castiglione, “Il castello di Gallipoli”, Rassegna Tecnica Pugliese, 14.5, 1915, 76-81.
Bacile di Castiglione 1927: Gennaro Bacile di Castiglione, Castelli pugliesi, Roma 1927, 139-152.
Blaeu 1663: Theatrum ciuitatum nec non admirandorum Neapolis et Siciliae regnorum, Amsterdam, Joan Blaeu, 1663.
Blandino 2007: Francesco Blandino, “Gallipoli, fra strade antiche e cinta bastionata: strutture e forme urbane nella condizione insulare”, Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura, n.s., 44-50, 2004-2007, 653-666.
Borgia 2001: Luigi Borgia, Lo stemma del Regno delle Due Sicilie, Firenze 2001.
Brunetti 2007: Oronzo Brunetti, “Disegni di architetture militari del Viceregno di Napoli dalla raccolta del cardinale Antonio Perrenot de Granvelle (1517-1586)”, Kronos, XI, 2007, 3-21.
Bruno, Tinelli 2012: Brunella Bruno, Marisa Tinelli, "Testimonianze bizantine e medievali da Gallipoli (LE). A proposito di un intervento presso l'oratorio di San Giuseppe, 1998", Archeologia medievale. Cultura materiale, insediamenti, territorio, 39, 2012, 215-227.
Cagiano de Azevedo 1984: Michelangelo Cagiano de Azevedo, “Quesiti su Gallipoli tardoantica e paleocristiana”, Puglia paleocristiana e altomedievale, 4, 1984, 25-32.
Carducci 1995: Giovangualberto Carducci, “La ricostruzione del castello di Taranto nella strategia difensiva aragonese (1487-1492)”, Archivio Storico Pugliese, 48, 1995, 101-178.
Catalano [ed. 1793]: Stefano Catalano, “Descrizione della città di Gallipoli”, in Joannis Baptistae Pollidori Frentani et Stephani Catalani Gallipolitani opuscola nonnulla, nunc primum in lucem edita, Neapolis 1793, 73-78.
Cataldini 1972: Oliviero Cataldini, “Contributo alla storia di Gallipoli durante il periodo aragonese”, in Atti del Congresso Internazionale di studi sull’età aragonese (Bari, 15-18 dicembre 1968), Bari 1972, 634-693.
Cazzato 1993: Mario Cazzato, "Il sedile di Galatone e i sedili salentini", in Galatone nella seconda metà del Cinquecento. Atti del Convegno (Galatone, 10-11 novembre 1990), a cura di Vittorio Zacchino, Galatina 1993, 15-24.
Cazzato 1999: Mario Cazzato, “Le soluzioni angolari come segni di riconoscimento nell'architettura cinquecentesca di Gallipoli", Studi salentini, 76, 1999, 99-108.
Cazzato, Pindinelli 2000: Mario Cazzato, Elio Pindinelli, Dal particolare alla città. Edilizia, architettura e urbanistica nell’area gallipolina in età barocca, Gallipoli 2000.
D’Avino 1848: Vincenzo D’Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Napoli 1848, 242-251.
D’Elia 1906: Francesco D’Elia, La chiesa cattedrale di Gallipoli, Gallipoli 1906.
D’Elia 1913: Francesco D’Elia, Gallipoli non fu mai sottoposta a feudatari, Gallipoli 1913.
De Marco 1993: Mario De Marco, La guida di Gallipoli: itinerario storico-artistico, Cavallino di Lecce (Lecce) 1993.
De Palma 1986: Luigi Michele De Palma, “Un umanista vescovo di Gallipoli: Alessio Celadeno (1451-1517)”, in Studi in onore di mons. Aldo Garzia, Molfetta 1986, 161-176.
De Pascalis 2004: Giancarlo De Pascalis, “Francesco di Giorgio e l’architettura militare in area pugliese”, in Francesco di Giorgio Martini. Rocche, città, paesaggi, a cura di Barbara Nazzaro e Gugliemo Villa. Atti del Convengo nazionale di studio (Siena, 30-31 maggio 2002), Roma 2004, 161-172.
Del Pozzo 1965: Giulio Del Pozzo, Il museo civico e la biblioteca comunale di Gallipoli, Gallipoli 1965.
Di Costanzo: Angelo Di Costanzo, Istoria del Regno di Napoli, in Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell’istoria generale del Regno di Napoli, III, Napoli 1769.
Fiaccadori 1982: Gianfranco Fiaccadori, “Sull'intitolazione della cattedrale di Gallipoli”, Rivista di storia della Chiesa in Italia, 36, 1982, 416-420.
Fontana 1972: Luigi Carlo Fontana, “I capitelli dell'antica cattedrale di Gallipoli", Almanacco salentino, 1970-1972, 451-452.
Franza 1836: Liborio Franza, Colletta istorica e tradizioni anticate sulla città di Gallipoli, Napoli 1836.
Galateo 1558: Antonio de Ferraris Galateo, Liber de situ Iapygiae, Basileae, per Petrum Pernam, 1558.
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Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Fonti e bibliografia/37 |
Luogo | Gallipoli | |
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Denominazione | Gallipoli, Archivio dell'Universitas | |
Sede storica | Almeno dal 1526 la cassa dei privilegi era conservata nella sacrestia della Cattedrale. | |
Tipologia | ||
Soggetti produttori | Universitas di Gallipoli | |
Storia dell'archivio | La documentazione conservata nell'Archivio dell'Università fu in gran parte distrutta nel 1484, quando la città venne presa dai veneziani comandati da Giacomo Marcello. Non si sa con sicurezza dove fosse conservata la cassa dell'Archivio prima del 1526, quando fu depositato “in archa intus cameram domorum dictae Universitatis” la copia del 26 agosto 1527 di un provvedimento datato in originale a Granada il 23 giugno 1526, con cui l’imperatore aveva approvato “consuetudinos et antiquos mores […] civitatis Gallipolis”. La copia fu tratta dall’originale su ordine del sindaco Oliviero e depositata nell’archivio cittadino. A seguito delle vicende del 1528-29, che causarono ulteriori dispersioni documentarie, si stilò un inventario delle carte dell'Università nel 1551, fino alla compilazione del Registro dei privilegi nella prima metà del XVII secolo. | |
Consistenza dell'Archivio | ||
Fondi archivistici | ||
Strumenti di corredo | ||
Raccolte e miscellanee | Libro Rosso di Gallipoli, Scritture delle Università e Feudi, Atti diversi. Registro dei privilegi (1200-1745): ms. 36/1 (ed. Ingrosso 2004). Il registro, contenente 195 documenti, fu completato su commissione del sindaco Andrea Sansonetti (sindaco negli anni 1662/63 e 1678/79) alla metà del XVII secolo, sulla base di copie autenticate da vari notai nel corso del ’500. La prima parte della redazione potrebbe però essere iniziata già alla fine del XVI secolo. | |
Note | Del Libro Rosso di Gallipoli esiste un secondo testimone conservato presso la Biblioteca comunale della città, e datato al XVIII secolo. Entrambi i testimoni mancano di un’autentica generale o parziale notarile, il che induce a pensare che siano entrambe copie semplici di un originale scomparso, mentre difficile è stabilire il rapporto tra i due testimoni. | |
Bibliografia | Libro Rosso: Il Libro Rosso di Gallipoli (Registro de Privilegi), a cura di Amalia Ingrosso, Galatina 2004.
Pastore 1973: Michela Pastore, "Fonti per la storia di Puglia: regesti dei libri rossi e delle pergamene di Gallipoli, Taranto, Lecce, Castellaneta e Laterza", in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di Michele Paone, Galatina 1973, 153-295. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Veronica Mele | |
Data di creazione | 19/07/2014 18:27:32 | |
Data ultima revisione | 09/04/2017 17:03:11 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Scheda Archivio/14 |