Nome | Brindisi | |
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Luogo | Brindisi | |
Status amministrativo | Comune capoluogo di provincia | |
Estensione del territorio comunale | 328 kmq | |
Popolazione | 88.302 (dicembre 2015) | |
Musei | Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo; Museo diocesano Giovanni Tarantini | |
Archivi | ||
Biblioteche | Biblioteca provinciale; Biblioteca arcivescovile Annibale de Leo | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/30 |
Nomi antichi e medievali | Brundisium/Brundusium fu il nome della colonia di diritto latino fondata dai romani. Il toponimo è ricordato dalle fonti come la versione latina dell’originaria denominazione del centro messapico. Strabone precisa, infatti, che nella lingua messapica brenesion è chiamata la testa del cervo, pertanto il nome messapico avrebbe indicato la particolare conformazione del sinus brindisino (Strabo, VI, 282). | |
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Fondazione (data, modalità) | Il processo di conquista della Penisola, avviato anche in area salentina attorno alla metà del III secolo a. C., portò i romani alla fondazione di Brundisium, una colonia di diritto latino la cui deduzione risale probabilmente agli anni tra il 246 e il 243. La necessità di creare un nuovo centro di riferimento in quella regione, con l’obiettivo di accentuare la disgregazione delle strutture preesistenti per crearne di nuove, fu la motivazione principale dell’azione romana. La città, peraltro, divenne presto un importante centro portuale e commerciale, qualificandosi subito come una delle principali porte verso l’Oriente, situazione testimoniata anche dal prolungamento della Via Appia, che nel tratto tra Taranto e Brindisi venne tracciata proprio entro la fine del III secolo a. C. (Alaggio 2009, 8; Lippolis, Baldini Lippolis 1997, 306-307). | |
Distrettuazioni di appartenenza | 1320: 4123 fuochi 1443: 268 fuochi 1532: 863 fuochi 1545, 1206 fuochi 1561: 1636 fuochi 1595: 1948 fuochi La città subì una prima forte contrazione demografica alla metà del Trecento, per via della peste. Una seconda, ancor più grave nel 1456, in occasione di un terribile terremoto che la decimò letteralmente. In una richiesta a Ferrante I del 1464 i brindisini dichiaravano che in quel momento la città poteva contare meno di 800 fuochi. L’aumento demografico registrato negli anni sesssanta rispetto al 1443, nonostante il terremoto che avvenne tredici anni dopo, va spiegato grazie con la politica di ripopolamento che avviò Giovanni Antonio Orsini del Balzo proprio in seguito al tragico sisma (Vallone 1982, 148). | |
Demografia | La città era parte del Ducato di Puglia in epoca normanna. Più avanti, con la nuova sistemazione amministrativa operata da Federico II, entrò nel contesto territoriale della Provincia di Terra d’Otranto. | |
Sito, idrografia, viabilità | La città è posta in una sorta di penisola nel mare Adriatico, abbracciata da due grandi seni d’acqua, ed è quasi equidistante da Lecce e Taranto. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Geografia Storica/43 |
Profilo storico | La dominazione bizantina portò alla rinascita della città di Brindisi nel corso della prima metà dell’XI secolo. Lo testimonia anche un’epigrafe, in parte ancora leggibile, posta sul basamento di una delle due colonne che dal promontorio di Ponente guardavano l’imboccatura del porto interno, nel testo della quale si fa riferimento al protospatario Lupo che si adoperò per gli interventi di quella che assunse i toni di una sorta di rifondazione (Alaggio 2009, 137-138). Seguì, nel 1071, la conquista normanna da parte di Goffredo da Conversano, identificato da alcuni come il nipote del Guiscardo, periodo nel quale il risorgimento edilizio ed economico si accentuò notevolmente. | |
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Cronotassi | 1266-1352: Dominio angioino 1352: Ludovico I d’Ungheria 1352-1382: Dominio angioino 1382-1386: Carlo III di Durazzo 1386 c.a-1399: Raimondello Orsini del Balzo 1399-1414: Ladislao d’Angiò-Durazzo 1414-1435: Giovanna II d’Angiò-Durazzo 1435-1442: Renato d’Angiò-Valois 1442-1463: Giovanni Antonio Orsini del Balzo 1463-1496: Dominio aragonese 1496-1507: Dominio veneziano Dal 1507: Dominio vicereale spagnolo | |
Corpus normativo | Tre manoscritti settecenteschi della Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi (mss. B/57, B/58 e B/59) conservano il corpus delle pergamene relative alla storia politico-istituzionale della città, dalla tardo-antichità alla fine dell’epoca medievale. Si tratta del Codice Diplomatico Brindisino, edito peraltro in tre volumi che rispettano la suddivisione dei manoscritti stessi. Il primo volume contiene documenti dall’anno 492 al 1299 ed è stato pubblicato nel 1940 a cura di Gennaro Maria Monti. Il secondo volume copre l’arco cronologico compreso tra il 1304 e il 1397, ed è stato pubblicato nel 1964, a cura di Michela Doria Pastore. Nel terzo ed ultimo volume, edito nel 2206 a cura di Angela Frascadore, si raccolgono le fonti risalenti al periodo 1406-1499. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Istituzioni/50 |
Distrettuazioni interne | La città era divisa in tre rioni, detti pittaggi: Santo Stefano (nelle vicinanze delle colonne), Sant’Eufemia (nella zona di Santa Teresa) e San Toma (nella zona di Santa Lucia). | |
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Centri demici minori | Questi erano i principali casali compresi nel territorio del contado brindisino: Baldassari, Cellino, Levrano, Guagnano, Mesagne, Salice, Sandonaci, San Pancrazio, Tuturano e Veglie. | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Territorio/57 |
Diocesi | I racconti agiografici narrano che ad Alessandria, durante il II secolo d. C., un giovane di nome Euprescius vestiva, con suo padre, l’abito monastico nel cenobio di S. Ermete. Una notte il padre ebbe una visione che gli svelava le sorti future del figlio. Il destino di Euprescius sarebbe stato quello di diventare presule, di diffondere il messaggio evangelico e di condurre la città di Brindisi sotto la vera fede. Avrebbe anche dovuto cambiare nome in Leucio. Egli, pertanto, partì per la città pugliese insieme ai suoi chierici per portarvi l’evangelizzazione. Questi sono gli eventi contenuti nelle varie versioni della Vita S. Leucii (Alaggio 2009, 111-112). | |
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Distrettuazioni interne | ||
Cattedrale o chiesa matrice | ||
Enti religiosi | ||
Vescovi (sec. XV-XVI) | Cronotassi degli arcivescovi di Oria-Brindisi in epoca tardo-medievale e agli inizi dell'età moderna, fino all’ultimo presule unico per entrambe le sedi e al primo della nuova sede distaccata brindisina: Riccardo Rogerii (1382-1412) Pandullo, abate del monastero Maria di Montevergine (1412-1415) Aragone de Malaspina, protonotario apostolico (1415-1418) Paolo di Roma (1418-1423) Pietro Gattula (1423-1437) Pietro de s. Blasio (1437-1452) Goffredo Carusio (1453-1471) Francesco de Arenis (1477-1483) Roberto Piscicelli (1484-1513) Domenico Ydiacaiz (1513-1518) Giovanni Pietro Carafa (1518-1524) Geronimo Aleander de Mota (1524-1542) Francesco Aleander (1543-1560) Giovanni Carlo Bovio (1561-1570) Bernardino de Figueroa (1571-1586) Andrea de Ayardis, primo arcivescovo della sola diocesi di Brindisi (1591-1595). | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Istituzioni Ecclesiastiche/44 |
Attività economiche | Per quel che riguarda le aree dell’entroterra brindisino, le attività principali si incentravano sulla coltivazione della vite e dell’olivo. Tipica, ad esempio, era la sistemazione a capanna dei vigneti locali. Rilevante era inoltre la presenza di vigne regie in epoca sveva, e, ancor di più, angioina. Nel cellarium, un ambiente adibito a cantina di cui solitamente erano provviste le abitazioni, si conservavano botti di varia tipologia e a volte le fonti informano su qualche caso specifico, come appunto una botte "bene arclata et timpaniata" a Brindisi verso la fine del Duecento (Licinio 1981, 210). | |
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Esenzioni e franchigie | Tra il 1464 e il 1466 re Ferrante I concesse a Brindisi una serie di cospicui privilegi. La città era stata colpita da un tremendo terremoto nel 1456, mentre già un secolo prima era stata devastata dalla peste. Ferrante, per risollevarla, oltre ad un programma di riedificazione, accordò che i debitori non potessero essere molestati dai loro creditori per cinque anni; che i negozianti potessero estrarre 25 tomoli di grano in maniera totalmente franca; che la metà di tutti i diritti che si pagavano nel Regno per olio, grane e biade fossero concessi alla comunità brindisina; stabilì l'esenzione per la regia dogana e per diverse tasse. Inoltre il re concesse ai brindisini di essere cittadini per tutto il Regno stesso e dette loto il monopolio sulla manifattura del sapone (CDB, III, 2006). | |
Mercati e fiere | L’unica fiera di cui si è a conoscenza per Brindisi fu istituita nel 1264 e si teneva, ogni anno, nel periodo compreso tra il 24 aprile e il 2 maggio (Sakellariou 2012, 479). | |
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Economia/42 |
Famiglie | Le grandi famiglie di Brindisi, tutte più o meno apparentate tra loro, di antica o recente nobiltà, erano in particolare le seguenti: Bovio, Cateniano, Fornari, Glianes, Granafei, Moricino e Scolmafora. Ricavavano le loro ricchezze dallo sfruttamento delle proprietà fondiarie, nelle aree dell’entroterra brindisino. Il prestigio, inoltre, gli derivava dalle cariche cittadine che spesso i loro appartenenti occupavano, come pure dall’esercizio delle professioni, quali ad esempio la medicina o la giurisprudenza (Jacovelli 1983, 39). | |
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Personaggi illustri |
Giovanni Maria Moricino: medico di fama vissuto a cavallo tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, autore delle antichità brindisine pubblicate nel 1674 da padre Andrea Della Monaca. Scipione Ammirato (1531-1601), leccese, vi studia in gioventù retorica. Giovanni Carlo Bovio (1522-1570), arcivescovo di Brindisi e Oria (1564-1570), membro attivo del Concilio di Trento. | |
Colonie mercantili e minoranze | ||
Confraternite | ||
Corporazioni | ||
Istituzioni di Beneficenza | ||
Schedatore | Federico Lattanzio | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Societa/40 |
Oggetti archeologici di reimpiego | Il reimpiego dell’antico si concenta a Brindisi nella Chiesa di San Giovanni al Sepolcro (si segnala in particolare la presenza di capitelli di importazione) e nel Portico de’ Cateniani (Brindisi, Museo Provinciale, iscrizione CIL IX 34). Almeno dal 1470 è attestata tra le reliquie della Cattedrale un’urna in granito identificata, secondo una consuetudine molto diffusa già dal Medioevo, con una delle Idrie del miracolo di Cana. | |
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Edifici antichi | Il rapporto con l’antico della città di Brinidisi è stato mediato, in maniera caratterizzante, dalla presenza all’imboccatura del porto interno di due colonne monumentali con capitelli figurati, tradizionalmente riferite alla terminazione della via Appia. Le colonne hanno dominato con la loro mole il paesaggio della città antica, medievale e modena, diventandone un importante simbolo identitario; infatti queste, collocate sul porto della città, famosissimo e celebrato in tutte le fonti antiche per la straordinaria conformazione (cfr. sezione letteratura in particolare le voci corografia e geografia), hanno costituito il luogo in cui si raccordavano la memoria storica della città romana, la leggenda del fondatore Brentos, figlio di Eracle (mito che risale a Stefano Bizantino) e il legame tra Brindisi e Virgilio, la cui abitazione veniva riconosciuta in un palazzetto adiacente al monumento antico. | |
Collezioni di antichità, scavi e scoperte archeologiche di età moderna | Dovevano essere oggetto di un puntuale interesse antiquario e di sicure forme di collezionismo le monete antiche che si potevano ritrovare, anche in maniera casuale, sul terrtorio. In particolare, erano molto apprezzate le monente coniate dalla città nel III secolo a.C., nelle quali la legenda (BRUN) poteva essere citata come garanzia evidente dell’antichità del toponimo cittadino. Un tema ricorrente nella tradizione antiquaria del tardo XVI secolo, che al momento trova nella Lettera Apologetica di Giovan Battista Casimiro la fonte più antica (Casimiro 1567), è l’identificazione del giovane delfiniere, rappresentato sul rovescio delle emissioni di Brundisium, con il mitico fondatore Brentos. | |
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Antichita/28 |
Architetti, ingegneri e tavolari attivi in città | ||
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Mura e porte urbiche |
Porta Lecce | |
Strade e piazze | ||
Infrastrutture urbane | ||
Strutture assistenziali | ||
Castelli e fortezze | ||
Palazzo signorile | ||
Edifici pubblici | Seggio dei Nobili (distrutto) | |
Palazzi privati | ||
Edifici religiosi | ||
Apparati effimeri | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Architettura/24 |
Artisti attivi in città | ||
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Opere d'arte medievali e moderne | - Mosaico pavimentale della Cattedrale (1178). - Affreschi votivi alle pareti della chiesa di San Giovanni al Sepolcro (secc. XIII-XIV). - Lastra tombale di Niccolò Castaldi e consorte nella chiesa di San Paolo Eremita (1309). - Affreschi alle pareti nella chiesa di San Paolo Eremita (secc. XIV-XV). - Tomba di Giovanni Maria Moricino nella chiesa di San Paolo Eremita (1558-1628). - Dipinto della Visitazione (1559, Jacopo de Vanis) nella chiesa di San Paolo Eremita. - Fonte battesimale della Cattedrale (1571-86) (il precedente fonte, di cui abbiamo testimonianza nelle visite pastorali, è forse da identificare nella vasca della fontana de Torres). - Mascherone raffigurante Crono già nel seggio dei nobili, oggi esposto in Palazzo Granafei. - Fontana de Torres (1618): fatta realizzare dal regio governatore reimpiegando per il bacino un pezzo medievale, proveniente forse dal vecchio fonte battesimale della Cattedrale. | |
Collezioni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Produzione Artistica/41 |
Letterati che nascono, vivono o operano in città |
Aurelio Serena da Monopoli
Niccolò de Cateniano
Antonio Diana
Diomede Valentino
Giovan Battista Casimiro
Lucio Scarano
Nicola Taccone
Antonio Monetta | |
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Stampatori e produzione libraria cittadina | La prima attestazione risale a un episodio del 1627, quando lo stampatore Lorenzo Valeri, attivo stabilmente a Trani, stampa nel palazzo arcivescovile di Brindisi un testo giuridico del vescovo Juan de Falces. | |
Biblioteche pubbliche e private | Si ha notizia di alcune biblioteche private nel XVI secolo, come quella di Nicolò de Cateniano e quella di Lucio e Gabriele Cannavense (Carito 1979, 78; Jurlaro 1977, 134). | |
Accademie | ||
Committenze di opere letterarie relative alla città | ||
Dedicatari di opere letterarie | ||
Storie di famiglie | ||
Corografia e geografia | Nel XIII secolo a Brindisi è dedicata una interessante descrizione nell'opera geografica di Guidone : 27, 12-20: et post has antiquior cunctarumque nobilior Brundusium, in qua ecclesia sancti pontificis et confessoris Christi Leucii egregio opere constructa, ubi et requie vit, cernitur. hanc urbem Romoald Beneventanorum princeps cum Tarento simul cepit et diruit, similiter quoque et ceteras civitates Salentinae regionis, eo quod exercitus Romanorum ab urbe Constantinopolitana missos susciperent et devote orientali aulae aut antiquitus, dum Longobardorum gens divina permissione Italiam infestarent, parerent.
Per le fonti rinascimentali, da Pietro Ranzano in poi, è di grande importanza la lettura Strabone VI 3, 6, passo nel quale si dice quanto segue: la città fu fondata da Cretesi provenienti da Cnosso, oppure da Iapyx. Brindisi era governata da re, fu sconfitta più volte da Falanto di Taranto, che poi passò dalla parte dei Brindisini e fu trattato da loro con grandi onori. La terra dei Brindisini è migliore di quella dei Tarantini: è più arida ma più fruttifera. Il porto è migliore per via delle insenature, alle quali si accede da un unico imbocco, creando una forma che ricorda la testa di un cervo. Brention è infatti il termine messapico che indica il cervo. La tradizione di una fondazione cretese è adottata anche da Lucano (II 610-627), che descrive bene il porto e menziona la provvidenziale collocazione dell’isolotto che chiude l’imbocco verso nord, l’odierna isola di S. Andrea. Pompeo Trogo (apud Justinum) XII 2, 5-11, riporta la tesi della fondazione etolica con Diomede. Notevole anche un passo di Gellio (NA IX 4), in cui l’autore racconta di aver comprato a Brindisi con gran facilità e a poco prezzo molti libri greci. Sempre Gellio, sia in questo passo citato che (più estesamente) in IV 6, riporta un verso di Ennio in elogio del porto di Brindisi: Brundisium pulcro praecinctum praepete portu.
Ranzano XIV, ix, Calabrya, cc. 25-29 ed. Di Lorenzo, Figliuolo, Pontari: del tutto dipendente da Strabone per la parte antica; Nessun riferimento alle antichità materiali, neanche alle colonne. Ranzano tesse un elogio del porto, riferimento al nome messapico della città. Alla sua epoca la città è molto malridotta per non meglio precisate lotte intestine che sarebbero avvenute alla fine del Trecento, con grande spargimento di sangue ed estinzione di alcune famiglie.
Galateo, De situ Japigiae, c. 11 ed. Defilippis. Galateo è abbastanza dettagliato nel descrivere il porto, facendo menzione dei due castelli, quello di terra e quello di S. Andrea, delle due torri all'imboccatura del porto e la catena di protezione, ecc. Non menziona le antichità, curiosamente, neanche le famose colonne. Galateo racconta anche di alcune vicende storiche, della fuga a Brindisi di Isabella del Balzo nel 1495, del valore del suo amico (amicus noster) Spineto Ventura, che si distinse nello scontro in cui i francesi furono sconfitti dai brindisini poco fuori città, verso Mesagne.
Sereni 1512, Descriptio portus Brundisii, in Opuscula, Roma 1512, cc. [C iv] - D i (v. scheda)
Alberti 1551, 193v-194v: espone sia la tesi degli Etoli che quella dei Cretesi. Conferma lo stato malridotto e poco abitato della città. Cita anche Ranzano. Come descrizione del porto menziona le due torri che chiudono l’imbocco: la torre del Cavallo e quella della Pena. Castello di Ferrante sull’Isola. Sulle COLONNE: “Veggionsi circa il porto (pur nella città) due colonne di pietra drizzate assai alte. Et la cagione perché siano quivi poste, non l’ho potuto intendere”. Cita poi Faccio degli Uberti, che considera Taranto e Brindisi porti pieni di “malandrini”. Menziona poi la nascita di Pacuvio.
Scaligero 1546, 379: nella sezione Urbes (374-412) elegia su Brindisi con elogio del porto e citazione del verso di Ennio (anche elegie su Otranto, 396; Taranto 400-401; Venosa 406)
Casimiro 1567: v. sotto, la sezione Letteratura antiquaria. | |
Storiografia locale e cronache | ||
Letteratura antiquaria | Cf. anche sopra, la sez. Corografia e geografia. A partire dal secondo Cinquecento si sviluppa a Brindisi un interesse antiquario locale di un certo rilievo. Si veda a tal proposito l'opera di Giovan Battista Casimiro (o Casmirio), terminata nel 1567 e rimasta in forma manoscritta (Casimiro 1567), la quale fa da base al successivo studio di Giovanni Maria Moricino, a sua volta alla base di quello di Andrea della Monaca (che di fatto ne fece un plagio: cf. Carito 1979, 81), stampato nel 1674 (Della Monaca 1674). Il manoscritto di Casimiro è un'opera di notevole valore: dedicata a Quinto Mario Corrado, porta il titolo di Epistola apologetica, benché si tratti di un vero trattato su Brindisi, in cui lo studio antiquario basato sull'osservazione diretta di fonti letterarie, monete ed epigrafi, si intreccia con l'elogio della città e dei suoi cittadini dotti, sui quali vengono offerte notizie preziose. A tutt'oggi il testo è privo di edizione. | |
Letteratura ecclesiastica e religiosa | Gli Acta Sanctorum Brundisinorum, opera dispersa, scritta nel 1538 da Niccolò de Cateniano. Si vedano anche la traduzione di Diomede Valentino dell'opera del teologo Antonio Scaragio di Altamura (Scaragio 1557), nonché gli Officia sanctorum 1583, con numerose ristampe. | |
Letteratura giuridica | ||
Letteratura scientifica | ||
Poesia, prosa d'arte, altre forme letterarie | Si veda la produzione del brindisino Antonio Monetta (1559-162o circa), attivo a Venezia e autore di un poema religioso in terza rima sul martirio di San Teodoro (Monetta 1592) e di un canzoniere di rime amorose (Monetta 1593).
Si veda inoltre lo Scenophylax dialogus di Lucio Scarano, attivo a Venezia, dedicato a questioni di poetica relative ai gnerei tragico e comico (Scarano 1601). | |
Elogi di città e altri scritti encomiastici o apologetici | V. sopra, i riferimenti all'elegia di Serena da Monopoli e all'opera di Giovan Battista Casimiro, entrambi animati da intenti celebrativi. | |
Altro | ||
Schedatore | Lorenzo Miletti | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Letteratura/12 |
Mappe territoriali | Pianta del porto e della città di Brindisi (dal Libro di Piri Reis, ms del sec. XVII: Baltimora, Walters Art Gallery, ms W.628; consultabile on line) Pianta della città e del porto di Brindisi (sec. XVIII, incisione; Biblioteca provinciale S. Teresa dei Maschi - De Gemmis - Bari - IT-BA0136 ; Inventario: 51447 ; Segnatura: C. GEOGR. 17) | |
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Piante di città | Pianta della città di Brindisi (1871: Brindisi, Archivio di Stato, Archivio Storico del Comune di Brindisi, cat. 10, cl. 23, fasc. 7) | |
Vedute di città | Veduta Blaeu (1663: Blaeu 1663: Theatrum ciuitatum nec non admirandorum Neapolis et Siciliae regnorum, Amsterdam, Joan Blaeu, 1663; consultabile on line). Veduta delle fortificazioni e della città (1783: Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786, III; consultabile on line) Veduta della città di Brindisi (1783: Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786, III) Veduta della città dalla Fontana di Tancredi (1819: Castellan 1819: Antoine Laurent Castellan, Lettres sur l’Italie faisant suite aux lettres sur la Morée, l’Hellespont et Constantinople, tome premier, à Paris, chez A. Nepveu, 1819, tav. III) | |
Apprezzi di tavolari | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Cartografia storica/22 |
Fonti manoscritte | Casimiro 1567: Giovan Battista Casimiro, Epistola apologetica Io. Baptistae Casimirii, adq. Marium Corradum. Diplomata ac privilegia summorum pontificum regum ac imperatorum plurima. Index copiosissimus eorum quae in epistola continentur, 1567, Brindisi, Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo, manoscritti, ms. D/8.
Moricino 1604: Giovanni Maria Moricino, Dell'antiquità e vicissitudine della città di Brindisi descritta dalla di lei origine sino all'anno 1604, copia manoscritta a cura di Giacinto Maria Martina, 1760-1761, Brindisi, Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo, manoscritti, ms. D/12. | |
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Fonti a stampa | ||
Bibliografia | Adorno (ed. Izzi 2006): Giovanni Adorno, Itinerario di Anselmo Adorno in Terra Santa, traduzione e introduzione a cura di Pierangela Izzi, Edizioni digitali del CISVA, 2006. Alaggio 2009: Rosanna Alaggio, Brindisi medievale. Natura, santi e sovrani in una città di frontiera, Napoli, 2009. Alaggio 2015: Rosanna Alaggio, Brindisi, Spoleto 2015. Alberti 1551: Leandro Alberti, Descrittione di tutta Italia, in Vineggia, appresso Pietro dei Nicolini da Sabbio, 1551. Andriani 1988: Giuseppe Teodoro Andriani, "Porte, bastioni e cortine della cinta muraria di Brindisi", Archivio Storico Pugliese, 41, 1988, 373-386. Bacci 1924: Domenico Bacci, Cattedrale brindisina. Appunti storici, Brindisi 1924. Bucci Morichi 1967: Corrado Bucci Morichi, “Attività delle soprintendenze: Brindisi, Chiesa di S. Paolo”, Bollettino d'arte, 52, 1967, 252-253. Cadei 2004: Antonio Cadei, “Federico II e Carlo I costruttori a Brindisi e Lucera”, in Le eredità normanno-sveve nell'età angioina: persistenze e mutamenti nel Mezzogiorno, (Atti delle XV giornate normanno-sveve, 2002), a cura di Giusuè Musca, Bari 2004, 234-302. Cagiati 1914: Memmo Cagiati, "La zecca di Brindisi", Apulia, 5, 1914, 105-121. Cagnes, Scalese 1978: Pietro Cagnes, Nicola Scalese, Cronaca dei sindaci di Brindisi. 1529-1787, introduzione, integrazioni, note di Rosario Jurlaro, Brindisi, 1978. Camassa 1909: Pasquale Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, 1909. Camassa 1910: Pasquale Camassa, Guida di Brindisi, Brindisi 1910. Carito 1979: Giacomo Carito, “Scuola e cultura a Brindisi dalla seconda metà del XVI secolo ai primi del XIX secolo”, Brundisii res, 11, 1979, 75-106. Carito 1987: Giacomo Carito, “Le mura di Brindisi”, Brundisii res, 13, 1987, 43-46. Carito 1994: Giacomo Carito, Brindisi. Nuova guida, Brindisi 1994. Carrino 1998: Rachele Carrino, “Il mosaico pavimentale della cattedrale di Brindisi”, in XLIII corso di cultura sull’arte ravennate e bizantina, a cura di Raffaella Farioli Campanati, Bologna 1998, 193-221. Casone 2006: Laura Casone, Restauri a Brindisi tra Ottocento e Novecento: demolizioni, ripristini, reinterpretazioni, Galatina, 2006.
Cataldi, De Juliis 1985: Silvio Cataldi, Ettore Maria de Juliis, “Brindisi”, in Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole Tirreniche, Vol. 4, Pisa-Roma 1985, 150-190. Cavalera 1986: Nadia Cavalera, I palazzi di Brindisi, Fasano 1986. Cervino 2008: Cristiano Cervino, Palazzo Granafei a Brindisi: storia, proporzioni, motivi del linguaggio tardorinascimentale pugliese, Rel. Francesco Paolo Di Teodoro, Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria, Corso di Laurea in Ingegneria edile, 2008. Cioffari 1982: Gerardo Cioffari, “Francesco de Arenis priore di S. Nicola di Bari e arcivescovo di Brindisi”, Brundisii Res, 14, 1982, 99-128. Cocchiaro, Braccio, Caliandro 1997: Assunta Cocchiaro, Bendetta Braccio, Giuseppina Caliandro, "Brindisi, piazzetta delle colonne", Taras, 17.1, 1997, 63-66.
Codice Diplomatico Brindisino, 1940: Codice Diplomatico Brindisino (492-1299), vol. I, a cura di G. M. Monti, 1940.
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Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Fonti e bibliografia/51 |