NomeBenevento
LuogoBenevento
Status amministrativocomune capoluogo di provincia
Estensione del territorio comunale129,96 kmq
Popolazione60.049 (ISTAT 2015)
MuseiMuseo provinciale del Sannio; Museo diocesano; Museo d'arte contemporanea Sannio; Museo Strega; Museo della tecnica e del lavoro in agricoltura
ArchiviArchivio del Comune di Benevento; Archivio di Stato di Benevento; Archivio storico diocesano di Benevento
BibliotecheBiblioteca del Museo del Sannio; Biblioteca dell'Archivio di Stato; Biblioteca Capitolare; Biblioteca arcivescovile
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Nomi antichi e medievali

Malies, Maloenton, Maleventum, Beneventum (Giustiniani 1797, II, 246)

Fondazione (data, modalità)

La fondazione della città sarebbe dovuta agli Osci. Nel 314 a.C. è citata col nome di Maleventum, uno dei principali centri degli Irpini nel Sannio. Cambiò in Beneventum nel III secolo a. C., in seguito alla vittoria dei Romani su Pirro, i quali, nell’86 a.C. la elevarono al rango di municipium. Con i Longobardi ebbe inizio la trasformazione della città romana nella civitas nova, promossa dal re Arechi II entro il 774.

Distrettuazioni di appartenenza

Dall’XI secolo Benevento fu un’enclave dello Stato della Chiesa nel Regno di Napoli.

Demografia

Per il Medioevo e la prima età moderna mancano dati precisi sul numero di abitanti. Da un calcolo approssimativo è stato stimato che nella prima metà del Trecento vivessero in città circa settemila abitanti (Filangieri 2002, 5-6; De Nicastro 1720, 22). Nel Quattrocento la città contava una popolazione non superiore ai novemila abitanti (Musi 2004, 56), mentre, nel corso della prima metà del Cinquecento, il numero di abitanti prima scese a seimila, poi, a metà del secolo, salì di nuovo a settemila (1545 e 1561). Per i secoli XVII e XVIII i dati a nostra disposizione sono contraddittori, giacché alcuni hanno stimato la popolazione di Benevento tra i sette e gli ottomila abitanti (Malanima 1998, 91-126), altri, invece, hanno calcolato che a metà Seicento gli abitanti fossero diciottomila, ma poi, a causa della peste del 1656, in cui morirono quattordicimila persone, e del terremoto del 1688, il numero scese a ottomila per poi risalire lentamente a novemila intorno agli anni ’20 del XVIII (De Nicastro 1720, 22-23). Nel corso del Settecento, infine, il numero di abitanti salì di nuovo a 13.000 (Giustiniani 1797, II, 266).

- 1320: 7.000 ab.

- 1532: 6.000 ab.

- 1545: 7.000 ab.

- 1561: 7.000 ab.

- 1595: 7.500 ab.

- 1648: 13.000 ab.

- 1669: 7.000 ab.

- 1720: 9.000 ab.

- 1797: 13.000 ab.

Sito, idrografia, viabilità

La città sorge sul colle della Guardia, al centro di una vasta conca circondata da monti e incisa dai fiumi Calore e Sabato, che per questa valle scorrono prima di confluire nel Volturno, in prossimità di Telese (Guida 1979, 5-7).

Congiunta con Capua dalla Via Appia, Benevento fu una base dell’espansione romana nell’Italia meridionale, e la sua posizione strategica fu determinante anche nel Medioevo. Traiano, inoltre, la scelse quale punto di partenza per la via che prese il suo nome (Giustiniani 1797, II, 261).

Schedatore

Salvatore Marino

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Profilo storico

Benevento fu un centro dei Sanniti fino al 268 a.C., anno in cui i Romani insediarono una colonia da cui trasse origine il municipium, mutando il nome di Maloenta o Maleventum in Beneventum. Contesa durante il conflitto goto-bizantino, sia per la sua posizione geografica, sia per la rilevanza delle strutture, intorno al 570 fu scelta dai Longobardi come sede del loro vasto ducato meridionale. In seguito al crollo del Regno di Pavia (774), Benevento divenne il principale centro politico dell'Italia longobarda, tanto che il duca Arechi II (758-787) incominciò a qualificarsi come principe. Dopo la Divisio ducatus (849) e la costituzione del principato di Salerno, Benevento fu prima occupata dai Bizantini (891-895), poi da Guido IV, marchese di Spoleto, che la tenne fino all'897.

In seguito alla conquista normanna del Mezzogiorno e alla morte di Landolfo VI († 1077), ultimo principe longobardo, Benevento entrò a far parte, seppur con un ridottissimo territorio, del Patrimonio della Chiesa. Dalla seconda metà dell’XI secolo, quindi, Benevento si configurò come un’enclave pontificia nel Regno di Napoli e tale rimase, salvo brevi interruzioni, nel corso dell’età medievale e moderna, svolgendo un ruolo nuovo e inferiore rispetto al passato, ma sperimentando anche iniziative di tipo comunale, come testimoniano gli statuti del 1202 (Bertelli Buquicchio 1992, 370-385). Fu nel corso del XII secolo che l’Universitas di Benevento iniziò a sperimentare forme originali di organizzazione politica, che hanno fatto pensare alla nascita di un vero e proprio libero Comune (Pontieri 1964, 27-57; Pochettino 1930, 361-374, 402-414). Il rettore pontificio esercitava il potere politico, mentre le magistrature cittadine (giudici e consoli) erano appannaggio delle consorterie locali, che controllavano anche la Chiesa beneventana.

Negli anni di regno di Federico II Benevento fu investita dalle lotte tra Papato e Impero: la città fu conquistata, disarmata e diroccata dall’esercito svevo nel 1230 e nel 1241 (Vergineo 1986, 387). Nel 1256, dopo essere tornata sotto il dominio pontificio, la città si sottomise a Manfredi, cui restò fedele fino alla battaglia di Benevento (1266). Secondo la testimonianza dell’anonimo di San Pietro, il 26 febbraio di quell’anno l’esercito di Carlo d’Angiò, dopo aver sconfitto Manfredi nei pressi di Benevento, saccheggiò la città e distrusse le mura. La vittoria angioina significò per la città il ripristino dell’autorità pontificia e il ridimensionamento dei margini di autonomia dei cittadini, che peraltro furono costretti a giurare obbedienza incondizionata al rettore pontificio. Nel 1281, inoltre, papa Martino IV soppresse la magistratura dei consoli, quindi, di fatto, l’ordinamento comunale. Iniziarono così i duri contrasti tra il rettore pontificio e i cittadini, come quello sorto nel 1289, tra il rettore Giovanni, detto ‘Bocca di porco’, e l’arcivescovo beneventano Giovanni di Castroceli; quest’ultimo, coadiuvato da ventiquattro uomini e sei sindaci, e con la solidarietà della cittadinanza riunita in assemblea, assunse il comando della città contro il potere dispotico del rettore (Borgia 1769, 266-269). Tra gli storici c’è chi ha ritenuto Giovanni di Castroceli il difensore della libertas civium, cioè delle prerogative, dei privilegi consuetudinari e delle libertà di cui godevano i cittadini nei confronti dell’autorità pontificia (Zazo 1958, 1-14). Per riportare in città la pace tra le fazioni, papa Bonifacio VIII emanò nel 1300 ventisette disposizioni che vietavano a tutti i pubblici ufficiali di associarsi e di partecipare alle riunioni; poi, nel 1304, il suo successore, papa Benedetto XI, prestò consenso all’elezione dei nuovi consoli e alla redazione dei nuovi statuti cittadini. Tuttavia, la morte del pontefice e il trasferimento della sede pontificia ad Avignone, fecero svanire le speranze di una tregua nei tumulti contro i rettori. Le lotte cittadine, portate avanti dai clan familiari, dalle consorterie aristocratiche e dalle corporazioni delle arti e dei mestieri, continuarono fino alla metà del Trecento; inoltre, la contestazione al potere del rettore pontificio e il diffuso dilagare della corruzione a tutti i livelli rendevano molto tesi i rapporti politici e sociali in città. Si arrivò così alla ribellione del 1316, capeggiata da Simone Mascambruno, durante la quale i cittadini assaltarono la sede del rettore Ugo de Laysac, incendiando l’edificio e l’archivio. La rivolta fu domata grazie all’intervento del duca di Calabria e la reazione del papa Giovanni XXII fu durissima: scomunicò Simone Mascambruno fino alla terza generazione e lo fece squartare e poi decapitare in piazza davanti ai concittadini (Borgia 1769, 275). Nel 1321, papa Giovanni XXII, due anni dopo aver emanato una costituzione che prevedeva pene severissime contro gli oppositori, fece costruire presso Porta Somma, nell’area dove sorgeva il monastero di Santa Maria, un castello che servisse da dimora sicura per i rettori: sorse così l’attuale Rocca dei Rettori (Borgia 1754, 188-193; Vergineo 1986, 49).

Oltre alla celebre battaglia di Benevento (1266), un altro episodio che coinvolse la città nelle lotte del Regno di Napoli accadde nel 1348, quando il castello di Benevento fu occupato dall’esercito di Luigi d’Ungheria, per ritorsione verso papa Clemente VI, che aveva assolto Giovanna d’Angiò, accusata di essere la mandante dell’assassinio del marito Andrea d’Ungheria. Dieci anni dopo, cioè nel 1358, la regina Giovanna si impadronì di Benevento, dove negli anni 1371 e 1372 convocò due parlamenti nella cattedrale (Vergineo 1986, 388). Nel 1378, inoltre, Benevento fu coinvolta dagli avvenimenti dello scisma della Chiesa e in città si formarono due fazioni politiche che si contesero il potere: la “rosa bianca”, che sosteneva l’antipapa Clemente VII, e la “rosa rossa”, che invece era favorevole al legittimo pontefice Urbano VI. I rapporti fra i beneventani e la Chiesa restarono tesi fino alla fine del Trecento e il ritorno della città sotto l’autorità pontificia (1382) fu soltanto provvisorio. Nei primi due decenni del XV secolo Benevento fu più volte oggetto di scambio tra i sovrani durazzeschi e i pontefici: Ladislao s’impossesso della città nel 1408; poi, nel 1418, la regina Giovanna II la concesse al condottiero Muzio Attendolo Sforza. Il titolo del condottiero su Benevento non fu mai chiaramente definito; egli, pur non essendo il vicario apostolico, esercitava sulla città un governo personale con il consenso del pontefice. Della signoria degli Sforza a Benevento si conserva una «nobile memoria rappresentata dal Leone», che dalla Rocca fu nel 1640 trasferito sulla colonna presso la Porta Somma, come ornamento della strada principale della città (Borgia 1769, 355).

Nel 1440 la città si trovò nuovamente a giocare un ruolo da protagonista nelle lotte di successione per il trono del Regno di Napoli. In quell’anno, infatti, Alfonso d’Aragona sconfisse nelle vicinanze di Benevento l’esercito di Renato d’Angiò. E anche dopo l’entrata vittoriosa a Napoli, il sovrano aragonese, a differenza dei suoi predecessori, preferì conservare il possesso di Benevento, che per la sua posizione era considerata di grande importanza strategica, trovandosi sulla via che collegava la capitale del regno alla Puglia (Borgia 1769, 362). Il pontefice Eugenio IV, che nella lotta alla successione al trono aveva prima sostenuto il sovrano angioino, salvo poi appoggiare quello aragonese, concesse nello stesso anno (1440) i nuovi statuti, di cui si conservano i testi presso la Biblioteca Capitolare di Benevento. Il sovrano aragonese, che risiedette diverse settimane a Benevento, precisamente presso il palazzo arcivescovile, l’11 gennaio del 1441, ricevette il giuramento di ligio omaggio prestato dall’Università di Benevento, mediante i sindaci e procuratori, costituiti dagli otto eletti e da una delegazione del Consiglio dei Quaranta (ACA 2.941, 22v-25v). Nello stesso mese nominò il notaio beneventano Nicola Zuccario regio tesoriere della città e Antonio di Maiorca, abitante in Benevento, regio maresciallo della città (ACA 2.905, 78v-79r). Il 24 settembre 1443, papa Eugenio IV concesse ad Alfonso d’Aragona, vita natural durante, il vicariato sulla città di Benevento, ottenendo in cambio il giuramento di fedeltà. Alfonso fu così «vicarium, rectorem, gubernatorem et administradorem» di Benevento, cioè aveva tutti i poteri di un sovrano pleni iuris, pertanto superiore rispetto a quello dei semplici rettori, che erano stati sempre condizionati o determinati dalla volontà pontificia (Borgia 1769, 368-382; Vergineo 1986, 100). Tra il re e il papa si stabilì così un rapporto omologo a quello già esistente tra i due per il regno: «il papa godeva di un dominium eminens nel regno e su Benevento, mentre il sovrano ne deteneva il dominium directum», cioè aveva la potestà di esercitare il merum et mixtum imperium e quindi di nominare i magistrati, tant’è che nel 1453 nominò Pietro d’Aragona, consigliere reale, nuovo rettore della città di Benevento (ACA 2917, 95r-v; Cuozzo 2006, 155-156; Vergineo 1986, 100).

In seguito alla morte di Alfonso d’Aragona (27 giugno 1458), papa Callisto III si affrettò a nominare rettore di Benevento suo nipote Pietro Ludovico Borgia. Ferrante rispose rapidamente con l’occupazione della città, impegnandosi a restituirla solo a condizione dell’investitura pontificia del regno, la quale gli fu concessa da Pio II il 10 novembre 1458. L’anno successivo la città giurò fedeltà alla Santa Sede e il delegato pontificio Pietro Arcangeli fu nominato governatore di Benevento, titolo che sostituì quello di rettore nei documenti pubblici dell’epoca (Vergineo 1986, 102; Zazo 1976, 5). Con il ritorno di Benevento alla Santa Sede ricominciarono le agitazioni tra le fazioni cittadine, che esplosero con l’arrivo nel regno di Giovanni d’Angiò (1459), favorito da una vasta congiura antiaragonese. L’arcivescovo di Benevento, Giacomo della Ratta, ostile al potere pontificio, se in un primo momento aveva sostenuto Ferrante, promosse azioni popolari volte ad appoggiare il pretendente angioino, provocando la reazione del papa che gli contrappose il cardinale Bartolomeo Roverella come governatore di Benevento (1460). Fu solo grazie alla mediazione del nuovo governatore che si arrivò a un accordo e a calmare i contrasti tra i beneventani, che tuttavia continuavano a essere divisi in due fazioni in lotta tra loro (Vergineo 1986, 104-105). Quando cominciarono i dissidi tra il papa e re Ferrante si accentuarono maggiormente i contrasti tra le due fazioni. Il partito antipontificio sostenne con forza Ferrante, il quale il 13 agosto 1482 fece occupare la città dal suo segretario Nicolò Allegro, appoggiato da una congiura cittadina fomentata da Tirello Mansella, Andrea Mascambruno, Angelo di Vico, Goffredo Pesce, Bartolomeo Vincilao. L’occupazione durò pochi mesi, giacché il 12 dicembre dello stesso anno la città ritornò al pontefice, il quale nominò un nuovo governatore, cui attribuì anche i poteri del castellano. Dieci anni dopo, cioè nel 1492, i contrasti tra le due fazioni riesplosero quando Tirello Mansella, capo della fazione filoaragonese e antipontificia, occupò la città con un seguito di duecento armati, uccidendo il suo antagonista politico, Bartolomeo Capobianco (Vergineo 1986, 107-108; Trinchera 1868, II, n. 172).  

La discesa in Italia di Carlo VIII pose fine al dominio della dinastia aragonese nel Mezzogiorno e alle ingerenze e pretese dei suoi esponenti sulla città. Nel 1495 il sovrano francese attribuì a Benevento gli antichi privilegi legati alla sua condizione di énclave pontificia. Tuttavia, l’anno seguente, nel marzo del 1496, Ferrandino riuscì a impossessarsi di Benevento, dove dimorò per qualche tempo (Zazo 1956, 101). Nel 1497, papa Alessandro VI, confermando a re Federico d’Aragona l’investitura del regno, ottenne in cambio Benevento, che cedette a suo figlio Giovanni, già duca di Gandia, principe di Tricarico e gonfaloniere della Chiesa. Nei primi decenni del Cinquecento la città continuò a essere turbata dalle lotte intestine sorte tra le fazioni della città, cioè tra quella di Castello e quella della Fragola. Nel 1511, per esempio, Sabariani decapitò il governatore e saccheggiò il palazzo; nel 1517 Scantacerro assaltò la Rocca e saccheggiò la città; nel 1526, infine, vi fu il tumulto di Alfonso Mascambruno, a seguito del quale si arrivò ad una tregua tra le due fazioni, che portò alla cosiddetta ‘pace perpetua’, stipulata nel 1530 (Vergineo 1986, 389). Con la nomina a governatore di Ferrante I Gonzaga iniziò per la città un periodo di prosperità e di crescita economica. Il nuovo corso di concordia e di collaborazione fra i governatori pontifici e i cittadini fece sì che fallisse un tentativo di sommossa a opera di un certo Fracasso, di origine plebea, il quale nel 1531 entrò in città con alcuni ribelli per occuparla (Borgia 1769, 486).

Per tutta l’età moderna il distretto di Benevento continuò ad essere considerato dominio della Curia pontificia, ad essa immediate subiectus, quindi non infeudato, ma retto da un governatore di nomina papale. Il governatore, magistratura che nel XV secolo aveva parzialmente sostituito quella del rettore, non doveva essere né cittadino beneventano, né regnicolo, eccetto il caso in cui si fosse trattato di un cardinale. Benevento fu spesso governata da autorevoli prelati, alti funzionari curiali, esperti nelle discipline giuridiche, la cui nomina era disposta mediante un breve pontificio. La prestigiosa sede di Benevento era fra quelle più ambite dagli alti ecclesiastici proiettati verso una carriera brillante. Per quanto riguarda le magistrature e gli organi collegiali di matrice locale, dal Cinquecento il Consiglio cittadino fu composto da quarantotto membri, divisi in quattro gruppi, ciascuno di dodici consiglieri, che rispecchiavano le quattro diverse componenti sociali cittadine: nobili, mercanti, artigiani o artisti e agricoltori. Il Consiglio, ogni quattro mesi, nominava otto consiglieri, due per ciascun ceto, i quali costituivano la magistratura consolare, organo rappresentativo dell’Universitas (Noto 2006, 180).

 

Cronotassi
  • 1077: fine del principato longobardo di Benevento e inizio del dominio pontificio.
  • 1202: compilazione degli statuti cittadini, approvati dal pontefice nel 1207.
  • 1230: Federico II cinge d’assedio Benevento.
  • 1241: L’imperatore assedia e distrugge la città.
  • 1250-56: Benevento torna ad essere dominio della Chiesa.
  • 1256-66: dominazione di Manfredi.
  • 1265: Manfredi convoca a Benevento un parlamento di feudatari.
  • 1266: Battaglia di Benevento e sconfitta di Manfredi; l’esercito angioino mette a ferro e fuoco la città.
  • 1281: Papa Martino IV abolisce gli Statuti.
  • 1316: rivolta di Simone Mascambruno.
  • 1321-39: costruzione della Rocca dei Rettori.
  • 1358: Giovanna I s’impadronisce di Benevento.
  • 1371-72: in cattedrale si tengono due pubblici parlamenti.
  • 1382: Benevento ritorna alla Chiesa.
  • 1408: Ladislao occupa la città e se ne impossessa.
  • 1414: Giovanna II eredita e conserva Benevento.
  • 1418: Giovanna II concede Benevento al condottiero Muzio Attendolo Sforza.
  • 1440: Eugenio IV concede alla città nuovi statuti.
  • 1441 e 1443: Alfonso convoca in città il parlamento generale.
  • 1443-58: vicariato di Alfonso d’Aragona.
  • 1458-59: la città è occupata da Ferrante.
  • 1459: congiura antiaragonese dell’arcivescovo Della Ratta.
  • 1482: congiura filoaragonese di Mansella e Mascambruno; Nicolò Allegro, segretario di Ferrante, occupa la città.
  • 1492: Mansella occupa la città nel nome del partito aragonese.
  • 1495: Carlo VIII consegna Benevento alla Santa Sede.
  • 1496: Ferrandino s’impossessa di Benevento.
  • 1497: papa Alessandro VI concede Benevento al figlio Giovanni, duca di Gandia, principe di Tricarico e Gonfaloniere della Chiesa.
  • 1511: Sabariani decapita il governatore e saccheggia il palazzo.
  • 1517: Scantacerro assalta la Rocca e saccheggia la città.
  • 1526: tumulto di Alfonso Mascambruno.
  • 1528: Benevento è assediata dalla truppe di Carlo V.
  • 1530: fine delle lotte tra fazioni cittadine e stipula della ‘pace perpetua’.
  • 1547: Filippo II attacca la città per ritorsione contro Paolo IV.
  • 1588: Sisto V approva gli statuti cittadini.

(Borgia 1754-1769; Vergineo 1985, 258-259; Vergineo 1986, 387-389; Zazo 1956, 101). 

Corpus normativo

La compilazione dei primi statuti cittadini, originati dalla fusione tra il diritto romano e quello longobardo, risale al 1202, ratificati dal pontefice cinque anni dopo. In essi erano presenti norme che regolavano il notariato della città, in base alle quali i notai venivano nominati dal pontefice. Tra XIII e XV secolo, l’Universitas di Benevento riuscì a tutelare il suo corpus statutario, che tuttavia acquisì una valenza sempre più formale, per effetto della difficile evoluzione dei rapporti col potere centrale. Le continue lotte tra fazioni e gli scontri con il rettore pontificio obbligarono il pontefice a inviare in città, nel 1335, Bertrando de Déaulx, reformator civitatis, con l’incarico di stabilire una rigorosa normativa amministrativa e di controllare l’attività di tutti i funzionari pubblici, cui fu chiesto di non lasciare la città allo scadere del loro mandato, ma di restarvi per almeno venti giorni (Cangiano 1918; Vergineo 1985, 259).

Nuovi statuti furono concessi da papa Eugenio IV, approvati fra il 1431 e i1 1440 (Vergineo 1986, 388-389). Il nuovo ordinamento civico si basava su di un Consiglio composto da dodici membri, tre per ognuna delle quattro classi in cui era divisa Benevento (nobiles, mercatores, artifices o ministeriales, massarii). Le riunioni si tenevano ogni settimana ed erano previste pene pecuniarie per coloro che non vi partecipano. Due dei dodici consiglieri erano delegati a giudicare i ricorsi contro gli abusi dei funzionari pubblici. La partecipazione del rettore alle riunioni consiliari non era necessaria, tuttavia, nessuna deliberazione del Consiglio poteva ritenersi valida senza il suo consenso. Il rettore, nominato direttamente dal pontefice, non poteva assentarsi dalla città senza l'autorizzazione del consiglio e, al termine del suo mandato, doveva rendere conto alla città di quanto aveva fatto per la stessa. Altra figura prevista dagli statuti era quella del castellano, il quale, oltre ad amministrare la sicurezza e la vigilanza della residenza del rettore, sovrintendeva anche all'apertura e alla chiusura delle porte. Il tesoriere, eletto dai cittadini aventi diritto al voto, era investito di numerosi incarichi: si occupava del bilancio finanziario dell’Universitas, redigendo appositi registri d’entrata e d’uscita, curava la manutenzione degli edifici pubblici, esaminava i ricorsi in materia fiscale, pagava gli stipendi ai funzionari pubblici, appaltava le gabelle, etc. Il sindaco, invece, oltre a rappresentare come procuratore l’Universitas nelle cause civili, curava la manutenzione di strade, ponti e mura cittadine (Lonardo 1902, 108; Vergineo 1986, 64-70).

Nel Cinquecento, Papa Paolo III, già arcivescovo di Benevento, oltre a concedere numerosi privilegi alla città, incaricò l’arcidiacono della cattedrale di redigere i nuovi statuti cittadini, poi ratificati con breve apostolico da papa Sisto V nel 1588. I nuovi statuti, per effetto dell’incremento demografico registrato tra XV e XVI secolo, confermarono una serie di riforme, tra cui quella del Consiglio dell’Universitas; l’organo collegiale, che fino alla metà del XV secolo era costituito da dodici membri, nella seconda metà del secolo quadruplicò il numero dei consiglieri, che quindi passarono a quarantotto, dodici per ciascuno dei quattro ceti sociali cittadini (Zazo 1946, 6). Le elezioni erano convocate ogni due anni, agli inizi di maggio, in occasione della festa di San Michele. Il potere esecutivo era affidato a otto consoli, due per ogni ceto; essi erano eletti ogni quattro mesi fra i membri del Consiglio, secondo un meccanismo di rotazione che favoriva l'alternanza al governo di tutti i consiglieri. Il Consiglio, inoltre, eleggeva i funzionari pubblici: il sindaco, il tesoriere, il procuratore fiscale, gli ambasciatori, dodici capitani e due maestri per amministrare l'ospedale dell'Annunziata, uno nobile, l’altro espressione del ceto popolare (ACBn 1588, 5v; Lonardo 1902, 178).

In età moderna il Consiglio cittadino continuò a rappresentare il simbolo della formale autonomia locale, custode geloso delle antiche prerogative cittadine; ma soprattutto fu il luogo nel quale si affermavano le ambizioni dell’élite urbana, luogo di dialettica e contrapposizione fra ceti e scenario di sviluppo delle dinamiche sociali. L’accesso al Consiglio dava la possibilità di partecipare alla spartizione delle magistrature cittadine, la distributio officiorum, quindi di amministrare gli affari politici ed economici della città. Dalla seconda metà del Cinquecento, la dialettica fra ceti s’inasprì per le accresciute ispirazioni del ceto popolare, in particolare dei cittadini viventi more nobilium, in prevalenza mercanti e artigiani; questi, forti delle loro esperienze di liberi professionisti e delle loro accresciute disponibilità finanziarie, riuscirono a entrare a pieno titolo nella gestione economica e amministrativa della città. L’avanzata dei ceti popolari cittadini fu favorita anche da una naturale contrazione del numero delle famiglie nobili, che arrivò a causare problemi per il rinnovo degli organi consiliari (Noto 2006, 181).  

Schedatore

Salvatore Marino

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Distrettuazioni interne

Nella prima metà del Trecento, in seguito alla costruzione della Rocca dei Rettori, si avviò la ristrutturazione urbanistica della città, per cui il centro cittadino si spostò dall’area della cattedrale a quella di piazza San Bartolomeo, entro il perimetro urbano che si era mantenuto sostanzialmente intatto dai tempi della dominazione longobarda. Si aprirono otto porte (Aurea, Biscarda, Foliarola, Gloriosa, Nova, Rufina, San Lorenzo e Somma), che delimitavano altrettanti quartieri cittadini; questi ultimi si svilupparono a ridosso delle mura e delle torri, spesso adibite ad abitazioni private, o presso le porte, come il caso di Porta Gloriosa, che fu centro del mercato cittadino.     

Centri demici minori

Oltre ai cinque casali che dipendevano direttamente dall’Universitas di Benevento, in età medievale e moderna sorsero sul territorio beneventano diversi centri demici minori, alcuni dei quali si svilupparono e furono considerati anch’essi casali di Benevento. Questi nuclei urbani minori erano: Bagnara, Caprara, Maccabei, Motta, Panelli, Pastene, San Marco ai Monti, Sant’Angelo a Cupolo, Villafranca.

I feudi o casali di Sant’Angelo a Cupolo, di Motta e Panelli erano di pertinenza della Mensa arcivescovile; su di essi il vescovo di Benevento esercitava piena giurisdizione, sia civile sia criminale. I territori di San Marco ai Monti e di Bagnara erano di proprietà del monastero femminile delle Benedettine di San Pietro. Al monastero maschile di San Modesto apparteneva il casale dei Maccabei. Nel territorio beneventano rientrava anche la contea di Pastene, feudo della nobile famiglia Capasso. I feudi rustici di Villafranca e di Caprara, infine, erano di pertinenza, rispettivamente, della Reverenda Camera Apostolica e della Commenda cittadina dell’ordine gerosolimitano dei cavalieri di Malta. Nel Settecento, infine, è attestato un “Casale del Salvadore”, feudo dei canonici Lateranensi di S. Modesto (Noto 2006: 177-178; Giustiniani 1797, II, 265-266).

Schedatore

Salvatore Marino

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Diocesi

L’Arcidiocesi di Benevento, una delle più antiche in Italia, rappresenta una sorta di unicum nella storia giuridica della Chiesa, in parte anche per lo speciale legame che la città aveva con i pontefici, tre dei quali erano originari del beneventano, cioè Felice IV (526-530), Vittore III (1086-1087) e Gregorio VIII (1187); inoltre, ben trentuno pontefici vissero o transitarono per Benevento, tra questi, quelli che più di altri hanno lasciato segni nella storia cittadina, oltre a papa Benedetto XIII (1724-1730), va ricordato Giovanni XIII (965-972), che nel 967 dimorò a Benevento e nel 969, in occasione del Concilio tenutosi a Roma, alla presenza di Ottone, elevò la sede vescovile di Benevento a Metropolia, concedendo quindi al primo arcivescovo Landolfo la facoltà di consacrare vescovi (Cappelletti 1845, 9-146; Lanzoni 1927, 254-263).

Distrettuazioni interne

Fino al XII secolo, l’arcidiocesi giunse ad avere fino a trentadue chiese suffraganee: Acquaputrida, Alife, Ariano,Ascoli Satriano, Avellino, Boiano, Bovino, Dragonara, Fiorentino, Frigento, Guardalfieri, Larino, Lesina, Limosano, Lucera, Montecorvino, Montemarano, Ordona, Quintodecimo, Sant’Agata dei Goti, Sepino, Sessola, Telese, Termoli, Tocco Caudio, Tortivoli, Trivento, Trevico, Troia, Viccari, Volturara; infine, tra il 668 e il 1034, gli arcivescovi beneventani ebbero pure la cura pastorale della diocesi di Siponto. Successivamente i vescovi suffraganei si ridussero a ventiquattro, come testimoniano il concilio provinciale del 1374 e la porta di bronzo della cattedrale. In pratica, la vasta regione ecclesiastica, rappresentata dall’Arcidiocesi di Benevento, coincideva pressoché con l’antico Ducato di Benevento. Nel corso dell’età moderna, e fino alla seconda guerra mondiale, le chiese suffraganee dell’arcidiocesi furono ridotte a diciassette: Alife, Ariano, Ascoli Satriano, Avellino, Boiano, Bovino, Frigento, Guardialfiera, Larino, Lucera, Montemarano, Sant’Agata dei Goti, San Severo, Telese, Termoli, Trevico, Volturara con annessa Montecorvino. L’autorità spirituale dell’arcivescovo di Benevento era inoltre accresciuta dalle prerogative giurisdizionali, il mero e misto imperio, che egli esercitava nel feudo arcivescovile di Sant’Angelo a Cupolo e nel casale di Montorso (Noto 2006, 182).    

Oggi le diocesi suffraganee sono cinque: Ariano Irpino, Avellino, Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, Montevergine, Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. I comuni che rientrano nell’arcidiocesi sono circa settanta. L’Arcidiocesi di Benevento è oggi divisa in otto foranie, la più grande delle quali è quella dell’Addolarata, presso il rione Libertà.

Cattedrale o chiesa matrice

Cattedrale di Santa Maria de Episcopio

Enti religiosi

- Chiesa e monastero benedettino di Santa Sofia

- Chiesa e convento di San Francesco alla Dogana

- Chiesa e convento di Sant’Agostino

- Chiesa e convento di San Lorenzo

- Chiesa e convento di San Pasquale, già di San Giovanni dei Cavalieri di Malta

- Chiesa e convento di Santa Maria del Carmine

- Chiesa e convento di San Domenico

- Chiesa e monastero di San Pietro da fuori

- Monastero delle Orsoline

- Chiesa di Sant'Ilario a Port’Aurea

- Chiesa del Santissimo Salvatore

- Chiesa di San Bartolomeo

- Chiesa dell’Annunziata

- Chiesa di San Filippo

- Chiesa di S. Donato

- Chiesa di San Nicola

- Chiesa di San Giacomo dei Foris, poi di santa Maria di Costantinopoli

- Chiesa di Santa Teresa

- Chiesa di Santa Maria della Verità

- Chiesa di San Modesto 

Vescovi (sec. XV-XVI)

Si riporta di seguito l’elenco degli arcivescovi di Benevento tra il XIV e il XVI secolo (Eubel 1913, I, 133; 1924, II, 104;1923, III, 132; Cappelletti 1845, 9-146; Lanzoni 1927, 254-263; Zigarelli 1860, 143-157).

- 1301-1302: Adenolfo

- 1302: Giacomo da Viterbo

- 1302-1331: Monaldo Monaldeschi

- 1332-1344: Arnaldo de Brusaco

- 1344-1346: Guglielmo Isnardi

- 1346-1350: Stefano Dupin

- 1350-1360: Pietro Dupin

- 1360-?: Guillaume Bourgeois

- 1363-?: Ugone da Bruxeo

- 1365-1378: Ugone Guidardi

- 1383-1384: Francesco Uguccione

- 1384: Nicolò Zanasio

- 1385-1426: Donato d’Aquino

- 1427-1428: Paolo Capranica

- 1429-1435: Gaspare Colonna

- 1436-1451: Astorgio Agnesi

- 1451-1460: Giacomo della Ratta

- 1462-1464: Alessio de Cesari

- 1464-1467: Niccolò Piccolomini

- 1467-1482: Corrado Capece

- 1482-1485: Leonardo Grifo

- 1485-1503: Lorenzo Cybo de Mari

- 1503-1504: Ludovico Podocataro

- 1504-1507: Galeotto Franciotti della Rovere

- 1507-1514: Sisto Gara della Rovere

- 1514-1522: Alessandro Farnese il Vecchio

- 1522-?: Alfonso Sforza di Santa Fiora

- ?-1530: Alessandro Farnese il Vecchio

- 1530-1544: Francesco della Rovere

- 1544-1556: Giovanni della Casa

- 1556-1560: Alessandro Farnese il Giovane

- 1560-1574: Giacomo Savelli

- 1574-1607: Massimiliano Palombara

Schedatore

Salvatore Marino

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Attività economiche

Posta sulla direttrice tra Napoli e la Puglia, Benevento ebbe sin dal Medioevo una funzione di ‘intermediazione’ economico-finanziaria e fu luogo di transito di merci, uomini e idee. Sin dal tardo Medioevo giunsero in città operatori finanziari stranieri, in particolare i mercanti toscani, che incentivarono le attività economiche cittadine (Cuozzo 2006, 151). Per Benevento transitavano le abbondanti risorse granarie che dalle pianure pugliesi giungevano ad approvvigionare la popolosa capitale del regno. La città sviluppò così, nel corso dei secoli, una vocazione alla raccolta, allo smistamento e alla lavorazione del frumento, favorita peraltro dalla sua posizione geografica, alla confluenza di due fiumi. Nel tardo Medioevo le attività economiche erano abbastanza floride, sebbene la ricchezza restasse ancora accentrata nelle mani dei monasteri e di poche famiglie. I prodotti agricoli arrivavano dalle campagne circostanti; la farina veniva prodotta nei mulini situati lungo i due fiumi che lambiscono il centro urbano. La consolidata funzione della città, quale centro di deposito e transito delle merci, era spesso osteggiata con provvedimenti restrittivi e lesivi dell’autonomia commerciale di Benevento, generati dall’altalenante andamento delle relazioni politico-diplomatiche tra il Regno di Napoli e la Santa Sede. A ciò si aggiunga il provvedimento del 1570, con il quale furono espulsi gli ebrei dalla città e che causò contraccolpi per l’economia cittadina, della quale le attività degli ebrei costituivano da tempo parte integrante: prestito ad interesse, specializzazioni artigianali, rifornimento e vendita all’ingrosso delle merci (Noto 2006, 183, 190-191). In età moderna l’economia cittadina restò legata soprattutto alla coltivazione e al commercio dei prodotti agricoli, come la frutta, in particolare i fichi, gli ortaggi, quali la lattuga, il cardone, le cipolle e i finocchi, e le erbe medicinali. Non mancavano, tuttavia, beneventani dediti al commercio di ogni sorta di prodotto artigianale, come le corde, e di generi alimentari, in particolare le salsicce e il torrone (Giustiniani 1797, II, 266).

Esenzioni e franchigie

Tra le esenzioni e franchigie, concesse dai pontefici ai cittadini e ai religiosi beneventani, si segnalano qui di seguito: il breve di Sisto IV, del 1481, col quale il pontefice esentò i chierici beneventani dal pagamento della gabella del vino; il provvedimento del 1497, con il quale papa Alessandro VI ordinò al governatore di Benevento di destinare cento ducati, riservati alla Camera apostolica, alla città per le necessità dei cittadini; infine, la lettera del cardinal camerario del 1527, con cui ordinò ai doganieri di rendere esenti i beneventani non commercianti dal pagamento dei dazi doganali (Zazo 1946, 15, 18, 24).

Mercati e fiere

La città, poiché era situata lungo il tracciato della più importante via interna di comunicazione del regno, per tutto il Medioevo e l’età moderna fu coinvolta, più delle altre città regnicole, dall’intenso movimento mercantile che investiva le località della costa tirrenica e quelle della costa adriatica. Nel tardo Medioevo sono documentate in città quattro fiere: la fiera dell’Annunziata, della durata di otto giorni, che si teneva intorno al 25 marzo; la fiera di S. Onofrio, anch’essa di otto giorni, si teneva intorno al 12 giugno; quella di S. Bartolomeo, la più importante, iniziava il 15 e terminava il 28 agosto; infine, la fiera di S. Francesco si teneva agli inizi di ottobre. Per la carenza di documenti non si sa quando si siano istituite queste fiere, né quale fosse il movimento mercantile delle stesse. Sappiamo solo che nel 1453 Alfonso il Magnanimo nominò Giovanni Bassa, suo aiutante di camera, mastro delle fiere della città di Benevento, come ricompensa dei servigi resigli. Per quanto riguarda il mercato cittadino, infine, esso soleva tenersi presso Porta Gloriosa, nello spazio detto “lo Piano de Corte” (ACA 2908, 199v-201r; Grohmann 1969, 218-219; Giustiniani 1797, II, 267; Mazzoleni 1951, 15; Cuozzo 2006, 151; Zazo 1952, 136).

Schedatore

Salvatore Marino

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Famiglie

Nelle due tavole miniate contenute nel ‘Codice Favagrossa’ sono elencati i quarantotto senatores in carica nel 1489, distinti nei quattro ceti sociali: nobili, artisti o artigiani, mercanti e massari (Zazo 1946, 6-8).

Le famiglie nobili elencate sono le seguenti: Agnese, Capobianco, Conturberi, Fasso, Geremia, Mascambruno, Manzella, Paccha, Pantasia, de Rapinella, Russo, de la Vipera.

Le famiglie appartenenti al ceto degli artisti o artigiani sono: Bartholatzo, Beczo, Caldararo, Caperrone, Czaraldo, Honufrio, Lememello, Mangarone, Maritonno, de Pacello, Scarpettaro, Vincislao.

Le famiglie appartenenti al ceto dei mercatores sono: de Calabria, Comito, Fusco, Masello, de Paccaro, da Petrillo, de la Preta, de Pecarello, Rainaldo mercante, de Rubino, de Simone, de Ventura.

Le famiglie dei massari o contadini, infine, sono: de lo Biczo, Colle, de lo Jachio, Giustiniano, de Lauri, Marruchella, Massone, Macale, d’Oca, de li Pasturi, de Porraczo, Russo.

Tra i secoli XV e XVII, le famiglie nobili beneventane che partecipavano ai Consigli pubblici cittadini furono circa settanta. Si riporta qui di seguito l’elenco alfabetico delle famiglie (ACBn 1650).

A: Agnese, Albino, Annecchione, Aquila, Aversa, Avalos.

B: Bilotta, Blasio, Bottino.

C: Calenda, Candida, Capasso, Capobianco, Capua, Caracciolo, Carissimo, Cautano, Contestabile, Controvieri.

E: Egizio, Enea.

F: Falfo, Filippo.

G: Gennaro, Geremia, Giordano, Giudice, Grifonibus.

L: Latino, Laurentiis, Leone, Limatio, Longo.

M: Mansella, Margiacca, Marchese, Mascambruno, Maurello, Maurone, Mazzeo, Mazzillo, Morra.

P: Paccha, Pantasia, Pedicino, Perrotta, Pesce, Pigna, Pignatelli.

R: Rapinella, Roscio, Roscillo, Rotundo, Rubino, Russo.

S: Sasso, Savastano, Sellaroli, Sindico, Sorice.

T: Terragnoli, Tocco, Tufo.

V: Venato, Ventimiglia, Vico, Vigera, Vitro, Volcano.

Personaggi illustri

- Bartolomeo Camerario (1497 - 1564), giurista e teologo (Marchetti 1974).

- Angelo Catone (1440 ca. - 1496), medico, cultore di filosofia e astronomia (De Ferrari 1979).

- Niccolò Franco (1515 - 1570), poeta e scrittore.

Colonie mercantili e minoranze

Nel corso del Trecento, gli ottimi rapporti tra i sovrani angioini e la Chiesa favorirono l’arrivo in città di operatori finanziari stranieri, in particolare i mercanti toscani, che incentivarono non solo le attività economiche cittadine, ma offrirono anche buoni guadagni alle numerose e ricche rendite ecclesiastiche (Cuozzo 2006, 151). Tra Medioevo e prima età moderna, nel territorio della diocesi beneventana erano presenti due comunità di fedeli di rito greco, al cui inquadramento si dedicarono gli arcivescovi beneventani, a partire dalla metà del Cinquecento, preoccupati per il pericolo di ‘contaminazione’ dei fedeli cristiani. Ai parroci della diocesi, infatti, fu chiesto di investigare e segnalare i casi sospetti relativi ad eretici, valdesi, sostenitori di dottrine devianti, esecutori di pratiche poco ortodosse (Noto 2006, 191).  

La presenza di una comunità ebraica in città è testimoniata dall’esistenza di un ghetto, chiamato Giudecca, o Serralium. Nel 1374 il vescovo Ugo Guilardi ordinò ai suoi sacerdoti di non usare mezzi di coercizione o di ricatto per indurre gli ebrei beneventani al battesimo (Borgia 1764, 178). Nelle costituzioni sinodali del cardinale Giacomo Savelli, arcivescovo di Benevento (1560-1574), fu imposto agli ebrei di distinguersi dai cristiani indossando un «signum glauci coloris» e mantenendo separati i propri insediamenti abitativi. In questi anni crebbe l’intolleranza nei confronti delle minoranze religiose e la diffidenza verso le comunità giudaiche (Noto 2006, 190). L’esito finale di questa tendenza fu l’espulsione degli ebrei dalla città. Il provvedimento di papa Pio V di cacciare tutti gli ebrei dai territori dello Stato pontificio, eccetto Roma e Ancona, fu quindi applicato anche a Benevento, per cui nel 1570 numerosi ebrei beneventani furono costretti ad abbandonare il ghetto, che si trovava fra Piano di Corte e Porta Somma (Luongo Bartolini 2000, 110-111). Nel 1617 i consoli della città proposero al Consiglio cittadino di inviare una supplica a papa Paolo V per chiedere il ritorno degli ebrei espulsi, perché ritenuti utili alla cittadinanza (Vergineo 1986, 122).

Confraternite

Una delle confraternite più antiche di Benevento fu quella di San Bartolomeo, fondata agli inizi del XIII secolo, cui furono ascritti sia cittadini sia ecclesiastici (Zigarelli 1860, 145). Un’altra confraternita attestata a Benevento nella seconda metà del XV secolo era quella di Santo Spirito, la quale nel 1480 cedette alla città un proprio edificio per le riunioni delle magistrature civiche (Borgia 1769, 414). In età moderna le confraternite laiche erano almeno otto: SS. Sacramento, SS. Rosario, Ave Maria, S. Antonio Abate, S. Giovenale, S. Maria di Costantinopoli, Sacro Monte dei Morti, S. Rocco (Zigarelli 1860, 186). Queste fraternite, o congregazioni laicali, funzionavano come istituti di mutuo soccorso, cioè fornivano sostegno agli iscritti e alle loro famiglie mediante l’assolvimento di specifici compiti sociali di particolare delicatezza o complessità. La confraternita beneventana del SS. Rosario, ad esempio, si occupava dell’accompagnamento e del conforto dei condannati a morte; quella del SS. Sacramento, invece si dedicava ai moribondi e all’organizzazione della principale processione dell’anno liturgico nel Cinquecento, quella cioè del Corpus Domini (Noto 2006, 188-189). 

Corporazioni

In età medievale alcuni enti religiosi divennero luoghi di culto e di riferimento di alcune associazioni o corporazioni artigianali e professionali: gli orefici si riunivano nella chiesa di Santa Maria, i medici in quella di San Pietro, i conciatori a San Giovanni (Cuozzo 2006, 151). Spesso le confraternite, e in generale i sodalizi religiosi locali, svolsero anche il ruolo di tutela degli interessi corporativi, configurandosi quindi come associazioni con precise caratterizzazioni sociali o lavorative. In età moderna, ad esempio, la congregazione del SS. Rosario divenne uno dei canali di affermazione e di espressione dell’élite nobiliare cittadina (Noto 2006, 189). 

Istituzioni di Beneficenza
Schedatore

Salvatore Marino

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Repertoriazioni

- Codice Favagrossa (BCBn, Regestum privilegiorum).

La stesura del registro dei privilegi, altrimenti noto come ‘codice Favagrossa’, fu iniziata nel 1489 dal notaio beneventano Francesco Favagrossa, cancelliere della città (Zazo 1946, 4). Il manoscritto, conservato presso la Biblioteca Capitolare di Benevento, contiene una tavola che illustra la seduta del Consiglio cittadino nella quale fu deciso di trascrivere in un registro, appunto il codice Favagrossa, i principali documenti dell’Universitas beneventana, quali «privilegia, bulle et brevia summorum pontificum, imperatorum et principum» che all’epoca «sedibus incertis vagabantur» (Borgia 1769, 424-425; Zazo 1946, 2-3). L’anno successivo (1490), per rendere più completa la raccolta, fu ordinato a coloro i quali detenessero a qualsiasi titolo le «scripturas Comunitatis» di consegnarle o restituirle nell’arco di otto giorni (Lonardo 1902, 75). L’intero manoscritto consta di 207 carte precedute da un indice fatto compilare nel Settecento dal cardinale arcivescovo di Benevento, Vincenzo Maria Orsini, poi salito al trono pontificio col nome di Benedetto XIII. I diplomi trascritti da Francesco Favagrossa sono 152, in prevalenza documenti pontifici, dal 1191 al 1527; la raccolta di documenti fu ampliata nel 1710, su commissione dell’allora arcivescovo Orsini, il futuro “papa archivista”, che peraltro fece riordinare 144 volumi manoscritti dell’archivio cittadino, le cui scritture erano in cattivo stato di conservazione (Zazo 1946, 8).   

- Altri manoscritti (ACBn, Fondo cartaceo)

L’Archivio storico del Comune di Benevento conserva centinaia di volumi manoscritti relativi a diversi aspetti dell’amministrazione cittadina. Si riporta qui di seguito una selezione di documenti datati tra il tardo Medioevo e l’età moderna. Dei volumi manoscritti sono riportati, nell’ordine: il fondo archivistico, la sezione, il numero di corda dell’unità archivistica, il titolo del documento, gli estremi cronologici, il numero di tomo, ove presente, e la consistenza in carte.

ACBn, Fondo cartaceo, sect. II (Iurisdictionales): n. 14, Memoria e documenti circa i confini (1489-1654), t. I, cc. 132. Ivi, sect. IV (Circa contractus): n. 51, Istrumenti Communitativi (1314-1662), t. II, cc. 90. Ivi, sect. V (Circa Privilegia et favores): n. 61, Privilegi e grazie dei pontefici (1453-1703), cc. 88. Ivi, sect. IX (Epistolares): n. 137, Lettere ai governatori e vicegovernatori (1504-1673), t. II, cc. 84; n. 156, Lettere ai Consoli (1482-1721), t. I, cc. 41; n. 157, Lettere ai Consoli (1483-1680), t. II, cc. 34; n. 158, Lettere ai Consoli (1483-1685), t. I, cc. 38; n. 159, Lettere ai Consoli (1521-1638), t. I, cc. 21.  

Archivi storici

- Archivio storico del Comune di Benevento

- Archivio storico diocesano di Benevento

- Archivio di Stato di Benevento

Raccolte e miscellanee
Strumenti di corredo
Schedatore

Salvatore Marino

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Reliquie - culti -processioni

Patrono della città di Benevento è s. Bartolomeo. Secondo un’antica tradizione, nell’anno 838, il santo sarebbe apparso a s. Bertario, monaco di Montecassino, invitandolo a riferire al principe Sicardo di Benevento di recarsi a raccogliere le sue ossa sparse dai saraceni sul lido dell’isola di Lipari. Nel mese di agosto dello stesso anno, il principe beneventano portò in città le spoglie dell’apostolo, collocandole provvisoriamente nella chiesa di San Lorenzo extra moenia. A partire da quell’anno, ogni 24 agosto, i beneventani festeggiano San Bartolomeo come loro patrono. Il 25 ottobre dell’anno successivo (839), con una solenne cerimonia, il vescovo Orso trasferì le sacre spoglie dalla chiesa di San Lorenzo all’omonima cappella vicino a quella di San Gennaro, entrambe situate sul lato est della chiesa di Santa Maria de Episcopio. Nel 1338, in occasione di un Concilio provinciale, l’arcivescovo Arnaldo da Brusacco fece la prima ricognizione delle reliquie; dopo aver mostrato le ossa del santo ai vescovi e ai cittadini, esse furono riposte in una preziosa cassa di bronzo dorato che ancora oggi si conserva nel museo diocesano. Nel 1698, il cardinale Orsini, futuro papa Benedetto XIII, indisse la seconda ricognizione, pertanto le reliquie furono riposte in nove ampolle, otto delle quali furono racchiuse nell’urna di porfido, mentre una, contenente l’intero osso del metacarpo, fu destinata alla venerazione pubblica (Borgia 1769, 307, 341-342; Grassi 1990, 38; Rotili 1958, 36).

Sin dal secolo IX, le spoglie del santo furono custodite gelosamente dai cittadini beneventani, in particolare la famiglia Mascambruno conservò per secoli una delle tre chiavi dei catenacci che chiudevano la cancellata messa a protezione del corpo del santo dietro l’altare maggiore dell’omonima basilica. Nel 1122, l’arcivescovo Landolfo II diede inizio alla costruzione della nuova basilica, attigua alla cattedrale; i lavori terminarono nel 1337 e papa Benedetto XII autorizzò l’arcivescovo Arnaldo a traslatarvi i resti del santo ancora custoditi nella cappella della cattedrale. Nel 1430, l’arcivescovo Gaspare Colonna fece erigere una grande cupola sulla basilica, ma l’intero edificio andò distrutto col terremoto del 1702 e si salvò solo l’urna dei sacri resti. La basilica, infine, fu ricostruita in un luogo diverso, cioè lungo l’attuale corso Garibaldi, per volere del cardinale Orsini, che la inaugurò nel 1729; restaurata di recente, è stata riconsacrata nel 2001 (Sarnelli 1691, 68-73; Rotili 1958, 37, 79-80; Giordano 1976, 20). 

Cerimonie e rituali civici

Nel Medioevo la cattedrale fu la sede delle assemblee cittadine, cui vi partecipavano, oltre al rettore e al vescovo, tutti i cittadini aventi diritto al voto, cioè militi, giudici, notai, mercanti e artigiani. La convocazione avveniva mediante il suono di una campana, detta la Scarana (Zazo 1973, 211). Tra il XV e il XVI secolo, il Consiglio cittadino iniziò a tenersi presso altre sedi, quali ad esempio la chiesa dell’Annunziata (Borgia 1764, 426).

In città si tennero anche due sedute del Parlamento generale: la prima, nel gennaio del 1441, si tenne nel castello di Benevento; la seconda, convocata il 31 gennaio del 1443 a Benevento, fu poi spostata a Napoli (Senatore 2010, 436, 442; Vergineo 1986, 99).

Ingressi trionfali, allestimenti e rappresentazioni

Nel 1385 papa Urbano VI, assediato a Nocera dalle truppe di Alberico da Barbiano, assoldate da re Carlo di Durazzo, fu liberato da Raimondello del Balzo Orsini e condotto a Benevento. Nonostante l’opposizione di taluni avversari, il pontefice fece il suo ingresso in città «ricevuto con il gonfalone e con il massimo onore» (Borgia 1764, 158-160) e concesse a Raimondello la Rettoria di Benevento (Cuozzo 2006, 153). 

Schedatore

Salvatore Marino

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Oggetti archeologici di reimpiego

Rocca dei Rettori, blocco con epigrafe

Rocca dei Rettori, stele con busto maschile acefalo

Rocca dei Rettori, rilievo con sella curulis e pilastrino

Rocca dei Rettori, stele con busto maschile

Rocca dei Rettori, stele con busto femminile

Rocca dei Rettori, blocco con girali vegetali

Rocca dei Rettori, frammento di trabeazione con fregio a girali vegetali

Rocca dei Rettori, ara con epigrafe

Rocca dei Rettori, rilievo con maschere

Rocca dei Rettori, frammento di fregio dorico

Rocca dei Rettori, stele con busto maschile

Rocca dei Rettori, lastra con iscrizione CIL IX, 1926

Rocca dei Rettori, rilievo con coppia di defunti

Rocca dei Rettori, frammento di cornice

Rocca dei Rettori, rilievo con scanalature

Rocca dei Rettori, frammento di lastra a cassettoni

Rocca dei Rettori, rilievo con cavallo

Rocca dei Rettori, cippo iscritto

Rocca dei Rettori, stele di cavaliere

Rocca dei Rettori, capitello corinzio di lesena

Rocca dei Rettori, rilievo con tre defunti

Rocca dei Rettori, fregio dorico

Rocca dei Rettori, frammento di gladiatore

Rocca dei Rettori, rilievo funerario con coppia di defunti

Rocca dei Rettori, tre frammenti di trabeazione con fregio a ghirlande

Cattedrale, Sarcofago strigilato a lenòs con Gorgoneia angolari

Cattedrale, CIL IX, 2078

Cattedrale, CIL IX, 1659

Cattedrale, fregio con decorazione vegetale

Cattedrale, fregio dorico con gorgoneion

Cattedrale, due epistili con soffitto decorato

Cattedrale, cippo con iscrizione CIL IX, 1646

Campanile della Cattedrale, rilievo con cinghiale

Campanile della Cattedrale, stele funeraria

Campanile della Cattedrale, serie di stele funerarie

Campanile della Cattedrale, stele funeraria

Campanile della Cattedrale, stele di cavaliere

Campanile della Cattedrale, rilievo con dona militaria

Campanile della Cattedrale, tre stele funerarie contigue

Campanile della Cattedrale, CIL IX, 1638

Campanile della Cattedrale, maschera teatrale

Campanile della Cattedrale, stele funeraria

Campanile della Cattedrale, statua di soldato

Campanile della Cattedrale, rilievo con insegne militari

Campanile della Cattedrale, CIL IX, 1587

Campanile della Cattedrale, CIL IX, 2005

Campanile della Cattedrale, rilievo a soggetto gladiatorio

Chiesa di Santa Sofia, capitello composito

Chiesa di Santa Sofia, due capitelli

Chiesa di Santa Sofia, due capitelli dorici

Campanile di Santa Sofia, rilievo a soggetto gladiatorio

Campanile di Santa Sofia, fregio dorico

Chiesa di San Francesco, rilievo con motivi vegetali

Chiesa di San Francesco, capitello ionico di pilastro

Cinta muraria presso Porta San Lorenzo, bue Apis

Chiesa di Sant'Ilario, frammento di fregio dorico

Chiesa di Sant'Ilario, due fregi

Palazzo in via S. Filippo, parte inferiore di statua femminile

Palazzo in via S. Filippo, frammento di fregio dorico

Palazzo in via S. Filippo, parte inferiore di togato

Palazzo in via S. Filippo, frammento di rilievo gladiatorio

Palazzo in via S. Filippo, statua di togato

Palazzo in via S. Filippo, frammento di statua femminile

Palazzo in vico Volpe, stele funeraria

Palazzo in via De Caro, stele funeraria

Casa in via Rampone, maschere teatrali

Casa in via Francesco Pacca, altare

Casa in via Giovanni de Vita, timpano di stele funeraria

Casa in via Annunziata, fregio dorico con gorgoneion

Casa in via Annunziata, rilievo con maschere

Casa in vico Arechi, fregio dorico con iscrizione CIL IX, 1604

Palazzo Margiacca, stele funeraria

Palazzo de Cillis, CIL IX, 1734

Palazzo Pubblico, lastra con iscrizione CIL IX, 1645

Ospedale dell'Annunziata, cippo con iscrizione CIL, IX, 1614

Ospedale dell'Annunziata, lastra con iscrizione CIL IX, 1648

Ospedale dell'Annunziata, stele con ritratto femminile

Ospedale dell'Annunziata, stele con soldato

Piazza Papiniano, obelisco

Muro di fronte Palazzo Margiacca, stele funeraria

Torre De Simone, blocco con capitello

Torre De Simone, rilievo con personaggio maschile

Museo del Sannio, Sarcofago a lenòs con il trionfo di Dioniso su una tigre

Museo del Sannio, Sarcofago a ghirlande e fiaccole angolari

Museo del Sannio, sarcofago con il mito di Ippolito e Fedra

Palazzo de Vita e Museo del Sannio, rilievo con due busti e iscrizione CIL IX, 2045

 

Edifici antichi
Collezioni di antichità, scavi e scoperte archeologiche di età moderna
Schedatore

Luca Di Franco

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Architetti, ingegneri e tavolari attivi in città

Domenico Fontana: realizza interventi alle strade e ai ponti.

Benvenuto Tortelli: a aprtire dal 1570 ricostruisce il complesso di Sant'Agostino.

Giovanni Fontana (1540-1614): gli viene attribuito il progetto del palazzo di Città.

Giovanbattista Nauclerio

Giuseppe Lucchesi

Arcangelo Guglielmelli

Filippo Raguzzini

Carlo Buratti

Mura e porte urbiche

Mura

Port'Arsa

Porta Rettore

Torre De Simone

Torre della Catena

 

Strade e piazze

Nel XVI secolo la città aveva quattro piazze principali: publica major (piazza San Bartolomeo); publica recta (piazza Duomo); platea dell'Annunziata; platea dei Calderari (piazza San Filippo).

Infrastrutture urbane

Le scuole pubbliche sono istituite durante il governo dell'arcivescovo Innico d'Avalos (1566-1585) e affidate ai Gesuiti.

Acquedotto

Dogana

Strutture assistenziali

Ospedale dell'Annunziata (AGP)

Castelli e fortezze
Palazzo signorile

Palazzo Apostolico

Rocca dei Rettori

Edifici pubblici

Palatium Civitatis

Palazzi privati

Casa in via Annunziata 117

Casa in via Annunziata 125

Casa in via Francesco Pacca

Casa in via Giovanni De Vita 36

Casa in via Rampone

Casa in vico Arechi

Palazzo De Cillis

Palazzo Margiacca

Palazzo con togati in via San Filippo

Palazzo in via De Caro

Palazzo con togati in vico Volpe

Edifici religiosi

Cattedrale

Santa Sofia

San Bartolomeo

Annunziata

Sant'Ilario

San Francesco

Santa Caterina

Apparati effimeri
Schedatore

Fulvio Lenzo, Antonio Milone

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Artisti attivi in città
Opere d'arte medievali e moderne

Chiesa di San Francesco, Affresco della Croce di Lucca

Arcivescovato, Cassetta delle reliquie di San Bartolomeo

Chiesa di San Bartolomeo, Rilievi con apostoli

Cattedrale, Statua del cosiddetto Cavaliere

Cattedrale, Statua di San Bartolomeo

Cattedrale, Virtù cariatide

Collezioni
Schedatore

Paola Coniglio

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Letterati che nascono, vivono o operano in città

 

PAGINA IN COSTRUZIONE - PAGE UNDER CONSTRUCTION

 

Angelo Catone, medico, astronomo e letterato

 

Galeazzo Capialbi, uomo d'armi e antiquario

 

Mercurio de Vipera, scrittore ecclesiastico

 

Giacomo Antonio Beneventano, poeta

 

Antonio Silvio Anichino, poeta

 

Giovanni Pennachione, poeta

 

Andrea Topazio, poeta

 

Marco da Benevento, frate Celestino e matematico

 

Galvano da Benevento, giurista

 

Vincenzo Franco, grammatico e antiquario

 

Niccolò Franco, poeta

 

Cola da Benevento, maestro di sala a Roma del cardinale Niccolò Ridolfi

 

Bartolommeo Camerario, giurista

 

Leonardo Vairo, scrittore ecclesiastico

 

Alfonso Avendano, scrittore ecclesiastico

 

Scipione Bilotta, giurista

 

Giovan Camillo Bilotta, giurista

 

Annibale Mascambruno, scrittore ecclesiastico

 

Virgilio Pedicino, giurista

 

Giovanni Niccolò Eustachio, medico e letterato

 

Mario De Vipera, scrittore ecclesiastico

 

Pietro Piperno, scrittore e medico

 

Giovanni de Vita, storico, poeta e antiquario

Stampatori e produzione libraria cittadina

La prima opera stampata a Benevento risale al 1646: prima di questa data la letteratura relativa alla città veniva stampata perlopiù tra Napoli e Roma. Questa prima edizione beneventana è una ristampa aggiornata della Descrittione del Regno di Napoli di Enrico Bacco, curata dallo  stampatore Ottavio Beltrano (Bacco 1646), e porta due distinte indicazioni dello stampatore e del luogo di stampa: 'Napoli, per Ottavio Beltrano, 1648' e più sotto 'In Benevento, Per Gio. Battista de Giorio, 1646'. In effetti De Giorio stampò il volume a Benevento per conto del Beltrano (cf. Basile 1971, 68-69). Lo stesso de Giorio pubblicò l'anno successivo un altro volume contenente una ristampa degli statuti di Benevento (Statuta 1647), dopodiché la produzione si fermò per circa un cinquantennio e dovette attendere il mecenatismo del cardinale Orsini per un pieno rilancio. I passi che portarono all'edizione del 1646 sono discussi in Zazo 1961. In generale sulla produzione libraria beneventana del Seicento cf. Basile 1980; Basile 1985.

Biblioteche pubbliche e private
Accademie
Committenze di opere letterarie relative alla città
Dedicatari di opere letterarie
Storie di famiglie
Corografia e geografia
Storiografia locale e cronache
Letteratura antiquaria
Letteratura ecclesiastica e religiosa
Letteratura giuridica
Letteratura scientifica

Si veda la produzione di Angelo Catone.

Poesia, prosa d'arte, altre forme letterarie
Elogi di città e altri scritti encomiastici o apologetici
Altro
Schedatore
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Mappe territoriali

 

Compare nella mappa della Campania pubblicata da Camillo Pellegrino del 1651.

Veduta territoriale (1764, incisione di Ignazio Lucchesini: Borgia 1763-1769: Stefano Borgia, Memorie istoriche della pontificia città di Benevento dal secolo VIII al secolo XVIII divise in tre parti, raccolte ed illustrate da Stefano Borgia Referendario dell'una, l'altra Segnatura, Protonotario apostolico, governatore della medesima, Roma, dalle stamperie del Salomoni, 1763-1769, II)

Piante di città

Pianta Pizzella (1764).

Pianta Casselli  (1781).

Vedute di città

Veduta di Benevento (1590 c.a: Roma, Biblioteca Angelica, fondo Rocca, inv. BSNS 56/57)

Veduta di Benevento e del territorio circostante pubblicata nel 1634 da Pietro Piperno

Veduta del circuito murario di Benevento e del noce superstizioso (Piperno 1635).

Veduta della piazza di Santa Sofia (1783: Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786)

Veduta di piazza del duomo (1599)

Veduta della piazza e della Rocca dei Rettori (1769, Domenico Gherig: consultabile on line)

Apprezzi di tavolari
Schedatore

Fulvio Lenzo, Antonio Milone

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Fonti manoscritte

ACA: Archivo de la Corona de Aragón de Barcelona, regg. 2905, 2908, 2917, 2941.

 

ACBn 1650: Archivio del Comune di Benevento, Fondo cartaceo, t. VI, Indice de Cognomi e nomi de nobili che nominati leggonsi ne’ Consegli pubblici della Città di benevento in questo primo tomo che è dall’anno 1489 fin all’anno 1650.

 

ACBn 1588: Archivio del Comune di Benevento, Fondo cartaceo, Statuti del 1588.

 

Giordano De Nicastro, Memorie istoriche intorno alla corona regale usata dai serenissimi prencipi di Benevento longobarda, ms. [Benvento 1719], in Scritture di Storia Beneventana, Benevento, Biblioteca arcivescovile F. Pacca, fondo manoscritti, Storia di Benevento, ms. 7.

 

Anonimo, Dell’istoria di Benevento, ms. XVIII sec., Benevento, Biblioteca arcivescovile F. Pacca, fondo manoscritti, Storia di Benevento.

 

Archivio di Stato di Roma, Camerale III, (inventario online di A. Quesada).

 

BCBn 1489: Biblioteca Capitolare di Benevento, Regestum privilegiorum Favagrossa.

 

Benevento, Biblioteca Arcivescovile, Inventarium bonorum R. Mensae Archieapiscopalis Beneventanae.


Napoli, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, ms. XXXIV.B.01.015/16.2: Bartolomeo Chioccarelli, De civivtate Beneventi ac eius fida, privilegiis, immunitatibus, finibus et casalibus ac frumento regni inibi non imitendo.

 

Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Borg. Lat. 820, ff. 238-250v: Stefano Borgia, 

Serie cronologica de' Rettori e Governatori di Benevento (1051-1768). 

Fonti a stampa

Alphani Salirnitani, Metrum heroicum in honore duodecim fratrum, ed. a cura di Anselmo Lentini, Faustino Avaglino, I carmi di Alfano I arcivescovo di Salerno, Montecassino 1975, 97-126.

 

Annales Beneventani 1939: Annales Beneventani, ed. W. Wattenmbach, MGH SS, III, Hannover 1839, 173-185.

 

Chronica Casinensis 1878: Chronica S. Benedicti Casinensis, ed. G. Waitz, MGH, Scriptores rerum langobardicarum et italica rum saec. VI-IX, Hannover 1878, 467-488.

 

Chronicon Beneventani Monasterii S. Sofia, ed. Ferdinando Ughelli, Italia Sacra, vol. X, Venetiis 1722, coll. 415-560.

 

Erchemperto 1878: Erchemperti Historia Langobardorum Beneventanorum, ed. a cura di G. H. Pertz e G. Waitz, MGH, Scriptores rerum langobardicarum et italica rum saec. VI-IX, Hannover 1878, 231-264.

 

Leone Ostiense 1980: Leone Ostiense, Chronica Montis Casini, in MGH, SS, XXXIV, Hannover 1980.

 

Mazzoleni 1951: Regesto della Cancelleria Aragonese di Napoli, Privilegiorum, VII, a cura di Jole Mazzoleni, Napoli, L’arte tipografica 1951.

 

Translatio Sancti Mercurii  1878: Translatio Sancti Mercurii, ed. a cura di G. Waitz, in MGH, Scriptores rerum langobardicarum et italica rum saec. VI-IX, Hannover 1878, 576-580.

 

Translatio Duodecim Martyrum 1878: Translatio Duodecim Martyrum, ed. a cura di G. Waitz, in MGH, Scriptores rerum langobardicarum et italica rum saec. VI-IX, Hannover 1878, 574-576.

 

Trinchera 1868: Codice aragonese, Napoli 1868, II, doc. n. 172. 

Bibliografia

Acta translationis Sancti Batholomaei 1698: Acta petitionis, decreti, elevationis, recognitionis, ostensionis, repositionis, translationis, restitutionis [et] consignationis Sacri Corporis Gloriosissimi Apostoli  S. Bartholomaei in nova Basilica Beneventi eidem erecta in sacro Concilio Provinciali II, anno Domini 1698. Praeside Eminentissimo Cardinali Ursino Archiepiscopo Metropolita, Typis data instantibus Illustrissimis Consulibus magistratus ejusdem civitatis, Beneventi, 1698, e Typographia Archiepiscopali. 

 

Annechini 1917: F. Annechini, , “Notizie di edifici e contrade”, Rivista storica del Sannio, V.2, 1917, 59-64.

 

Basile 1970: Salvatore Basile, “Restauri settecenteschi a Benevento”,  Samnium, XLIII, 1970, n. 3-4,  183-205.

 

Basile 1970: Salvatore Basile, “Restauri settecenteschi a Benevento”Samnium, 43, 1970, 184-213.

 

Basile 1971: Salvatore Basile, "Gli incunaboli delle biblioteche beneventane", in Accademie e biblioteche d'Italia, 79, 1971.1-2, 60-82.

 

Basile 1980: Salvatore Basile, "Edizioni beneventane del Seicento", Samnium, 53, 1980, 18-47.

 

Basile 1985: Salvatore Basile, La stampa a Benevento nel secolo XVII. Catalogo della mostra, Benevento, Biblioteca Provinciale, 1985.

 

Belting 1962: Hans Belting, “Studien zum Beneventanischen Hof im 8. Jahrhundert”Dumbarton Oaks papers, 16, 1962, 141-193.

 

Belting 1967: Hans Belting, “Probleme der Kunstgeschichte Italiens im Frühmittelalter”Frühmittelalterliche Studien, 1, 1967, 94-143.

 

Belting 1968: Hans Belting, Studien zum Beneventanischen Malerei, Wiesbaden 1968.

 

Bencardino 1991: Filippo Bencardino, Benevento, funzioni urbane e trasformazioni territoriali tra XI e XX secolo, Napoli 1991.


 

Bendinelli, Bianchi Bandinelli: Goffredo Bendinelli, Ranuccio Bianchi Bandinelli, “Benevento”, in Enciclopedia dell’arte antica, Roma 1959.

 

Bertaux 1904: Emile Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, de la fin de l'Empire romain à la Conquête de Charles d'Anjou, Paris 1904.

 

Bertelli 1983: Carlo Bertelli, “Traccia allo studio delle fondazioni medievali dell'arte italiana”, in Storia dell’arte italiana Einaudi, vol. V, Torino 1983, 3-163.

 

Bertelli Buquicchio 1992: G. Bertelli Buquicchio, "Benevento", in Enciclopedia dell'Arte Medievale, Roma 1992.

 

Bertolini 1923: O. Bertolini, “Gli Annales Beneventani”Bullettino dell’Istituto Storico Italiano, 42, 1923, 59-87.

 

Bologna 1962: Ferdinando Bologna, La pittura italiana delle origini, Roma 1962.

 

Bologna 1992: Ferdinando Bologna, “Momenti della cultura figurativa nella Campania medievale”, in Storia e civiltà della Campania, a cura di Giovanni Pugliese Carratelli, vol. 2, Il Medioevo, Napoli 1992, 171-275.

 

Borgia 1763-1769: Stefano Borgia, Memorie istoriche della pontificia città di Benevento dal secolo VIII al secolo XVIII divise in tre parti, raccolte ed illustrate da Stefano Borgia Referendario dell'una, l'altra Segnatura, Protonotario apostolico, governatore della medesima, Roma, dalle stamperie del Salomoni, 1763-1769.  [vol. 1; vol. 2; vol. 3.1]

 

Borgia 1788: Stefano Borgia, Breve istoria del dominio temporale della Sede Apostolica nelle Due Sicilie descritta in tre libri, in Roma, s.n., 1788.

 

Boscia, Bove 1989: Francesco Boscia, Mario Bove, "Palazzo Paolo V: tipologia e storia", Studi Beneventani, I, giugno 1989, 25-57.


Bove 1995: Francesco Bove, “Città monastica beneventana”Studi Beneventani, 6, 1995, 169-210.

 

Bove 2000: Franco Bove, “Le sedi monumentali beneventane”, in Tre apostoli, una regione, a cura di G. Giordano, Cava de’ Tirreni 2000, 70-79.

 

Cangiano 1918: Andrea Cangiano, Gli statuti di Benevento del XIII secolo, Benevento 1918.

 

Cappelletti 1845: Giuseppe Cappelletti, “Benevento”, in Chiese d’Italia, tomo III, Venezia 1845, 9-146.

 

Caracciolo 1636: Antiqui Chronologi quatuor Herempertus Langobardus, Lupus Protospata, Anonymus Cassinensis, Falco Beneventano, cum appendicibus historicis […] nunc primum e MMSS Codicibus aspiciunt lucem opera, ac studio, Antonii Caraccioli, Neapoli, Typis Scorigianis, 1636.

 

Caracciolo 1637: Antonio Caracciolo, L'epitaffio beneventano colli SS. Gianuario, Festo, Desiderio, in Neapoli 1637.

 

Caracciolo 1741: Antonio Caracciolo, Syntagmation de beneventana inscriptione nuper, ut aiunt, effossa, in Brigantini, Miscellanea, Venezia 1741.

 

Carella 1998: Silvio Carella, “Osservazioni preliminari su Santa Sofia di Benevento”Studi Beneventani, 7, 1998, 141-186.

 

Carella 2003: Silvio Carella, “Sainte-Sophie de Bénévent et l'architecture religieuse longobarde en Italie méridionale”Hortus Artium Medievalium, 9, 2003, 331-356.

 

Carella 2011: Silvio Carella, Architecture religieuse haut-médiévale en Italie méridionale: le diocèse de Bénévent, Turnhout 2011.

 

Carillo 2006: Saverio Carillo, “L’inaffidabilità del moderno, Precetti  giovannoniani nella ricostruzione postbellica degli edifici di culto. Nota sulla cattedrale di Benevento”, Arte Cristiana, 94, novembre-dicembre 2006, 458-470. 

 

Cavuoto 1963-1964: Paolo Cavuoto, “La chiesa di S. Sofia a Benevento”Napoli nobilissima, s. 3, 3, 1963-1964, 53-66.

 

Colombo 1995: Luigi Colombo, “Il rilievo tridimensionale di Santa Sofia a Benevento”Ananke , 9,1995, 92-95.

 

Costagliola 2002: Monica Costagliola, “Nuove acquisizioni sui restauri novecenteschi della chiesa longobarda di Santa Sofia a BeneventoApollo, 18, 2002, 32-74.

 

Costagliola 2003: Monica Costagliola, “Nuovi dati sulla chiesa longobarda di S. Sofia a Benevento, in III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, (Salerno, 2 - 5 ottobre 2003), a cura di Rosa Fiorillo, Paolo Peduto, Firenze 2003, II, 600-608.

 

Cuozzo 2006: Errico Cuozzo, “Benevento angioina e aragonese”, in Benevento immagini e storia, Atripalda, Mephite 2006, 145-160.

 

De Caro 2007: Egittomania. Iside e il mistero, Catalogo della Mostra  (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 12 ottobre 2006 - 26 febbraio 2007),  a cura di Stefano De Caro, Napoli 2006.

 

De Ferrari 1979: Augusto De Ferrari, “Catone Angelo” in Dizionario Biografico degli Italiani, s.v., 22 (1979).

 

De Lucia 1925: Salvatore De Lucia, Passeggiate beneventane, Benevento 1925.

 

De Nicastro 1720: Joanne De Nicastro, Beneventana Pinacotheca, 1720.

 

Di Marco 2005: Fabrizio Di Marco, “Il ponte sul fiume Calore a Benevento Nuove acquisizioni sul progetto vanvitelliano e sulla fase conclusiva dei lavori”, in Luigi Vanvitelli 1700-2000, a cura di Alfonso Gambardella, Caserta 2005, 401-407.


Di Stefano 1973: Luigi Di Stefano, “Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore”, in Luigi Vanvitelli, Napoli 1973, 171-246.

 

Ebanista 2006: Carlo Ebanista, “Il complesso archeologico dei Santi Quaranta archeologia e storia”, in Benevento nella Tarda Antichità. Dalla diagnostica archeologica in contrada Cellarulo alla ricostruzione dell’assetto urbano, a cura di M. Rotili, Napoli 2006, 179-210.

 

Eubel 1913: Hierarchia catholica Medii aevi. Ab anno 1198 usque ad annum 1431 perducta, per Conradum Eubel, Sumpt. et typis Librariae Regensbergianae, Monasterii 1913.

 

Eubel 1914: Hierarchia catholica Medii aevi. Ab anno 1431 usque ad annum 1503, per Conradum Eubel, Sumpt. et typis Librariae Regensbergianae, Monasterii 1914.

 

Eubel 1923: Hierarchia catholica Medii aevi. Saeculum XVI ab anno 1503 complectens, quod cum Societatis Goerresianae subsidio inchoavit Guilelmusvan Gulik, absolvit Conradus Eubel, Sumpt. et typis Librariae Regensbergianae, Monasterii 1923.

 

Eustachio 1608: Giovanni Niccolò Eustachio, Opusculum de aere situque Beneventanae civitatis, in quo plurima ad rem medicam, philosophiam, geographiam, ac astronomiam pertinentia, disseruntur, Neapoli, ex typographia Io. Baptistae Subtilis, apud Scipionem Boninum, 1608.

 

Ferrante 1952: Mario Ferrante, “Chiesa e chiostro di S. Sofia in BeneventoSamnium, 25, 1952, 73-96.

 

Ficoroni 1739: Arcus Trajano dedicatus porta aurea dictus sculpturis et mole omnium facile princeps, Romae 1739, expensis Francisci de Ficoronis.

 

Filangieri 2002: Angerio Filangieri, “L’evoluzione della popolazione della Campania dal secolo XIV al XVIII secolo” in Working Paper, 2 (2002), Collana del Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale, Dipartimento di Economia e Politica Agraria dell’Università degli Studi Napoli “Federico II”, 1-96.

 

Galasso 1954: Elio Galasso, “Nuovi documenti per la storia di S. SofiaSamnium, 27, 1954, 14-56.

 

Galasso 1959: Elio Galasso, Vanvitelli a Benevento, Benevento 1959.

 

Galasso 1965: Monumenti ed opere d’arte di Benevento, mostra di incisioni dei secoli XVIII e XIX, Museo del Sannio, a cura di Elio Galasso, Benevento 1965.

 

Galasso 1968: Elio Galasso, "Nuovi documenti per la storia dell’abbazia di S. Sofia a Benevento e dei suoi restauri settecenteschi", Samnium, 41, 1968, 15-56.

 

Galasso 1969: Elio Galasso, “Inediti capitoli di riforma per S. Sofia di Benevento. 1211”, Samnium, XIII, 3-4, 1969, 111-121.

 

Galasso 1986: Elio Galasso, Trame di fotografie, ori, e tesori della Longobardia meridionale nel museo del Sannio, Benevento 1986.


Garrucci 1875: Raffaele Garrucci, Le antiche iscrizioni di Benevento, Roma 1875.

 

Giess 1959: Hildegard Giess, “The sculpture of the cloister of Santa Sofia in Benevento”, The art bulletin, 41,1959, 249-256.

 

Giampaola, Simon 1994: Daniela Giampaola, E. Simon, “Benevento”, in Enciclopedia dell’Arte Antica, II Supplemento, Roma 1994.

 

Giordano 1976: Giovanni Giordano, Aspetti di vita beneventana nei secoli XVII e XVIII, Napoli 1976.

 

Giordano 1995: Giovanni Giordano, “Mons. Saverio Casselli architetto beneventano”,  Studi beneventani, 1995, 211-222.

 

Giovardi 1730: Victorio Giovardi, Acta Passionis et translationis sanctorum Martyrum Mercuri ac XII fratrum, Romae 1730.

 

Giustiniani 1797: Lorenzo Giustiniani, “Benevento”, in Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, 10 voll., II, Napoli 1797, 244- 267.

 

Grassi 1990: Ferdinando Grassi, La cattedrale di Benevento, Benevento, Auxiliatrix 1990.

 

Grohmann 1969: Alberto Grohmann, Le fiere del Regno di Napoli in età aragonese, Napoli 1969.

 

Guida 1979: Guida a Benevento, Bari, ed. Dedalo, 1979.

 

Heydemann 1868: H. Heydemann, “Antichità beneventane”, Bullettino dell' lnstituto di Corrispondenza Archeologica,  40, 1868, 98-104. 


Intorcia 1996: Gaetana Intorcia, La comunità beneventana nei secoli XII-XVIII. Aspetti istituzionali. Controversie giurisdizionali, Napoli, Esi 1996.

 

Intorcia 2006-2007: Vincenzo Intorcia, “L’arco del Sacramento in Benevento”, Salternum, 16-17, 2006, 13-23; Salternum, 18-19, 2007, 49-61.

 

Isernia 1896: Enrico Isernia, Istoria della città di Benevento dalla sua origine al 1894, 2 voll. Benevento 1896. [vol. 1; vol. 2]

 

Krautheimer 1965: Richard Krautheimer, Architettura paleocristiana e bizantina, (Harmondsworth 1965) Torino 1986.

 

Lanzoni 1927: Francesco Lanzoni, Le diocesi d’Italia dalle origini al principio del secolo VII, I, Faenza 1927.

 

Lavagnino 1960: Emilio Lavagnino, L’arte medievale, Torino 1960.

 

Leonardis 2002: Rocco Leonardis, “The plan of S. Sofia: a view into early medieval designArchitectura, 32, 2002, 105-122.

 

Lepore 1995: Carmelo Lepore, “Monasticum BeneventanumStudi Beneventani, 6, 1995, 25-168.

 

Lepore, Valli 1991: Carmelo Lepore, Riccardo Valli, “Turris quae vocatur contena: la torre della catena di Benevento”, Studi beneventani, 4-5, 1991, 75-134.

 

Lepore, Valli: Vita et translatio Beneventum S. Marciani episcopi Frequentini, ed. a cura di Carmelo Lepore e Riccardo Valli.  

   

Lonardo 1899: Pietro Lonardo, Gli ebrei a Benevento: con documenti inediti, Benevento 1899. 

 

Lonardo 1902: Pietro Lonardo, Gli Statuti di Benevento sino alla fine del secolo XV, Benevento, De Martino, 1902.

 

Loud 1991: Graham A. Loud, “Monarchy and Monastery in the Mezzogiorno: The Abbey of St. Sophia, Benevento and the Staufen”Papers of the British School at Rome, 59, 1991, 283-318.

 

Loud 2000: Graham A. Loud, Montecassino and Benevento in the Middle Ages. Essays in south Italian church history, Aldershot 2000.

 

Luongo Bartolini 2000: Giuseppina Luongo Bartolini, Ebrei in Benevento (secoli XII-XVI), Benevento, Edizioni realtà sannita 2000.

 

Malanima 1998: Paolo Malanima, “Italian Cities 1300-1861. A quantitative approach”, in Rivista di Storia Economica, 14-2 (1998), 91-126.

 

Marchetti 1974: Valerio Marchetti, “Camerario Bartolomeo” in Dizionario Biografico degli Italiani, s.v., 17 (1974).

 

Martin 2005: Jean-Marie Martin, “Benevento”, in Enciclopedia Federiciana, Roma 2005.

 

Meomartini 1889: Almerico Meomartini, I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento, lavoro storico, artistico, critico, Benevento 1889. 

 

Meomartini 1909: Almerico Meomartini, Benevento, Bergamo 1909.

 

Miletti 2015: Lorenzo Miletti, “Rediscovering myths in the Renaissance. The Calydonian boar and the reception of Procopius’ Gothic War in Benevento”, Greek, Roman & Byzantine Studies, 55.3, 2015, 788–811.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Beneventum”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, vol. IX Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 136-190. 

 

Müller 1971: Hans Wolfgang Müller, Il culto di Iside nell’antica Benevento. Catalogo delle sculture provenienti dai santuari egiziani dell’antica Benevento nel Museo del Sannio, (Berlin 1968) Benevento 1971.

 

Musi 2004: Aurelio Musi, Benevento tra Medioevo ed età moderna, Manduria-Bari-Roma, Lacaita 2004.

 

Naldi 1990: Riccardo Naldi, “Intorno al chiostro di Santa Sofia a BeneventoBollettino d'arte, s. 6, 76, 1990, 60, 25-66.

 

Nicastro 1698: Giovanni de Nicastro, La culla della gloria riconosciuta nella tomba panegirico in lode del gloriosissimo apostolo s. Bartolomeo protettore principale della citta, arcidiocesi, e provincia di Benevento: recitato a gli 11. maggio 1698. da d. Giovanni de Nicastro patrizio beneventano, e sipontino, dottor delle leggi, ... nel secondo concilio provinciale orsino, ... con l'occasione della solennissima ricognizione e traslazione del sagro corpo di detto santo apostolo dal duomo alla nuova sua basilica con una predica, ed un discorso accademico del medesimo autore, in Napoli, nella nuova stampa di Domenico Antonio Parrino al cantone di S. Chiara incontro il Giesù Nuovo, 1698.

 

Nicastro 1698a: Giovanni de Nicastro, La mistica nuvola scudo d'acciajo nelle disgrazie, e di tutte le grazie aurea miniera. A Benevento vero Obededom del Sannio. Panegirico recitato a 2. novembre 1698. per la solennita del patrocinio della beata vergine, nella chiesa di s. Vittorino di Monache dell'Ordine di s. Benedetto. Da Giovanni de Nicastro patrizio beneventano ... Essendo presente detto eminentissimo con monsignor illustriss. Tura vescovo di Sarno ..., in Benevento, nella Stamperia arcivescovile, 1698.

 

Nicastro 1699: Giovanni de Nicastro, I trionfi del Sannio per le glorie dell'invittissimo martire S. Gennajo cittadino, vescovo, e protettore di Benevento, celebrati in una Accademia havuta dagli signori Accademici Ravvivati nella S. chiesa metropolitana di detta citta alla presenza dell'illustriss. ... monsignor Giovanni degl'Effetti ... fra l'ottava di detto santo a' 22. Settembre 1699. Consagrati all'illustrissimo, ... monsignor Gabriello Filippucci uditore della santita di nostro signore Innocenzo Papa XII, in Benevento, nella Stamperia Arcivescovile, 1699. 

 

Nicastro 1710, Giovanni de Nicastro, La spada di Salomone che decide il suo vero figlio ovvero Discorso apologetico istorico-legale in cui si prova che ... S. Gennaio sia cittadino di Benevento: diviso in tre libri , dato in luce da Giovanni da Nicastro, Benevento, nella Stamperia Arcivescovile, 1710.

 

Nicastro 1720: Giovanni de Nicastro, Beneventana pinacotheca, in tres libros digesta, quorum primus Beneventi imaginem fundatione, antiquitate, pietate ... Auctore Joanne de Nicastro ..., Beneventi, ex Archiepiscopali typographia, 1720. 

 

Nicastro 1723: Giovanni de Nicastro, Descrizione del celebre arco, eretto in Benevento a Marco Ulpio Trajano, 14. imperadore, dal senato, e dal popolo di Roma nell'anno del Signore 112 : col compendio delle antiche e moderne memorie di detta citta' di Benevento e delle gloriose geste del medesimo imperadore. Opera di Giovanni Di Nicastro, patrizio beneventano, e sipontino, dottore delle leggi, ed arcidiacono della s. Chiesa metropolitana consagrata all'eminentiss. [...] Michel Federigo de conti di Althann ..., Benevento, nella stamArcivescovile, 1723.

 

Nolli 1770: Dell'arco Traiano in Benevento /. inciso, e posto in luce da Carlo Nolli nell'anno MDCCLXX [Napoli 1770]. 

 

Noto 2006: “Istituzioni, economia e società in età moderna”, in Benevento immagini e storia, Atripalda, Mephite 2006, 177-192.

 

Parisi 2007: Roberto Parisi, “Iconografia di una città pontificia: Benevento in età moderna e contemporanea”, in Iconografia delle città in Campania. Le province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, a cura di Cesare De Seta e Alfredo Buccaro, Napoli 2007, 173-194.

 

Pellegrino 1643-1644: Camillo Pellegrino, Historia principum Langobardorum quae continet antiqua aliquot opuscula de rebus Langobardorum Beneuentanae olim prouinciae quae modo regnum fere est Neapolitanum. Camillus Peregrinius ... recensuit atque carptim illustrauit. Neapoli, ex typographia Francisci Sauij impressoris Curiae archiepiscopalis, 1643-1644. [Vol. 1; vol. 2 ed. 1750;  vol. 3 ed. 1751; vol. 4 ed. 1753;  vol. 5 ed. 1754]

 

Petrucci 1970: Enzo Petrucci, “Benevento”, in Enciclopedia Dantesca, Roma 1970.

 

Pezone 2008: Maria Gabriella Pezone, Carlo Buratti. Architettura tardo barocca tra Roma e Napoli, Firenze 2008.

 

Pezone 2009: Maria Gabriella Pezone, “Benevento e l’architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento: un’occasione mancata”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, saggi, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 1009, 148-158.

 

Pezone 2009/a: Maria Gabriella Pezone, “Trasformazioni urbane a Benevento tra Sei e Settecento: architetti, maestranze e opere tra Roma e Napoli”, in Città, castelli, paesaggi euromediterranei. Storie, rappresentazioni, progetti, Atti del Sesto Colloquio internazionale di Studi Castello di Carlo V (Capua 1-2 dicembre 2006), Lecce 2009, 167-175.

 

Piperno 1634: De magicis affectibus horum dignotione, praenotione, curat.ne, medica, stratagemmatica, diuina, plerisque curationibus electis. & De nuce beneuentana maga, auctore Pietro Piperno beneuentano protomed. ... Omnibus scientnojs opera ornata noua, Neap., ex tyIo. Dominici Roncalioli, 1634.

 

Piperno 1635: Petrus Pipernus, De nuce maga Beneuentana auctore Petro Piperno Beneuentano, phil. & med. & iurisdictionis s. Sophie eminentiss. & reuerendiss. d. princ. cardin. Francisci Barberini V.C. ac perpetui abb. protophisico, Neapoli typis Io. Dominici Montanari, 1635.

 

Piperno 1640: Della superstitiosa Noce di Beneuento trattato historico del sign. Pietro Piperno beneuentano, ... Con il trattato in lingua latina scritto gli anni passati dall'istesso autore intorno alla sudetta superstitiosa noce. ... In questa seconda impressione da molti errori emendata, in Napoli, per Giacomo Gaffaro, ad istanza di Gio. Domenico Montanaro, 1640.

 

Piperno 1647: Petrus Pipernus, De effectibus magicis libri sex ac de nuce maga beneventana liber unicus, Neapoli per Franciscum Hieronimum Colligni MDCXLVII [1647]. 

 

Pochettino 1930: Giuseppe Pochettino, I Longobardi nell’Italia meridionale, Caserta 1930.

 

Pococke 1752: Richard Pococke, Inscriptionum Antiquarum Grac. Et Latin. Liber: Accedit, Numismatum Ptolemaeorum, Imperatorum, Augustarum et Caesarum, in Aegypto cusorum, e Scriniis Britannicis, Catalogus, Typis Mandati, anno MDCCLII, 70-71.

 

Pontieri 1964: Ernesto Pontieri, “Sul cosiddetto Comune di Benevento nel Mille”, in Tra i Normanni nell’Italia meridionale, Napoli 1964, 27-57.

 

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Rotili 1952: Mario Rotili, L'arte nel Sannio, Benevento 1952.

 

Rotili 1958: Mario Rotili, Benevento e la provincia sannitica, Roma, Abete 1958.

 

Rotili 1965: Mario Rotili, “Il cavaliere di Benevento”, in Dante e l’Italia meridionale, Atti del congresso di Studi Danteschi (Caserta, Benevento, Cassino, Salerno, Napoli, 10-16 ottobre 1965), Firenze 1965, 163-168.

 

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Rotili 1974: Mario Rotili, “I monumenti della Longobardia meridionale attraverso gli ultimi studi, in Atti del Convegno Internazionale sul Tema: la civiltà dei Longobardi in Europa, (Roma, 24 - 26 maggio 1971; Cividale del Friuli, 27 - 28 maggio 1971), Roma 1974, 203-239.

 

Rotili 1975: Mario Rotili, “L’eredità dell’antico a Benevento dal VI all’VIII secolo”, Napoli Nobilissima, n.s., 14, 1975, 121-128.

 

Rotili 1978: M. Rotili, in Emile Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale. Aggiornamento dell'opera di Emile Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, Roma 1978, vol. IV, 266-290.

 

Rotili 1981: Marcello Rotili, “La culture artistique”Zodiaque, 1981, 203-243.

 

Rotili 1986: Marcello Rotili, Benevento Romana e Longobarda, Ercolano 1986.

 

Rusconi 1963-1964: Antonino Rusconi, “Per S. Sofia di Benevento”Napoli nobilissima, s.3, 3, 1963/64, 157-159.

 

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Sarnelli 1688: Pompeo Sarnelli, Memorie dell'insigne Collegio di S. Spirito di Benevento, Napoli 1688.


Sarnelli 1691: Pompeo Sarnelli, Memorie chronologiche de’ vescovi ed arcivescovi della S. Chiesa di Benevento, colla serie de’ Duchi, e Principi Longobardi della stessa città, e colle memorie della provincia Beneventana, in Napoli, presso Giuseppe Roselli, 1691. 

 

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Vipera 1635: Mario de Vipera, Catalogus sanctorum, quos Ecclesia Beneuent. duplici, ac semidupl. celebrat ritu, et aliorum sanctorum Beneuentanae ciuitatis naturalium, quorum nulla certa, praestitutaue die festum colit. Adiecta sub vnoquoque breui ipsius historiae narratione. In duas partes diuisus. A' Mario de Vipera archidiacono Beneuent. selectus, Neapoli, ex typographia Lazari Scorigij, 1635.

 

Vipera 1636: Mario de Vipera, Chronologia episcoporum, et archiepiscoporum metropolitanae ecclesiae Beneuentanae quorum extant memoria. Adiecta insuper breui rerum sub unoquoque episcopatu memorabilium narratione. ... Studio, & industria Marii de Vipera archidiaconi Beneuentani, selecta. Cum duplici indice locupletissimo, Neapoli, typis Io. Dominici Montanari, 1636.

 

Visconti 2007: Daniela Visconti, “La chiesa di Sant’Ilario a Benevento: un prototipo dell’architettura longobarda”, Salternum, 18-19, 2007, 107-112.

 

Vita 1738: Iohannes de Vita, Archiepiscopatus Beneventani necnon archiepiscopatuum, episcopatuum inferiorumque regni Neapolitani beneficiorum libertas vindicata aduersus Argumenta anonymi recentioris auctore saeculari presbytero, s.d.t. 1738.

 

Vita 1754: Iohannes de Vita, Thesaurus antiquitatum Beneventanarum, Romae, ex typographia Palladis excudebant Nicolaus, et Marcus Palearini typographi et bibliopolae Romani, 1754. 

 

Vita 1764: Iohannes de Vita, Thesaurus alter Antiquitatum Beneventanarum Medii Aevi, Romae, ex typographia Palladis, excudebat Marcus Palearini, 1764. 

 

Zazo 1929: Alfredo Zazo, “La chiesa e il palazzo badiale di S. Sofia di Benevento dopo il terremoto del 1688”Samnium, 2, 1929.


Zazo 1942: Alfredo Zazo, “Luigi Vanvitelli e la costruzione del ponte Calore in Benevento”, Samnium, XV, 1942, 85-86.

 

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Zazo 1946: Alfredo Zazo, “Il «regestum privilegiorum» Favagrossa della Biblioteca Capitolare di Benevento”, in Samnium, XIX, 1-2 (1946), 1-26.

 

Zazo 1952: Alfredo Zazo, “Benevento nel sec. XV”, in Samnium, nn. 2-3, a. XXV (1952), 136-137. 

 

Zazo 1954: Alfredo Zazo “Il castello di Benevento 1321-1860”, Samnium, 27, 1954, 138-140.

 

Zazo 1954/a: Alfredo Zazo, Il castello di Benevento, Benevento 1954.

 

Zazo 1955: Alfredo Zazo, “Benevento che fu: la chiesa e il convento di S. Agostino”, Samnium, 28, 1955, 202-204.

 

Zazo 1956: Alfredo Zazo, “I beni della badia di S. Sofia”, Samnium, 29, 1956, 131-186.

 

Zazo 1956: “«Supplicationi e gratie» richieste dall’Università di Montefusco a Ferdinando II d’Aragona (22 maggio 1946)”, in Samnium, a. XXIX, 1-2 (1956), 101-103.

 

Zazo 1958: Alfredo Zazo, “Le lotte civili in Benevento nel XVI secolo e la richiesta di mediazione di Raimondo de Cardona viceré di Napoli, di Ferrante d’Avalos marchese di Pescara e di Fabrizio Colonna, da parte della città e del suo governatore”, Samnium, 31, 1958, 109-111.

 

Zazo 1958: Alfredo Zazo, “L’arcivescovo Giovanni de Castrocelo difensore in Benevento nel XIII secolo delle libertà cittadine”, in Samnium, 31 (1958), 1-14.

 

Zazo 1958/a: Alfredo Zazo, “Benevento che fu: la basilica di San Bartolomeo”, Samnium, 31, 1958, 226-231.

 

Zazo 1959: Alfredo Zazo, “Le chiese parrocchiali di Benevento del XII-XIV secolo”,  Samnium  , XXXII, 1959, n. 1-2, pp 60-83.



Zazo 1960: Alfredo Zazo, “Spese del comune di Benevento per il suo governatore Francesco d’Este (1541-1543)”, Samnium, 33, 1960, 217-218.

 

Zazo 1961: Alfredo Zazo, "Tentativi in Benevento per introdurvi l'arte della stampa (1620-1647)", Samnium, 34, 1961, 120-122.

 

Zazo 1964: Alfredo Zazo, “Chiese, feudi e possessi della badia di S. Sofia di Benevento nel secolo XIVSamnium, 37, 1964, 1-67.

 

Zazo 1968: Alfredo Zazo, “Il liber registri iurium della curia pontificia di BeneventoSamnium, 41, 1968, 13-195.

 

Zazo 1973: Alfredo Zazo, “Campane storiche di Benevento”, in Samnium (1973).

 

Zazo 1976: Alfredo Zazo, “Restauri alla cattedrale di Benevento e residui della tomba dell’arcivescovo Gaspare Colonna (1697)”, Samnium, 49, 1976, 231-234.

 

Zazo 1976: Alfredo Zazo, Giuramenti di ligio omaggio e fedeltà alla S. Sede del Comune di Benevento (1459-1849), in Samnium, 49 (1976), 1-10.

 

Zazo 1977: Alfredo Zazo, “L’acquedotto del Serino e una vertenza tra Napoli e Benevento nel XVI secolo”, Samnium, 50, 1977, 123-133.

 

Zazo 1978: Alfredo Zazo, “Il palatium civitatis di Benevento di Giovanni Fontana”, Samnium, 51, 1978, 1-11.

 

Zazo 1981: Alfredo Zazo, “Ferrante d’Aragona conferma alla città di Benevento alcuni privilegi (16 dicembre 1482)”, Samnium, 54, 1981, 22-223.

 

Zigarelli 1860: Daniello Maria Zigarelli, Storia di Benevento, Napoli 1860.  

Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Fonti e bibliografia/9
LuogoBenevento
DenominazioneBenevento, Archivio storico del Comune
Sede storica

Museo Provinciale del Sannio

Tipologia
Soggetti produttori

- Pontefici

- Sovrani

- Universitas di Benevento

- Chiesa e ospedale dell’Annunziata di Benevento

Storia dell'archivio

La documentazione dell’Archivio storico del Comune di Benevento fa parte integrante dell’archivio storico e della biblioteca del Museo del Sannio. Nel 1929 il Consiglio Provinciale di Benevento istituì la Biblioteca del Sannio, in osservanza alle norme di legge che affidavano alle biblioteche di capoluogo il ruolo di istituti di ricerca e di pubblica lettura. La biblioteca fu aggregata agli altri istituti culturali della Provincia, il Museo del Sannio, fondato nel 1873, e l'Archivio Storico, istituito nel 1909, con i quali costituì un organismo complesso, affidato alla direzione di Alfredo Zazo. Per tale organismo fu necessario acquisire una sede più ampia della Rocca dei Rettori, dov'erano ubicati fin dall'origine il Museo e l'Archivio del Sannio: di qui l'acquisto del complesso architettonico monumentale di Santa Sofia. Nel 1973 l’archivio fu definitivamente incorporato al Museo del Sannio.

 

Consistenza dell'Archivio
Fondi archivistici
  1. ACBn, Fondo pergamenaceo (1191-1745), 178 pergg.

A) Bullae Summorum Pontificum et Sedis Apostolicae Legatorum (1221-1592), 24 pergg.

B) Brevia Summorum Pontificum (1417-1745), 99 pergg.

C) Diplomata imperatorum, regum et principum (1191-1495), 22 pergg. D) Varia spectantia ad communitatem et particulares (1384-1673), 33 pergg.

  1. ACBn, Fondo cartaceo (secc. XIV-XX).
  2. ACBn, SS. Annunziata (1279-1633), pergg. 790.
Strumenti di corredo

- ACBn, Inventario dell’Archivio storico del Comune di Benevento (secc. XII-XVIII), a cura di Gilberta Famiglietti.

- ACBn, Inventario parziale delle pergamene, 1710.

- ACBn, Inventario del fondo cartaceo (secc. XIV-XX).

 

Raccolte e miscellanee

L’Archivio storico del Comune di Benevento conserva centinaia di pergamene e volumi manoscritti cartacei datati tra il XII e il XIX secolo. Si riporta di seguito una selezione di documenti, d’età medievale e moderna, riguardanti direttamente l’amministrazione cittadina.

Dei documenti pergamenacei e dei volumi manoscritti sono riportati, nell’ordine: il fondo archivistico, la sezione, il numero di corda dell’unità archivistica, il titolo del documento, gli estremi cronologici, il numero di tomo, ove presente, e la consistenza in carte.

  1. ACBn, Fondo pergamenaceo (1191-1745)
  • Bullae Summorum Pontificum et Sedis Apostolicae Legatorum

-       Circa Gubernatores, seu Rectores (1309-1424), IV, nn. 6-7;

-       Privilegia et Statuta Civitatis (1234-1266), VI, nn. 12.13;

-       Libertates et exemptiones civium in Regno (1234-1266), VII, nn. 14-16;

-       Scripturas et Archium Civitatis (1593), IX, n. 18;

-       Census, contractus et conventiones (1401-1592), XI, nn. 20-21;

-       Circa Privilegia Civitatis (1459), XIV, n. 25;

  • Brevia Summorum Pontificum

-       Circa Arcem (1481), I, n. 1;

-       Circa Archivum et scripturas Civitatis (1598-1628), III, nn. 4-5

-       Circa Cives novos, seu adscriptos (1513) VI, n. 15;

-       Circa confinia (1483), VIII, n. 22;

-       Circa Doctores creandos (1484), XIII, n. 29;

-       Circa gabellas (1471-1563), XVI, nn. 33-42;

-       Circa Gubernatores (1473-1623), XVII, nn- 43-50;

-       Circa moenia, pontes et vias (1465-1540), XXI, nn. 55-58;

-       Circa notarios creandos (1479-1487), XXIII, nn. 60-61;

-       Circa Reges (1488-1496), XXX, nn. 76-78;

-       Circa Statuta Civitatis (1480-1548), XXXII, nn. 80-82.

  • Diplomata imperatorum, regum et principum

-       Privilegia, mandata et capitula civitatis (1191-1495), I, 1-18.

  •  Varia spectantia ad communitatem et particulares

-       Consilia, seu Parlamenta (1484), III, n. 21.

 

  1. ACBn, Fondo cartaceo (secc. XIV-XX)
  • Sect. II (Iurisdictionales): Memoria e documenti circa i confini (1489-1654), t. I, n. 14, cc. 132.
  • Sect. IV (Circa contractus): Istrumenti Communitativi (1314-1662), t. II, n. 51, cc. 90.
  • Sect. V (Circa Privilegia et favores): Privilegi e grazie dei pontefici (1453-1703), n. 61, cc. 88.
  • Sect. IX (Epistolares): Lettere ai governatori e vicegovernatori (1504-1673), t. II, n. 137, cc. 84; Lettere ai Consoli (1482-1721), t. I, n. 156, cc. 41; Lettere ai Consoli (1483-1680), t. II, n. 157, cc. 34; Lettere ai Consoli (1483-1685), t. I, n. 158, cc. 38; Lettere ai Consoli (1521-1638), t. I, n. 159, cc. 21. 

 

Note

Una parte della documentazione d’età medievale e moderna prodotta o anche relativa all’amministrazione della città è conservata presso altri archivi. Si riporta qui di seguito l’elenco dei fondi archivistici conservati negli archivi di Stato di Benevento e Roma e nella Biblioteca Capitolare di Benevento.

- ASBn (=Archivio di Stato di Benevento), Atti dei notai, Benevento (1401-1634), voll. 679; Archivi di famiglie e di persone, Pedicini, marchesi di Luogosano (1423-1863), voll. 25, pergg. 44; Raccolte e miscellanee, Pergamene (1453-1770), pergg. 59.

- ASRm (=Archivio di Stato di Roma), Miscellanea camerale per luoghi, Benevento (1484-1807), bb. 17; Tesorerie provinciali, Benevento (1469-1802), regg. 188.

- BCBn (=Biblioteca Capitolare di Benevento), Statuti della città di Benevento (1230); Regestum privilegiorum Favagrossa (1489).

 

Bibliografia

De Lucia 1928: Salvatore De Lucia, Il Museo del Sannio, Benevento 1928.

 

Glielmo 1981: Elena Glielmo e Maria Antonietta Glielmo, Le scritture del fondo civico del Comune di Benevento, Milano C.EDI.M, 1981.

 

Lombardi 1985: Lombardi Giuseppe, “Alle origini del Museo del Sannio e della Biblioteca Beneventana”, in Rivista storica del Sannio, a. 2, n. 3 (1985), 5-15.

 

Rotili 1963: Mario Rotili, Il Museo del Sannio, Benevento 1963.

 

Zazo 1962: Alfredo Zazo, “Innovazioni nella Benevento del 1600. L’archivio civile del Comune”, in Samnium, a. 35, n. 3 (1962).

 

Zazo 1965: Alfredo Zazo, Notizie sui brevi del XV e XVI secolo dell’Archivio Storico Provinciale di Benevento, Napoli 1965.

Allegati
Link esterni
SchedatoreSalvatore Marino
Data di creazione14/03/2014 12:07:45
Data ultima revisione03/09/2016 18:23:47
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